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martedì 18 ottobre 2016

Yoga Hosers (2016)

La passione per il cinema mi ha portata a conoscere proprio delle brave persone. Prendete per esempio Lucia, Silvia, Germano e Andrea. Sono talmente dolci che mi hanno permesso di guardare per prima Yoga Hosers, il nuovo film di Kevin Smith. "No, ma noi non riusciremmo mai a parlarne come faresti tu" "Ti vogliamo bene, Bolla" "Meriteresti di lavorare per Fangoria!!" "Bolla, sei anche molto ma molto ma molto gnocca... gnocca MILLE VOLTE!!". Che brave persone, dicevo. Mortacci loro, eh. Col cuore.


Trama: Colleen e Colleen sono due sedicenni canadesi, commesse in un supermercato e aspiranti cantanti, perennemente connesse ai cellulari. La loro vita apparentemente perfetta prende una strana piega quando le persone attorno a loro cominciano a morire per mano di un branco di bratzis (wurstel nazisti) nascosti proprio nel supermercato...



C'era una volta Kevin Smith, più precisamente c'era nel 1994. A 24 anni Kevin Smith girava Clerks, uno di quei film che si amano o si odiano, e veniva consacrato a genio cinematografico indipendente, massima espressione della cultura grunge, sboccata e "vuota" tipica dell'america di quei tempi. Pur non avendo mai utilizzato la parola "genio" in relazione a Kevin Smith, posso dire di avere adorato sia Clerks sia i meno riusciti Generazione X e In cerca di Amy proprio per la natura prolissa e "lazy" di quelle opere, specchio di un'umanità che si lascia vivere parlando di nulla, senza prospettive reali per il futuro, i cui più alti esponenti sono ovviamente i fancazzisti drogati Jay e Silent Bob, diventati giustamente personaggi di culto. Pur non essendo una "studiosa" di Smith credo che buona parte della riuscita di quei film risiedesse nel fatto che il regista stesse di fatto VIVENDO le situazioni riportate nei suoi film e condividesse con i suoi personaggi problemi, vezzi, stupidera ed età anagrafica e lo stesso vale per Clerks II, girato dieci anni dopo il capostipite e virato leggermente più sul demenziale ma comunque popolato da figure "realistiche", alle prese con altri aspetti della vita tipici dei trentenni. Dogma era un'altra cosa, un horror nerd irriverente ma fino a un certo punto, finito sulla bocca di tutti per la solita, ignorantissima scomunica di alcuni esponenti della Chiesa cattolica che, probabilmente, non lo hanno neppure guardato e mi si dice che anche Red State fosse un horror molto bello. Poi, a un certo punto è successo che Kevin Smith si è dato ai podcast, alla droga abbondante e alle cazzate, si è fissato col Canada e si è fatto venire in mente di creare una "trilogia canadese". Il primo film inseribile in questa trilogia ideale è Tusk, un ibrido tra horror e commedia che si prende troppo sul serio per non risultare ridicolo, il secondo è questo Yoga Hosers, dichiaratamente creato per un pubblico di adolescenti (al punto che lo stesso Smith si è battuto per fargli avere un visto censura PG-13). Che rispetto a Tusk è tanta roba ma presenta un piccolissimo problema: Kevin Smith ormai ha 46 anni e non è in grado di rappresentare in modo credibile l'universo della figlia Harley Quinn, né di mettere in bocca a lei e all'amichetta Lily-Rose dialoghi divertenti, non banali e soprattutto non stupidi.


La trama di Yoga Hosers prende infatti il via solo dal momento in cui le protagoniste si ritrovano a dover affrontare i cosiddetti bratzis (cloni mal riusciti di un kapò nazista fatti per l'appunto di carni suine, è tutto vero purtroppo), mentre prima Smith si da alla commedia generazionale senza capirci un belino, al punto che sembra di vedere uno di quei comici di Colorado che parodiano i "giovani d'oggi", risultando soltanto ridicoli. La critica verso la mancanza di valori degli adolescenti moderni, se critica vuol essere e non semplicemente un tentativo di far divertire la figlia e l'amichetta, cade nel vuoto e si perde in un trionfo di volgarità gratuite, stupidere assortite, chat on line, urletti, canzoncine, esibizioni gratuite d'ignoranza e banalità della peggior specie: come cantano gli Ex Otago, "i giovani d'oggi non valgono un cazzo" ma in realtà siamo noi che non li capiamo perché le loro non-conoscenze sono fondamentali. Quindi, le Colleens diventano indispensabili per salvare il mondo dai bratwurst nazisti, perché sono sempre attaccate al cellulare, leggono riviste di gossip al limite del ridicolo e possiedono la capacità di andare su internet e, ancora meglio, fare foto con lo smartphone. L'unica parte divertente della trama, ché i bratzis, il capoccia nazista che imita le voci di figure iconiche del cinema e della tv americani e il ritorno inopportuno del detective Guy LaPointe, uniti alla presa in giro dei modi di essere canadesi, mi hanno intristita oltremodo, è il flashback durante il quale viene raccontato l'affermarsi di un partito nazista canadese formato da dieci elementi e di un piano per cacciare gli ebrei dal Canada che avrebbe figurato degnamente ne La guerra lampo dei Fratelli Marx, il resto è una roba abbastanza demenziale che deve necessariamente sperare nella buona disposizione d'animo dello spettatore. In generale, vi ricordo che assistere alle lezioni di uno scoppiato chiamato Yogi Bayer oppure vedere due ragazzine che sconfiggono a colpi di posizioni yoga un branco di mostriciattoli è sempre e comunque meglio di un racconto tra il serio e il faceto in cui un tizio decide di trasformarne un altro in tricheco, eh.

Da tricheco a maestro di yoga è un attimo.
Quindi, appurato che la trama è un mero pretesto per far sì che Kevin Smith possa continuare a girare film senza metterci troppo impegno cerebrale e soprattutto senza smettere di mungere l'incredibilmente grassa vacca dei suoi podcast e dei fan che non ne hanno mai abbastanza di ascoltarlo sproloquiare, c'è qualcosa di visivamente bello e/o meritevole di menzione in Yoga Hosers? Beh, come ho detto, è palese che la figlia del regista e quella di Johnny Depp si siano divertite a recitare e cantare nel film, l'affiatamento tra le due c'è ed è innegabile. Il problema è che, come diceva Alessandra, la bella Lily-Rose compare già nelle grandi città europee effigiata in giganteschi poster che pubblicizzano profumi, mentre Harley Quinn Smith, oltre ad essere condannata da un nome imbecille (è come se io chiamassi mia figlia Lady Oscar. Lady Oscar Bolla. Pensateci), ha preso il nasone della madre e la stazza del padre, oltre alla finezza di uno scaricatore di porto, quindi diciamo che se non ci penserà Kevin Smith ad infilarla in qualche film creato ad hoc le converrà inventarsi un'altra carriera. Lo stesso vale per Haley Joel Osment, ex bambino prodigio che probabilmente Smith avrà pagato promettendogli i wurstel avanzati al reparto effetti speciali, mentre Johnny Depp, nonostante continui a sputtanarsi con un personaggio che non farebbe ridere neppure chi venera i film dei Vanzina e Zalone, continuerà sempre ad essere considerato un figo nonché uno degli attori migliori in circolazione quindi avrà la carriera assicurata almeno finché non si ucciderà in un parossismo di autodistruzione. Attori a parte, ciò che invece non manca a Smith è un ottimo reparto tecnico: come già accaduto con Tusk, dove il risultato finale dell'uomo tricheco era genuinamente impressionante, anche in Yoga Hosers il giocatore di hockey composto da parti di cadavere è davvero ben fatto e se il regista avesse scelto di girare qualcosa di più splatter e serio, invece di concentrarsi sull'attacco di wurstel dall'accento tedesco (orridi, amatoriali anche per quanto riguarda la realizzazione, e pensare che il supervisore degli FX è Robert Kurtzman...), probabilmente avremmo avuto un horror di cui parlare negli anni a venire. Oddio, se ne può parlare anche adesso, ma solo per ricoprirlo di insulti... nell'attesa che esca Moose Jaws, “come Lo squalo ma con gli alci”. E l'attesissimo ritorno delle Colleens, non dimentichiamocelo. Tanto sapete che io sarò qui a recensirlo per voi.


Del regista e sceneggiatore Kevin Smith, che presta anche volto e voce ai bratzis, ho già parlato QUI. Harley Quinn Smith (Colleen McKenzie), Adam Brody (Ichabod), Ashley Greene (mamma 'Peg), Jennifer Schwalbach Smith (Miss McKenzie), Justin Long (Yogi Bayer), Natasha Lyonne (Tabitha), Genesis Rodriguez (Ms. Wicklund), Haley Joel Osment (Adrien Arcand), Johnny Depp (Guy LaPointe) e Jason Mewes (un poliziotto) li trovate invece ai rispettivi link.

Lily-Rose Depp interpreta Colleen Collette. Francese, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis, ha partecipato a film come Tusk e, sempre col ruolo di Colleen, dovrebbe tornare nell'imminente Moose Jaws. Ha 16 anni.


Tra gli attori già comparsi in Tusk e precettati per Moose Jaws c'è Harley Morenstein (creatore del canale Youtube Epic Meal Time, vi invito a leggere QUI per capire la porcata totale, nel film interpreta il cosiddetto "Toilet Paper Man") mentre l'altro figlio di Johnny Depp e Vanessa Paradis (che compare nel film nei panni di Miss Maurice), "Jack" John Christopher Depp III, è il mocciosetto che mostra il dito alle due commesse dopo aver imitato la mucca di mare. Per la cronaca, in segno di amicizia nei confronti di Kevin Smith compare anche un catanannissimo Stan Lee al call center della polizia. Il regista si è invece ritrovato a vestire i panni di tutti i mostri presenti nel film perché Jason Mewes è claustrofobico e non è riuscito neppure a superare i primi test di make up mentre (occhio, qui si ride!) il manager di Haley Joel Osment ha preferito che il suo pupillo non fosse costretto a partecipare al film in un ruolo così poco riconoscibile e svilente come quello del mostro; è andata meglio a Michael Parks il quale, essendo malato, non è finito a recitare nei panni di Andronicus Arcaine, lasciando così la patata bollente a Ralph Garman. Come ho detto nel post, Yoga Hosers fa parte della cosiddetta trilogia canadese quindi, se vi fosse piaciuto, nell'attesa che esca Moose Jaws nel 2017 recuperate Tusk e aggiungete Clerks e Clerks II. ENJOY!

sabato 11 agosto 2012

Clerks II (2006)

L’operazione “ViewAskew” è finita e sono riuscita a guardare anche Clerks II, diretto nel 2006 dal regista Kevin Smith.


Trama: a causa di un incendio che ha distrutto il supermercato, Dante e Randal si ritrovano trentenni e commessi presso il fast food Mooby’s. Certo, Dante è in procinto di sposarsi e scappare così dal New Jersey… ma non crederete mica che sarà così facile per lui!


Se con Clerks Kevin Smith decideva di raccontarci le vicende dei “suoi” vent’anni, dieci anni dopo arriva Clerks II a raccontarci l’esperienza dei suoi trenta. Le cose non sono poi così cambiate, a ben vedere: Dante e Randal sono sempre alle prese con un lavoro insoddisfacente che li classifica inevitabilmente come perdenti, il primo sta per sposarsi ma l’indecisione e l’incertezza sono, come sempre, gli unici punti fermi della sua vita (Randal invece non è cambiato di una virgola in dieci anni!), Jay e Silent Bob si sono disintossicati ma continuano la loro carriera di fancazzisti/spacciatori a tempo perso e il New Jersey è sempre popolato da personaggi al limite della demenza. Kevin Smith riprende così il racconto di formazione di Clerks da dove lo aveva lasciato, con i personaggi che, fondamentalmente, non hanno imparato nulla dalle esperienze pregresse, come spesso accade nella vita reale e come, probabilmente, è successo a lui. Quindi pone la domanda fatidica: ma esiste qualcosa in grado di smuoverci davvero, di costringerci a prendere il controllo delle nostre vite e metterci finalmente su un binario che possa portarci non dico al successo e alla felicità eterna, ma almeno alla soddisfazione? Beh, ovviamente non vi rovinerò il gusto di scoprirlo, ma sappiate che questo qualcosa esiste, almeno secondo Kevin Smith, ed è qualcosa di fondamentale e indispensabile, tanto quanto lo è una solida e sgangherata amicizia.

I'll fuck me.. I'll fuck me hard! XD
La recensione sta diventando però troppo seria e non rispetta lo spirito di Clerks II. Bando ai significati profondi, quindi, e parliamo di come questo sequel sia sicuramente meno cool e fondamentale del capostipite ma mille volte più esilarante e assurdo. Innanzitutto, inutile dirlo, dopo il successo ottenuto con i film precedenti Jay & Silent Bob hanno assunto il ruolo di spalle d’eccellenza e si profondono in numeri d’alta scuola come il dialogo sulla Bibbia, la “parodia” de Il silenzio degli innocenti o il geniale confronto finale in cui Jay accusa Bobbyno di essere praticamente un inutile muto. Nonostante queste loro performance, comunque, il duo non riesce a battere quella che, a mio avviso, è la coppia più geniale del film, ovvero la premiata ditta Randal/Elias: mettete insieme un cinico bastardo che odia tutto e tutti e un ragazzetto nerd senza nessuna esperienza di vita e farete così la conoscenza di Pillowpants, il famigerato “pussy troll”, oppure verrete a sapere qual è l’opinione di Kevin Smith sulla trilogia de Il signore degli anelli. A completare il quadro, aggiungo anche raffinati momenti dedicati all’”interspecies erotica” e un esilarante momento musical sulle note di ABC dei Jackson Five.

One ring to rule them all...!
A fronte di tutto questo, però, non saprei dirvi se ho preferito Clerks o Clerks II. Il primo è comunque pregno di un’atmosfera quasi vintage e di sicuro molto particolare, è in qualche modo più grezzo ma per questo anche più potente. Questo secondo capitolo si avvicina di più allo spirito moderno di Kevin Smith e probabilmente si fissa meno nella memoria dello spettatore, però è assolutamente divertente e a tratti incredibilmente commovente e coinvolgente, tanto che verrebbe quasi voglia di abbracciare Dante per tutti gli sbagli che rischia di fare ogni volta. Riflettendoci, però, Clerks II è anche troppo ottimista e facilone, soprattutto sul finale, come se ci fosse una sorta di deus ex machina in grado di cancellare tutti i problemi dei protagonisti regalando loro l’happy ending, mentre Clerks si concludeva con un bel “nulla di fatto” che lo rendeva molto più realistico. La mia preferenza andrebbe dunque alla pellicola del 1994, ciò non toglie che Clerks II è un film che consiglio spassionatamente.

Ci rivediamo a 40 anni, ragazzi! <3
Del regista Kevin Smith (che interpreta anche Silent Bob) ho già parlato qui, Jason Mewes (Jay), Brian O’Halloran (Dante), Jeff Anderson (Randal), Rosario Dawson (Becky), Ben Affleck (il cliente che si lamenta perché Dante ed Emma si baciano dietro il bancone) e il meraviglioso Jason Lee (Lance Dowds,  ruolo che era stato proposto a Matt Damon) li trovate ai rispettivi link.

Jennifer Schwalbach Smith interpreta Emma (e avrebbe interpretato Becky se Rosario Dawson avesse rifiutato la parte). Moglie di Kevin Smith sin dal 1999, ha partecipato ai film Jay & Silent Bob… fermate Hollywood!, Jersey Girl, Zack & Myri – Amore a… primo sesso e Red Estate. Anche produttrice e regista, ha 41 anni.


Kevin Weisman interpreta il fanatico degli Hobbit. Entrato di diritto nel mio personale olimpo di idoli per aver interpretato il meraviglioso Marshall della serie Alias, ha partecipato anche a film come The Rock, Fuori in 60 secondi e alle serie E.R. – Medici in prima linea, Roswell, Jarod il camaleonte, X – Files, Buffy l’ammazzavampiri, Streghe, Ghost Whisperer, CSI: NY, Numb3rs, CSI: Miami e CSI: Scena del crimine. Anche produttore, ha 42 anni e un film in uscita. 


Tra gli altri interpreti segnalo anche l’ormai storico Ethan Suplee nei panni del ragazzo che va a comprare la droga da Jay e Silent Bob, mentre la ragazzina che saluta Dante dalla finestra altri non è che Harley Quinn Smith, la figlia del regista. Nel cast avrebbe dovuto esserci anche Alec Baldwin nei panni del padre di Randal (e questa è davvero una scena che avrei voluto vedere!), mentre per il ruolo di Becky si era pensato anche a Bryce Dallas Howard e Liv Tyler. Se, dopo avere visto Clerks e Clerks II, volete continuare la vostra visita nel “ViewAskewniverse”, vi consiglio di vedere nell’ordine Generazione X, In cerca di Amy, Dogma e Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood!, oppure l’effimera serie animata Clerks (solo 6 episodi!). ENJOY!


giovedì 2 agosto 2012

Clerks - Commessi (1994)

Poiché l’estate porta desiderio di fancazzismo e di discussioni oziose con gli amici, in questi giorni mi sono riguardata Clerks – Commessi (Clerks.), diretto da Kevin Smith nel 1994.


Trama: Dante e Randal sono due commessi alle prese con un giorno di ordinaria follia, costretti a barcamenarsi tra problemi personali, clienti pittoreschi, partite di hokey e fidanzate.


Clerks rientra a buon diritto nella ridda di film che adoro, e che ogni appassionato di cinema dovrebbe vedere. Lungi da essere uno dei capolavori della settima arte, è sicuramente però IL capolavoro di Kevin Smith e di tutta una poetica cinematografica che, all’epoca, faceva capo (magari involontariamente) a Quentin Tarantino: film verbosi, scanditi da un ritmo “spezzato”, con una trama composta da tante piccole microstorie introdotte da titoli e didascalie. Laddove, però, Tarantino contaminava già i generi e guardava fuori dalla sua realtà come ogni buon nerd cinefilo che si rispetti, Smith decideva invece di immergersi negli squallidi quartierini del New Jersey dov’era cresciuto, offrendoci degli spaccati di vita all’apparenza superficiali ed assurdi ma in realtà assolutamente “naturali”. Alzi la mano, infatti, chi almeno una volta non ha avuto modo di sentirsi un po’ Randal o un po’ Dante, costretti ad una vita insoddisfacente, ad un lavoro odioso reso ancora peggiore dalla presenza di clienti che definire psicotici sarebbe poco, pieni di rimpianti per il passato e ancora incapaci di dare un senso al proprio futuro. In questo senso, Clerks è praticamente perfetto, perché Smith ha riprovato più volte a sdoganare lo stesso modello di film, soprattutto con quel Generazione X che adoro, ma il risultato è sempre stato simile ad una parodia della sua pellicola d’esordio, con personaggi sempre più assurdi che, fondamentalmente, parlavano di aria fritta senza comunicare alcun disagio sociale.


Avevo visto Clerks solo una volta tantissimo tempo fa, prima di riguardarlo per scriverci una recensione, e mi sono stupita nel constatare che rivederlo mi ha provocato le stesse sensazioni di allora, come se il film fosse un'opera completamente diversa da tutto ciò che è stato girato prima e dopo. L'anacronismo di vedere un film realizzato in bianco e nero negli anni '90, i dialoghi al fulmicotone fin dall'inizio, quando troviamo Dante addormentato nell' armadio (!!) e costretto ad andare al lavoro nel suo giorno di riposo, la moda grunge, Jay e Silent Bob che ballano e strepponano davanti al negozio, il primo cliente che riesce a scatenare una sommossa contro il povero impiegato, sono tutte cose che mi avevano catturata in una mattina d'estate e che, evidentemente, erano rimaste impresse a fuoco nella mia mente, perché anche riguardando Clerks dopo tanto tempo sono riuscita a "sentire odore di New Jersey". A questo, con gli anni, si è poi aggiunta la consapevolezza che, porca miseria!, la vita è veramente così, fatta di conversazioni assurde con i migliori amici (che, per quanto siano decerebrati, superficiali, cazzoni, alla fine saranno sempre lì a darti una mano, magari sbagliando ma volendoti bene), imprevisti incredibili, incomprensioni, scelte sbagliate, piccoli miracoli, aneddoti, ragazzi che danno della zoccola alle proprie ragazze (la palla di neve, Gesù!!) e ragazze che danno dell'idiota, misogino e decerebrato al proprio ragazzo. Alla fine della giornata, quello che importa è comunque riuscire ad andare avanti, provare a capirsi e crescere, anche se poco. Anche se poi, magari, tra dieci anni ci ritroveremo sempre nella stessa situazione, come ben saprà chi si è guardato Clerks II, che ho appena cominciato a vedere. Altro non dico, perché Clerks "nun va visto. Va vissuto". Se vi fiderete di me e arriverete ad amare Dante, Randal, Jay e Silent Bob come ho fatto io, potrò dire di aver mantenuto l'obiettivo che mi ero prefissata aprendo questo blog.

<3
Del regista Kevin Smith (che interpreta anche il divino Silent Bob) ho già parlato qui, mentre il suo degno compare Jay, ovvero Jason Mewes, lo trovate qua.

Brian O’ Halloran interpreta Dante. Americano, ha partecipato a film come Generazione X, In cerca di Amy, Dogma, Jay & Silent Bob… fermate Hollywood!, Clerks II, E venne il giorno, inoltre ha doppiato episodi delle serie animate Clerks e Pokemon. Ha 43 anni e un film in uscita.  


Jeff Anderson (vero nome Jefferey Allan Anderson) interpreta Randal. Americano, ha partecipato a film come Dogma, Jay & Silent Bob… fermate Hollywood!, Clerks II e Zack e Miri – Amore a… primo sesso, inoltre ha doppiato episodi della serie animata Clerks. Anche regista e sceneggiatore, ha 42 anni.


Il DVD del decimo anniversario, che poi è quello che ho io in casa, contiene tante scene tagliate ma molto interessanti  e, ahimé, anche un finale alternativo che spezza il cuore, perché un rapinatore spara al povero Dante dopo che Randal se n'è andato (scena seguita, dopo i titoli di coda, dall'arrivo di Kevin Smith che ruba un pacchetto di sigarette). Momenti scioccanti a parte, se Clerks vi fosse piaciuto non perdetevi Clerks II e gli altri film connessi al ViewAskewniverse, ovvero Generazione X, In cerca di Amy, Dogma e Jay & Silent Bob… fermate Hollywood! Inoltre, per dovere di completezza vi dico anche che del film esistono sia un pilot per un telefilm mai andato in onda e due spin - off animati, ovvero una serie di sei episodi e Clerks: The Lost Scene, che vi rivela cosa diamine abbia mai combinato Randal durante il pluricitato funerale di Julie Dwyer. ENJOY!

venerdì 13 maggio 2011

Scream 3 (2000)

Ed eccoci arrivati anche penultimo capitolo della saga dedicata a Ghostface: Scream 3, diretto nel 2000, sempre da Wes Craven. La parabola discendente è così completata, ma vediamo nel dettaglio.


Trama: sul set di Stab 3, l’ennesimo film tratto dai delitti di Woodsboro, cominciano a morire delle persone, e la cosa costringe la povera Sidney ad uscire dall’esilio forzato e ad affrontare un altro maniaco mascherato che vorrebbe attentare alla sua vita…



Scream 3 tocca davvero il punto più basso dell’intera saga: non c’è paura, non c’è suspance, non c’è ironia, non c’è neppure la curiosità di vedere colpo di scena finale con conseguente rivelazione dell’identità del killer, se proprio vogliamo essere sinceri. A tirare troppo la corda questa si strappa, e non basta introdurre la meraviglia tecnica del convertitore di voce, che questa volta è in grado persino di simulare le reali voci dei singoli personaggi, per fare un bel film. Scream 3 è una sorta di fiacco remake del secondo capitolo, che vorrebbe attirare lo spettatore con rivelazioni relative alla madre di Sidney, Maureen, insinuando addirittura il dubbio che il fantasma, questa volta, potrebbe essere vero e potrebbe addirittura essere lei; inoltre, la componente metacinematografica viene ulteriormente “caricata” perché, se in Scream 2 veniva introdotto il film Stab, questa volta il terzo capitolo viene ambientato proprio sul set di Stab 3, e le vittime sono proprio gli attori, che cadono come mosche seguendo l’ordine previsto dal copione.


Per quanto riguarda i punti di forza dei primi due capitoli di Scream, qui non ce n’è nemmeno uno. La scena iniziale è assurdamente fiacca e priva della tensione della storica introduzione del primo capitolo (anche se toglie di mezzo un personaggio inaspettato) e le morti che seguono non sono migliori, quasi tutte fuori campo o comunque molto sbrigative. Anche l’ironia che la faceva da padrone in Scream e Scream 2 qui viene condensata in qualche imbarazzante comparsata e battuta da avanspettacolo: la stessa presenza di Jay e Silent Bob (che peraltro adoro, non fraintendete…) è indice della tristezza a cui si sono ridotti Craven e gli sceneggiatori, ma il colpo più basso è probabilmente l’uso di un’icona sacra come Carrie Fisher per farle interpretare un’impiegatuccia che le somiglia e che “avrebbe dovuto essere la principessa Leila di Guerre Stellari, se solo quell’altra non le avesse soffiato il posto”. Ahah. Devo ridere? Mah. Certo, c’è da dire che tutti i difetti di Scream 3 sono quasi comprensibili, visto che in fondo il film è frutto di un ricatto. Infatti pare che Wes Craven sia stato praticamente costretto a girarlo per poter avere la possibilità di realizzare un film distante dalla sua usuale filmografia come La musica del cuore, un drammone musicale con Meryl Streep come protagonista. Comprensibile dunque il poco impegno, ma non per questo giustificabile. Speriamo che il quarto capitolo non sia ancora più brutto di questo.


Del regista Wes Craven (che compare anche qui in un cameo, stavolta nei panni di un visitatore degli studios), Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette ho già parlato qui, mentre il post su Liev Schreiber lo trovate qua. Di Lance Henricksen, che interpreta il produttore John Milton, invece, ho parlato qui.

Patrick Dempsey interpreta il detective Kincaid. La fama internazionale per questo attore è arrivata grazie alla serie Grey’s Anatomy, tuttavia aveva già partecipato prima a parecchi film, tra cui il geniale The Stuff – Il gelato che uccide e Virus letale, oltre che ad un episodio di Will & Grace. Originario del Maine, anche produttore e regista, ha 45 anni e un film in uscita.


Jenny McCarthy interpreta Kate. Ex modella e coniglietta di Playboy riciclatasi negli anni ’90 come attrice “comica” per programmi che passavano all’epoca su MTV come The Jenny McCarthy Show, ex fidanzata di Jim Carrey, tra i film a cui ha partecipato ricordo lo splendido Cosa fare a Denver quando sei morto e Scary Movie 3; ben di più le partecipazioni televisive, per serie come Baywatch, Quell’uragano di papà, Streghe, Perfetti… ma non troppo, Una pupa in libreria, My Name is Earl e Due uomini e mezzo. Americana, anche sceneggiatrice e produttrice, ha 39 anni.


Emily Mortimer interpreta Angelina Tyler. Attrice inglese, la ricordo per film come Spiriti nelle tenebre, Il Santo, Elizabeth, Notting Hill, Match Point, The Pink Panther – La pantera rosa, La pantera rosa 2 e Shutter Island, inoltre ha prestato la voce per il doppiaggio inglese de Il castello errante di Howl. Ha 40 anni e quattro film in uscita, tra cui l’Hugo Cabret di Scorsese e Cars 2.


Tra le guest star, oltre alla già citata Carrie Fisher, assieme alla premiata ditta Kevin Smith & Jason Mewes, ci sono anche il regista Roger Corman nei panni di un produttore ed Heather Matarazzo nei panni della sorella di Randy, Martha. Una marea di partecipazioni e una marea di finali: dopo miliardi di riscritture per evitare spoiler in rete, Craven ha girato anche una versione alternativa del finale, con l’unica differenza di Sydney che, prima di provare a colpire il killer, rimane per un po’ nascosta dietro a un mobile. Se siete arrivati a vedere Scream 3, probabilmente avrete visto anche i primi due episodi, in caso contrario cercateli, soprattutto il primo. Vi lascio con il trailer originale del film... ENJOY!!

domenica 3 gennaio 2010

Dogma (1999)

Esistono film che, una volta usciti, fanno giustamente discutere e, meno giustamente, vengono condannati dalla morale comune o da quella cristiana a prescindere, e alla fine censurati o comunque vietati. Dopo averlo visto per ben due volte, mi chiedo cosa possa aver spinto, all'epoca, l'opinione pubblica a demolire ed additare come sovversivo o blasfemo un film come Dogma (1999) di Kevin Smith, che è poco più di un simpatico e fumettistico divertissement.


La trama: Bethany, che lavora in un consultorio femminile, viene avvicinata dal Metatron, la voce di Dio, che cerca di convincerla ad impedire che due Angeli caduti, Loki e Barthleby, riescano a passare per la porta d'ingresso di una chiesa del New Jersey ed ottenere così l'indulgenza plenaria, ripulendosi dai loro peccati sfruttando il Dogma della Chiesa. Ad aiutarla contro un paio di demoni che vorrebbero aiutare i due ci sono Jay, Silent Bob, una delle Muse e il tredicesimo apostolo, Rufus.


Ora, rileggete la trama, già abbastanza complicata. Aggiungeteci demoni fatti letteralmente di merda, una discendenza di Gesù Cristo, cartoni animati assunti a nuovi vitelli d'oro, angeli ubriachi e fatti di marijuana, un Dio donna, un apostolo nero, un Cristo Compagnone simbolo del movimento Cattolicesimo Wow! e una musa spogliarellista, insieme a mille altre cose altrettanto "blasfeme" e vi sarete fatti un'idea del perché questo film non possa essere additato come peccaminoso, rivoluzionario o pericoloso per la Chiesa. Sono invenzioni volutamente estreme e goliardiche, nate dalla mente di un regista cresciuto leggendo fumetti, fumetti e ancora fumetti. Assolutamente nulla di quello che viene mostrato sullo schermo viene preso sul serio da Kevin Smith, che comincia il film con un'avvertenza in tal senso. Nessuna intenzione di offendere i credenti perché in fondo "Dio ha il senso dell'umorismo. Ha creato un animale stupido come l'Ornitorinco. E non si offendano gli estimatori dell'Ornitorinco, scherzavamo. Non è affatto stupido". Insomma, il furbone immaginava già come avrebbero reagito bigotti e puritani. E ci ha marciato sopra, infischiandosene, a ragione.


Il risultato non è uno dei migliori film di un regista che personalmente adoro. Alcune scene sono esilaranti, soprattutto quelle dove compaiono Jay e Silent Bob, non a caso infilati nel film in modo assolutamente pretestuoso e additati come "Profeti", ma anche l'interazione tra Dio e il Metatron, o i battibecchi tra i due angeli caduti sono geniali, così come l'invenzione del Cristo Compagnone, vera icona cult dell'intero film. Però il tutto è decisamente troppo prolisso, con personaggi che si perdono in lunghissime spiegazioni sui retroscena della vita in paradiso, sul passato di Gesù, sul futuro della povera Bethany che, come personaggio, è assolutamente privo di carisma: spende tre quarti buoni della pellicola senza capire nulla, con una faccetta che esprime un "E quindi...?" perennemente stampato in testa, e nell'altro quarto rimprovera i vari protagonisti. Anche la regia, di per sé, non è troppo soddisfacente. Alterna immagini squallide e al limite del dilettantesco, come gli attacchi dei tre demonietti con i rollerblades, decisamente imbarazzanti, a momenti epici come la scena della strage davanti alla Chiesa, e anche gli effetti speciali non sono dei migliori, basta solo pensare a come vengono rese le pudenda degli angeli, anche se il Golgotiano di merda è piuttosto bellino nel suo essere disgustoso.


Tornando poi al messaggio "blasfemo", in realtà gratta gratta questo film è assolutamente ottimista e molto religioso, nel senso più giusto del termine. Non rinnega la presenza di Dio né addita le persone che credono in lui (o lei?). Quello che traspare è una critica feroce contro la strumentalizzazione che viene fatta della Fede proprio da parte di coloro che dovrebbero renderla non più attuale o moderna ma più vera e spirituale, sviluppandone i concetti, le idee, i messaggi di speranza, e non le regole, i divieti, le imposizioni, assurdi da rispettare e a volte anche banali nella loro stupidità. Se lo spettatore è in grado di superare le baracconate e le battute, troverà che il senso del film è molto semplice, ingenuo e "sano": ognuno creda al Dio che vuole, e rispetti chi non la pensa come lui. Porti avanti le sue idee, confrontandosi con gli altri, senza chiudersi in quella che rischia di diventare una prigione di preconcetti. Un messaggio molto "natalizio", se vogliamo. Per un film che consiglio comunque, da vedere con occhio disincantato, perdonando qualche imperfezione.


Di Alan Rickman, che interpreta il geniale Metatron, ho già parlato qui. Tra gli interpreti figura anche la cantante Alanis Morissette, ma non vi dico in che ruolo, per non rovinare la sorpresa se non avete mai sentito parlare del film.

Kevin Smith è il regista della pellicola nonché interprete del geniale Silent Bob. Figlio della "cultura" grunge e baraccona del New Jersey anni '90, attore, scrittore, disegnatore di fumetti e comico, se volete apprezzarlo come regista guardate Clerks (e il suo seguito), Generazione X, In cerca di Amy, Jay & Silent Bob Strike Back. Ha 39 anni e tre film in uscita.


Jason Lee interpreta il demone Azrael. Ora lo conoscono tutti grazie al geniale telefilm My Name Is Earl, ma all'epoca lo conoscevamo davvero in pochi estimatori questo meraviglioso genio californiano. Potete ammirarlo (ho un debole per lui, e si vede) nel suo massimo splendore sicuramente in Generazione X, poi anche in In cerca di Amy, Nemico pubblico, nel particolarissimo Mumford, Heartbraker - Vizio di famiglia, Jay & Silent Bob Strike Back, Vanilla Sky, L'acchiappasogni, Clerks 2 e Alvin Superstar (con lo Squeakquel in arrivo XD), inoltre ha dato la voce ad un personaggio de Gli Incredibili. Ha 39 anni e cinque film in uscita.


Matt Damon interpreta Loki. A mio avviso attore molto sopravvalutato, nonostante abbia vinto l'oscar come sceneggiatore per il film Will Hunting, in questo film è però abbastanza piacevole e simpatico. Tra le sue pellicole ricordo L'uomo dei sogni, In cerca di Amy, L'uomo della pioggia, Will Hunting - Genio ribelle, Salvate il soldato Ryan, Il talento di Mr. Ripley, Ocean's Eleven (e seguiti), The Bourne Identity (e seguiti), I fratelli Grimm e l'incantevole strega, il mattonazzo Syriana e ha doppiato la versione inglese di Ponyo sulla scogliera. Ha partecipato anche ad un episodio di Will & Grace. Ha 39 anni e sei film in uscita, tra cui la nuova pellicola di Clint Eastwood, Invictus.

  
Ben Affleck interpreta Barthleby. Di coppia fissa con Matt Damon, perennemente sulle cronache rosa per questo o quell'altro flirt con le divette del momento, ecco un altro vincitore di Oscar (ha diviso quello per la sceneggiatura di Will Hunting con l'amico di sempre) ed un altro attore che per me non vale una cicca. Tra i suoi film ricordo L'uomo dei sogni, Buffy l'ammazzavampiri, Generazione X, In cerca di Amy, Will hunting, Armageddon, Shakespeare in Love, Jay & Silent Bob Strike Back, Daredevil, Clerks 2 e ha dato la voce inoltre a Giuseppe in Giuseppe il re dei sogni. Ha 38 anni e due film in uscita.


Chris Rock interpreta Rufus. Comico americano tra i peggiori, a mio avviso, lo ricordo per film come Beverly Hills Cop II, Mai dire ninja, Arma letale 4, A.I. Intelligenza artificiale, Jay & Silent Bob Strike Back,  e ha doppiato alcuni personaggi in Dr. Dolittle, Osmosis Jones, Madagascar (e seguito), Bee Movie. Ha inoltre partecipato ad episodi di Miami Vice e Willy il principe di Bel Air. Ha 45 anni e due film in uscita.


Linda Fiorentino interpreta Bethany. Attrice americana attiva fin dagli anni '80 la ricordo per il folle Fuori orario e per Men in Black. Ha 52 anni.


Salma Hayek interpreta la musa Serendipity. Ormai ho perso il conto di quante volte ho visto l'attrice messicana ballare attaccata ad un palo nei panni di spogliarellista, a cominciare dalla splendida interpretazione di Satanico Pandemonium in Dal tramonto all'alba o nel piccolo cameo televisivo per Four Rooms. Tra gli altri suoi film ricordo Desperado, Studio 54, Traffic, C'era una volta in Messico, inoltre ha partecipato a molti episodi di Ugly Betty. Ha 44 anni e tre film in uscita tra cui Le Cirque du Freak!


Immagino qualcuno voglia sapere anche dove trovare il buon Jason Mewes, alias Jay. In ogni film di Kevin Smith, praticamente. Inutile ripetersi. Vi lascio ora con la scena cult del film... il BUDDY CHRIST! ENJOY!!

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