domenica 29 settembre 2019

Bollalmanacco On Demand: Inland Empire - L'impero della mente (2006)

Dopo millemila giorni torna il Bollalmanacco On Demand. Ce n'è voluta, eh, ma alla fine sono riuscita a finire di vedere Inland Empire - L'impero della mente (Inland Empire), scritto e diretto nel 2006 dal regista David Lynch e chiesto dall'adorata amica Silvia. Il prossimo film On Demand dovrebbe essere Penelope. ENJOY!


Trama: dopo avere ottenuto il ruolo tanto desiderato, un'attrice smette di distinguere la realtà dalla finzione e si perde in un allucinante trip di eventi...



Siccome di Inland Empire non si può proprio parlare, vi tedierò un po' con qualche aneddoto personale che giustifica anche perché ci ho messo così tanto per sfornare un nuovo post On Demand. L'ultimo lungometraggio di David Lynch (se non vogliamo considerare tale l'ultima serie di Twin Peaks) dura quasi tre ore e io, ovviamente, tutto questo lusso temporale non ce l'ho. Sono vecchia, ormai ho 38 anni, prima delle 21.30 non riesco a cominciare a guardare film (e considerate che questo non l'ho nemmeno proposto al Bolluomo, ci mancherebbe) e ammetto che ogni volta Inland Empire mi faceva crollare tra le braccia di Morfeo dopo 15/20 minuti al massimo; ho provato a guardarlo al mattino, mentre facevo colazione, e talvolta mi veniva da dormire anche lì, a rischio di pucciare la faccia nel tea. Insomma, un successone. Probabilmente Lynch riderebbe di me, oppure magari mi direbbe che il modo migliore per fruire di Inland Empire è proprio lasciare che le immagini del film si mescolino a quel meraviglioso momento in cui la mente svariona prima di abbandonarsi al sonno e ai sogni, mentre gli amanti di Lynch e i cinèfili degni di questo nome mi ricopriranno di insulti e ignominia perpetua. Vi do ragione, per carità, ma a mia discolpa posso dire di averci provato e di essere stata onesta: "qualcuno", messo davanti ai miei evidenti limiti e di fronte alla mia richiesta di aiuto, mi ha detto "leggiti qualche recensione in giro e prova a fartene una tua idea, simulando di averlo visto. Magari dilungati sul fatto che è un film molto lynciano, con degli attori molto lynciani... con un po' di pratica vedrai che riuscirai a scrivere lunghissimi post anche sul nulla cosmico. In fondo è quello che fanno i critici cinematografici stipendiati... mica li guardano per davvero i film". Come dargli torto, in effetti? Perfetto, allora la butto lì: Inland Empire è un film importantissimo, un pugno nello stomaco, indispensabile, lynchiano, perturbante, inquietante e, soprattutto, disturbante. Di sicuro ho azzeccato tutti i termini giusti, il post potrebbe anche essere finito qui, nevvero?


Dai, si scherza. Però diamine, leggenda narra che Lynch abbia telefonato alla Dern e, manco fosse Uma Thurman nella pubblicità della Schweppes, le abbia detto "ti va di sperimentare?" e di sicuro né lui né gli attori coinvolti sono riusciti a spiegare in che diamine consista Inland Empire quindi come posso riuscirci io? E soprattutto, perché dovrei? Lì per lì, tra l'altro, Inland Empire ti gabba, infido, e salvo un siparietto con una sit-com a base di conigli antropomorfi e gente che parla in ungherese, ti illude che abbia una trama: un'attrice moglie di un marito orco ottiene il ruolo tanto agognato e finisce preda, nonostante mille avvertimenti, del co-protagonista donnaiolo, al punto da confondere la vera se stessa con il personaggio che sta interpretando, mentre cominciano a circolare voci inquietanti sull'impossibilità di concludere le riprese di un film già naufragato una volta per motivi mai chiariti. Una trama interessante, che già di per sé titillerebbe l'attenzione dello spettatore e di tutti i fan di Lynch. Peccato che quest'ultimo non avesse intenzione di dirigere un lungometraggio, bensì una serie di "corti" che alla fine lo sono diventati e che hanno creato un trip cinematografico senza capo né coda, senza unità di tempo o spazio, un'infinita serie di suggestioni che sta allo spettatore scegliere come vivere e, probabilmente, come interpretare. Passato, presente e futuro non esistono più, c'è un continuo stream of consciousness che definire tale sarebbe comunque improprio, perché il punto di vista non è sempre quello di Nikki/Susan e talvolta vengono inseriti altri personaggi protagonisti di vicende proprie, che possono essere legate o slegate da quella principale, che comunque principale non è. Insomma, un casino vero, e rimanerne affascinati o meno dipende dalla disposizione d'animo dello spettatore.


Io, lo ammetto, andavo a momenti. L'atavico istinto di horroromane unito alla pavloviana memoria dei migliori istanti twinpeaksiani mi ha portata ad apprezzare moltissimo gli infiniti corridoi in cui si perde Laura Dern, bui salvo per luci rossastre, tendaggi, pavimenti con pattern assai simili a quelli della Loggia Nera, gente deforme che strilla sconvolta in camera, persone che appaiono e scompaiono senza un perché; oppure, le assurde sequenze in cui la gente canta e balla, d'amblé, con altri posti a fare i silenziosi testimoni della follia, ma anche il momento in cui la senzatetto asiatica in botta racconta la sua assurda storia, per non parlare della sempre meravigliosa Grace Zabriskie, la cui sola presenza a me fa gelare il sangue nelle vene. La Dern meriterebbe l'applauso per il modo in cui asseconda ogni pazzia di Lynch senza perdere bravura o dignità, ché son tutti buoni a far gli attori per il depresso Von Trier, ma non vorrei essere nei panni di chi legge uno script di Lynch e affida l'anima al Sacro Cuore di Maria ad ogni ciak, sperando di non sbagliare o non fare una figura barbina imboccando invece la strada per il ridicolo involontario. Per contro, all'ennesimo dialogo tra polacchi e davanti alla fissità di uno psicologo che guardava la Dern con la stessa mia faccia disinteressata e annoiata, avrei voluto che il mio cervello partisse per l'Inland Empire dei sogni per non tornare mai più e ammetto, comunque, di avere fatto una fatica incredibile ad arrivare al termine di una visione protrattasi più o meno per una settimana, segno che questo Lynch sperimentatore ed estremo non fa proprio per me, per quanto gli riconosca una dignità artistica e visionaria senza pari. Di sicuro, la visione di Inland Empire è un'esperienza che consiglio, almeno una volta nella vita, ma dubito che io stessa la ripeterò.


Del regista e sceneggiatore David Lynch, anche voce di Bucky J, ho già parlato QUI. Grace Zabriskie (visitatore n. 1), Laura Dern (Nikki Grace/Susan Blue), Jeremy Irons (Kingsley Stewart), Justin Theroux (Devon Berk/Billy Side), Harry Dean Stanton (Freddie Howard), William H. Macy (Annunciatore), Laura Harring (Ospite alla festa/Jane Rabbit) e Naomi Watts (voce di Suzie Rabbit) li trovate invece ai rispettivi link.


Tra le guest star compaiono Nastassja Kinski nei panni della signora e Ben Harper in quelli del pianista. Il film ha un "sequel" o, meglio, è affiancato da una raccolta di scene eliminate dal titolo More Things That Happened, uscito nel 2007 come appendice alle edizioni video del film. Se Inland Empire vi fosse piaciuto, ovviamente, recuperatelo, e aggiungete il resto della filmografia di David Lynch. ENJOY!

25 commenti:

  1. a volte il cinema è anche questo, film apparentemente senza ne capo ne coda, ma un filo logico ce l'ha, se vuoi te lo posso spiegare, perché questo è uno dei miei film della vita, lynch mescola le carte tra finzione filmica e realtà, tanto che una vera spiegazione di INLAND EMPIRE non c'è, almeno non una spiegazione ufficiale, non sono qui per prenderti in giro, sono qui per farti capire il film, che è un film che chiede allo spettatore diverse visioni...una non basta per capirlo tutto, io l'ho visto decine di volte e ti assicuro che l'esperienza la farei anche tra cinque minuti netti tanto per dirti di quanto ho amato questo film.
    Lynch mescola la finzione della trama che Nikki sta girando, e dentro questo film, che in originale era polacco sono morti i protagonisti, e c'è un mistero da risolvere, ovvero quello di affrontare il fantasma della maledizione del film polacco, ma c'è anche una ragazza intrappolata da liberare...ti lancio una sfida, se la vuoi accettare ovviamente, se vuoi puoi rivederlo, ma chattando in diretta con me per spiegarti le scene se ti va ovviamente

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    1. Guarda, ad avere tempo accetterei volentieri la sfida ma purtroppo devo declinare, ché tempo di guardare film così lunghi non ne ho ç_ç

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    2. Inland Empire è comunque un esperienza, tre ore in apparenza sembrano troppe, ma ti assicuro che non lo sono, se non lo vuoi fare subito rilassati dopo la visione, perché questo è un film che ti percepisce intimamente, se non subito non te lo consiglio però, aspetta qualche anno per rivederlo ok? Il mio è un consiglio, e se vuoi un confronto io ci sono ovviamente ^_^
      Ps: parlano in polacco non in ungherese xD

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    3. Tesoro, se io avessi tempo ne guarderei anche da 5 ore... purtroppo, come ho scritto, raramente prima delle 2130/22 ho tempo di mettermi a guardare un film.
      E che spreco sarebbe cominciare stanca la visione di un film di Lynch, dove non supererei i 20 minuti dopo 8 ore di lavoro?
      Prima degli 80 anni, ovvero quando (scusa, SE) sarò in pensione dubito che riuscirò a riguardarlo XD
      Eeee correggo il polacco.

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  2. Beh, vedi, alla fine ne hai parlato e pure tanto!
    Hai fatto bene a seguire quel consiglio XD
    Se devo raccontare la mia storia con IE, ricordo che al cinema non lo vidi (arrivò solo a Pescara, una micro-sala).
    Lo feci portare da Roma nella videoteca di qui non appena uscì, noleggiato non partiva il dvd. Quindi aspettai una settimana, nuova copia.
    Finalmente lo vidi. Noleggiato due volte.
    Poi uscì con CIAK in edicola e lo acquistai.
    Insomma, è un viaggio vero e proprio, e forse solo perché possiamo raccontare una storia di facce nel tè e dischi che non partono, è una grande cosa.
    C'è un omicidio, in questo film? XD

    Moz-

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    1. Bwahahaah oh sì che c'è... te lo sei perso nei meandri del DVD che non partiva, forse :P

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    2. Ahaha :)
      Mitica Sarah Palmer, inquietantissima quando pronuncia quella frase.
      La ragazza in fondo alla strada.
      È tutto collegato anche a Twin Peaks.

      Moz-

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    3. Ci ho visto molto, moltissimo di Twin Peaks in effetti. Forse è naturale, ormai abbiamo l'imprinting!

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  3. Visto nel remoto 2007 al cinema, ricordo che fu un autentica prova di resistenza con gente che per tutte le tre ore e passa(senza pausa) andava e veniva dalle uscite di emergenza per fumare, al punto che il fumo entrava in sala e riverberava nel fascio del proiettore regalando al tutto un'atmosfera di cinema d'antan.
    Rivisto dopo dieci anni esatti perché il sito con cui collaboravo faceva una rassegna di recensioni su Lynch in vista dell'uscita di Twin Peaks 3 e io ricevetti l'ingrato compito di fare INLAND EMPIRE.
    Tutto sommato sì, è un'esperienza che qualunque cinefilo credo dovrebbe fare, possibilmente guardandolo tutto d'un fiato... nella sua totale (ripeto: TOTALE) sconclusionatezza regala comunque suggestioni estremamente forti che valgono la visione. Personalmente ho già dato e non so se e quando lo rivedrò..

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    1. Onestamente spero di avere un giorno tre ore di tempo per poterlo guardare come merita, di sicuro nel 2007 a Savona non sarà arrivato se non per il weekend al cinema d'élite, chissà.
      Detto questo, l'idea di vederlo con fumo che filtra non è mica male *__*

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  4. No, non fa per me.
    Però d'estate ho visto cinque dei suoi dieci film!

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    1. Prima o poi prova anche questo, magari non d'estate, è più un film invernale!

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  5. A questo punto ti propongo un esercizio: riprendi l’ultimo paragrafo e sostituisci “Laura Dern” con “Cristina Ricci”, ”David Lynch” con “Mark Palansky” e “Grace Zabriskie” con “Reese Witherspoon”. La recensione di “Penelope” è servita!
    Non fare lo stesso però con il mio prossimo on-demand perché ti sgamo!

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  6. Per me Inland Empire equivale al dolce non capire un cazzo. Comunque la prima foto che hai postato ha una colour palette bella bella bella in modo assurdo da creare un makeup look!

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    1. Esatto, dolce non capire un cazzo è la definizione adatta.
      Quanto al make up se lo crei taggami su instagram così lo vedo *__*

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    2. Sto preparando la moodboard! Spero di riuscire a farlo, così ti taggo. Anche se dovresti seguire il mio Instagram e adorarmi manco fossi la makeup artist blogger star di sto ca##o XD

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  7. Grave mancanza lo so, ma penso di recuperarlo prima o poi ;)

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  8. Io ho avuto il piacere/dispiacere di vederlo una sola volta. In tutta onesta ammetto che il film mi sia piaciuto perchè mi ha fatto provare emozioni, anche fortemente in contrasto tra loro per tutta la sua titanica durata. Però devo dire che non ci ho capito nulla, non ho nemmeno provato a trovarci una logica in quello che per me è l'equivalente di un flusso di coscienza messo su schermo. Mi sono abbandonato alle immagine e alla fine, paradossalmente me lo sono goduto più di Mulholland Drive. Consiglio a tutti la lettura del libro "Perdersi è meraviglioso", in primis perchè è interessante, in seconda battuta perchè ci si rende conto leggendo che la gente fa molti più giri pindarici attorno ai film dello stesso autore.

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    1. Libro dal titolo meraviglioso, che mi ricorda molto il pensiero del caro insegnante con cui abbiamo girato l'Australia: è bello perdersi. Noi, purtroppo, non lo facciamo più, né nei viaggi né guardando i film.

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    2. La penso precisamente come te, sono dell'idea che dopotutto, INLAND EMPIRE, è un film interessante perché ad essere interessante è la mente di David Lynch, ma che sia del tutto inutile estrapolarci qualsivoglia tipo di significato. Per curiosità, il libro di cui parli è stato pubblicato anche col titolo "Lo spazio dei sogni" o è proprio un altro libro? Perché io mi sto leggendo quello e mi pare di capire che l'autrice sia la stessa...

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    3. La mente di Lynch è un labirinto oscuro e meraviglioso. Mi pento per essermi persa una mostra di suoi quadri in Scozia, l'anno scorso, ma purtroppo l'ho scoperto per caso solo quando stavo per andare via ç_ç

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  9. "Perdersi è Meraviglioso" non è lo stesso libro, la casa editrice è la minimun fax

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