mercoledì 29 luglio 2020

Gli uccelli (1963)

Oggi mi imbarcherò nella difficile impresa di parlare de Gli uccelli (The Birds) diretto nel 1963 da Alfred Hitchcock e tratto dal racconto omonimo di Daphne Du Maurier.


Trama: la bella e ricca Melanie si incapriccia di un avvocato e, con la scusa di regalare due inseparabili alla sorellina, si reca a casa di lui, a Bodega Bay. Lì avrà la sventura di dover affrontare la follia inspiegabile dei volatili locali...



Erano anni, decenni che non riguardavo Gli uccelli. Mi era venuta una voglia pazzesca di recuperarlo a marzo, dopo aver avuto la fortuna di andare a Genova a vedere la mostra dedicata a Hitchcock, proprio la settimana prima del lockdown; lì proiettavano un ottimo documentario di cui purtroppo non ricordo il titolo, interamente imperniato su Gli uccelli, reso come uno dei più perfetti esempi di horror mai girati, mentre in un altra sezione della mostra si sottolineava la genialità della colonna sonora del film, curata da Bernard Herrmann e interamente composta da suoni elettronici atti a replicare i versi degli uccelli, gli unici suoni udibili nel corso del film a parte la snervante Risseldy Rosseldy, utilizzata per una delle sequenze più tese dell'intera pellicola. E cos'è, in effetti, Gli uccelli, se non un horror? Pensate alle motivazioni risibili che portano la protagonista, Melanie, a recarsi a Bodega Bay, antesignane di tutti gli sciocchi pretesti utilizzati per trascinare i personaggi in boschi infestati, case fatiscenti o simili: la bionda fanciulla si incapriccia di un avvocato, tale Mitch, dopo essersi finta per lui commessa di un negozio di animali e, colta in flagrante, fa carte false per scoprire dove abita e poterlo così rivedere. A Bodega Bay, amena cittadina sul mare, ci saranno ad attenderla equivoci amorosi (la parte più "frizzante" del film, tra vecchie fiamme di Mitch che diventano amiche e confidenti di Melanie), madri gelose e autoritarie e, ovviamente, uccelli assassini pronti a fare scempio degli ignari abitanti e di qualunque turista di passaggio. E bello vedere come, prima di entrare nel vivo dell'azione, Hitchcock si impegni a delineare innanzitutto i legami tra personaggi e ricreare l'atmosfera di una cittadina dove tutti si conoscono, zeppa di abitanti a dir poco folkloristici e impreparati ad affrontare una calamità per la quale non ci sono spiegazioni, ma quando l'azione chiama il vecchio Hitch non si tira di sicuro indietro.


Ricordo la prima volta che avevo visto Gli uccelli. Conoscevo il film di fama, ma ovviamente ero una ragazzina e mi sarei aspettata qualcosa di più "violento" e anche se ne ero rimasta soddisfatta mi aveva lasciata con un lieve retrogusto amaro in bocca. Visto con un po' più di sale in zucca, mi rendo conto che Gli uccelli funziona di più quando gioca ad accrescere la tensione e non mostra, piuttosto che quando i pennuti si scatenano (anche se la sequenza ambientata in città, caotica ma perfettamente controllata dal genio di Hitchcock, è assai notevole), provocando nello spettatore il terrore di ciò che potrebbe succedere semplicemente inquadrando stormi di uccelli in attesa, accompagnati dall'inquietante suono dei loro versi. Le immagini efferate a dire il vero non mancano: penso alla macabra scoperta di Lydia, talmente scioccante da bloccare persino l'urlo nella gola della povera donna (e Jessica Tandy è l'attrice più brava del mucchio), oppure al destino che tocca uno dei personaggi principali, vittima della beffarda ironia del regista, prima ancora che alla scena più famosa e difficile della pellicola, quel prefinale al cardiopalma che ha mandato la povera Tippi Hedren all'ospedale per una settimana. Eppure, col tempo sono arrivata ad apprezzare altre sequenze, tutte giocate sulle inquadrature dei volti stravolti degli attori e su un montaggio nervoso che replica alla perfezione lo sguardo di un essere umano in tensione, pronto a cogliere frammenti spezzati di luoghi amati e conosciuti trasformati in incubi claustrofobici, con teneri pennuti a prendere il posto di mostri famelici, becchi adunchi che si protendono al posto delle mani, frullare d'ali invece di versi gutturali e uno, due, tre uccellini che, ad ogni inquadratura, aumentano di numero gettando un piombo dopo l'altro nello stomaco dello spettatore. Un film dell'orrore, come ho scritto sopra, uno dei più belli e inaspettati, ennesima dimostrazione della genialità di un regista che, passati ormai più di cinquant'anni, non smette ancora di stupire.


Del regista Alfred Hitchcock, che compare anche come proprietario dei due cagnolini all'uscita del negozio di animali, ho già parlato QUI mentre Veronica Cartwright, che interpreta Cathy Brenner, la trovate QUA.

Rod Taylor interpreta Mitch Brenner. Australiano, ha partecipato a film come Il gigante, Bastardi senza gloria e a episodi di serie quali Ai confini della realtà, La signora in giallo e Walker Texas Ranger, inoltre ha lavorato come doppiatore in La carica dei 101. Anche sceneggiatore e produttore, è morto nel 2015 all'età di 84 anni.


Jessica Tandy interpreta Lydia Brenner. Inglese, la ricordo per film come Cocoon - L'energia dell'universo, Miracolo sull'8a strada, Cocoon - Il ritorno, A spasso con Daisy (che le è valso l'Oscar come migliore attrice protagonista) e Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, inoltre ha partecipato a serie quali Alfred Hitchcock presenta. E' morta nel 1994 all'età di 85 anni.


Tippi Hedren (vero nome Natalie Kay Hedren) interpreta Melanie Daniels. Americana, madre di Melanie Griffith, ha partecipato a film come Marnie, Il grande ruggito, Gli uccelli II e a serie quali La donna bionica, Alfred Hitchcock presenta, Beautiful, L'ispettore Tibbs, La signora in giallo, The 4400 e CSI - Scena del crimine. Anche produttrice, ha 90 anni.


Esiste un Gli uccelli II, film per la TV del 1994 dove compare anche Tippi Hedren, nei panni di un altro personaggio chiamato Helen. Non l'ho mai visto e, onestamente, non vi consiglio di vederlo ma sarebbe interessante l'idea di una serie TV basata sullo stesso soggetto. Se ne parlava nel 2017 ma il progetto pare sia stato abbandonato. ENJOY!

11 commenti:

  1. Che grande recupero. Un film magnifico, capace ancora oggi di stupire per la costruzione della tensione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente. Non lo riguardavo da anni ma ogni volta è sempre bellissimo. E quel sonoro, poi!!

      Elimina
  2. In effetti non saprei che dire, cosa scrivere, solo capolavoro, punto. ;)

    RispondiElimina
  3. Risposte
    1. Io non saprei onestamente quale scegliere tra i suoi film!

      Elimina
    2. No dicevo lui come regista, il mio preferito. Il mio preferito di Hitchcock, ma il mio film preferito in generale, è Vertigo.

      Elimina
    3. Il mio regista preferito in assoluto è Scorsese, ma Hitchcock e Vertigo hanno un posto altissimo nel mio cuore!

      Elimina
  4. Penso che sia quello che preferisco di Hitch.
    P.s. ma che fine ha fatto Moz?

    RispondiElimina
  5. Io questo film lo adoro,l'ho visto che ero abbastanza piccola e ne fui terrorizzata.Però poi l'ho sempre riguardato ogni volta che è passato in tv.

    RispondiElimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...