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venerdì 22 marzo 2019

Escape Room (2019)

Spinta da un trailer intrigante, non potevo evitare la visione di Escape Room, diretto dal regista Asam Robitel.



Trama: un eterogeneo gruppo di persone riceve un misterioso rompicapo che, una volta risolto, consegna l'invito per una escape room esclusiva. Poiché il premio in caso di vittoria è sostanzioso, gli invitati accettano la sfida ma si ritroveranno a lottare per sopravvivere all'interno di stanze sempre più pericolose...


Alzi la mano chi non ha mai avuto voglia di cimentarsi in una escape room! Per chi non sapesse di cosa sto parlando, le escape room sono dei giochi di ruolo dal vivo dove le persone vengono chiuse in una stanza (di solito a tema) e hanno un tempo limite per risolvere degli enigmi e uscirne, come viene ben spiegato all'inizio del film dal nerd del gruppo. Se pensate che una cosa simile, oltre ad essere sicuramente divertente, potrebbe risultare ansiogena e claustrofobica per gli utenti più sensibili, probabilmente avrete già capito che gli sceneggiatori di Escape Room hanno ricamato molto su queste due sensazioni e trasformato un innocuo passatempo assai di moda in un incubo dal quale è quasi impossibile uscire. I pregi di Escape Room risiedono non tanto nella trama, benché la ricerca di eventuali indizi per fuggire riesca a coinvolgere lo spettatore e a mettere in moto le sue cellule cerebrali, quanto piuttosto nella fantasia con la quale vengono messe in piedi le peggiori prove ai danni dei concorrenti, soprattutto a livello di scenografia ed effetti speciali. Senza troppi spoiler, i protagonisti si trovano davanti cinque prove diverse, sempre più letali ed impossibili da affrontare, mentre cercano ovviamente di capire chi possa avere deciso di convocarli e sottoporli a torture così inumane; vi avverto, la risoluzione finale è quanto più banale possibile, mutuata da una decina di altri horror a tema "gente infilata in situazioni assurde senza un perché e spiati da telecamere", inoltre offre furbescamente il fianco a possibili, infiniti sequel o addirittura prequel, ma è abbastanza ironica e cupa da non vanificare totalmente quanto è stato mostrato in precedenza, ovvero spicchi di alta tensione più o meno efficaci.


Dopo un inizio che omaggia Hellraiser, il film si snoda in micro-episodi sempre più al cardiopalma, all'interno dei quali conta moltissimo l'efficacia delle scenografie. Particolarmente riuscita, dal mio punto di vista, la dettagliatissima sala da biliardo ribaltata che crea un senso di stordimento ancora maggiore, all'interno della quale ogni complemento d'arredo rappresenta potenzialmente pericolo o salvezza per gli occupanti; se soffrite un minimo di vertigini come la sottoscritta patirete più questa di tutte le altre "stanze" ma anche l'escape room che funge da introduzione al film (anche lì, un trionfo di montaggio e scenografie particolareggiate quasi quanto quelle immagini statiche all'interno delle quali trovare una marea di oggetti nascosti) non è male e sicuramente dispone lo spettatore nello stato d'animo adatto per affrontare il resto della pellicola. Particolarmente apprezzabile, stavolta, è anche il cast, composto da attori non troppo famosi ma comunque espressivi, interpreti di personaggi con un minimo di background e nemmeno troppo bidimensionali. Certo, scommettere su chi sopravviverà all'ordalia è di una facilità estrema, meno facile, in mezzo a tutti questi volti semi-noti, capire l'ordine in cui se ne andranno. Su tutti, comunque, spicca la bella Deborah Ann Woll, protagonista di una delle sequenze più fisiche ed ansiogene del film e di uno sforzo muscolare che avrebbe meritato il plauso di Daredevil. C'è poco altro da dire, in verità, su questo Escape Room, film indubbiamente poco innovativo ma anche perfetto per il divertimento di una sera, su grande o piccolo schermo. I grossi calibri dell'horror devono ancora arrivare e io non vedo l'ora!!


Di Logan Miller (Ben Miller), Tyler Labine (Mike Nolan) e Deborah Ann Woll (Amanda Harper) ho parlato ai rispettivi link.

Adam Robitel è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come The Taking e Insidious: L'ultima chiave. Anche attore, sceneggiatore e produttore, ha 41 anni.


Taylor Russell, che interpreta Zoey Davis, aveva partecipato assieme a Logan Miller a Prima di domani. Alla faccia della fantasia, nel 2017 sono usciti altri due horror a tema, con lo stesso titolo, QUESTO con Skeet Ulrich, mai arrivato in Italia, e QUESTO, che dovrebbe uscire a metà maggio in DVD e Blu-Ray sotto l'etichetta Midnight Factory. Detto questo, se Escape Room vi fosse piaciuto recuperate Cube - Il cubo, i suoi due sequel e almeno il primo Saw. ENJOY!

venerdì 9 novembre 2012

Catch.44 (2012)

Per curiosità e per amore verso Bruce Willis in questi giorni ho guardato Catch.44, film diretto dal regista Aaron Harvey e non ancora approdato nei lidi italici. Meno male, aggiungerei, perché la pellicola in questione è talmente inutile che non riuscirò neppure a scrivere una recensione di lunghezza standard.


Trama: tre ragazze vengono mandate in un diner dal loro boss, per capire chi sta facendo il furbo con una partita di droga. Lavoro semplice? Seh, come no…


Catch.44 è una tarantinata fuori tempo massimo, con un soggetto risibile sceneggiato coi piedi e una regia furbetta che sa tanto di già visto. Non so se i realizzatori hanno riguardato il film prima di distribuirlo, ma giuro che si fa fatica a seguirlo da tanto la storia è basata sul nulla e appesantita da inutili salti temporali che, lungi dal chiarire la trama o arricchirla, sembra davvero siano stati messi lì a caso giusto per allungare il brodo. Diciamo che se si fossero limitati a seguire l’idea di un gruppetto di ragazze criminali che vengono punite per aver scazzato un vecchio lavoro sarebbe potuto uscire qualcosa di quantomeno dignitoso, il problema è che i realizzatori non hanno voluto solo omaggiare lo stile di Tarantino, ma hanno deciso di scopiazzare un po’ anche i Coen aggiungendo quel pizzico di grottesco tipico dei film dei due fratellini, costringendo così lo spettatore ad affrontare un improbabile guardia del corpo/serial killer innamorato di una delle tre sgallettate, pessimamente interpretato da un Forest Whitaker a dir poco imbarazzante. Mai imbarazzante comunque, e mi si spezza il cuore a dirlo, quanto Bruce Willis, imbiondito, invecchiato, imbolsito e costretto a recitare in uno dei ruoli peggiori della sua carriera, un ridicolo boss da operetta ghiotto di noccioline e dispensatore di noiosissime “parabole” a sfondo country.


Cosa salvare dunque di questa roba? Eh beh, la regia, per quanto “di maniera”, non è male. Fosse solo per la confezione il film meriterebbe sufficienza piena, con i fermo immagine che introducono i personaggi assieme al loro nome scritto sullo schermo, la pellicola che, durante i flashback, sembra sgranarsi e tornare indietro, un generoso dispendio di sangue e una fotografia nitida. Da buon emulo del filone tarantiniano questo Catch .44 cura molto anche la colonna sonora, che regala la sequenza migliore di tutta la pellicola quando le ragazze in macchina si mettono ad ascoltare nientemeno che quella Respect Yourself cantata in tempi non sospetti da un giovane Bruce Willis che utilizzava il nome d’arte “Bruno” (tutto vero e posso confermarlo, visto che ero riuscita a procurarmi la cassettina all’epoca!). Questi pochi pregi, comunque, non salvano Catch .44 dall’ignominia e dal beccarsi un Oscar per il peggior stallo finale tra personaggi che si puntano vicendevolmente la pistola addosso, roba da mettersi davvero le mani nei capelli. Evitate, gente, evitate! 


Di Malin Akerman (Tes), Bruce Willis (Mel) e Brad Dourif (lo sceriffo Connors) ho già parlato nei rispettivi link.

Aaron Harvey è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha già diretto un altro film, l’horror The Evil Woods. Anche produttore, ha 32 anni e di lui non si trovano foto!


Nikki Reed (vero nome Nicole Houston Reed) interpreta Kara. Americana, ha partecipato a tutti i film dedicati a Twilight e alla serie The O.C. Anche sceneggiatrice e produttrice, ha 24 anni e cinque film in uscita.


Deborah Anne Woll interpreta Dawn. Americana, ha partecipato a film come Mother’s Day e Ruby Sparks, oltre a serie come E.R. – medici in prima linea, CSI: Scena del crimine, My Name is Earl e True Blood. Ha 27 anni e tre film in uscita. 


Forest Whitaker interpreta Ronny. Americano, lo ricordo per film come Il colore dei soldi, Platoon, Ultracorpi – L’invasione continua, Specie mortale, Phenomenon, Gost Dog – Il codice del samurai e Panic Room; ha anche partecipato alle serie E.R. – medici in prima linea e Criminal Minds, oltre ad aver doppiato episodi di American Dad!. Vincitore di un Oscar come miglior attore protagonista, anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 51 anni e nove film in uscita.


Shea Whigham (vero nome Franklin Shea Whigham Junior) interpreta Billy. Americano, ha partecipato a film come Fast & Furious – Solo parti originali, Machete, This Must Be the Place, Le belve e a serie come E.R. – Medici in prima linea, Lie To Me, Numb3rs e Medium. Ha 43 anni e un film in uscita.


Francamente, non saprei cosa consigliarvi dopo aver visto questa bruttura, ma per “sciacquarvi il cervello” un bel Pulp Fiction ci sta sempre bene, diffidate dalle imitazioni! ENJOY!


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