Un uccellino mi ha detto che era già disponibile il film Humane, l'opera prima della regista Caitlin Cronenberg. Potevo forse perderlo?
Trama: in un futuro imminente dove i disastri ecologici hanno portato la terra al collasso, l'ONU ha imposto un termine ultimo per ridurre la popolazione. In questo clima di terrore, il giornalista in pensione Charles York convoca a cena la sua famiglia disfunzionale per un annuncio...
Il nome Cronenberg pesa quanto un macigno, quindi Caitlin l'aspettavamo tutti al varco, pronti a giudicare la legittimità della sua appartenenza alla stirpe. Forse la fanciulla lo sapeva e ha deciso, per il suo esordio, di non seguire ciecamente le orme di padre e fratello, e di non approcciare le tematiche del body horror, pur conservando inalterato "l'ottimismo" che serpeggia in famiglia. Come fa da anni papà David, seguito a ruota dal fratello Brandon, Caitlin ci offre lo spaccato di un'umanità perduta, e comincia partendo dal titolo, Humane. All'inizio del film si dice che le catastrofi naturali e i conseguenti problemi da esse derivate sono un problema squisitamente umano: abbiamo ridotto noi il pianeta uno schifo e, da un punto di vista egoisticamente antropocentrico, siamo noi quelli che avranno più da soffrirne. E' giusto dunque che l'uomo diventi anche la soluzione al problema, attraverso un mezzo che non vi spoilero se avrete piacere di guardare il film. Attenzione, lo dico perché lo penso davvero. Il mezzo di salvezza concertato dallo sceneggiatore Michael Sparaga, benché spesso sfruttato nelle opere horror e fantascientifiche, sarebbe incredibilmente giusto se fosse amministrato con equità imparziale. Il problema è, come sempre, l'essere umano. Una creatura profondamente ingiusta, elitaria ed egoista, in grado di creare centri di potere che esasperano queste caratteristiche e mettono in piedi società basate sull'ipocrisia, l'opportunismo e lo sfruttamento. Ciò vale in primis per i privilegiati coi soldi, come i membri della famiglia York, ma vale anche per chi, nelle disgrazie, cerca una rivalsa per un destino ingiusto o magari, chissà, per qualche psicosi latente. E così, Caitlin Cronenberg ricrea in piccolo tutto lo schifo dell'umanità, portando sullo schermo protagonisti odiosi e grotteschi, con pochissimi sprazzi di positività che ci mettono davvero poco a venire inghiottiti ed annullati per sempre. Lo fa con un senso dell'umorismo nerissimo e una messa in scena classica ma efficace, che sfrutta cliché sempre graditi (cene eleganti all'interno di magioni lussuose che diventano, in un attimo, teatro di indicibili atti di violenza e codardia) con l'aggiunta di "pubblicità progresso" confezionate ad hoc, trasudanti ipocrisia e un pietismo agghiaccianti.
Si ride parecchio in questo Humane, anche se si tratta di un riso molto amaro. Il film della Cronenberg rientra di diritto nella categoria di film che amo di più, quelle commedie bastarde, al confine col thriller e l'horror, in cui l'affetto diventa odio in quattro e quattr'otto e la sete di potere e denaro trasforma il sangue in acqua, e gli attori sono stati scelti di conseguenza. Infatti, in mezzo a performance serie e quasi dolorose come quella di Sebastian Chacon nei panni di Noah o quella di Alanna Bale in quella di Ashley, spiccano quelle caricatissime di Emily Hampshire (una donna la cui resting bitch face fa il paio con un animo nero come la pece), quella di Jay Baruchel (il belino mollo per eccellenza, talmente odioso che il personaggio sarebbe calzato a pennello a Justin Long, ultimamente abbonato a questo genere di ruoli) e, soprattutto, quella di Enrico Colantoni nei panni di Bob. Ecco, quest'ultimo è, al momento, candidato come mio personaggio dell'anno. Bob è un essere abietto, l'emblema della banalità (stronza) del male, e mi spiace mi abbia ricordato tanto, almeno per l'aspetto, la bonanima di Bob Hoskins (anche se penso che si sarebbe divertito ad interpretarlo); ogni apparizione di Bob gela il sangue nelle vene e spinge a volersi alzare dalla poltrona per per tirare una ciabattata sul televisore, solo per non vedere più la sua sorridente, cortese faccia di merda. Anche solo per questo, spero che Humane ottenga vasta distribuzione in Italia, ché mi piacerebbe vedere un film simile al cinema, anche solo per essere testimoni delle reazioni dei miei storici compagni di horror. Se non dovesse succedere, date in qualche modo una chance a Caitlin Cronenberg. Magari il suo esordio non è stato eclatante come quello del fratello, ma la ragazza ha il cuore nel posto giusto, e rischia di dare delle soddisfazioni agli appassionati!
Sia Emily Hampshire, che interpreta Rachel York, che Sirena Gulamgaus, che interpreta sua figlia Mia, hanno partecipato alla serie Chapelwaite. Se Humane vi fosse piaciuto recuperate Silent Night e The Feast. ENJOY!
Ho il post in rampa di lancio anche dalle mie parte, posso leggerti tranquillo e mi ha fatto molto piacere che Caitlin Cronenberg si sia distinta da papà e dal fratello (che invece non si è smarcato) per trovare un suo stile. Il mio umorismo nero ringrazia si spera di poterlo vedere da qualche parte in sala prima o poi. Cheers!
RispondiEliminaLo spero davvero anche io, perché è divertentissimo e cattivo come piace a me!
EliminaNon sapevo ci fosse un'altra Cronenberg cineasta...
RispondiEliminaConsiderando quanto sia una famiglia interessante, vedrò di cercare questo suo esordio ;)
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi dopo la visione!
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