martedì 11 aprile 2023

Huesera (2022)

Mi ha fatta un po' penare per quanto riguarda la reperibilità ma mi ci sono incaponita perché volevo vederlo da mesi e, finalmente, sono riuscita a guardare Huesera, diretto e co-sceneggiato nel 2022 dalla regista Michelle Garza Cervera.


Trama: Valeria e il marito Raúl stanno cercando di avere un figlio e, quando Vero rimane incinta, sono entrambi al settimo cielo, almeno finché la ragazza comincia a venire perseguitata da una strana entità.


A leggere la trama di Huesera verrebbe da pensare al tipico horror a base di donne incinte e demoni pronti a possedere loro o il figlio che portano in grembo ma posso già assicurarvi, senza alcun ausilio di spoiler, che il film diretto e co-sceneggiato da Michelle Garza Cervera è molto più complesso ed interessante di così. Huesera sfrutta l'elemento horror per raccontare una condizione di disagio comune e, ahimé, reiterata dalla società "moderna", che è propria di chi è nato donna, ovvero quella terribile, insistente pressione sociale che ci vorrebbe tutte accasate e figliate in un lasso di tempo che copra, preferibilmente, dai 25 ai 30 anni, ché dopo si è già vecchie. Valeria è sposata con Raul e i due, a coronamento di una vita familiare perfetta, stanno cercando di avere un figlio (il primo amplesso mostrato tra i due è di rara tristezza, ed è un necessario metro di giudizio, oltre che una chiave di interpretazione fondamentale, per tutto ciò che verrà dopo); quando Valeria rimane incinta, la ragazza sembrerebbe al culmine della felicità, non fosse per delle terribili visioni legate a "qualcosa" che comincia a perseguitarla e privarla della tranquillità, una creatura fatta di ossa scrocchianti e in grado di piegarsi ad angoli impossibili, che nessun altro, a parte lei, è in grado di vedere o percepire. La cosa interessante di Huesera è vedere come al progressivo disagio mentale di Valeria si accompagni il "naturale" disagio fisico di chi subisce i cambiamenti indotti dalla gravidanza, qualcosa che trasforma completamente una donna e che non necessariamente chiunque vive come una gioia, anzi; l'altra cosa interessante è vedere come la metaforica diga mentale eretta da Valeria per conformarsi alla società e ai desideri di una famiglia già privata del primogenito maschio (e che, probabilmente, da lei si è sempre aspettata ben poco, come si evince dai dialoghi al vetriolo che si scambiano i personaggi), ceda a poco a poco per rivelare una persona completamente diversa dalla protagonista introdotta dalle prime sequenze, un nucleo di caos ed indipendenza costretto all'interno di limiti imposti o indotti, che preme, letteralmente, per tornare a reclamare il posto che gli è stato sottratto.


Sia dietro la macchina da presa che alla sceneggiatura, Michelle Garza Cervera imprime alla pellicola una forte personalità "nazionale" che allontana Huesera dai modelli dell'horror americano pur appropriandosi di alcuni elementi formali tipici del genere. Il folklore del Messico, la commistione totale di elementi cattolici e riti pagani, si fa sentire fin dalle prime sequenze, per poi deflagrare nel cupo, affascinante rito con cui Valeria cerca di liberarsi di ciò che la perseguita, un insieme di scene terrificanti e interessanti in egual misura, dove si erge a protagonista non solo un mondo "altro", ma anche un gruppo sociale fatto di persone considerate diverse e in qualche modo "mancanti", eppure necessarie in virtù della loro empatia ed apertura mentale, indispensabili per capire e contrastare ciò che chi è normale fatica a vedere. L'orrore, a tal proposito, in Huesera non viene mai dissimulato, al contrario, la Cervera confeziona scene abbastanza raccapriccianti e momenti in cui l'inquietudine la fa da padrone. Nonostante questo, ciò che mi ha colpita maggiormente guardando il film non è tanto l'orrore "fantastico", quando piuttosto quello verosimile, dipinto negli occhi di una ragazza che si vede ridurre a mera incubatrice inaffidabile, a madre depersonalizzata prima ancora di mettere al mondo un figlio, circondata da persone (l'amorevole maritino in primis, ma anche la suocera, la sorella pronta a difendere quei due figli mostruosi che si ritrova e persino la mamma di Valeria) preoccupate non tanto per la sua salute, quanto che il deterioramento di quest'ultima causi danno al bambino. Non dovrebbero servire horror come questi per aprire un po' gli occhi, ma magari guardatelo comunque che male non fa, e ricordatevi che le mamme, anche quelle che lo sono da poco, sono sempre esseri umani senzienti ed indipendenti, ai quali fa piacere sentirsi sinceramente chiedere "come stai?", non "come state?", come se non potessero scindersi dal figlio neonato. 

Michelle Garza Cervera è la regista e co-sceneggiatrice della pellicola. Messicana, ha partecipato all'antologia México Bárbaro II. Anche produttrice, ha 36 anni.



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