Visualizzazione post con etichetta jeffrey demunn. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta jeffrey demunn. Mostra tutti i post

venerdì 7 luglio 2017

The Mist (2007)

Siccome la settimana scorsa è uscita la serie The Mist ho deciso di prepararmi recuperando il film omonimo diretto e co-sceneggiato nel 2007 dal regista Frank Darabont, tratto dal racconto di Stephen King La nebbia, che ormai so a memoria.


Trama: dopo una violenta tempesta, una cittadina del Maine viene avvolta da una fitta e misteriosa nebbia. Alcuni residenti e turisti si ritrovano all'interno di un supermarket che diventa l'ultimo baluardo dell'umanità quando dalla nebbia cominciano a fuoriuscire mostruose creature...



Prima di cominciare il post sono necessarie una constatazione e una confessione. La constatazione, inconfutabile al momento (mi riservo il diritto di rimangiarmi queste parole ma ne dubito), è che la serie The Mist è laMMerda, più brutto persino del già aberrante Under the Dome e più ammorbante di Fear the Walking Dead. Complimenti agli autori, davvero, con un materiale di partenza così buono non era facile realizzare uno schifo simile. La confessione invece è che, fino a pochi giorni fa, non avevo mai guardato il film di Frank Darabont, nonostante adorassi il racconto di Stephen King e nonostante tutti me ne avessero detto un gran bene. Il motivo di questa reticenza non lo saprei spiegare neppure io visto che Darabont è l'unico regista e sceneggiatore capace di riportare fedelmente sullo schermo lo spirito delle opere kinghiane (non me ne vogliano Kubrick e De Palma, due Autori che hanno giustamente imposto la LORO visione dei romanzi che hanno trasformato in film sfornando dei capolavori), sta di fatto che erano anni che l'edizione doppia e strafighissima che ho in DVD rimaneva lì a prendere polvere e in effetti l'unica utilità dell'orrida serie TV è stata l'avermi spinta a rimediare alla mancanza. Cosa posso dire quindi, dopo 10 anni di silenzio ignorante, che altri non abbiano già detto meglio di me? Innanzitutto che la visione di The Mist è stata tutto quello che mi aspettavo e anche di più, un viaggio di due ore all'interno di un incubo che non si limita a riempire lo schermo con terrificanti mostri carnivori (anche se la suspance, per quel che riguarda ciò che si cela nella nebbia, è davvero tanta e lo stesso vale per la tachicardia derivante) ma soprattutto scava nell'animo delle vere aberrazioni, ovvero noi maledetti esseri umani, gente a cui basta rimanere due ore "chiusi in un supermarket, senza 911 e senza telefoni" per regredire all'età della pietra e diventare delle bestie senza cervello, mosse essenzialmente da paura, rabbia e superstizione. La signora Carmody, con i suoi sproloqui religiosi e il desiderio di rivalsa su tutti coloro che l'hanno sempre considerata l'eccentrica del paese, fa molta più paura di qualsiasi ragno o vespa gigante perché è l'incarnazione di un male sottile che si insinua nelle maglie di una società apparentemente sicura, fatta di persone conosciute che nascondono i peggiori segreti e che non esitano a trasformarsi in esseri orribili quando tutte le loro certezze vengono meno.


Non va meglio a chi rimane, anche nella tragedia, fondamentalmente buono. Il senso di disperazione e la progressiva disillusione che toccano il protagonista David, padre rimasto solo con un bambino terrorizzato, l'insegnante Amanda, il commesso Ollie, solo per fare i nomi dei personaggi che probabilmente arrivano ad imprimersi maggiormente nel cuore dello spettatore, sono così palpabili e realistici che è difficile non empatizzare con loro e ritrovarsi catapultati dentro quel maledetto supermercato, a soffrire e sperare di non fare una brutta fine. La sceneggiatura di Darabont, del resto, è un cazzotto alla bocca dello stomaco, ché quello che Stephen King ha solo ipotizzato viene brutalmente messo in scena, in uno dei finali più terribili della storia del Cinema, una conclusione che porta a spargere calde lacrime (grazie anche a una colonna sonora che spezza il cuore, per inciso) e a farsi domande molto scomode, oltre a liquidare tutta la macellata avvenuta prima come un "di più" neppure paragonabile in quanto a intensità emotiva. Se cercate però un film "di paura" sappiate che The Mist non è solo bellissimo ma anche terrificante. Quando il regista decide di mostrare ciò che si nasconde nella nebbia c'è da mettersi ad urlare, non tanto per i tentacoli infingardi o per i mostri giganti e nemmeno per le vespe e i pipistrelli, no, anche se tutti concorrono a tingere per bene lo schermo di rosso: io vi sfido a rimanere impassibili davanti a quei disgustosi ragni con la faccia a teschio e alla loro progenie, l'incubo di ogni aracnofobico che si rispetti. E gli attori, poi, santo cielo. Marcia Gay Harden avrebbe meritato l'Oscar per la terrificante interpretazione della già citata Mrs. Carmody ma anche facce che in The Walking Dead richiamavano solo dei gran ceffoni (leggi Andrea "La Cretina" e Dale "Favarini", alias Laurie Holden e Jeffrey DeMunn, anche se la migliore resta Melissa McBride con un'indimenticabile comparsata, per quanto breve) qui esprimono tutta l'intensità propria di attori ben più blasonati e non parliamo poi di Thomas Jane, Toby Jones e William Sadler, praticamente perfetti, al punto che i loro personaggi paiono usciti direttamente dalle pagine del racconto Kinghiano. Di fronte a horror e Stephen King, ormai lo sapete, sono spesso riluttante ad utilizzare questa parola ma stavolta mi sento di dire che The Mist è veramente un capolavoro. Se non l'avete ancora visto non fate come me: bando agli indugi e recuperatelo subito (del film esiste anche una splendida versione in bianco e nero, molto suggestiva peraltro, quindi potete anche guardarlo in due modi diversi)!


Del regista e co-sceneggiatore Frank Darabont ho già parlato QUI. Thomas Jane (David Drayton), Marcia Gay Harden (Mrs. Carmody), Laurie Holden (Amanda Dunfrey), Toby Jones (Ollie Weeks), William Sadler (Jim), Jeffrey DeMunn (Dan Miller) e Frances Sternhagen (Irene Reppler) li trovate invece ai rispettivi link.


Chris Owen, che interpreta Norm, era lo Sherman della serie American Pie mentre la dolce Melissa McBride, ovvero la Carol Peletier di The Walking Dead, è la mamma che torna a casa da sola dopo aver comprensibilmente maledetto tutti i presenti nel supermarket (una prova attoriale talmente bella che giustamente SPOILER il personaggio ricompare sul finale, mentre in origine avrebbe dovuto venire ritrovata morta, intrappolata in una delle ragnatele FINE SPOILER). Un ruolo, probabilmente quello del motociclista andato poi a Brian Libby, era stato tenuto da parte anche per Stephen King, che ha tuttavia declinato l'offerta. Se The Mist vi fosse piaciuto consiglierei di evitare la serie omonima trasmessa dall'emittente americana Spike però vi invito a recuperare il racconto La nebbia, contenuto nella raccolta Scheletri, e a guardare film come The Divide o Fog. ENJOY!

mercoledì 16 settembre 2015

Allarme rosso (1985)

Non so perché ma ultimamente ho voglia di guardare vecchi horror oppure cazzabubbole dei miei tempi ed è per questo motivo che sono incappata in Allarme Rosso (Warning Sign), diretto e co-sceneggiato nel 1985 dal regista Hal Barwood.


Trama: all'interno di un laboratorio di ricerca viene accidentalmente liberato un virus che scatena nelle persone un insano desiderio di violenza...



Com'erano belli gli horror minori anni '80, lineari ed ingenui nel loro modo di rapportarsi alle paure "del momento"! L'ingegneria genetica e le ricerche applicate alle armi biologiche erano praticamente le scie chimiche di allora e Allarme rosso asseconda quelle leggende neanche troppo metropolitane per cui degli apparentemente innocui centri di ricerche avevano in realtà terribili doppi fini e nascondevano virus in grado di mettere in pericolo non tanto l'umanità quanto la popolazione autoctona, per la maggior parte formata da buzzurri aMMeregani. Nel film tutto parte da un piccolo errore umano che contamina un centro ricerche dove sono ovviamente tutti amici finché non scattano i protocolli di sicurezza; da una parte c'è chi è ligio al dovere nonostante, in soldoni, non conosca la vera natura degli esperimenti portati avanti in loco, dall'altra ci sono gli scienziati che sanno e ovviamente se la sentono colare, in mezzo stanno i dottorucoli che si credono importanti e invece non sanno una cippa, ovvero quelli che poi scatenano tutto il casino. Fuori dal microcosmo del laboratorio ci sono chiacchiere di paese, persone che "sapevano" e per questo si sono prima defilate poi date all'alcolismo e l'immancabile Governo che, assieme ai Matusa, cerca in tutti i modi di salvare i terribili segreti senza pensare agli esseri umani. Ricetta quasi completa, manca solo l'eroe! Non temete, in Allarme rosso ce ne sono ben DUE (anzi tre ma uno non si vede!), quanto agli effetti del virus gli sceneggiatori mescolano un pizzico di follia, tanta cattiveria e qualche suggestione zombi, trasformando il già labirintico laboratorio in un luogo claustrofobico e pieno d'insidie. Il divertimento anni '80 non manca ma purtroppo Allarme rosso difetta di dinamismo e quando gli infetti pazzoidi non si fanno vedere c'è da chiudere gli occhietti per la letargia, anche perché sono passati i tempi in cui, da ragazzini, ci si entusiasmava per questi film adattissimi alle disimpegnate seconde serate mediasettare!


Trattandosi di un film girato trent'anni fa, qui e là sbucano però delle sorprese affatto male per il medio spettatore nerd o nostalgico, soprattutto tra gli attori. Impossibile non sorridere davanti ad un giovane Dale di The Walking Dead con il solito sopracciglione nero nei panni dell'ex scienziato alcoolizzato ma vegano, così come è automatico far scattare l'applauso davanti all'immagine di un Capitano Harris finalmente impegnato in un film che non sia Scuola di polizia oppure di fronte all'improvvisa comparsa di un Yaphet Kotto falsamente simpatico e infattamente molto ma molto stronzo. Per il resto, il budget del film è palesemente risicato però Hal Barwood e gli attori si impegnano nell'offrire allo spettatore un prodotto mediamente dignitoso che ha l'unico difetto di "frenarsi" e non scatenare tutte le sue potenzialità; il trucco degli infetti, composto semplicemente da qualche bubbone sul viso, copioso sudore e occhi dilatati, non è male nella sua semplicità e l'idea di utilizzare una sorta di luminol per scoprire chi sia o meno malato deforma ancor di più i volti degli interpreti... però parliamo sempre di un "corretto" film pensato per un pubblico mainstream. Riflettevo che la stessa trama, quella delle persone infettate da un misterioso virus che perdono ogni inibizione diventando incredibilmente violente e malvagie, sta alla base del fumetto Crossed di Garth Ennis, una roba che a) ho quasi schifo a toccarla per leggerla e b) nascondo pregando che non finisca mai nelle mani di mia madre, mentre Hal Barwood e Matthew Robbins si sono limitati a suggerire qualche colpo d'accetta ben assestato e una pazzia che regala allo spettatore ben pochi brividi, senza farlo troppo riflettere su ciò che nasconde la debole facciata dell'umano perbenismo. Forse che Allarme rosso sia uno di quei rari film bisognosi di un remake aggiornato e un po' più con le palle? Possibile, ma ci sono poche speranze che possa venire realizzato in maniera intelligente, quindi meglio tenerselo così!

Hal Barwood è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo e ultimo lavoro dietro la macchina da presa. Americano, anche produttore, attore e animatore, è più famoso in effetti come game designer.


Sam Waterston interpreta Cal Morse. Americano, ha partecipato a film come Il grande Gatsby, Capricorn One, I cancelli del cielo, Hannah e le sue sorelle, La signora ammazzatutti e a serie come Law and Order; come doppiatore, ha lavorato in episodi de I Griffin. Anche produttore e regista, ha 75 anni e un film in uscita.


Kathleen Quinlan interpreta Joanie Morse. Americana, ha partecipato a film come American Graffiti, Airport '77, Independence Day, Ai confini della realtà, Il grande cuore di Clara, The Doors, Apollo 13, Punto di non ritorno, Le colline hanno gli occhi, Horns e a serie come Il tenente Kojak, Dr. House, CSI - Scena del crimine, Prison Break e Glee. Anche produttrice, ha 61 anni e quattro film in uscita.


Yaphet Kotto interpreta il Maggiore Connolly. Americano, ha partecipato a film come Agente 007 - Vivi e lascia morire, Alien, L'implacabile, Nightmare 6 - La fine e a serie come Radici, A-Team e La signora in giallo. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 76 anni.


Jeffrey DeMunn interpreta il Dottor Dan Fairchild. Conosciuto ai più come il Dale di The Walking Dead, lo ricordo per film come The Hitcher - La lunga strada della paura, Blob - Il fluido che uccide, Le ali della libertà, Phenomenon, X-Files - Il film, Il miglio verde, The Mist, Burn After Reading e altre serie come Ai confini della realtà, Moonlighting, La tempesta del secolo e E.R. - Medici in prima linea. Americano, ha 68 anni e un film in uscita.


G.W. Bailey (vero nome George William Bailey) interpreta Tom Schmidt. Indimenticabile capitano Harris della serie Scuola di polizia (se li è fatti tutti, dal primo al settimo), lo ricordo per altri film come Corto circuito e serie come Charlie's Angels, Chips, Starsky & Hutch, Happy Days, MASH, La signora in giallo e Nip/Tuck; come doppiatore, ha lavorato nel film Mucche alla riscossa. Americano, ha 71 anni e un film in uscita.


Se Allarme rosso vi fosse piaciuto recuperate Leviathan, Contagion, Stuff - Il gelato che uccide, Slither e La città verrà distrutta all'alba. ENJOY!

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...