venerdì 8 novembre 2024

Alien - La clonazione (1997)

Con la Spooky Season ho un po' abbandonato la horror challenge (direi ormai fallita) di Letterboxd. Ricomincio oggi con Alien - La clonazione (Alien - Resurrection), diretto nel 1997 dal regista Jean-Pierre Jeunet e scelto dalla collezione video del creatore della challenge.


Trama: duecento anni dopo la sua morte, Ripley viene clonata ibridando cellule umane ed aliene. Assieme a un gruppo di mercenari, si ritrova nuovamente a dover affrontare gli xenomorfi...


Con Alien - La clonazione posso dire di avere finalmente completato il mio recupero della saga, anche se sono quasi sicura che avessi già visto questo film in passato. La cosa ironica è che i fan considerano la pellicola di Jeunet il punto più basso mai raggiunto dal franchise, mentre a me non è sembrata chissà quale aberrazione, così come gli altri non mi sono sembrati chissà quali capolavori, quindi questo non sarà un post disgustato. In Alien - La clonazione Ripley viene, per l'appunto, clonata dopo 200 anni dal sacrificio finale di Alien3. Il risultato è una protagonista assai diversa da quella a cui siamo abituati, un ibrido tra umano e alieno che, probabilmente, è alla ricerca del suo posto nel mondo, ma nel frattempo non si fa menare il belino da chi la ritiene un mostro o un giocattolo da sfruttare. E' una Ripley amara, selvatica e sensuale, ma anche capace di enormi slanci emotivi, con un piede nel mondo umano e l'altro in quello delle creature contro la quale si è scontrata per tutta la vita precedente; si vede che la sceneggiatura è stata scritta da Joss Whedon, perché i tratti di Ripley hanno qualcosa che ricorda Buffy all'inizio della sesta serie, quella che "vive all'inferno perché è stata cacciata dal Paradiso". Allo stesso modo, i comprimari della vicenda, quel mix di mercenari e pirati spaziali ingaggiati dai militari per il più orribile ed ingrato dei compiti, richiamano un po' Firefly e altre opere dello sceneggiatore, forse per questo mi sono sentita a casa guardando Alien - La clonazione (per quanto Whedon sia un uomo di merda, le sue opere televisive mi fanno l'effetto coperta di Linus). Un altro punto a favore della sceneggiatura è l'arrivo di quell'ibrido xenomorfo-umano che mi ha causato un sacco di sentimenti contrastanti, non tutti necessariamente negativi, tra i quali una profonda pena che, sul finale, ha eclissato l'istintivo disgusto provato davanti all'aspetto ben poco rassicurante e le tendenze mordaci della creatura. In realtà, i contrasti mi sono parsi un po' la cifra stilistica dell'opera, nella quale l'orrore va a braccetto con un erotismo mai così esplicito, la modernità degli equipaggiamenti con un gusto quasi gotico per le scenografie e gli oggetti, l'umorismo dei dialoghi con la serietà ingessata che li vede pronunciati.


A tal proposito, ho letto che Whedon si è sempre detto orripilato dal modo in cui è stata trattata la sua sceneggiatura. Non riesco ad immaginare, all'epoca, nulla di più distante tra l'umorismo tongue-in-cheek di Whedon e la natura plumbea del primo Jeunet, quindi la collisione tra mondi dev'essere stata inevitabile e, probabilmente, nelle mani di un altro regista sarebbe uscita fuori una roba completamente diversa, forse più bella, forse più sciocca, chi lo sa. A me, tutto sommato, lo scontro tra queste due anime non è dispiaciuto e sarei stata anche curiosa di capire come sarebbe potuta proseguire la saga, sulla Terra e con queste premesse, ma ormai quel tempo è passato, lo so bene. Anche a livello di regia, credo di avere apprezzato Alien - La clonazione più di Alien3, mi sono sicuramente annoiata meno: la sequenza acquatica è notevole, lo sfogo nel laboratorio anche, le interazioni queer tra Ripley, gli xenomorfi e Call sono una piacevolissima novità e anche quegli alieni lucidissimi, che sembrano ricoperti di latex, hanno incontrato il mio gusto. Inoltre, Alien - La clonazione (una volta tolto di mezzo Dan Hedaya, imbarazzante e fuori posto persino per me, che di Alien non capisco una mazza) è pieno di bellissime facce. A parte una Sigourney Weaver sempre più bella, ci sono un Ron Perlman in formissima, un Brad Dourif che fa quello che gli riesce meglio, ovvero il matto col botto, e Winona Ryder mi ha ricordato che, all'epoca, riusciva a recitare senza limitarsi a fare faccette stralunate. Anzi, il suo "sintetico" Call è forse quello a cui ho voluto più bene in tutta la saga, se non altro perché è l'unico che non me l'ha fatta fare sotto dalla paura quando meno me l'aspettavo, o forse perché è adorabilmente testardo e umano. Ma temo di essere in minoranza, quindi la smetto definitivamente qui e lascio Alien a chi se ne intende davvero!


Del regista Jean-Pierre Jeunet ho già parlato QUI. Sigourney Weaver (Ellen Ripley), Winona Ryder (Call), Dominique Pinon (Vriess), Ron Perlman (Johner), Michael Wincott (Elgyn), Dan Hedaya (Generale Perez), Brad Dourif (Gediman), Raymond Cruz (Distephano) e Leland Orser (Purvis) li trovate invece ai rispettivi link.


Gary Dourdan
, che interpreta Christie, ha partecipato a mille stagioni di CSI come Warrick Brown. Tra i registi che hanno rifiutato l'incombenza di dirigere il film ci sono David Cronenberg e Peter Jackson. Se Alien - La clonazione vi fosse piaciuto, recuperate AlienAliens - Scontro finale, Alien3Prometheus e Alien: CovenantENJOY!  

11 commenti:

  1. Ho sempre fiutato con sospetto i cultori settari di una saga che però pensano anche di avere l'esclusiva per commentare e recensire con puntualità e rigore, il mondo degli xenomorfi; per intenderci quelli che: "Ah no, è un Drone non un Guerriero!"; sono purtroppo la parte peggiore della fan base (e che ha indirizzato la saga nel suo percorso più banale - ed esaurito - lasciando abortire la mitologia cui Scott stava lavorando). In effetti, come avviene per ogni cosa, basta solo un po' di sensibilità e cuore per gustarci questo franchise; neanche lo sguardo ("l'essenziale è invisibile agli occhi") per raccontarci ed emozionarci di questo universo alieno e maledettamente umano che appartiene a tutti coloro che lo amano e l'adorano, purché questo sentimento non si faccia sermone paternalista e rimbrotto verso i neofiti che hanno altrettanto diritto di parlarne. L'Alien di Scott è stato un horror originalissimo nell'ambientazione quanto ortodosso nella grammatica slasher; è figlio del suo tempo (i Settanta) quando l'uomo, colonizzato l'ecumene, ha smesso di temere il mistero fitto dei boschi (quei boschi che sono il richiamo, rifugio e appartenenza di tutte le Thomasin e donne della comunità) per andare a guardare - sempre con orrore e fascino - oltre: verso lo spazio nero, inesplorato e muto. Cameron ha diretto invece un adrenalinico action movie che guarda con ironia e gioca a prendere per il culo gli anni Ottanta e la sua società edonista muscolare e maschilista (tutte le migliori pellicole di quel periodo fanno il verso e smontano quel modello di società: il primo Rambo, il primo Conan, il primo Predator e, in maniera più sottile, anche il primo Terminator). L'Alien di Fincher arriva dopo la sbornia degli Ottanta, è così cupo e nichilista; avrebbe potuto essere l'opera migliore della saga, purtroppo sappiamo come è andata, un non finito (purtroppo non michelangiolesca) incoerente e confuso. Il lavoro di Jeunet è invece il più coraggioso, un collage alla Max Ernst che mette in discussione le convenzioni, una certa estetica della saga così come conosciuta sino ad allora; ancora, stravagante e pieno di libertà espressiva: insomma, l'esatto opposto di Romulus - un ritorno alle origini purtroppo senza particolare forza ed originalità. Ad ogni modo ce n'è per chiunque, ad ognuno il suo Alien!

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    1. Ad ognuno il suo, certo! E' stato comunque un viaggio interessante e sono contenta di averlo intrapreso. Anche perché, alla fine, non sono stata uccisa dallo xenomorfo, il che non si può dire per molti dei protagonisti della saga!

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  2. Ha dentro tantissime trovate e nomi coinvolti che, in teoria, dovrebbe essere il mio preferito della saga, canestro al primo colpo di zia Sig compreso, in pratica purtroppo è un po' scollato tra le parti che lo compongono, Whedon ne ha preso le distanze e soprattutto mi dispiace che abbia azzoppato per sempre la carriera di Jeunet. Cheers!

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    1. Diciamo che Whedon è simpatico come una scopa in culo e (adesso mi ucciderai) io sono tra quelli a cui Amelie è piaciuto! Sul resto della carriera di Jeunet non mi pronuncio, ahilui.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Amélie piace molto pure a me, non sentirti sola 😅 per il resto, da non-fan di Alien, questo capitolo così pasticciato l'ho sempre trovato divertentissimo 😬

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    1. Sei uno dei pochi uomini che lo apprezza!
      Ma sì, anche io mi sono divertita, sicuramente più che con Alien3!

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  5. Io appartengo alle schiere che considerano questo film il punto più basso della saga, per quanto apprezzassi la scena acquatica (nuotare in mezzo agli alieni, e che vuoi che sia...). Sempre avuto un debole per gli abissi.
    Ma... il fatto che Ripley conservi la memoria nonostante sia un clone e che la spiegazione fornitaci sia: "be', perché sì, stic@zzi," già mi aveva fatto cadere le braccia. Per poter fare paragoni (e stabilire chi vince la gara per il podio del peggio) con Prometheus o Covenant o Alien 3 dovrei rivederlo e proprio non mi va.
    Di tutta la saga, i film davvero belli per me sono soltanto i primi due.

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    1. Beh, d'altronde Whedon è Whedon e noi non siamo ecc.!
      Comunque, con la saga ancora fresca in mente, sono d'accordo con te sul giudizio finale, anche se non ho rivisto di recente Prometheus e Covenant.

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  6. Non come gli altri, ma Alien è sempre Alien!

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