mercoledì 5 aprile 2023

Candy Land (2022)

Oggi parlerò di uno slasher dal titolo ingannevole, ovvero Candy Land, diretto e sceneggiato nel 2022 dal regista John Swab.


Trama: le vite dei sex worker che gravitano attorno a una stazione di servizio vengono sconvolte quando i clienti cominciano a venire trucidati da mano ignota...


Dopo un paio di horror "divertenti", Candy Land è la mazzata inaspettata che ti riporta alla depressione. Avrei dovuto pensarci, in effetti, visto che l'ambientazione di partenza è già triste e squallida: la Candy Land del titolo altro non è che una zona stradale compresa di stazione di servizio dove gravitano le cosiddette "lot lizards", ragazze (e un ragazzo) dedite alla prostituzione e costrette a subire le peggio porcate da gente che a definire leppegosa, salvo pochissime eccezioni, si fa loro un complimento. Ciò che però rende Candy Land ancora più difficile da guardare è che i protagonisti, tratteggiati con poche, intense pennellate intrise di personalità, entrano nel cuore dello spettatore nel giro di un paio di minuti, quelli necessari per percepire tutto il cameratismo, l'affetto e il forte legame che unisce tutti i sex workers del luogo, in grado di creare un ambiente dove non esiste la sicurezza totale (almeno a livello fisico) ma c'è sempre qualcuno pronto ad aiutare il/la lizard in difficoltà, a consolarl* e proteggerl*. Sono proprio i valori che li legano a spingerli ad accogliere nel gruppo Remy, cacciata da una setta religiosa e in cerca di un posto dove stare, e ciò succede proprio nel momento in cui la stazione di servizio comincia a diventare teatro di un paio di omicidi violenti. Se vi fidate di me, potete smettere di leggere qui, perché poi dovrò per forza entrare nel regno dello SPOILER, e correre a recuperare un film che non si trattiene di fronte a nulla per quanto riguarda gore, scene erotiche abbastanza esplicite e un paio di momenti incredibilmente disgustosi, eppure riesce lo stesso a risultare commovente, oltre che affatto banale. Certo, alla fine vi salirà addosso la voglia di alcoolizzarvi, probabilmente, perché Candy Land non lascia speranza alcuna, oppure vi chiuderete in camera ad ammazzarvi di Venditti, chissà, ma avrete perlomeno la certezza di avere visto un bell'horror. Quelli che sanno già di cosa sto parlando, invece, possono continuare la lettura!


SPOILER

L'aspetto interessante di Candy Land, che svela le sue carte neppure troppo tardi e, probabilmente, all'occhio dello spettatore avvezzo le scopre praticamente subito, è proprio il personaggio di Remy. Connotata come una "donna angelicata", troppo innocente e pura per sopportare di vivere all'interno di una setta religiosa che, invece, fin da subito viene descritta come intransigente al punto da rendere possibile il ricorso all'omicidio violento da parte dei membri, la ragazza viene accolta con gioia dai lot lizards per tutti i motivi di cui sopra. Purtroppo, Remy è il classico esempio di come non si debba giudicare un libro dalla copertina, in quanto la giovane (interpretata divinamente da un'Olivia Luccardi sempre più brava e a suo agio con i personaggi borderline) è stata sì cacciata dalla setta, ma perché pronta a purificare i peccatori pugnalandoli; il voltafaccia di Remy è lento ma inevitabile e, se all'inizio non si può fare altro che applaudire le sue scelte in fatto di vittime (il prete in particolare mi ha rivoltato lo stomaco, grazie John Swab!!), mano a mano che alla sua follia si aggiunge il desiderio di "andare in un mondo migliore", anche le morti a cui ci tocca testimoniare diventano più dolorose e difficili da sopportare, mentre Candy Land va letteralmente in frantumi. John Swab riesce a tratteggiare una realtà in scala di grigi più o meno intensi, dove i valori "tipici" della società vengono completamente stravolti da un senso di speranza e amore distorto (non si tratta solo di Remy, che uccide a causa di un senso di pietà totalmente stravolto e vorrebbe portare con sé nella morte amici e amanti, ma anche dello sceriffo Rex, capace di provocare nello stesso tempo disgusto e compassione), dove nessuno è innocente o perfetto e dove c'è il rischio di venire inghiottiti da una nera e violenta oscurità mai chiaramente identificabile proprio a causa delle vite che conducono i protagonisti. Candy Land non è un film perfetto e mette spesso alla prova lo spettatore con una rozzezza anche troppo diretta, ma è un'interessante mosca bianca all'interno di un genere sempre più patinato, dove è raro trovare prodotti che non si nascondono dietro un dito quando si tratta di essere brutti, sporchi e cattivi e riescono lo stesso a ritagliarsi il tempo di creare personaggi tridimensionali e non solo carne da macello. Ripeto, recuperatelo, se potete! 


Olivia Luccardi
, che interpreta Remy, la trovate QUI, mentre William Baldwin alias lo Sceriffo Rex, lo trovate QUA.

John Swab è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Gioventù perduta e Ida Red. Anche produttore e attore, ha 34 anni e un film in uscita.


Owen Campbell
interpreta Levi. Americano, ha partecipato a film come Crazy, Stupid, Love., Depraved e X. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 29 anni. 


Sam Quartin
, che interpreta Sadie, aveva già lavorato con John Swab nei film Let Me Make You a Martyr, Gioventù perduta e Body Brokers; Eden Brolin, che interpreta Riley, è invece la figlia di Josh Brolin. Ciò detto, se Candy Land vi fosse piaciuto, recuperate X. ENJOY!

4 commenti:

  1. Sembra davvero molto molto ma molto interessante. Tanto interessante che ho interrotto la lettura per non farmi spoilerare nulla.

    Ma leppegoso cosa vorrebbe dire? :D

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    Risposte
    1. Tratto da Il Mugugno Genovese: Diventa aggettivo, Leppegoso, per indicare viscido, viscoso, mucoso, lubrico, sdrucciolevole, per esempio: sta stradda a l’è leppegosa | per indicare una strada “piaccicosa”. Io lo uso spesso per i vecchi bavosi.
      Comunque il film, a parte i momenti, per l'appunto, leppegosi, merita davvero!!

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  2. A tratti sembra uno di quei film per quelli che amano strepitare «Ma non è horror!!» eppure mi ha inquietato, per violenza mostrata ma non solo. Per fortuna esistono ancora film per un pubblico che non sia il solito dai sei ai sessant'anni. Cheers!

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    1. Sì, sembra un reduce degli anni '70, non un film girato oggi. E per questo gli si vuole ancora più bene, anche se serve un po' di stomaco.

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