Proprio i contrasti sono il fulcro del film che si riflettono anche sui protagonisti: piccoli, soli, fragili, emotivamente devastati, ma anche famelici, spietati, cannibali. E i due attori sono magistrali nella loro interpretazione di personaggi così sfaccettati e fuori dagli schemi. Timothée Chalamet si conferma un attore versatile ed efficace in ogni ruolo, anche se le sue espressioni facciali si contano sulle dita di una mano -ma saper trasmettere così tanto con così poco è un pregio e non un difetto- mentre la rivelazione, premiata anche a Venezia, è Taylor Russell, bellissima e bravissima ventottene canadese destinata ad un prossimo futuro denso di successi.
Spuntano anche due caratteristi di lusso, Mark Rylance e Michael Stuhlbarg, entrambi impegnati in ruoli assolutamente disturbanti (soprattutto il primo) e pure David Gordon Green, regista di quella mezza -se non tutta- chiavica della nuova trilogia di Halloween.
Per gli standard di Guadagnino, anche la regia è piuttosto essenziale e convenzionale e in questo senso si adatta perfettamente alla storia, così come la colonna sonora ad opera di Trent Reznor e Atticus Ross, con i classici echi anni ’80, decade in cui il film è ambientato, a fare da cornice al viaggio on the road di Maren e Lee per l’America rurale e dimenticata, splendidamente fotografata nella sua cruda maestosità.
Bellezza, dunque, ma anche tanto sangue. Il film parla di antropofagia e non si vergogna di farlo vedere. Gli scoppi di violenza sono spesso improvvisi e ben poco edulcorati per un film di questo genere, con effetti speciali, totalmente prostetici, che funzionano senza sbavature.
Ad essere pignoli, potremmo dire che dieci o quindici minuti in meno non gli avrebbero fatto male e che, pur accettando il contesto pseudo-fantastico in cui ci si muove, è difficile mandare giù alcune dinamiche, ma sono piccolezze a confronto di quello che è già destinato a diventare un cult moderno per il cinema di genere.
Attendiamo con curiosità il prossimo film di Guadagnino, ambientato nel mondo del tennis e con l’ormai onnipresente Zendaya.
Gran film veramente, nonostante certe gigionate di Timothée Chalamet (ma lo perdoniamo, come abbiamo perdonato altri grandi da De Niro in giù). Tra i migliori film dell'anno accanto a "Licorice Pizza" (anche lì una "coppia" a parte, postpandemica).
RispondiEliminaPurtroppo continuo a non averlo ancora visto e, ormai, dovrò aspettare lo streaming. Tra l'altro spero non sia come Licorice Pizza perché non l'ho apprezzato granché...
EliminaDetesto Guadagnino ma per questo Bones and All devo fare un'eccezione abdicando alla mia viscerale antipatia. È un ottimo B movie tanto azzeccato che forse non è poi così B, anzi tutt'altro. Non so come, ma Guadagnino è riuscito a quadrare il cerchio e fare centro. Finalmente ha girato un film di buon livello. Poco importa il genere. Tutto sta in equilibrio, poche sbavature. Non sembra per niente Guadagnino. Quindi, complimenti a lui.
RispondiEliminaIo ammetto di avergli preferito altre opere di Guadagnino, anche se non mi era dispiaciuto.
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