mercoledì 25 maggio 2016

Womb (2010)

Insomma, ho aspettato solo sei anni ma alla fine ho avuto modo di vedere il peculiare Womb, diretto e sceneggiato nel 2010 dal regista Benedek Fliegauf.


Trama: dopo la morte del fidanzato, una donna decide di partorirne il clone, scegliendo di affrontare tutti i problemi di questa scelta controversa...



Vorrei cominciare il post dicendo che Womb è un film molto bello ma per nulla facile. Il suo più grande difetto è il modo in cui traspare la volontà del regista e sceneggiatore di girare un film "di nicchia", che non concede allo spettatore né un accenno di commercialità né, tanto meno, un'apertura attraverso la quale arrivare al cuore di Fliegauf (questa è un'opinione strettamente personale e rispecchia essenzialmente ciò che ho provato guardando Womb, quindi prendetela con le pinze ché io col regista non ho mai parlato); di solito queste sono caratteristiche che confermano la bontà di una pellicola ma stavolta a mio avviso sono riuscite solo a rendere il film "superficiale", ricco di immagini bellissime e idee "scandalose" che tuttavia non riescono a dare il La a riflessioni ben più profonde. Il fulcro della trama, l'amore ossessivo della protagonista che sceglie di partorire il clone del suo amato pur di poter passare ancora del tempo con lui, è sconvolgente e surreale, eppure il regista ungherese ha ammantato Womb di una freddezza tale che la cosa sembra quasi normale. E' solo una volta finito il film, infatti, che ho avuto modo di ragionare sui pensieri e le azioni di Rebecca e del figlio clone, scrollandomi di dosso il brullo paesaggio marino che fa da sfondo alla vicenda e arrivando a pormi delle domande scomode, soprattutto relative al comportamento dei protagonisti: davvero il desiderio di riavere accanto la persona amata merita di essere perseguito al punto da mettere al mondo un essere che non potrà che essere infelice come chi lo ha generato (e al punto da andare contro le idee di quella stessa persona, attivista contrario alle manipolazioni dell'ingegneria genetica)? Davvero un clone, nonostante abbia seguito un percorso di crescita diverso dall'originale, è costretto comunque a sottostare alle pulsioni insite nel suo DNA? Ma soprattutto, qual era lo scopo ultimo della protagonista e del regista? Col senno di poi, pare che Benedek Fliegauf puntasse essenzialmente alla scena clou finale, preannunciata più volte nel corso della pellicola, ma non voglio credere che un film dall'incipit così complesso si debba ridurre solo a questo.


Ora, rileggendo il paragrafo precedente pare che questo film l'abbia odiato ma non è così. E' difficile detestare una pellicola sulla quale ci si ritrova a ragionare per giorni, così come è difficile sottrarsi alle atmosfere malinconiche, ai paesaggi desolati ricreati dal regista e soprattutto allo sguardo ambiguo e cupo di una Eva Green favolosa come sempre. Nei silenzi e negli sguardi dell'attrice è racchiusa tutta l'impotente disperazione di un personaggio che ha scelto di vivere, per amore e per una forma di egoismo travestita da generosità, un'esistenza da reietta che nel corso del film la trasforma da ragazza innamorata a donna sfiorita, poco meno inquietante della madre di Norman Bates. Il viso allegro e "strano" di Matt Smith è invece un perfetto contraltare di quello della Green, e allo spettatore fa ancora più male vedere le espressioni scanzonate di chi non ha idea della propria reale natura cambiare mano a mano che la terribile verità di un passato non scelto sale a galla. La decisione di ambientare il film in un luogo isolato, con poche baracche situate su una spiaggia ben distante dal centro abitato, accentua ancora più la peculiarità dell'animo della protagonista e la sua condizione di "straniera in terra straniera" (Rebecca ha passato dieci anni a Tokyo), inconsapevole delle dinamiche pettegole che rischiano di crearsi all'interno di un piccolo paesino; la natura del mondo esterno riflette alla perfezione quella del microcosmo interno di Rebecca, fatto di tempestosi sconvolgimenti e cupi momenti di statica quiete, dove le uniche due persone che contano rischiano di perdersi... oppure di separarsi per sempre, chissà. Se ci avete capito qualcosa in questo post sconclusionato vi consiglio di recuperare Womb ma vi avverto di nuovo che è un film che richiede un bel po' di attenzione e apertura mentale. Se al momento non ve la sentite, potete sempre aspettare sei o sette anni, come ho fatto io!


Di Eva Green (Rebecca) e Matt Smith (Thomas) ho già parlato ai rispettivi link.

Benedek Fliegauf è il regista e sceneggiatore della pellicola. Ungherese, ha diretto film come Dealer, Milky Way e Just the Wind, mai arrivati in Italia ma passati per parecchi festival internazionali. Anche produttore, compositore e attore, ha 42 anni.


Se il film vi fosse piaciuto recuperate Perfect Sense e magari anche Cracks. ENJOY!

17 commenti:

  1. E' la prima volta che sento parlare di Womb e di Benedek Fliegauf. Mi informerò al riguardo...

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    1. Womb io lo tenevo d'occhio da qualche anno, poi come al solito sono subentrate altre priorità. Ma è un film che merita, da vedere :)

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  2. È un film che pone delle riflessioni particolari, di possibilità forse ancora lontane, ma non impossibili. Le azioni della protagonista sono discutibili e si spinge oltre quel limite dal quale non si torna più indietro. La sua follia ha radici antiche. È quella di una persona chiusa, bloccata, piena di sofferenza accumulata fin dall'infanzia. È una persona scentrata, non risolta, in balia di una solitudine insana, perché dettata dal dolore. Quello che farà per tamponare le sue ferite è terribile, sbagliato da ogni punto di vista. Ma io, non so te, non sono riuscita a giudicarla proprio per le questioni di cui sopra. Questa storia prende una strada estrema, un dramma sci-fi che permette svariate riflessioni sull'etica e sul progresso scientico. Ma anche sul dolore che un essere umano non riesce a gestire. Il dolore abbandonato, soffocato, mal curato da surrogati di ogni genere, è autodistruttivo e, spesso, porta con sé anche chi ti circonda. E quindi io mi sono soffermata su questo aspetto, soprattutto, decidendo così che il film mi fosse piaciuto. La filastrocca è il fulcro. Se non affronti, passo dopo passo, i tuoi demoni, se non ti apri alla vita e ai cambiamenti imprescindibili, se ti arrendi a una sorte ineluttabile, allora sei già morto.

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    1. No, neppure io sono riuscita a giudicare oppure odiare la protagonista, anzi, mi faceva moltissima tenerezza. Fin dall'inizio si capisce la solitudine della ragazzina, la famiglia che la lascia col nonno, l'amore disperato per quell'anima affine trovata per caso sulla spiaggia e poi strappata così per la necessità dei genitori di trasferirsi a Tokyo. Immagino quanto sia stato tremendo andare da adolescente in un Paese così diverso, probabilmente l'impossibilità di crearsi dei legami e poi, di nuovo, vedersi la felicità strappata dal destino crudele. Ovvio che poi uno scapoccia, soprattutto mano a mano che ci si rende conto di come la soluzione intrapresa potrà portare solo ulteriore dolore ed infelicità. Insomma, è un film che a distanza di settimane mi fa ancora male a ripensarci quindi sì, è piaciuto moltissimo anche a me!

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  3. Visto tempo fa, abbastanza complessa la trama e anche il tema, all'epoca non mi entusiasmò tanto ma ripensandoci un po e rivedendo Eva...non era malissimo, certamente la scelta della protagonista è coraggiosa e vigliacca allo stesso tempo, ma non è facile da spiegare, come la pellicola stessa..ma è soggettivo ;)

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    1. E' un film molto difficile ma bisogna lasciarsi conquistare :)

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  4. Eva Green e Matt Smith sono due ottimi attori, sinceramente però stavolta credo che lascio, non sono nella fase giusta per poter apprezzare questo film.

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    1. Scelta comprensibile, a maggior ragione un film simile va guardato al momento giusto!

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  5. L'ho visto qualche anno fa, ma onestamente non ne ho un gran ricordo...

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  6. Personalmente l'avevo trovato abbastanza vuoto e contraddittorio...

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  7. C'è Eva,è abbastanza per farmi desiderare di recuperarlo,anche se dove si parla di maternità per me è sempre un pò un campo minato XD
    E sicuramente non SEMBRA un film per me,anche se la mia tolleranza ai mattoni è ESTREMAMENTE + alta rispetto al Khal,quindi magari in tre pezzi al mattino,me lo vedrò ;)

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    1. Probabilmente il Khal distruggerebbe il file del film con un'occhiata, vederlo a pezzi al mattino te lo sconsiglio, è un'esperienza da fare tutta d'un fiato :P

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  8. Interessante e sicuramente molto pesante, mi interessa, ma dovrò aspettare il momento giusto.

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  9. L'ho scaricato tempo fa ma non l'ho visto ancora.
    Però, per Eva, mi sforzerò.
    Tra l'altro, quant'è meravigliosa nella terza puntata della quarta stagione di Penny Dreadful. Mamma mia...

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    1. Io l'ho trovato meraviglioso, così come l'adoro in pennyd dreadful. spettacolo!

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    2. Penny Dreadful l'ho abbandonato alla prima puntata della prima stagione, l'avevo trovata di una pesantezza inenarrabile. E ora, lenta come sono nei recuperi, dopo tre stagioni è praticamente impossibile mettermi all'opera T__T

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