martedì 14 luglio 2020

Le paludi della morte (2011)

Qualche mese fa passavano in TV Le paludi della morte (Texas Killing Fields), diretto nel 2011 dalla regista Ami Canaan Mann, e siccome ai tempi dell'uscita mi intrigava, mi sono messa a guardarlo.


Trama: due detective della omicidi in Texas si ritrovano a indagare sulla scomparsa di giovani ragazze trovate poi morte nelle paludi che circondano la cittadina.



Le paludi della morte si basa su una serie di delitti, in buona parte insoluti e probabilmente compiuti da più di una persona, accorsi nei pressi di Texas City, all'interno dei cosiddetti "killing fields". Zona paludosa dove il cellulare non prende nemmeno per sbaglio, così distante dalla strada che nessuno può sentirti urlare e talmente fitta di vegetazione brulla da far invidia ai bush australiani dove impera Mick Taylor, questa terra di nessuno rappresenta l'habitat ideale per chi ha velleità di serial killer, soprattutto quando la città confinante abbonda di giovani donne ai margini della società e, in generale, impera un'aria di squallore e degrado. Lo sa bene Mike Souder, nato e cresciuto lì, segnato da un'infanzia mai vissuta, a base di ubriaconi e schifo assortito; è costretto ad impararlo sulla sua pelle Brian Heigh, convinto dell'importanza di una fede salvifica e pronto ad aiutare le persone meno fortunate come la piccola Ann, figlia di una prostituta e reduce dal riformatorio. Lo scontro tra i metodi dei due è il cuore del film ma non si tratta di un confronto tra "poliziotto buono e poliziotto cattivo", è più il tentativo di due persone di mantenere la sanità mentale all'interno di una città dove il disagio si spande come un miasma e dove vige un'omertà da far spavento, dove quasi quasi sono guardati con più sospetto i pochi che cercano di fare qualcosa di positivo piuttosto che chi conduce un'esistenza violenta e prospera sulla disperazione altrui. All'interno della trama si incrociano diverse storie di criminalità e perversione, alcune delle quali non avranno risoluzione alla fine del film, e ciò che le accomuna è la mancanza di sensazionalismo: deviati e criminali assortiti, in città si confondono col paesaggio triste e desolato, e sono la quintessenza stessa della banalità, tanto che persino una tranquilla serata passata in casa può avere come conseguenza la morte.


Ami Canaan Mann, degna figlia di tanto padre (Michael Mann è produttore del film), confeziona immagini cupe e violente, spesso ad alto tasso ansiogeno, immerse in una fotografia per l'appunto paludosa, come se l'influenza dei killing fields protendesse una mano artigliata e posasse una cappa di uggia perenne sulla vicina cittadina; ci sono sequenze difficili da dimenticare, come quella al cardiopalma del rapimento improvviso, altre molto interessanti come il pedinamento impedito da alberi provvidenziali, e tutti gli attori, all'interno di di un cast di tutto rispetto, recitano al meglio. Mi mordo le dita, onestamente, per due cose. Primo, non aver guardato Le paludi della morte in lingua originale come avrebbe meritato e, secondo, non aver riconosciuto Sheryl Lee nei panni della madre di Ann, il che dimostra come l'attrice non sia solo un bel faccino e come sia drammaticamente poco utilizzata a fronte delle sue grandi capacità. A una Jessica Chastain ahimé poco sfruttata si contrappongono Sam Worthington e Jeffrey Dean Morgan, entrambi decisamente in forma, e una Chloe Grace Moretz che all'epoca non sbagliava ancora un film, per non parlare di Jason Clarke e Stephen Graham, capaci di lasciare il segno con personaggi distanti dai loro soliti ruoli, soprattutto il secondo. Da brava "cinèfila" mi sto appassionando all'utilizzo di Letterboxd e trovo disarmante la quantità di recensioni negative ottenute da Le paludi della morte. A me è sembrato un thriller affatto banale, ben diretto e ben recitato, capace di lasciare una cappa di inquieta tristezza addosso allo spettatore per parecchio tempo, quindi ve lo consiglio.


Sam Worthington (Mike Souder), Jeffrey Dean Morgan (Brian Heigh), Jessica Chastain (Pam Stall),  Chloë Grace Moretz (Ann Sliger), Jason Clarke (Rule), Annabeth Gish (Gwen Heigh), Sheryl Lee (Lucie Sliger) e Stephen Graham (Rhino) li trovate ai rispettivi link.

Ami Canaan Mann è la regista della pellicola. Inglese, figlia del regista Michael Mann, ha diretto film come Jackie & Ryan e serie quali House of Card, Runaways e Cloak & Dagger. Anche sceneggiatrice e produttrice, ha 51 anni.


All'inizio il film avrebbe dovuto essere diretto da Danny Boyle, con Bradley Cooper nel ruolo di Brian Heigh. Se Le paludi della morte vi fosse piaciuto recuperate Se7en, Zodiac, Il collezionista d'ossa e Il silenzio degli innocenti. ENJOY!

8 commenti:

  1. Cast veramente stellare per questo film. Onestamente qualcosa non è riuscito a convincermi, non ho mai focalizzato con precisione di che si tratta nonostante abbia già avuto modo di vedermelo due volte. Forse proprio adesso che ho letto il tuo commento però credo potrebbero essere le varie sottotrame che vengono usate per descrivere i luoghi e gli abitanti, molte delle quali come scrivi pure tu nella recensione, non vedono un vero e proprio epilogo. Forse è proprio questo il problema che non mi fa apprezzare più di tanto il film.

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    1. Potrebbe essere anche il punto di forza del film ma onestamente a me l'ha reso un po' incompleto. Ma probabilmente sono io ad essere limitata.

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  2. E' uno di quei film che "Rai4" replica abbastanza spesso, a me non dispiace, sopratutto per il rapporto tra i due poliziotti (e qui concordo con te sul fatto che si tratta di due persone che cercano di conservare la loro sanità mentale in un ambiente non propriamente salutare). Tra tutte le vicende forse l'unica che trova veramente una sua colclusione-investigazione a parte- è il rapporto tra la piccola Ann ed il poliziotto Brian Heigh, con la bambina probabilmente adottata dalla famiglia del poliziotto. Per il resto ho apprezzato molto i ritmi volutamente lenti della trama.

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    1. Sì, tutto sommato è un bel film che riguarderei, soprattutto per le atmosfere.

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  3. Prima di True Detective c'era questo, un bel film indubbiamente ;)

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  4. Io l'ho visto quando è uscito e non lo ricordo minimamente (cosa che mi capita molto raramente). Forse non mi è rimasto per niente impresso... dovrei rivederlo magari.

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