Trama: l'ambiguo Louis Cyphre chiede al detective Harry Angel di rintracciare un musicista scomparso. Il detective si ritroverà coinvolto in una strana storia a base di cadaveri e voodoo...
Angel Heart è una curiosa contaminazione tra noir e horror, pervaso, fin dalle prime sequenze, di un'aria non solo malinconica, ma anche "sporca". Protagonista è Harry Angel, uno dei detective cinematografici meno antipatici mai comparsi sullo schermo; Harry da l'idea di farsi i fatti suoi, nonostante la natura del lavoro che svolge, non è strafottente né minaccioso, al limite un po' piacione con le signorine che incontra durante le indagini. Un giorno viene incaricato da Louis Cyphre, un ambiguo riccone, di ritrovare il cantante Johnny Favourite, scomparso prima di saldare un debito proprio con Cyphre. Quella che si preannuncia come un'indagine di routine, diventerà nel giro di poco una discesa all'inferno costellata da testimoni uccisi in modo brutale, ulteriormente complicata da indizi sempre più evidenti legati alla magia nera e al voodoo, mentre la figura di Johnny Favourite si rivela assai più oscura rispetto a quella di un normale cantante. Non andrò avanti a ricamare sulla trama nel caso (probabile, chissà!) che chi legge non abbia mai visto Angel Heart, quindi parlerò un po' delle atmosfere del film. Come ho scritto all'inizio, Angel Heart è un ibrido. Ambientato negli anni '50, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, presenta lo stile tipico di un noir e ne conserva alcuni cliché a livello di personaggi (il detective, il committente dalla dubbia moralità, la femme fatale) e di ambienti metropolitani, tra fumosi bar, appartamenti squallidi e ancor più squallidi alberghi, ma questi elementi vengono arricchiti e resi inquietanti da qualcosa di completamente diverso dal noir. Harry Angel si muove in un mondo che sembra appartenere a una dimensione parallela alla nostra, governato da rituali inquietanti e superstizioni, in bilico tra iconografia cattolica e ciò che di misterioso si nasconde nelle campagne della Lousiana; le figure dei santi, le chiese e i gospel si mescolano ad immagini di feticci, al sangue di polli e galline, al ballo forsennato delle mambo, a qualcosa di talmente radicato nel territorio che un detective nato e cresciuto a New York non potrà mai capire fino in fondo.
La confusione e l'inquietudine di Harry Angel si trasmette allo spettatore grazie alla regia raffinata di Alan Parker, il cui stile elegante non evita sequenze di disgustosa potenza che includono dettagli di cadaveri seviziati nei modi più terribili, o visioni mistiche grondanti sangue. Anche in assenza di immagini esplicite, il disagio del personaggio si manifesta nel fastidio di un caldo perenne che sembra appiccicare gli abiti alla pelle di Mickey Rourke, mentre le inquadrature insistite di ventilatori neri come la pece richiamano l'idea di un'aria talmente soffocante che nemmeno gli strumenti inventati dall'uomo sono in grado di dare sollievo a chi è rimasto invischiato. Il tutto, giustamente, dà l'idea di una situazione da cui è impossibile uscire, e anche il tocco sensuale ed elegante di una colonna sonora jazz di tutto rispetto non fa altro che aumentare la sensazione di estraneità e disagio che sembra essere dominante nel personaggio di Harry Angel. Mickey Rourke, all'epoca, era uno degli attori più belli e carismatici in circolazione, l'anno prima era uscito Nove settimane e mezzo, quindi parliamo di un uomo che richiamava sensualità ad ogni gesto, in grado di conferire un fascino particolare al suo detective; le sequenze che lo vedono "interagire" con Lisa Bonet, all'epoca appena diciottenne, hanno fatto scandalo a ragione (a prescindere dai risvolti della trama, decisamente angoscianti) perché, benché non siano esplicite, sono MOLTO più realistiche e coinvolgenti di quelle di un banale porno, e si sa che in America bisogna sempre fare finta che il sesso non esista. Nelle mani di un altro regista, questa commistione tra noir, horror ed erotismo sarebbe probabilmente diventata un pasticcio di cui ridere, ma Alan Parker è riuscito a trovare un equilibrio miracoloso, e a far sì che De Niro, benché abbia uno screentime di una decina di minuti in tutto il film, diventasse una delle migliori incarnazioni cinematografiche del Demonio. Onestamente, non so perché Angel Heart non abbia avuto successo alla sua uscita, ma io l'ho già visto un paio di volte e ogni volta è una soddisfazione, anche conoscendo la trama, quindi ringrazio Arwen per avermelo chiesto e a voi consiglio la visione, se non avete mai avuto il piacere!
Del regista e sceneggiatore Alan Parker ho già parlato QUI. Mickey Rourke (Harry Angel), Robert De Niro (Louis Cyphre), Lisa Bonet (Epiphany Proudfoot), Charlotte Rampling (Margaret Krusemark) e Pruitt Taylor Vince (Detective Deimos) ho parlato ai rispettivi link.
Il ruolo di Harry Angel era stato offerto a Jack Nicholson, Al Pacino e persino a De Niro. Se Angel Heart - Ascensore per l'inferno vi fosse piaciuto recuperate Constantine e Seven. ENJOY!
Uno dei migliori horror che abbia mai visto, De Niro nei panni di Louis Cypher gigantesco.
RispondiEliminaCompare poco ma, quando lo fa, è agghiacciante! Grazie per avermi invogliata a riguardarlo.
EliminaCre3do abbia avuto poco successo perché non è un film immediato. Tuttavia se ti prende è capace di restarti attaccato. Sarà il caldo umido...
RispondiEliminaPuò darsi. Infatti meglio non guardarlo d'estate!
EliminaFilm che avevo in mente da un po' di rivedere e l'ho fatto giusto settimana scorsa anche se posso dire tranquillamente che è stata più una prima visione considerato che davvero non ricordavo niente e mi sono chiesta dove abbia trovato il coraggio questo regista di cui si parla davvero troppo poco. Ho letto quindi come te dell'intervento della censura e il film a tutt'oggi non ha perso la sua potenza.
RispondiEliminaSpoiler
L'amplesso in una casa che grondava sangue è tanta roba, i rituali che a me fanno sempre accapponare la pelle sono davvero grande cinema e Mickey Rourke mi ha ricordato che oltre un carisma personale è un bravo attore.
Le unghie di De Niro mi hanno schifato, posso dirlo?
Partiamo dalle unghie. Certo che puoi, anzi, condivido il tuo schifo.
EliminaE condivido anche il resto delle tue considerazioni. E' davvero un film atipico, anche per l'epoca. Ci vuole coraggio a realizzare una cosa così poco accattivante e commerciale, con soluzioni a dir poco ardite.
Rivisto da pochissimo per il podcast, micidiale, non solo un gran Noir ma anche un gran Horror, mai pià guardato le uova con gli stessi occhi. Cheers!
RispondiEliminaGià a me fa schifo l'uovo sodo. Quella scena mi fa accapponare la pelle.
EliminaVisto in gioventù e mai rivisto. Grande film, con un disagio che cresce lentamente. Non è facilissimo che un horror mi spaventi sul serio, ma le scene finali con il macchinario dell'ascensore in movimento, gli ingranaggi che ruotano e la discesa del protagonista sono, per me, una cosa da brividi anche se le immagini non hanno di per se nulla di particolare.
RispondiEliminaSecondo me quelle scene in particolare colpiscono perché danno proprio l'idea di un destino ineluttabile e nero come la pece. Un'anima destinata a marcire in qualche luogo umido e malsano.
EliminaUna vera e propria discesa all'inferno. Ti consiglio pure il libro che è ancora più efferate e blasfemo del film stesso.
RispondiEliminaGrazie del consiglio! Proverò a cercare qualche versione su kindle!
EliminaIo avevo letto prima il libro, una storia veramente inquietante e affascinante. Ricordo che leggevo il libro con in sottofondo sempre la musica di John Mayall o Dr. John che contribuivano a creare l’atmosfera. Il film che dire…un viaggio nell’abisso🔝
RispondiEliminaIl libro lo leggerò, prima o poi, sembra davvero molto intrigante!
Elimina