lunedì 24 maggio 2010

Cannes 2010

Aah, la stampa e i telegiornali italiani, che meraviglia! Mai ho sentito così poco parlare del festival di Cannes come quest’anno. Sarà che il buon Clooney ha disertato la Croisette, sarà che Tim Burton non “tira” tanto quanto Tarantino, sarà che, davvero, è molto ma molto più importante, ora che viene l’estate, riempire le teste degli italiani con fuffa del tipo “La dieta estiva, come perdere 14 kg in due ore” oppure “Venite a vedere Fluffy, il meraviglioso panda che mangia le canne di bambù col naso!” ecc. ecc. E pensare che quest’anno l’Italia ha portato a casa anche uno dei premi principali, quindi mi perplimo. Certo, considerato che la Guzzanti portava al festival un documentario “antiregime” come Draquila, ogni riferimento alla manifestazione avrebbe potuto ricordare l’oltraggio, quindi meglio non nominare Cannes nemmeno per sbaglio, oppure farlo con parsimonia.


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La Palma d’Oro per il miglior film quest’anno è finita in Tailandia, nella fattispecie tra le mani del regista (dal nome impronunciabile!) Apichatpong Weerasethakul, per la commedia dai risvolti spiritici Loong Boonmee Raleuk Chat, ovvero Zio Boonmee, che può ricordarsi le sue vite passate. Lungi da me anche solo sperare che questo film possa uscire dalle mie parti, la trama mi sembra carina: lo zio Boonmee del titolo sta morendo, e ha deciso di passare i suoi ultimi giorni di vita in campagna, con la famiglia. Con sua grande sorpresa, ad un certo punto compaiono al suo capezzale sia il fantasma della moglie morta, sia il figlio da tempo perduto; ed è così che lo zio decide di andare con tutta la famiglia a visitare una grotta, il luogo di nascita della sua prima vita. Siccome in giuria c’era Tim Burton a fare da presidente, dubito che il film in questione sia meno che originale e anche toccante, quindi mi piacerebbe davvero vederlo, sebbene il cinema Tailandese mi abbia già dato più di una delusione. Il regista, seppur giovane ancora, ha già diretto parecchi film e chino il capo per la mia ignoranza, visto che fino ad oggi non lo avevo mai sentito neppure nominare.


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Torniamo in paesi più “vicini”, e parliamo del regista che è risultato essere il migliore, ovvero Mathieu Amalric, francese, con il film Tournée. Altro personaggio a me completamente sconosciuto, giusto per ribadire la mia ignoranza crassa, costui oltre ad essere regista è anche attore, e ha recitato in film abbastanza famosi, come 007: Quantum of Solace, Marie Antoinette e Munich. Come regista ha girato parecchie pellicole, ma ammetto di non conoscerne nemmeno una. Tournée, che lo ha portato alla vittoria, sembra una commedia interessante e carina; parla di un produttore (interpretato dallo stesso Almaric) che decide di portare in tournée appunto uno spettacolo americano ispirato al burlesque in Francia. Tanto non lo passeranno mai nelle mie zone…


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Per fortuna, per quanto riguarda i premi agli attori sono più ferrata. Il premio come miglior attore se lo sono equamente spartito Javier Bardem, di cui ho già parlato qui, e il nostrano Elio Germano. L’attore spagnolo è stato premiato per la partecipazione al film Biutiful di Iñárritu (regista messicano autore di Amores Perros e 21 grammi, tra gli altri), che parla di un uomo coinvolto in attività illecite, costretto a confrontarsi con un amico d’infanzia che invece è diventato un poliziotto. Elio Germano è un giovane attore italiano, originario di Roma, che ha partecipato a film come Nine, Melissa P., Romanzo criminale, Ti piace Hitchcok e anche a qualche episodio di Un medico in famiglia. A Cannes ha vinto grazie a La nostra vita di Daniele Lucchetti (regista con cui l’attore aveva già lavorato per Mio fratello è figlio unico), nel quale recitano anche Raoul Bova e Luca Zingaretti, un drammone incentrato sulla vita di un uomo rimasto vedovo con tre figli, che finisce per impelagarsi in affari poco puliti. Vedremo, vedremo, lì per lì mi ispirano poco.


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Juliette Binoche ha invece vinto la palma come migliore attrice, per il film Copie Conforme dell’iraniano Abbas Kiarostami. L’attrice francese la ricorderò sempre per il ruolo della cioccolataia nel bellissimo Chocolat, ma ha partecipato anche ad altri film ben conosciuti come Il paziente inglese e la Trilogia dei colori di Kieslowski . Anche Copie Conforme mi ispira poco, la storia è quella di una gallerista francese che si mette in viaggio con un uomo appena incontrato, fingendo di essere sposati da parecchio tempo. Nonostante l’ambientazione toscana e quindi sicuramente bellissima, sento odore di noiosissimo mattone.


35a_04_binoche_243x325E ora vi lascio con il trailer del film che, vergognosamente, da noi è stato passato solo per 4 giorni in un cinema di nicchia. Draquila - L'Italia che trema. Che dire, aspettiamo il DVD.... ENJOY!


1 commento:

  1. un trailer che la dice lunga, specie per il finale.. ._.in effetti, io di Cannes manco ne ho sentito parlare per sbaglio.... l'informazione da noi svolge un ruolo sempre più imbarazzante, c'è di che preoccuparsi.. O.o

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