martedì 3 maggio 2022

Visioni dall'Udine Far East Film Festival 2022

La vostra affezionatissima si è beccata il coviddo, fortunatamente in forma leggera. E' cascato a fagiuolo (guardiamo il lato positivo, letteralmente) per fare una scorpacciata di film all'Udine Far East Film Festival on line. Il quale, diciamoci la verità, come tutti i festival che sono tornati ad essere fortunatamente in presenza, ha lasciato parecchi piatti forti fuori dalla programmazione "virtuale", quindi a differenza dell'anno scorso non ho trovato pellicole particolarmente entusiasmanti. Ma qualcosina di interessante c'è e, se avete pazienza di leggere, ecco qui un recap per chi non mi segue su Facebook o Instagram, sperando che prima o poi tutti questi film diventino disponibili per la piattaforma Fareastream. ENJOY!



Popran (Shin'ichirô Ueda, 2022)

Dal regista di One Cut of the Dead, amatissimo durante una delle edizioni più memorabili del ToHorror Film Festival, arriva una commedia dalle premesse weird, realizzata comunque senza calcare troppo la mano sul lato più assurdo della questione. Il protagonista, un editore di manga senza scrupoli e dal passato deprecabile, si sveglia una mattina senza il suo pene e deve innanzitutto scoprire il motivo di questa fuga per riuscire a recuperare la preziosa parte anatomica. Quello che, nelle mani di un occidentale, sarebbe diventato una cretinata semi-volgare alla Bad Johnson, in quelle di Ueda si fa viaggio di introspezione e racconto di formazione, per tornare ad apprezzare le cose importanti della vita. Nonostante l'abbia trovato assai carino, Popran soffre però di un ritmo eccessivamente altalenante, che a tratti trascina una storia che dovrebbe mantenersi scoppiettante dall'inizio alla fine e rapida come gli oggetti non identificati che solcano i cieli del Giappone. Un'opera non totalmente riuscita, ma un'occhiata la merita.


Rabid (Erik Matti, 2021)

L'horror a episodi filippino, a mio modesto parere, è stata una delle opere più interessanti del festival. Il film si compone di quattro episodi più o meno efficaci, tutti ambientati durante la pandemia e legati in qualche modo a un senso di isolamento, disagio e contaminazione. I miei preferiti sono stati senza dubbio il primo e l'ultimo, quelli più articolati dal punto di vista della sceneggiatura (nel primo, una famiglia benestante si ritrova la casa occupata da una vecchia, nell'ultimo una donna in crisi lavorativa mette in piedi un servizio da asporto dal successo crescente e sempre più inquietante) e quelli che mi hanno messo più disagio, catturando il mio interesse. La parte centrale, formata da uno zombie movie in bianco e nero e un delirio ospedaliero che mi ha ricordato tantissimo The Visit a livello di schifezze scatologiche assortite (a Erik Matti piace Shyamalan, mi sa. Lo avevo già sospettato QUI), l'ho trovata un po' più debole ma comunque un film come Rabid potrebbe fare la gioia di ogni appassionato di horror con la passione per le storie antologiche (hint: questo dovrebbe essere disponibile su Netflix negli USA. Quindi potete trovarlo facilmente. 'nuff said). 


Leonor Will Never Die
(Martika Ramirez Escobar, 2022)

Tra tutti i film visti al FEFF On Line, questo è stato senza dubbio quello più particolare. Leonor Will Never Die è un'opera sperimentale dal sapore metacinematografico, che omaggia gli action anni '70 - '80 e, allo stesso tempo, racconta il rimpianto di una regista un tempo famosa, costretta ad affrontare il disagio crescente di una vecchiaia che non perdona e i tristi fantasmi del passato. Come opera prima, il film della Escobar soffre di una voglia palese di mettere tantissima carne al fuoco, cosa ironicamente sottolineata sul finale, ma trasuda così tanta sincera passione per il cinema che questo difetto viene subito perdonato, anche perché Sheila Francisco, che interpreta Leonor, è adorabile. Il film è stato presentato anche al Sundance, dove ha vinto un premio, quindi con un po' di fortuna prima o poi potreste trovarlo disponibile su qualche piattaforma, magari su Mubi o sullo stesso Fareastream di Mymovies.


Hostage: Missing Celebrity
(Pil Gam-Sung, 2021)

Action adrenalinico con protagonista Hwang Jung-min, attore sud coreano conosciuto anche da noi. Su questo film non c'è granché da dire, è la storia di un attore famoso che viene rapito e deve cercare di fuggire ai suoi aguzzini, e le sue disavventure scorrono in parallelo alle indagini di poliziotti che si ritrovano per le mani criminali tra l'idiota e il machiavellico, mentre il tempo scorre in sovraimpressione sullo schermo, a mo' di 24. Gli amanti del genere non avranno da lamentarsi, e anche chi dovesse preferire qualcosa di più "tosto" rispetto ai soliti action potrà godere di abbondanti sequenze in cui non vengono lesinati né sangue né violenza. Io avrei scassato di mazzate i rapitori, particolarmente odiosi, fortunatamente, in tal senso, c'è parecchia catarsi in Hostage



Cracked (Surapong Ploensang, 2022)

Elegante horror  thailandese a base di spettri e quadri stregati, dove la protagonista (con figlioletta a carico afflitta da una malattia che rischia di renderla cieca, un plot device che serve giusto a costringere la madre a tornare nell'odiata casa paterna e che poi, purtroppo, viene lasciato cadere) torna a casa dei suoi genitori dopo la morte del padre, un pittore violento e leppegoso, ed è costretta ad affrontare, letteralmente, i fantasmi del passato. La ricetta di Cracked contiene tutti i cliché del genere "case infestate" e rispetto ad altre pellicole orientali a tema non è particolarmente complesso o profondo, nonostante giochi parecchio coi piani temporali, ma è comunque una visione gradevole. Io ho particolarmente apprezzato la bellezza dei due enormi quadri che fungono da fulcro per la storia, e anche il look "Draculiano" del padre della protagonista, che a tratti sembra Gary Oldman nel film di Coppola


Too Cool To Kill (Wenxiong Xing, 2022)

Spassosissima commedia cinese che omaggia il cinema a 360 gradi, accontentando anche chi non mastica la filmografia cinese in quanto zeppa di citazioni da film come Il padrino, 007, Pulp Fiction, Cantando sotto la pioggia, El Mariachi e chi più ne ha più ne metta. Divertentissima dall'inizio alla fine (l'intera parte degli italiani col gatto mi ha stesa) e realizzata benissimo, con colori carichi e un'ambientazione anni 30, mette in campo attori esilaranti sui quali spicca Xiang Wei, al suo primo film come protagonista. Too Cool To Kill è stato realizzato in tre anni e mentirei se non vi dicessi che mi è scesa una lacrima durante il gag reel dei titoli di coda, che si conclude con i commossi ringraziamenti dell'attore. Onestamente non mi sarei aspettata che una commedia assurda come questa mi rapisse il cuore ma è diventata in tempo zero la pellicola più bella e memorabile di questo Far East Film Festival!



4 commenti:

  1. Risposte
    1. Ci sono voluti dieci giorni ma finalmente ho sconfitto il coviddo!!

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  2. Passato anch'io poco tempo fa e ho recuperato un sacco di film e serie tv che avevo lasciato indietro😉

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