Trama: in un convento, le suore cominciano a morire misteriosamente. Un giovane e aitante prete indaga.
Prima di cominciare la visione de L'altro inferno ho avvertito Mirco: "stiamo per guardare una Fragassata". Lui non ha capito allora, ma adesso sì, poverino. Eppure, quello che è riuscito a non addormentarsi durante la visione del film è stato lui, che di tanto in tanto mi tirava delle gomitate per farmi riprendere dal diludendo di un "horror" che speravo trash e pieno di dialoghi esilaranti da riportare pezzo per pezzo, ma che invece si è rivelato una noia mortale. Sono quasi più interessanti i retroscena del film, girato contemporaneamente a La vera storia della monaca di Monza, con lo stesso cast e la stessa location per risparmiare e dotato di una colonna sonora presa in prestito da vecchi dischi dei Goblin, che per delle nuove melodie volevano troppi soldi (ed effettivamente c'era qualcosa di familiare, visto che molto è tratto da Buio Omega...). Insomma, un film condiviso e di seconda mano, come poteva venire fuori un'opera decente? A dirla tutta, ci ho sperato, lo ammetto. L'inizio de L'altro inferno è puro delirio trash, ambientato in un laboratorio sotterraneo da mad doctor (in un convento? Perché mai??) all'interno del quale una suora matta seziona una consorella morta per far vedere a una povera novizia gli organi dove risiede il peccato, come l'utero, le ovaie, altre brutte cose simili; in quella, compare il demonio, ovvero, a naso, i catarifrangenti posteriori di un'Ape Cross, debitamente illuminati, e succede il patatrac. Bon. Da lì in poi potete anche evitare di proseguire, ché nemmeno la follia di Franca Stoppi, sempre assai "misurata" nel suo interpretare personaggi incazzosi, riesce a salvare L'altro inferno da una noia mortale fatta di manichini appesi, gente che vaga in corridoi/scale/soffitte e suore che vomitano robe strane.
Il genere nunsploitation mi è fortunatamente poco familiare ma, se non altro, le suore qui non copulano, cosa che mi avrebbe onestamente fatta inorridire visti gli uomini presenti (Carlo de Mejo, tanto quanto, ma il giardiniere, proprio, orrore!) e, di fatto, la sconclusionata trama le vuole soltanto vittime di un demonio che non si capisce bene cosa faccia lì nel convento. Forse Fragasso e Mattei hanno preso alla lettera il titolo italiano del Carrie di De Palma, perché verso il finale tutto converge su una povera, presunta figlia del Demonio (di cui a un certo punto provano a sbarazzarsi in un modo che farebbe inorridire il Moige, non bastasse, e lo dico per gli amici animalisti, un povero gallo a cui viene tagliato via il collo) dotata di strani poteri e un simpatico make-up che ce la mostra più barbuta che ustionata. D'altronde, come diceva Groucho forse, le suore hanno i baffi, giusto? In tutto questo, L'altro inferno si salva giusto per l'utilizzo di un convento vero che concorre a mantenere quel minimo di atmosfera "sacrilega" e dà l'idea dell'artigianalità selvaggia degli horror italiani dell'epoca, ma è un po' poco per consigliare un film peraltro fruibilissimo in quanto presente nel vasto cestone di monnezza horror che fa parte del catalogo Amazon Prime. Al prossimo On Demand inquietante!!
Di Carlo De Mejo, che interpreta Padre Valerio, ho già parlato QUI.
Franca Stoppi, che interpreta Madre Vincenza, era la Iris di Buio Omega, di cui L'altro inferno, per inciso, riutilizza parte della colonna sonora. ENJOY!
Lo guarderei giusto per curiosità... sembra tremendo all' l'ennesima potenza.
RispondiEliminaAbbastanza, ma Ciao Nì mi sembra altrettanto improponibile, eh XD
EliminaLo è. È Un trash esagerato oltre ogni immaginazione.
EliminaBisogna vedere se riesco a trovarlo. Mi sembra piuttosto arduo...
EliminaSapessi a me Obsidian, proprio bene, comunque parecchio interessante questo ;)
RispondiEliminaGuarda, Pietro, che ci metto un attimo a chiedere anche a te una recensione di questo film. Ehehehe
EliminaDai, condividiamo il male, essù! Le Fragassate si guardano in compagnia!
EliminaUn film con suore che fanno cose senza senso per novanta minuti è un tipico on-demand dei miei. Ammetto di aver dormito a lungo anch’io durante la visione (tipo dal minuto 15 ai titoli di coda) e mantre dormivo sognavo. E cosa ti sognavo? Un bel progetto on-demand nuovo di zecca!
RispondiEliminaLasciami però dire che quest’alto inferno (anche la locandina scopiazza Argento) è un piacere se paragonato a “Ciao Ni”, un film che potrà piacerti solo se sei una sorcina vecchio stampo (di quelle che dopo “eroZero” è tutta rumenta).
Attendo con bramosia il nuovo titolo.
EliminaE purtroppo non sono sorcina, né vecchia né nuova ç_ç