venerdì 20 maggio 2022

Firestarter (2022)

Il multisala e i soliti amici hanno collaborato ben poco, ma sono lo stesso riuscita a guardare Firestarter, diretto dal regista Keith Thomas e tratto dal romanzo L'incendiaria di Stephen King.


Trama: quando Charlie perde il controllo dei suoi poteri pirocinetici, lei e il padre sono costretti a fuggire da un'organizzazione che li vorrebbe studiare per i loro scopi...


Per Firestarter mi ero preparata guardando il film tratto da L'incendiaria nel 1984 (quello col nome troppo lungo da scrivere), visto che il romanzo l'ho letto non troppi mesi fa e lo ricordavo ancora abbastanza bene, ma dopo pochi minuti dalla visione mi sono resa conto che prepararsi non serviva a granché, visto che Firestarter non segue alla lettera le due opere che l'hanno preceduto. Per carità, il canovaccio è sempre quello, dagli anni '80, con Charlie e suo padre costretti a fuggire da chi vuole sfruttarne i poteri, ma mentre in passato ci si focalizzava molto sulla cosiddetta Bottega e sulla battaglia per l'anima di Charlie, combattuta tra il padre e la terribile combo Cap Hollister/John Rainbird, qui il fulcro dell'intera faccenda è proprio Charlie, una ragazzina ben più grande della frugola interpretata da Drew Barrymore, che non ci sta tanto a farsi comandare o guidare da chicchessia. La Charlie del 2022 è molto più vicina, concettualmente, a un mutante della Marvel o a uno dei ragazzini di Stranger Things (e qui si crea un bel cortocircuito visto che la serie Netflix pesca a piene mani dall'immaginario Kinghiano, Incendiaria e Carrie in particolare): percepisce la sua stranezza, ne soffre, conduce una vita scolastica a dir poco aberrante ma, allo stesso tempo, capisce che il suo potere la rende superiore ad altri e lo fa diventare il veicolo per sfogare la sua frustrazione crescente, la sua rabbia. La Charlie degli anni '80 non controllava il suo potere ma non era bizzosa, quella del 2022 non riesce a tenere a bada il suo potere neppure davanti a episodi stupidi, e la sua natura resta avvolta da un'aura di ambiguità anche sul finale, diametralmente opposto rispetto a quello del libro e assai aperto all'incertezza di quale sarà la strada che la giovane deciderà di percorrere. Questo non è il solo cambiamento effettuato in fase di sceneggiatura, la quale, tra le altre cose, concede un po' più di spazio alla madre di Charlie e fornisce un diverso background a Rainbird, ciò nonostante anche questa volta il risultato è più superficiale di quanto avrei voluto e condanna Firestarter a soffrire diversi problemi di ritmo, che lasciano lo spettatore a bocca asciutta proprio sul più bello.


Nonostante gli innegabili difetti, comunque, Firestarter non mi è dispiaciuto. Ryan Kiera Armstrong è la cosa migliore del film e si porta dietro tutto il bagaglio accumulato nel corso delle riprese di American Horror Story: Blood Tide, dove anche lì la fanciulletta era la punta di diamante, impegnata nel ruolo di bambina resa malvagia dalla sua ambizione (e da una droga potente), un piccolo mostro detestabile ma comunque impossibile da odiare; qui, ovviamente, spesso e volentieri Charlie fa tenerezza, eppure quando la sua parte oscura si scatena non sfigurerebbe accanto alle varie Fenici e Wanda della Marvel, con l'aggiunta che qui si parla di un film della Blumhouse e i risultati dello sfogo dei suoi poteri si vedono eccome. Altra cosa molto bella di Firestarter sono le inconfondibili musiche create da Carpenter padre e figlio. Il primo avrebbe dovuto girare Fenomeni paranormali incontrollabili, poi non se n'è fatto nulla perché La Cosa è stato un flop al botteghino, ma stavolta ha potuto mettere mano almeno a una parte del film e, bisogna dirlo, è davvero una delle parti migliori. Dopo la visione di Firestarter, dunque, rimane un po' di amaro in bocca. I mezzi ci sarebbero stati, così come la bravura del regista e degli attori, tuttavia il risultato (benché migliore del film dell'84, ci mancherebbe anche) supera appena la sufficienza di una pellicola che difficilmente ricorderò la prossima settimana e che somiglia anche troppo al pilot di una serie... che, per carità, non mi dispiacerebbe neppure vedere. Chissà se qualcuno avrà la lungimiranza di allacciare la storia di Firestarter a quella di The Institute, creando un film o magari una serie à la Castle Rock


Di Zac Efron (Andy McGee) e Kurtwood Smith (Dr. Joseph Wanless) ho parlato ai rispettivi link.

Keith Thomas è il regista della pellicola. Americano, ha diretto The Vigil. E' anche produttore e sceneggiatore.


Gloria Reuben interpreta il Capitano Hollister. Canadese, la ricordo per film come Lincoln e serie quali Alfred Hitchcock presenta, Flash, Lassie, Numb3rs, E.R. Medici in prima linea e Cloak and Dagger. Anche produttrice, ha 58 anni e un film in uscita. 


Come già scritto nel post, Ryan Kiera Armstrong era la cosa migliore dell'ultima serie di American Horror Story, dove interpretava la terrificante, odiosissima Alma. Se Firestarter vi fosse piaciuto recuperate Fenomeni paranormali incontrollabili, Carrie lo sguardo di Satana, Thelma, Chronicle e L'angelo del male - Brightburn. ENJOY!

3 commenti:

  1. Ah sì, appena uscirà in streaming in Italia (probabilmente compreso in qualche abbonamento, tipo Disney +) farà faville!

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  2. Ogni volta che esce un nuovo film o una serie tv tratto/a da un libro di King (cioè ogni settimana, più o meno 😅), mi preparo all'ennesimo attentato alla copertina del libro in questione, con il classico faccione dell'attore/attrice protagonista.
    Per quanto riguarda il film: anche stavolta, a quanto pare, lo guarderò (ma non certo al cinema) partendo dal presupposto che c'entri poco o niente col libro ;)

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    1. Io ringrazio di avere tutti i libri di King acquistati negli anni '90. Magari le grafiche non erano granché ma sempre meglio di quelle attuali con, appunto, gran rimandi al film del momento. Il film ormai direi che dai cinema lo hanno tolto... lo streaming non tarderà ad arrivare, vedrai!

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