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martedì 17 dicembre 2024

Terrifier 3 (2024)

Natale è alle porte, e finalmente sono riuscita a recuperare un film a tema che, purtroppo, dalle mie parti avevano pensato bene di non fare uscire, Terrifier 3, diretto e sceneggiato dal regista Damien Leone.


Trama: cinque anni dopo essere sopravvissuta a stento ad Art il Clown, Sienna fatica a mantenere la sanità mentale. Viene ospitata per Natale dalla famiglia della zia, proprio quando Art decide di tornare, a mo' di novello Santa Claus...


Damien Leone
ce l'ha fatta anche stavolta, anzi, si è superato. Ha stracciato film ben più blasonati del suo, al box office americano, e in Italia la Midnight Factory penso si sia riempita le casse per gli anni a venire, tanto ha pompato il terzo capitolo della saga Terrifier. E' una cosa buona, anche se ai puristi dell'horror potrà fare storcere il naso; che il nostro genere preferito diventi un fenomeno mondiale, significa dargli più fiducia, visibilità e distribuzione, e nella marea di puttanate che sicuramente ci sommergerà, arriveranno anche opere dignitosissime e meritevoli. Terrifier 3, per quanto mi riguarda, è un'opera che si pone esattamente nel mezzo di questi due estremi. Sono passati sette anni dal primo, rozzo e succido Terrifier, e molte cose si sono evolute all'interno della saga. Quella che più mi intriga, ahimé, è anche quella che Leone centellina maggiormente, ovvero quei fugaci rimandi a una dimensione demoniaca che ha probabilmente vomitato sulla terra la Pale Girl e Vicky e che usa Art come efferato strumento per diffondere il male a piene mani, con sommo scorno della povera Sienna, eletta invece a martire dell'umanità tutta. E' palesemente un work in progress, perché a mettere assieme tutti gli indizi sparsi all'interno dei tre film si troverebbero tanti di quei buchi da caderci dentro per anni, ma lascia in bocca il sapore di quei filmacci di serie Z italiani, dove accadevano cose "perché sì", quindi ben venga la confusione, sperando che nel prossimo capitolo non ci siano personaggi spiegoni a rovinare tutto. E' migliorato lo stesso Leone, a livello di messa in scena e di gusto per la composizione, probabilmente anche grazie a qualche soldino in più: se il primo Terrifier sembrava una cosa amatoriale portata avanti da cazzimma e voglia di sbattere in faccia allo spettatore effettacci artigianali da voltastomaco, il terzo è più ragionato, ben diretto, discretamente privo di punti morti (avrei comunque evitato il primo momento "Casa Vianello" che precede la decisione di Vicky ed Art di ibernarsi per cinque anni, la definizione stessa di "ciurlar nel manico"), interessato ad esplorare i personaggi e parte del loro passato/caratteristiche. Tutto un po' più raffinato, sì, ma per fortuna ciò non vale per il motivo che porta noi "filthy animals" al cinema, ovvero Art il Clown.


Stavolta, il "buon" Art decide di sostituirsi a Babbo Natale, con ovvi, benché imprevedibili e sempre più disgustosi, risultati. Sarà perché David Howard Thornton, al terzo film, ha ormai preso le misure del personaggio, delle sue espressioni e dei tempi comici (o sarà perché ho letto che la sua fonte di ispirazione è nientemeno che Stefán Karl Stefánsson, il Robbie Rotten della serie Lazy Town, e non riesco più a non notare le innegabili somiglianze nella mimica) ma non sono più in grado di provare paura o schifo come i primi tempi, anzi: ormai si guarda il film solo per Art, per quel suo menefreghismo totale verso il prossimo che, talvolta, si rischia di scambiare per innocenza, almeno finché non ti arriva un'accettata in faccia. Ci sono sequenze esilaranti, come quella che vede Art procurarsi il costume di Babbo Natale oppure quella in cui si ringalluzzisce per i commenti degli "amici" di Jonathan, in cui è davvero difficile non provare simpatia verso il personaggio (onestamente, ho riso moltissimo anche davanti al coppino tirato nella nuca a Sienna, benché inserito in uno dei contesti più terrificanti del film), e se la serie diventasse un one man show del mefitico clown non mi dispiacerebbe neppure. Nulla da togliere a Lauren LaVera e ai suoi compari, anche perché l'attrice ci mette l'anima quando interpreta la sfortunata Sienna, ma il giorno in cui Art verrà sconfitto sul serio mi dispiacerà parecchio. Anche perché, in Terrifier 3, la palma dell'orrore vero la vince la perfida Vicky; vero è che Art non si trattiene e riempie lo schermo di vernice rossissima e arti mozzati a profusione, ma quella che porta a casa i momenti più tremendi a livello di gore e schifo, tra omaggi a Bret Easton Ellis e ad Haneke, è proprio la disgraziata ex studentessa universitaria del primo film. Ciò detto, forse sarò insensibile io, ma non mi è sembrato che Terrifier 3 fosse più splatter dei precedenti capitoli della saga, e mi risulta davvero difficile anche solo immaginare che qualcuno sia svenuto e si sia messo a vomitare durante i primi minuti, visto che l'efferatezza peggiore avviene fuori dall'inquadratura. Vediamo cosa succederà con Terrifier 4, visto che Art ha intenzione di rimanere con noi ancora a lungo!


Del regista e sceneggiatore Damien Leone ho già parlato QUI. Lauren LaVera (Sienna), David Howard Thornton (Art il Clown), Clint Howard (Smokey), Tom Savini (Passante) e Jason Patric (Michael) li trovate invece ai rispettivi link. 


Se Terrifier 3 vi fosse piaciuto, recuperate ovviamente i primi due capitoli della saga, aggiungendo All Hallow's Eve e magari anche Black Christmas (Un Natale rosso sangue), Natale di sangue e Racconti dalla tomba. ENJOY!

martedì 30 luglio 2024

The Well (2024)

Venerdì sera, grazie all'amico Roberto D'Onofrio, ho avuto la possibilità di andare all'anteprima milanese di The Well, diretto e co-sceneggiato dal regista Federico Zampaglione, in uscita il 1 agosto in tutta Italia. Niente spoiler, leggete pure tranquilli.


Trama: Lisa, giovane restauratrice americana, viene chiamata in Italia da una nobildonna, per restaurare un dipinto medievale. Nello stesso paesino, però, un mostro imprigiona e uccide persone in modi cruenti...


Visto quanto mi erano piaciute le precedenti opere di Zampaglione, The Well era uno dei film che aspettavo di più quest'anno e, per una volta, le mie aspettative non sono rimaste deluse. Dopo le atmosfere di Tulpa, più vicine al giallo all'italiana, The Well segna un ritorno dell'autore all'horror tout court. Ad essere più precisi, all'interno del film si mescolano almeno un paio di registri differenti, rispecchiati da diversi setting e generi musicali. Da una parte abbiamo una favola nera con echi folkloristici e medievali, che vede come protagonista la giovane restauratrice Lisa, alle prese con un quadro rovinato dalla fuliggine di un incendio, dall'altra il lurido spaccato di una camera delle torture, dove alcuni prigionieri vengono seviziati da un bruto e gettati all'interno del pozzo del titolo. Per quanto mi riguarda, è questa costante contaminazione di registri l'aspetto più interessante di The Well. Lo spettatore smaliziato (oppure più attento di altri), infatti, riuscirà probabilmente a prevedere i vari twist della trama da pochi dettagli rivelatori, ma quello che non riuscirà a fare sarà "proteggersi" dal crescendo di orrore inaspettato di un film che non si adagia sui percorsi tipici degli horror recenti, ma vuole abbracciare l'anarchia delle opere italiane del periodo d'oro del genere. In The Well non ci sono spiegoni, solo una breve introduzione dedicata a Lisa e al suo lavoro di restauratrice, dopodiché tutto procede spedito come un treno, un viaggio scomodo seduti sul bordo della poltrona, tra la paranoia e lo schifo (in senso positivo) più assoluto. Uno potrebbe pensare che l'aspetto gotico sia più tranquillo, in un certo senso. In realtà,  Lisa si aggira come la più classica delle damsel in distress all'interno di un luogo sconosciuto ed ostile, sempre più incapace di distinguere tra una realtà di anacronistica ricchezza e incubi capaci di uccidere (sensazione di spaesamento enfatizzata dall'essere straniera in terra straniera, un tema che parrebbe assai caro all'horror recente), ed è lì che si annida la vera incertezza. L'orco del pozzo, tanto quanto, ci "delizia" con la sua feroce fantasia, e lì il bello (o il brutto, scegliete voi) è capire quanto in là potrà spingersi la voglia di Zampaglione di farci vomitare il panettone di sette anni prima.


Per quanto riguarda gli aspetti più "tecnici", The Well è indubbiamente una spanna sopra moltissime produzioni recenti. Girato in tempo record (quattro settimane), il film trasuda passione da ogni fotogramma e l'unica cosa che non ho apprezzato è solo il fastidioso scollamento tra il labiale di chi ha recitato in inglese ed è stato poi ridoppiato in italiano, per il resto c'è da levarsi il cappello. In particolare, per una come me che detesta la CGI, un film come The Well è una boccata di aria fresca: gli effetti speciali sono artigianali, un trionfo di trucco prostetico e sangue finto, e ci sono sequenze che gridano "Fulci vive!" da ogni angolazione (ma gli occhi non sono più di marzapane, e fanno accartocciare dallo schifo), perché fortunatamente Zampaglione non si è trattenuto per quanto riguarda i dettagli più efferati. La fotografia nitidissima, tra l'altro, consente di non perdersi neppure una gocciolina di sangue e, pregio ancora maggiore, non penalizza il film con quella patina leccata che trasforma gli horror in dozzinali pellicole da cestone Netflix. Le sequenze ambientate nelle segrete, in particolare, trasmettono una sensazione di disagio e di sporco tangibile e, oltre che a Fulci, ho pensato a Stuart Gordon e a quel suo modo particolare di razzolare nel torbido, specialmente in film come Castle Freak. C'è da dire che, forse, mi è tornato in mente questo titolo in particolare anche grazie alla natura inquietante del demone protagonista di The Well, ma, per quanto mi riguarda, la palma di personaggio più terrificante (e della scena cult dell'anno) va all'Arruda di Lorenzo Renzi, col suo trucco alla "De la Iglesia" e il modo certosino con cui si impegna a scegliere gli strumenti di tortura per le vittime moleste. E se quest'ultimo entra di diritto nel novero nei migliori mostri del cinema horror italiano, mentre Lauren LaVera, Claudia Gerini e Melanie Gaydos si confermano delle certezze, un'ultima menzione d'onore la farei per Linda Zampaglione, la quale continua la tradizione delle inquietanti ragazzine horror sulla scia di Maria Pia Marsala e Nicoletta Elmi, donando però al suo personaggio un'inusuale malinconia. Concludo dunque con un "correte a vedere The Well!", se avrete la fortuna di averlo proiettato in qualche sala vicina, perché un film così gioiosamente orgoglioso di essere horror, senza maschere né orpelli, va soltanto premiato!


Del regista e co-sceneggiatore Federico Zampaglione ho già parlato QUI. Claudia Gerini (Emma) e Giovanni Lombardo Radice (il padre di Lisa) li trovate invece ai rispettivi link.

Lauren LaVera interpreta Lisa. Americana, ha partecipato a Terrifier 2 e serie come Iron Fist. Anche sceneggiatrice, ha 30 anni e la rivedremo negli attesissimi Terrifier 3 e Life of Chuck!


Melanie Gaydos
, che interpreta Dorka, era già apparsa nel bellissimo Tous les dieux du ciel. Se The Well vi fosse piaciuto recuperate Shadow! ENJOY!

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