Nella classifica dei migliori film horror usciti su Shudder nel 2018 era presente anche Still/Born, diretto e co-sceneggiato nel 2017 dal regista Brandon Christensen.
Trama: Mary è una neo-mamma che ha dovuto soffrire la morte di uno dei due gemellini che portava in grembo. Distrutta dalla tragedia, la donna cerca consolazione nel piccolo Adam, almeno finché comincia ad avvertire una presenza demoniaca che vuole portarglielo via...
Prima di cominciare il post un piccolo avvertimento: se siete neo-mamme, neo-papà o non potete escludere di essere in stato di gravidanza, NON cominciate a guardare Still/Born nemmeno per sbaglio. Come horror non è eccessivamente spaventevole, il problema è che va a toccare argomenti come la morte dei bambini durante il parto, la depressione post-gravidanza e altre patologie ancora più gravi, inoltre fa un uso inquietante di aggeggi come il baby monitor, che dopo un film simile non vorrei mai avere in casa. Insomma, non è la pellicola ideale per chi si ritrova ad avere a che fare con un tenero pupetto in fasce, per gli altri invece è un horror non eccelso ma comunque abbastanza interessante, che gioca con lo spettatore tenendolo sul chi va là per buona parte della sua durata. Protagonista del film è Mary, giovane mamma che nel giorno più felice della sua vita ha visto morire uno dei gemellini che stava partorendo; ad aggiungersi al dolore del lutto e alle incertezze della prima maternità, c'è un marito devoto ma in carriera, costretto a lasciare sola la moglie per periodi più o meno lunghi in una casa lussuosa ma nuova e quindi sconosciuta, la lontananza di parenti e amici... e, ovviamente, l'inizio inaspettato di eventi inquietanti interamente legati al pargoletto defunto. Mary comincia così a venire perseguitata da qualcosa che solo lei vede e sente, un'entità che vuole il bambino scampato alla morte, il che, ovviamente, la rende pazza agli occhi degli altri... o, forse, Mary è VERAMENTE pazza, affetta da una depressione sfociata nella psicopatia? L'aspetto interessante di Still/Born è proprio questo clima di incertezza e paranoia che si trasmette dalla protagonista allo spettatore. A un certo punto, tra teschi e parole sussurrate, sembrerebbe quasi di essere incappati in un emulo di Rosemary's Baby, dove tutti complottano affinché Mary si convinca di essere pazza e lasci il piccolo Adam incustodito, alla mercé della demonessa che tanto lo brama; in altri momenti, la natura della minaccia demoniaca è impossibile da mettere in discussione, in altri si arriva a dubitare della sanità mentale della protagonista, il tutto senza soluzione di continuità e senza che il finale offra allo spettatore delle certezze.
E' un bene che Still/Born goda di una sceneggiatura in grado di avvincere lo spettatore nonostante l'utilizzo di parecchi cliché del genere, perché la pellicola non possiede molto altro per farsi ricordare. Diretto dal tecnico degli effetti speciali di Deserto rosso sangue nonché produttore di quello e di un altro horror che devo recuperare (What Keeps You Alive. Se volete sapere il perché di questa impellenza, leggete QUI), per quel che riguarda la regia Still/Born non ha guizzi particolari, nemmeno quando la trama potrebbe prevederli, come per esempio durante le apparizioni della demonessa o persino nel corso della festa di Halloween, diretta con raro piattume; sul finale, il connubio tra montaggio e regia crea invece momenti di suspance, soprattutto grazie al fulcro della sequenza, ma per il resto, come si suol dire, "calma piatta". Nulla di trascendentale neppure il make up della demonessa, mostrata poco probabilmente per esigenze di budget, mentre devo ancora trovare un'opinione definitiva su Christie Burke, l'attrice che interpreta Mary. In mezzo a un cast composto da faccette familiari ma non particolarmente memorabili (salvo Michael Ironside che però è sprecato), indubbiamente quest'attrice dagli occhi spiritati e dagli atteggiamenti esagerati o esageratamente depressi spicca ma non ho capito se per la bravura (le urla che emette e l'ansia che trasmette nella già citata sequenza finale sono notevoli) o per la sua natura di cagna maledetta, che raggiunge l'apice soprattutto quando vuole fare la pazza a tutti i costi, come nel confronto con la procace vicina di casa. Comunque, a parte quest'incertezza, è innegabile che Still/Born sappia toccare le corde più profonde dello spettatore, mettendo anche un po' di inquietudine, quindi è un film che merita una visione, anche disimpegnata.
Di Jesse Moss, che interpreta Jack, ho già parlato QUI mentre Michael Ironside, che interpreta il Dr. Neilson, lo trovate QUA.
Brandon Christensen è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Probabilmente canadese, è anche produttore, tecnico degli effetti speciali e attore.
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