martedì 28 febbraio 2023

The Whale (2022)

Era uno dei film che aspettavo di più per questa stagione, così il giorno stesso dell'uscita sono corsa a vedere The Whale, diretto nel 2022 dal regista Darren Aronofsky, tratto dalla pièce teatrale omonima di Samuel D. Hunter e candidato a tre premi Oscar (Brendan Fraser miglior attore protagonista, Hong Chau miglior attrice non protagonista e miglior trucco e acconciatura).


Trama: Charlie, insegnante di lettere, a causa delle complicazioni derivanti dalla sua obesità patologica ha più pochi giorni da vivere. Nel tempo che gli rimane, cerca di ricucire il rapporto con la figlia adolescente, Ellie...


"Fanculo le tesi, fanculo questo corso". Queste sono le parole scritte da Charlie sulla chat del suo gruppo di studio, verso la fine di The Whale, quando tutto attorno a lui è sul punto di crollare definitivamente. Uno passa la vita ad imparare come analizzare le opere, diventando alla stregua di un freddo robot spinto, il 90% delle volte, a scrivere o enunciare ciò che gli altri vogliono sentire dire, seguendo la scia di altri critici più eminenti che hanno sviscerato tutto quello che viene percepito come "giusto" e dogmatico, e il risultato è che di verità ce n'è ben poca, di sincerità non ne parliamo. E così è la vita, ovviamente. Una vita in cui tutto dev'essere regolare, dove anche ciò che viene percepito come aberrante deve avere un senso e riportato alla "normalità", e dove rischiamo di arrivare a sentirci in colpa anche davanti alla felicità: in un atto di egoismo, Charlie l'ha agguantata abbandonando la sua vecchia famiglia e lo stesso ha fatto il suo compagno, Alan, ma nessuno dei due è riuscito a perseguirla fino in fondo, schiacciati dai sensi di colpa e dai fantasmi delle loro vite precedenti. Se Alan ha lasciato che il suo corpo si consumasse, Charlie, quasi come per un contrappasso dantesco, ha invece deciso di diventare l'equivalente di Moby Dick, una balena bianca di incommensurabile tristezza, lontano dagli occhi di un mondo a cui è legato giusto dal filo sottile di un lavoro online e di sporadiche telefonate alla moglie, sempre concentrate sull'unica cosa "vera" che ancora gli è rimasta, la figlia Ellie. Ma se dicessi di essere in grado di capire i sentimenti dei personaggi che si muovono sul palcoscenico di The Whale contraddirei l'apologia della verità salvifica che è il fulcro del film di Aronosfsky. La verità è che io non avrei mai sopportato di stare vicina a una persona debole e rinunciataria come Charlie e che capisco tutta la rabbia di Ellie, figlia abbandonata a otto anni e mai più contattata da un padre che prima ha cercato l'amore altrove e poi non ha avuto il coraggio di condividere il proprio dolore se non con il cibo. La verità è che io sarei stata tagliata fuori dalla vita di Charlie, perché a differenza di Liz non avrei mai assecondato la sua malattia e lo avrei costretto ad un ricovero coatto, anche a costo di perdere per sempre l'unico legame rimasto con la mia famiglia. 


La verità è che non c'è un solo personaggio che non abbia disprezzato profondamente all'interno di The Whale, ognuno per vari motivi, e che solo lo sguardo mite del meraviglioso Brendan Fraser mi ha dato la pazienza di aspettare e capire, mentre ringraziavo ogni divinità di non essere costretta innanzitutto a vivere come Charlie, ma anche a dover essere coinvolta in una situazione simile. Sono forse egoista? Sicuramente, non ho mai detto il contrario. La verità è che quel formato 4:3, assieme alla stazza immensa di Charlie, mi hanno chiuso lo stomaco all'idea di vivere in quella casa sporca, di sicuro puzzolente, dove l'unica oasi di serenità e pulito è una stanza chiusa a chiave dove non entra mai nessuno; la sensazione di una depressione perenne (così simile ma così diversa dalla mia, che da qualche anno mi picchietta delicatamente sulla spalla ricordandomi la sua sgradevole esistenza senza mai esagerare), rappresentata da ambienti quasi sempre bui o male illuminati e dalla pioggia scrosciante all'esterno, mi ha talmente serrato la gola che il tanto temuto pianto è arrivato solo alla fine, per un misto purificante di tristezza e liberazione. Il sole, il mare, la voce di Sadie Sink (vergognosamente snobbata agli Oscar) che, dopo tanti urli di rabbia, declama una sincerità ingenua, disarmante eppure impossibile da prendere sottogamba, sono arrivati a trafiggere quel blocco che mi teneva rigida e a disagio sulla poltrona, indecisa su cosa pensare di tutto ciò che era passato fino a quel momento sullo schermo, e mi ha scossa con immagini di pura poesia e leggerezza, porte su un mondo da sogno che noi stupidi, fragili, brutti esseri umani passiamo la vita a negarci, appesantiti da una realtà brutale e da catene che ci creiamo da soli. Al diavolo, ho di nuovo il magone quindi la smetto, tanto la verità è che non saprei mai scrivere bene di un film come questo. Brendan, mio dolcissimo Brendan. Ti auguro con tutto il cuore che The Whale ti riporti tutto il successo che meriti perché la bellezza, quella vera, non può togliertela nessuno, e neppure il talento. E fanculo l'Oscar, fanculo l'Academy, fanculo il sistema, servono solo ai cinèfili per farsi le pippe.


Del regista Darren Aronofsky ho già parlato QUI. Brendan Fraser (Charlie), Sadie Sink (Ellie) e Samantha Morton (Mary) li trovate invece ai rispettivi link.

Ty Simpkins interpreta Thomas. Americano, ha partecipato a film come Insidious, Iron Man 3, Oltre i confini del male - Insidious 2, The Nice Guys, Insidious: L'ultima chiave, Avengers: Endgame e a serie quali CSI: Scena del crimine. Anche produttore, ha 22 anni e due film in uscita tra cui Insidious: Fear the Dark.


Hong Chau interpreta Liz. Thailandese, ha partecipato a film come Vizio di forma, The Menu e a serie quali How I Met Your Mother e CSI - Scena del crimine; come doppiatrice ha lavorato in American Dad! e BoJack Horseman. Anche sceneggiatrice, ha 44 anni e due film in uscita. 



23 commenti:

  1. Per certi versi sono tutti personaggi spiaggiati dentro le loro pessime abitudini, Charlie è quello più vistoso di tutti, per più di un motivo. Mi unisco all'accorato 'fanculo, una storia che chiede verità e Brendan Fraser è il primo a donarla al pubblico, quindi si merita di lasciarsi alle spalle tutto, i premi cinematografici sono... non voglio dire ciccia, però ci siamo capiti. Cheers!

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    1. Ci siamo capiti eccome, anche perché per esempio chi non considera Mia Goth non è neppure degno di nota.
      Per quanto riguarda The Whale, alla fine i protagonisti mi facevano anche tutti tantissima pena che andava a mescolarsi pesantemente al nervoso, credo di non avere mai provato nulla di simile con nessun altro film.

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  2. Mi piacerebbe molto vederlo ma ormai anche il cinema è diventata una chimera per me.
    Spero ugualmente di recuperarlo anche se non è esattamente il mio genere. La mia più grande attrattiva è Brendan Fraser perché da ragazzina lo adoravo! :p

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    1. Mi dispiace davvero tanto ç_ç
      Spero tu riesca a vederlo presto in streaming, perché merita davvero e Fraser è bravissimo.

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  3. Aronosfky stavolta è riuscito a non essere eccessivo, a fermarsi giusto un attimo prima di cadere nel precipizio (del disgusto e della retorica), confezionando un film emozionante, con cui è impossibile non empatizzare. Specialmente nel finale, dove le lacrime scorrono naturali. Non è certo una passeggiata di salute, ma si esce dal cinema serenamente.

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    1. Sì, è un film confezionato sul filo del rasoio, per questo funziona alla perfezione. E' quasi un miracolo.

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  4. Anch'io non saprei mai scrivere bene di questo film, posso solo dire che mi è piaciuto parecchio, una scrittura emotivamente coinvolgente e di spessore, ottime interpretazioni, ci sarebbe da scriverne tanto, ma nonostante una storia relegata in una stanza, questo è cinema da vedere.
    Credo che nessuna recensione possa essere all'altezza di questo film che a ciascuno racconterà qualcosa di particolare, di certo non lascerà indifferenti, nel bene e nel male.
    Cosa non mi è piaciuto granché? Forse il doppiaggio, ma credo sia poca cosa rispetto a quanto ho visto.

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    1. Io ormai il doppiaggio me lo faccio andare bene, così come l'adattamento. Tanto nel giro di pochi mesi il film arriverà su qualche servizio streaming e potrò godermi le interpretazioni come meritano!

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    2. Mi è venuto un flash....hai mai visto 'Buon compleanno Mr. Grape' ?

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    3. No perché all'epoca detestavo Di Caprio e tutto ciò che lo vedeva coinvolto. Probabilmente adesso potrei vederlo senza problemi visto che ho imparato a voler bene a Leo.

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    4. Per .....affinità con The whale, sarebbe un'ottima visione! Spero di ❤️ che ne parlerai/scriverai.
      Non sapevo di questa tua antipatia.....
      👋

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    5. E' una cosa che è durata per anni, come reazione al suo essere l'idolo delle ragazzine, mentre io lo trovavo efebico e molliccio anche a quell'età! Crescendo ho cominciato ad apprezzarlo come attore e ora è uno dei miei preferiti. Per quanto riguarda Buon compleanno Mr. Grape, lo segno e spero di recuperarlo post-Oscar!

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  5. Film eccezionale sotto quasi ogni punto di vista e che è un pugno allo stomaco che richiede tempo per essere metabolizzato, tanto che dubito lo rivedrò a breve. E alla fine il piantino me lo sono fatto anch'io.
    Riguardo a Fraser, un suo sguardo mi ha trasmesso molto più di mille parole.

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    1. Non lo rivedrò tanto a breve neppure io, ma mi ha lasciato moltissimo su cui riflettere. A prescindere da ciò che sarà agli Oscar, sono davvero felice di averlo visto.

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  6. Devo assolutamente trovare un modo di vederlo. Mi spaventa un po' il fatto di avere aspettative altissime.

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    1. Le aspettative alte sono spesso dannose ma, in questo caso, le ritengo ben riposte!

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    2. Allora, parcheggiato il nano dai nonni siamo riusciti a concederci il primo cinema da Gennaio, la scelta era ovviamente obbligata. Dunque, lui eccezionale, davvero nulla da dire. Anche Sadie Sink mi è piaciuta, nel suo personaggio intollerabile. Premesso ciò.. boh? cioè ok, credo. Il film è fatto bene ed è sicuramente pesante dal punto di vista emotivo, però forse i personaggi sono eccessivamente stereotipati. Poi vabè, io sono notoriamente una persona molto algida e molto difficile alla lacrima, soprattutto di fronte ad un film. Insomma, la mia classifica dei film che mi hanno fatto piangere è ferma a 2. E The Whale non è uno di quelli. (Bensì sono Million dollar Baby e, a sorpresa, A.I. di Spielberg)

      Ciao Bolla

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    3. Io sono l'esatto contrario, anzi, il Bolluomo a una certa era stufo di vedermi guardare film candidati perché penso di averne visto solo uno che non mi ha fatto piangere come un vitello. Conta che l'impianto del film è molto teatrale, quindi ci sta che i protagonisti siano un po' "tirati" ed esagerati, e io per prima li ho odiati tutti, protagonista compreso. Poi a un certo punto è scattato qualcosa e nulla, come si diceva in SOS Fantasmi: Cascate del Niagara. E ho voluto bene persino alla detestabile figlia.

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  7. Non so... Pur riconoscendo la furbata, ho pianto come un vitello 💔

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    1. Più che furbata, in me ha smosso sentimenti contrastanti, che solo alla fine si sono "sciolti" in lacrime :)

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  8. Non mancano momenti sdolcinati e strappalacrime, ma è anche una storia realmente commovente. Difficile da valutare, certamente sono contento di averlo visto.

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