venerdì 22 luglio 2022

Bolla Loves Bruno: 58 minuti per morire - Die Harder (1990)

Nonostante il caldo che mi annulla le funzioni mentali, ho cercato comunque di rispettare l'appuntamento con Bolla Loves Bruno, ovvero l'omaggio all'adorato e ormai pensionato Bruce Willis. Oggi tocca a 58 minuti per morire - Die Harder (Die Hard 2), diretto nel 1990 dal regista Renny Arlin e tratto dal romanzo 58 minuti di Walter Wager.


Trama: mentre è in aeroporto ad aspettare il ritorno della moglie per Natale, John McClane si ritrova a dovere sventare una minaccia terroristica costituita da soldati decisi a far fuggire un generale sudamericano...


Gli anni '90 si aprono per Bruce Willis col ritorno del personaggio che lo ha elevato nell'Olimpo degli eroi action. In realtà, ho volutamente saltato il film precedente del nostro, Senti chi parla, che pure adoravo da bambina, e il motivo è semplice: è un film il cui valore risiede nel doppiaggio italiano e nella voce di Paolo Villaggio, sinceramente l'idea di un bambino che parla con la voce di Bruce Willis non mi fa granché ridere, poi potrei anche sbagliarmi. Detto questo, torniamo a 58 minuti per morire. Messo da parte John McTiernan, impegnato a dirigere Caccia a Ottobre Rosso, e dimenticato il romanziere Roderick Thorp per fare spazio a Walter Wager (che col personaggio non aveva nulla a che fare), la nuova avventura natalizia di John McClane lo vede stavolta impegnato ad ingannare il tempo in aeroporto scontrandosi con pericolosi ex soldati americani convertiti in terroristi. Lo sceneggiatore Steven E. de Souza si ricollega alla continuity del film precedente (e anche a Commando, se Val Verde vi dice qualcosa), sempre scritto da lui, ed alza l'asticella del pericolo affrontato dal protagonista; John McClane è ora universalmente riconosciuto come l'eroe, il salvatore del Nakatomi, il matrimonio con Holly è tornato ad essere idilliaco, e giustamente, per la legge del #maiunagioia, la minaccia esterna arriva a superare i confini di un ristretto edificio (in questo caso l'aeroporto) per diventare ancora più infida ed estesa. Aumentano, per la frustrazione di McClane, anche gli ostacoli posti da chi dovrebbe ragionevolmente dargli una mano, tra poliziotti invidiosi del successo ottenuto dal nostro e purtroppo incompetenti, giornalisti che pensano solo agli scoop senza tenere in conto l'incolumità delle persone e chi più ne ha più ne metta, e aumentano ovviamente anche i "boss di fine livello", che in questo caso diventano addirittura tre, uno più carismatico e malvagio dell'altro.


Le minacce dirette a McClane e ai poveri, ignari passeggeri degli aerei tanto sventurati da essersi trovati a passare dall'aeroporto di Dulles nel giorno sbagliato, sono molteplici e la struttura del film segue uno schema in crescendo che vede il protagonista occuparsi (con più o meno successo) del problema contingente per poi trovarsene davanti uno più grosso, magari dopo essersi fatto trarre in inganno da una falsa pista, e la differenza sostanziale con Trappola di cristallo, oltre al bodycount decisamente superiore, è che qui McClane gioca a carte più o meno scoperte, mentre là, per buona metà del film, il suo personaggio doveva cercare di non farsi scoprire. Ciò ovviamente consente a Bruce Willis di gigioneggiare anche più di prima. Il suo personaggio è consapevole sia della sua sfiga costante sia del pericolo che minaccia lui e la moglie e, tra una sparatoria e l'altra, gli tocca armarsi di parecchia ironia per non diventare pazzo o per non spaccare la faccia a chi fa orecchie da mercante davanti alle sue giuste rimostranze; l'adorato Bruno si profonde quindi nelle improvvisazioni che gli riescono meglio, perdendo magari quell'umana debolezza che lo caratterizzava in Trappola di cristallo ma guadagnandoci in cazzimma e "invulnerabilità", per quanto sempre troppo vestito, ahimé, ché con la neve la canottiera d'ordinanza non ci stava (poi vi chiedete perché ricordassi così poco questo film? Dai, quel maglione di lana è inguardabile!!). D'altronde, stavolta gli tocca competere con almeno un paio di attori dal carisma indubbio. Vero è che Franco Nero si vede poco, ma quando compare è magnetico, e a William Sadler vengono addirittura regalate la sequenza più agghiacciante dell'intero film e un'introduzione a dir poco cult, quindi Bruno qui ha il suo bel da fare per diventare ancora più indimenticabile. 


Cambiando argomento, non è solo per la canottiera mancante che 58 minuti per morire è il film della trilogia (lo so, esistono anche Die Hard - Vivere o morire e Die Hard - Un buon giorno per morire ma non li ho mai visti) che ricordavo di meno. Renny Harlin è bravo, nulla da dire, ed è costretto a gestire molta più carne al fuoco rispetto a John McTiernan, ma il suo film risulta più sfilacciato e meno centrato rispetto a Trappola di cristallo, che non aveva un minuto morto o un elemento non funzionale neppure a cercarlo col lanternino, e riusciva ad essere claustrofobico e pieno di inquadrature interessanti; in 58 minuti per morire non mancano le scene epiche e caciarone, d'altronde stiamo comunque parlando di aerei che esplodono, ma difetta di quella scintilla "magica" che sembrava infusa in ogni sequenza del primo Die Hard, e il tempo è stato impietoso con alcuni effetti speciali (Bruce Willis e il sedile eiettabile... 'nuff said). Ciò detto, non si può dire che 58 minuti per morire sia un brutto film, anche se da quel che ricordo Duri a morire è molto, ma molto più bello, e sicuramente in queste serate caldissime è in grado di portare non solo un po' di sano, caciarone divertimento action, ma anche un'illusione di freschezza, grazie a tutta la neve (finta) di cui abbonda. Col prossimo Bolla Loves Bruno si cambia genere, preparatevi! 


Del regista Renny Arlin ho già parlato QUI. Bruce Willis (John McClane), Bonnie Bedelia (Holly McClane), William Atherton (Thornberg), Reginald VelJohnson (Al Powell), Franco Nero (Esperanza), William Sadler (Stuart), John Amos (Grant), Tom Bower (Marvin), Sheila McCarthy (Samantha Coleman), Robert Patrick (O'Reilly), John Leguizamo (Burke), Vondie Curtis-Hall (Miller) e  Mark Boone Junior (Shockley) li trovate ai rispettivi link.


Dennis Franz, che interpreta Carmine Lorenzo, sarebbe diventato famosissimo pochi anni dopo per il ruolo di Andy Sipowicz nel telefilm New York Police Department. Ciò detto, se vi interessa 58 minuti per morire, sappiate che prima dovete guardare Trappola di cristallo e poi, se il genere vi piace, Die Hard - Duri a morire, Die Hard - Vivere o morire e Die Hard - Un buon giorno per morire. ENJOY!

3 commenti:

  1. Un seguito che viene da uno storico primo capitolo e sarà seguito da un (forse insperato) ottimo terzo capitolo, forse è per questo che un po' impallidisce, pur avendo il suo perché. Di certo superiore al quinto e ultimo capitolo della saga.

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    1. Ho il terrore di arrivare al quarto e quinto capitolo, giuro. Per il momento, mi godo questi!

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  2. Ma infatti spero si sia capito che a questo film voglio bene comunque. Anche perché come si può voler male a Bruno, a prescindere?

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