Avrei tanto voluto continuare la settimana scimmiesca cominciata in occasione dell'uscita di The War - Il pianeta delle scimmie ma purtroppo la programmazione del blog e la mia atavica lentezza nel guardare i film hanno fatto sì che il post su Link, diretto nel 1986 dal regista Richard Franklin, venisse pubblicato solo oggi. Con un po' di fortuna, già che ormai mi sono data al monkey horror, la prossima recensione potrebbe essere quella di Shakma - La scimmia che uccide ma chi lo sa?
Trama: una studentessa decide di andare a lavorare come governante a casa del Dr. Phillip, eminente professore di antropologia. Lì, la ragazza scopre che il professore vive assieme a tre primati, uno dei quali è uno scimpanzé super intelligente di nome Link, utilizzato a mo' di maggiordomo. Quando il Dr. Phillip minaccia di sopprimerlo per vecchiaia il tranquillo Link diventa però un mostro malvagio...
Perché mi sto fissando con 'sti horror a base di scimmie? La risposta la trovate a queste coordinate (a proposito, addio George, mi mancherai tantissimo!) ma purtroppo mi sono resa conto che nemmeno Link è il film che guardavo da piccola in quanto rivederlo non mi ha fatto squillare nessun campanello nel cervellino: la storia del primate maggiordomo amante del fuoco mi è sembrata totalmente nuova (o quasi, magari mi sarà capitato di vederlo passare in TV una volta, chissà...) ma siccome rammento bene invece corridoi oscuri e gente braccata da una scimmia cattivissima, non vorrei che il film che sto cercando da mesi fosse Shakma. Detto questo, com'è questo Link? Mah, oserei dire una trashata coi fiocchi, nobilitata giusto dall'interpretazione magistrale delle tre scimmie impiegate sul set, ovvero due scimpanzé e un orango fatto passare per tale. Non è che qui manchino i primati cattivi e i momenti claustrofobici però, a differenza del già recensito Monkey Shines - Esperimento nel terrore, la tensione viene stemperata da abbondante dose di humour, inglesitudine e dalle espressioni buffe dell'orango del titolo. Insomma, qui non ci sono i risvolti psicologici di Romero bensì un assunto pseudo-ecologista o persino antropologico che da il la ad una vicenda che fa della natura misteriosa e violenta dell'"animale" il suo punto di forza; il Dottor Phillip è una persona abbastanza deprecabile e vanesia, sostanzialmente convinto della superiorità umana nei confronti dell'animale, e viene punito per i modi poco urbani coi quali si rivolge alle scimmiette che tiene in casa, soprattutto quando minaccia di sopprimere Link per vecchiaia. Ed effettivamente, il maggiordomo è la versione scimmiesca di un vecchio ormai rincoglionito e persino un po' laido, al punto che quest'ultimo si invaghisce della bionda e giovane Jane (nomen omen), arrivando ad impedirle di uscire di casa e persino a spiarla nuda mentre fa il bagno, in una sequenza che avrebbe fatto inorridire persino Edvige Fenech.
Purtroppo, vale per Link la stessa cosa che valeva per Monkey Shines: nonostante i momenti concitati e la presenza di una magione dalla quale non si può uscire (alla quale si aggiunge, in questo caso, l'ulteriore disagio di vivere lontani dalle città, circondati da mare, ripide scogliere e persino famelici cani selvatici), le scimmie utilizzate nel film sono troppo carine per fare davvero paura. Link in primis è un animaletto simpatico da morire, dotato di un'enorme presenza scenica capace di eclissare gli attori umani, e fa persino un po' pena vederlo vestito da maggiordomo oppure profondersi in numeri da circo con l'accendino. Le sue due "colleghe", d'altro canto, non mettono ansia nemmeno per un secondo, neppure quando comincia a scorrere il sangue e i gatti morti si sprecano. Il tono ironico della pellicola viene inoltre sottolineato fin dall'inizio, che mostra le sequenze di Venere bionda nelle quali Marlene Dietrich balla travestita da gorilla, e si mantiene alto con l'interpretazione molto caricaturale di Terence Stamp (peraltro bravissimo e molto divertente, uno dei mad doctor, se così si può definire, più ambigui che abbia mai visto sullo schermo) e con una Elisabeth Shue costretta ad esclamare "Scimmia cattiva!" ogni due battute, beccandosi occhiate eloquenti da parte dei poveri primati costretti a sottostare ai voleri di questa stalker bionda, studentessa talmente affascinata dal professore da scegliere di andare a lavorare come schiava nella sua magione inglese senza porre troppe domande. Riassumendo, Link non è un film imperdibile però profuma di un'ingenuità anni '80 che potrebbe anche piacere e probabilmente come film estivo vintage per passare una serata a farsi delle grasse risate è perfetto. Basta solo non prenderlo troppo sul serio, via.
Di Elisabeth Shue (Jane Chase) e Terence Stamp (Dr. Steven Phillip) ho già parlato ai rispettivi link.
Richard Franklin è il regista della pellicola. Australiano, ha diretto film come Patrick, Psycho II e F/X 2 - Replay di un omicidio. Anche produttore, sceneggiatore e attore, è morto nel 2007, all'età di 58 anni.
L'unica curiosità del film è che il ruolo del Dr. Phillip era stato offerto ad Anthony Perkins quindi mi limito ad aggiungere che se Link vi fosse piaciuto potete recuperare Monkey Shines - Esperimento nel terrore. ENJOY!
In quanto studentessa di antropologia probabilmente dovrei sostituire torcia e forcone ai popocorn, ma ammetto che un pochino mi stuzzica.
RispondiEliminaQuesta dicasi antropologia all'acqua di rose. Basta accettare questo e va tutto benissimo!
EliminaOhhh lo scopro solo ora da te :O
RispondiEliminaDa amante delle scimmie, ci faccio un pensiero. Chiudo un occhio per le scene violente XD
Sono davvero pochette, con abbondanza però di monkey madness. Guardalo e divertiti!
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