venerdì 5 dicembre 2025

2025 Horror Challenge: The Other Lamb (2019)

Il tema della challenge horror questa settimana era "horror a tema setta". Ho così scelto The Other Lamb, diretto nel 2019 dalla regista Malgorzata Szumowska.


Trama: la giovane Selah fa parte di una setta di sole donne, votata al culto di un unico uomo, il Pastore. Quando, assieme alle consorelle e al Pastore, Selah è costretta a spostarsi verso una nuova dimora, la sua fede comincia ad andare in crisi...


The Other Lamb
non è un horror nel senso stretto del termine, ma racconta, spesso attraverso immagini oniriche, l'orrore dei cambiamenti della pubertà, all'interno di un ambiente psicologicamente insalubre. L'opera è un coming of age, ambientato in una setta, che comincia "in medias res", senza dare modo allo spettatore di capire come e quando la setta si è formata e cosa abbia spinto il fantomatico Pastore a radunare attorno a sé un gregge di donne che, a suo dire, avevano bisogno di essere protette dal mondo esterno. Tutto ciò che conosciamo è la gerarchia che governa il gregge, all'interno del quale le donne sono divise in figlie e mogli; una differenza di status all'interno della quale si annida la falla principale di una "religione" che predica un'amorevole sorellanza sotto l'occhio attento del Pastore, e che in realtà alimenta una rivalità sottesa e un risentimento reciproco, atto ad indebolire le donne impedendo loro di aprire gli occhi alla squallida realtà. L'apice del percorso religioso delle adepte, infatti, è ricevere la "grazia" del Pastore, ovvero essere scelte per avere rapporti con lui, con conseguente gelosia (reciproca ma anche rivolta verso le madri) delle figlie abbastanza grandi da avere le prime pulsioni sessuali, come Selah, ed invidia delle madri che, col tempo, vedono sfiorire la propria bellezza e scemare l'interesse del Pastore verso di loro. La fede di Selah, assieme alla sua attrazione fisica verso il Pastore, subiscono uno scossone nel momento in cui, raggiunta la maturità sessuale, la ragazza ha le sue prime mestruazioni, un passaggio traumatico per due motivi: l'arrivo del ciclo la priva della condizione di bambina, proiettandola verso la possibilità di concretizzare le sue aspirazioni e diventare moglie, ma le mestruazioni sono anche considerate una cosa impura, e le donne che le hanno vengono separate dalle altre finché non finiscono. Vittima di questi scossoni fisici e mentali, Selah viene a conoscenza del suo passato e di quello di sua madre grazie alla vicinanza con una donna considerata "rotta", e per questo tenuta costantemente separata dalle altre. Per lo stesso motivo, Selah comincia a vedere oltre l'aura "salvifica" del Pastore e a riflettere su tutte le contraddizioni incarnate dalla sua religione, a immaginare altre possibilità, per se stessa e le sue consorelle.


Come ho scritto all'inizio del post, The Other Lamb non è un horror, ma un thriller psicologico giocato interamente sui silenzi, i gesti e gli sguardi dei personaggi, sulla comunione tra pochi esseri umani e una natura che si fa sia ventre protettivo sia spietata matrigna, soprattutto quando la guida del gregge viene affidata ad un mostro egocentrico. L'elegantissima regia di Malgorzata Szumowska spalanca le porte di un mondo con un piede appena fuori dallo scorrere del tempo, tanto che i pochi elementi moderni presenti all'interno delle sequenze (il caravan, la Barbie, più avanti le automobili) aumentano l'effetto straniante dato dalla presenza di questo culto creatosi attorno a un singolo uomo che si crede Cristo in terra. L'elemento umano, così come un'idea delle regole che governano la setta, si esprimono prevalentemente attraverso i colori vividi degli abiti delle sorelle, che spiccano nei colori plumbei della fotografia di Michał Englert; il rosso con tocchi di porpora delle vesti delle mogli, l'azzurro e il verde di quelli delle figlie attirano l'occhio dello spettatore verso i travagli emotivi di queste donne di cui non sappiamo nulla, tranne che sono state plagiate, catturate all'interno della tela di un ragno nero e gonfio di veleno (quest'immagine mi è venuta in mente perché il bosco dove dimora la setta è pieno di intricate strutture fatte di fili di diversi colori, prevalentemente bianchi, alle quali non viene data alcuna spiegazione, ma dubito siano messe lì sono perché sono coreografiche e bellissime). Il vero cuore del film è però l'interpretazione della bravissima Raffey Cassidy, all'epoca ancora minorenne, il cui sguardo trasmette una rabbiosa fame di vita e libertà, un carisma tale da eclissare tutte le sue compagne e da riuscire a convogliare, in maniera assai credibile e disturbante, l'osceno desiderio di un Pastore (magistralmente interpretato da Michiel Huisman) che parla di figlie e madri, ma è smosso solo da un insaziabile, vomitevole istinto sessuale. The Other Lamb è un film affascinante, che tuttavia ha un ritmo molto lento e, nonostante la presenza di sequenze da incubo che coinvolgono cadaveri e sangue, potrebbe non incontrare il gusto di chi vorrebbe qualcosa di meno rarefatto. A me però è piaciuto molto, quindi lo consiglio. 


Di Raffey Cassidy, che interpreta Selah, ho già parlato QUI mentre Michiel Huisman, che interpreta il pastore, lo trovate QUA.

Malgorzata Szumowska è la regista del film. Polacca, ha diretto film come Elles, In the Name of, Body, Non cadrà più la neve e Questa sono io. Anche sceneggiatrice e produttrice, ha 52 anni e un film in uscita. 


Se The Other Lamb vi fosse piaciuto recuperate The Endless e The Invitation. ENJOY!

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