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venerdì 10 luglio 2020

Bollalmanacco On Demand: La casa di Helen (1987)

Riecco il Bollalmanacco On Demand, in perfetto tema "Notte Horror", con una richiesta proveniente da Pirkaf, ovvero La casa di Helen (House II: The Second Story), diretto e co-sceneggiato nel 1987 dal regista Ethan Wiley. Il prossimo film On Demand dovrebbe essere Irma Vep. ENJOY!


Trama: Jesse eredita un'enorme casa dall'assurda architettura benché non abbia mai conosciuto i suoi genitori, morti in circostanze misteriose quando era ancora un neonato. Lì cominceranno ad accadere strani fenomeni.


Mi domando perché non mi sia mai capitato di guardare né La casa di Helen Chi è sepolto in quella casa?, nonostante fossero due dei film più programmati nelle vecchie Notti Horror di Italia 1. Forse perché ero ancora troppo piccola quando li davano ogni estate e ho cominciato a guardare Notte Horror più o meno ai tempi delle medie? Boh, vai a sapere. Sta di fatto che ho affrontato La casa di Helen nella più totale ignoranza e alla fine della visione è sorta spontanea una domanda: ma chi caspita è Helen, che il proprietario della casa è uomo e si chiama Jesse? Giuro, non c'è un solo personaggio che si chiami Helen in tutto il film, a dimostrazione che i distributori non ne hanno visto nemmeno 10 minuti. Avrei potuto suggerire mille altri titoli contenenti la parola "casa", visto che bisognava continuare a mungere la vacca di quella Raimiana e dei suoi seguiti apocrifi: la casa del teschio, la casa del tempo, la casa delle bestie perdute, la casa dei morti viventi, la casa pacchiana, quel che volete, ma Helen proprio no. Non c'è Helen e, mi spiace dirlo, non c'è neppure horror in questo film, che di base è una commedia sovrannaturale con qualche piccolissimo sprazzo "di paura", perfetto come primo horror da propinare ai vostri figli piccoli, sempre che non vi mandino al diavolo intuendo di essere stati gabbati. L'unica cosa veramente apprezzabile del film è un uso estensivo di animatronic e pupazzotti, incarnati in due deliziosi bestinetti che chiameremo cucciolo di pterodattilo e "brucane", animalini che chiunque vorrebbe in casa, a patto però di lasciare nel bidone della rumenta il pacchianissimo teschio di plastica che dà il la a tutta la faccenda in quanto fulcro di fenomenali poteri cosmici che le forze del male (delle quali poi parliamo) vorrebbero per sé, con sommo scorno del giovane Jesse, ritrovatosi in eredità una casa tanto enorme quanto orribile e tutti i segreti in essa racchiusi.


Jesse a un certo punto decide, assieme all'amico scemo, di cercare questo fantomatico teschio all'interno della tomba del bisnonno e quest'ultimo si rivela un arzillissimo, per quanto mummificato, pistolero deputato ad essere inutile guardiano del teschio in questione; da qui partono periodiche incursioni di gente dalle epoche più disparate, pronta ad accaparrarsi la reliquia per i suoi loschi fini, e il film ruota tutto sui tentativi di Jesse e dell'amico di metterci una pezza mantenendo, allo stesso tempo, una parvenza di normalità con le fidanzate oche (spoiler: le fidanzate sono talmente oche ed inutili che scompaiono nel giro di un paio di sequenze. E passando a una tematica più #metoo La casa di Helen è l'emblema della triste condizione della donna nella commedia americana anni '80 visto che mette in campo due donne ossessionate dalla carriera che ai fidanzati non pensano nemmeno un po', una tizia innamorata del protagonista che si ubriaca dopo essere stata ignorata e una damsel in distress muta e quindi apprezzabilissima, insomma, una meraviglia). Se pensate che i malvagi possano se non altro causare qualche brivido tra una gag del nonno e un bestinetto carino, cascate davvero male. Nell'ordine abbiamo un wrestler che dovrebbe essere un cavernicolo, un paio di scappati di casa vestiti da aztechi (a sto punto è meglio l'uomo banana che si vede durante il party di Halloween) e, soprattuttamente, il villain principale, un cosplayer del Tex Hex di Marshall Bravestarr con la parrucca e i baffi del colore sbagliato, giusto per non essere troppo sfacciati nel plag.. ehm, nell'omaggio. Di base, oserei dire che La casa di Helen, citato ironicamente nel primo Scream come uno dei migliori seguiti mai realizzati, andrebbe visto solo se siete fan di Royal Dano, l'unico attore gradevole e impegnato in un ruolo delizioso, il resto è nostalgica fuffa anni '80 che non regge il confronto con le ben più spassose commedie horror recenti e che, al limite, vi farà venire voglia di tenervi un brucane in casa.


Di Amy Yasbeck, che interpreta Lana, ho già parlato QUI.

Ethan Wiley è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Gli adoratori del male e Blackwater Valley Exorcism. E' anche produttore, tecnico degli effetti speciali, attore e compositore.


Arye Gross interpreta Jesse. Americano, ha partecipato a film come Lo strizzacervelli, Tequila Connection, Minority Report e a serie quali Il mio amico Arnold, Supercar, Friends, Ellen, Oltre i limiti, Millenium, Più forte ragazzi!, X-Files, E.R. - Medici in prima linea, Six Feet Under, Grey's Anatomy, Numb3rs, Medium, CSY: NY, Ghost Whisperer, Cold Case, Dollhouse, CSI - Scena del crimine e Criminal Minds; come doppiatore ha lavorato in I Rugrats. Anche regista, ha 60 anni.


Royal Dano interpreta Gramps. Americano,  ha partecipato a film come Qualcosa di sinistro sta per accadere, Ghoulies II - il principe degli scherzi, Killer Klowns, Space Invaders, La metà oscura e a serie quali Alfred Hitchcock presenta e I segreti di Twin Peaks. E' morto nel 1994 all'età di 71 anni.


Bill Maher, che interpreta John, è diventato nel tempo uno dei più famosi comici americani, specializzato in satira politica e religiosa, ma negli anni '80 era ancora un attore praticamente agli esordi; John Ratzenberger, che interpreta Bill, si è specializzato invece come doppiatore, in particolare per i film Pixar. La casa di Helen è il seguito di Chi è sepolto in quella casa?; il terzo capitolo avrebbe dovuto essere La casa 7, per il quale però Sean S. Cunningham ha voluto un altro titolo, e negli anni '90 è uscito House IV - Presenze impalpabili, l'unico che segue direttamente le vicende di Chi è sepolto in quella casa? Insomma, un casino. ENJOY!

domenica 7 aprile 2013

The Mask - Da zero a mito (1994)

Alzi la mano chi, come me, non si vergogna di riguardare, di tanto in tanto, una divertente supercazzola come The Mask – Da zero a mito (The Mask), diretto nel 1994 dal regista Chuck Russell, tratto dall’omonima serie a fumetti della Dark Horse e trampolino di lancio per due future superstar come Jim Carrey (che nello stesso anno avrebbe furoreggiato con Ace Ventura e Scemo & più scemo) e Cameron Diaz.


Trama: Stanley Ipkiss è un povero impiegato di banca, vessato dal mondo intero. Dopo l’ennesima serata da dimenticare, però, gli capita di trovare per caso una maschera e di indossarla, dando così vita a The Mask, un folle dalla faccia verde e dalla dentatura prominente in grado di fare tutto ciò che Stanley ha sempre e solo sognato…


The Mask è una di quelle innocue pellicole che tanto andavano per la maggiore negli anni '90, quando ancora il concetto di cinecomic non esisteva e venivano pertanto "cannibalizzati" e dati in pasto al pubblico perlopiù ignaro personaggi minori di case editrici sconosciute o quasi. In questo caso l'esperimento può dirsi riuscito; The Mask (o Big Head, come viene chiamato nel fumetto) è passato dall'essere un folle e pericolosissimo emulo del Joker a un divertente pupazzone legato alla comicità dei personaggi di Tex Avery e dei cartoni animati della Warner. Il merito, neanche a dirlo, va in gran parte al faccia di gomma Jim Carrey, che da veramente il meglio di sé in ogni esilarante scena, in un continuo florilegio di citazioni, smorfie, voci e balletti che accompagna lo spettatore fino al termine dei titoli di coda: le sequenze più riuscite sono quelle che lo vedono protagonista assoluto, dalla vendetta iniziale contro tutte le persone che hanno sempre preso in giro Stanley per arrivare poi ai due spettacolari numeri musicali (la vera ragione per cui riguardo il film di tanto in tanto) sulle note delle trascinanti canzoni Hey Pachuco! e soprattutto Cuban Pete, dove l'intero corpo di polizia - e anche io, tutte le volte XD -  viene costretto a ballare insieme al nostro anti-eroe. 


Nel film viene ovviamente dato ampio spazio agli effetti speciali, talmente ben fatti che ad oggi non risultano nemmeno troppo datati (non a caso nel '95 il film aveva ricevuto la nomination all'Oscar proprio per la categoria in questione anche se alla fine aveva vinto Forrest Gump), un po' come accadeva ai tempi di Chi ha incastrato Roger Rabbit? quando più che alla CGI ci si affidava ai disegni animati, e i risultati risultano piacevoli anche quando la maschera passa al malvagio Dorian e al cagnolino Milo. Quest'ultimo, peraltro, è il personaggio meglio riuscito dell'intera pellicola o, meglio, l'attore più disciplinato, viste le mirabolanti imprese in cui si profonde la bestiola per tutta la durata di The Mask. Il resto del film non è nulla di particolarmente memorabile; Jim Carrey ha dimostrato di avere ben altre doti attoriali e qui porta comunque a casa un'interpretazione nella media, per quanto esilarante, Cameron Diaz si "limita" ad essere bellissima e ci riesce benissimo, i cattivi mostrano insospettabili ma apprezzabili lati umoristici e i buoni, incarnati nella solita coppia "sbirro integerrimo e de coccio/aiutante scemo e più malleabile", sono sufficientemente simpatici. Insomma, un prodottino anni '90 assolutamente nella media che comunque è sempre bello rivedere, di tanto in tanto. Se non l'avete mai visto recuperatelo, è meglio di tante altre boiate recenti!


Di Jim Carrey (Stanley Ipkiss), Peter Riegert (Luogotenente Mitch Kellaway) e Cameron Diaz (Tina Carlysle) ho già parlato ai rispettivi link.

Chuck Russell è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Nightmare 3 – I guerrieri del sogno, Blob – Il fluido che uccide, La mossa del diavolo e Il re scorpione. Anche produttore, sceneggiatore e attore, ha 54 anni e un film in uscita.


Peter Greene (vero nome Peter Green) interpreta Dorian Tyrell. Americano, indimenticabile Zed di Pulp Fiction, ha partecipato anche ad altri film come Cuba Libre – La notte del giudizio e I soliti sospetti. Anche produttore, ha 47 anni e sei film in uscita. 


Amy Yasbeck interpreta Peggy Brandt. Attrice americana, moglie del compianto John Ritter, la ricordo per film come La casa di Helen, Pretty Woman, Piccola peste, Piccola peste torna a far danni, Robin Hood – Un uomo in calzamaglia e Dracula morto e contento, inoltre ha partecipato alle serie Dallas, Magnum P.I., La signora in giallo, I Robinson e Bones. Ha 50 anni. 


Avrete notato che Chuck Russell ha bazzicato più nell’horror che nella commedia; effettivamente, il tono di The Mask avrebbe dovuto essere ben più cupo e simile allo stile dei fumetti Dark Horse (per dire, tra le scene eliminate ce n’è una dove la giornalista Peggy viene uccisa da Dorian poco prima del finale) ma l’arrivo di Jim Carrey ha portato ad abbandonare il progetto. La franchise è poi proseguita su questa china con la serie animata The Mask (andata in onda dal 1995 al 1997 e arrivata anche in Italia sulle reti Mediaset) e con il film The Mask 2 del 2005, con Alan Cumming e Jamie Kennedy. Non avendo mai visto questo sequel non posso consigliarvi di vederlo, ma se vi fosse piaciuto The Mask posso dirvi di recuperare Io, me e Irene, Fuga dal mondo dei sogni, Darkman e Beetlejuice. ENJOY!!

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