domenica 5 giugno 2011

Dying Breed (2008)

Da noi sarà anche un genere ancora semisconosciuto e poco apprezzato (Wolf Creek e Saw a parte) ma anche gli australiani picchiano duro in quanto a horror o Ozploitation, come riportano i siti specializzati. Per esempio Dying Breed, film diretto nel 2008 dal regista Jody Dwyer, nonostante la banalità della storia non è affatto male.


Trama: quattro ragazzi decidono di fare una spedizione nei boschi della Tasmania per cercare un animale estinto da qualche decennio, la Tigre della Tasmania appunto (da non confondersi con il beneamato Taz). Gira che ti rigira, troveranno qualcos’altro di carnivoro, ovvero i discendenti del galeotto cannibale Alexander Pierce, detto Pieman…


Non ho ancora ben capito perché un film come Dying Breed mi sia piaciuto più di altri e cosa abbia trovato di diverso rispetto ad altre 300 produzioni praticamente identiche. Sarà il paesaggio particolare che fa da sfondo a tutta la vicenda, perché effettivamente la natura australiana ha qualcosa che la rende diversa da tutto il resto del mondo. Sarà che l’inizio è fuorviante e lì per lì pensavo a qualche strano incrocio tra uomini e tigri tasmaniane, cosa che mi avrebbe fatto storcere parecchio il naso e che, per fortuna,non viene contemplata. Sarà la sottile crudeltà di fondo e il fatto che le scene sono parecchio cruente ma anche quasi contenute, suggerite piuttosto (il che è anche peggio!!). Saranno gli attori che, per una volta, sono bravi e capaci di far immedesimare lo spettatore nelle loro terribili vicende, anche se uno dei protagonisti fa venire voglia di trucidarlo appena apre bocca. Sarà l’esaltante mix di accento “aussie” e “oirish” che arricchisce i dialoghi originali. Sarà quel che sarà, Dying Breed mi è piaciuto parecchio.


Non è un horror originale, questo no. Le famiglie di “inbred” (se riuscite a trovare un termine italiano fatemelo sapere, a me piace un sacco questo!) che sviluppano gusto per la carne umana hanno infestato la cinematografia USA praticamente da quando è nato il genere horror, e anche le povere e bistrattate meatpie hanno subito l’indegno trattamento di contenere praticamente qualsiasi porcata (non pretendo abbiate visto La rabbia dei morti viventi, ma sicuramente quasi tutti avrete fatto la conoscenza delle “worst pies in London” di Mrs. Lovett nel film Sweeney Todd), senza contare che anche i boschi abitati da bestiole o esseri pericolosi ormai hanno fatto il loro tempo. Eppure, nonostante questo, Dying Breed riesce a mettere parecchia ansia, a fare accapponare la pelle per il disgusto (provate a vedere quale segreto nasconde il retro del pub o a sopportare un primo piano del cannibale in piena fase “degustativa” e ditemi poi se non vi viene da chiudere gli occhi, anche solo per un secondo…) e anche a sorprendere con un finale maligno fino all’inverosimile: d’altronde, come dice Stephen King, quando ci sono di mezzo bambini malvagi il successo è assicurato. Insomma, lunga vita all’horror australiota!


Di Nathan Phillips, che interpreta Jack, ho già parlato qui.

Jody Dwyer è il regista della pellicola. Inglese, o forse australiano, ha ancora poca esperienza come regista, avendo diretto un paio di film e un episodio di Two Twisted. Età non pervenuta.


Leigh Whannell interpreta lo sfortunato Matt. Creatore e sceneggiatore di una delle serie più famose e (almeno all’inizio) innovative dell’ultimo decennio, ovvero Saw, ha partecipato come attore a film come Matrix Reloaded, Saw – L’enigmista e Saw III – L’enigma senza fine, oltre che alla soap opera Neighbours. Australiano, anche sceneggiatore e produttore, ha 34 anni e un film in uscita.


E ora vi lascio con il trailer del film... ENJOY!!

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