domenica 8 marzo 2020

Panama Papers (2018)

Durante le vacanze di Natale ho recuperato, complice anche l'interesse del Bolluomo, Panama Papers (The Laundromat), diretto da Steven Soderbergh nel 2018.


Trama: dopo un incidente mortale accorso al marito, Ellen si ritrova coinvolta in una frode finanziaria che ha ramificazioni in tutto il mondo.



Alla fine di Panama Papers ho dovuto confrontarmi a lungo col Bolluomo perché, lo confesso candidamente, non ci ho capito nulla. Sarà molto difficile dunque scrivere un post sul film perché molte delle cose di cui parla non hanno alcun senso per me: capisco il concetto di società di facciata, capisco anche quello di società fiduciarie, mi perdo un po' in quello di riassicurazione, ma mettere assieme tutto ciò è dannatamente complesso perché, pur essendo una persona dalla mente "astratta", l'assenza di beni tangibili e la riduzione in mere cifre, nomi o scatole vuote mi frantuma il cervello. Alla fine di tutto il film, l'unica domanda che avevo in testa è "Ma come ca**o fa tutto questo ad essere legale?". Ecco, appunto, qui casca l'asino, casca la Streep col suo sentito appello finale e casca persino Obama, nelle leggi americane c'è qualcosa che non va per consentire tutto questo, per permettere l'esistenza di compagnie che creano società di facciata residenti nei cosiddetti paradisi fiscali, spesso frodando la povera gente e riciclando denaro, ma tant'è. Di gravemente illegale, in tutto questo, non c'è nulla, e i responsabili (il gatto e la volpe Mossack e Fonseca, persone realmente esistenti) rischiano al massimo tre mesi di galera e un buffetto di simpatia, con l'ammonizione di non farlo mai più. E benché il tutto venga spiegato in maniera molto ironica dai già citati gatto & volpe interpretati, per l'occasione, da un Gary Oldman con accento tedesco e da Antonio Banderas, forse a causail titolo italiano fuorviante uno rischia davvero un po' di perdersi perché i cosiddetti Panama Papers compaiono giusto all'ultimo, in guisa di pietra dello scandalo che porta il mondo intero ad aprire gli occhi su un enorme segreto di Pulcinella, mentre dall'alto della mia ignoranza avrei pensato che sarebbe stata Ellen ad agitare le acque e mettere al muro gli alti papaveri della finanza criminale con la perseveranza delle persone normali.


Quindi, sarà perché ci ho capito poco, al punto che spesso ho dovuto fare dei bei rewind (santa Netflix!) a causa di repentini cali della palpebra, ma Panama Papers non mi ha entusiasmata molto. Innanzitutto è troppo sbilanciato verso la commedia ma non ha l'arguzia di un film scritto e diretto da Adam McKay, nonostante l'accattivante utilizzo di capitoli o rotture della quarta parete, inoltre racconta vicende (a mio parere, ovvio) poco coinvolgenti; solo con la storia di Ellen si potrebbe empatizzare al punto da provare schifo, mentre quella del miliardario africano con figlia a carico o quella ambientata in Cina e basata su fatti realmente accaduti sembrano quasi dei tapulli aggiunti per allungare un po' il brodo, di base perché, come ho scritto su, le azioni di Ellen sono una goccia nel mare e non così rilevanti ai fini della condanna di Mossack e Fonseca (come direbbe Ortolani, si possono fare mille speculazioni ma qui trattasi di CULO). Ho percepito, tra l'altro, una voglia di rincorrere la guest star quasi fine a se stessa, tanto che molti nomi di spessore vengono sprecati in due/tre sequenze di raccordo velocissime e dimenticabili; un esempio su tutti, Sharon Stone, che non avevo riconosciuto e che ho notato solo grazie ai titoli di coda, ma non va meglio a James Cromwell, Robert Patrick o David Schwimmer, comparsi e poi subito liquidati come nemmeno Greg Grunberg all'interno delle opere targate J.J.Abrams. Onestamente un po' mi spiace, visti i grandi nomi coinvolti e la fiducia che da anni mi smuove davanti a ogni nuova uscita di Soderbergh ma stavolta il suo ultimo lavoro mi ha lasciata un po' insoddisfatta. Alla prossima, che dire.


Del regista Steven Soderbergh ho già parlato QUI. Gary Oldman (Jurgen Mossack), Antonio Banderas (Ramon Fonseca), Meryl Streep (Ellen Martin), James Cromwell (Joe Martin), Robert Patrick (Capitano Paris), David Schwimmer (Matthew Quirk), Jeffrey Wright (Malchus Irvin Bonchamp), Sharon Stone (Hannah) e Matthias Schoenaerts (Maywood) li trovate invece ai rispettivi link.


Melissa Rauch, la Bernadette di The Big Bang Theory, interpreta la figlia di Meryl Streep. Se Panama Papers vi fosse piaciuto recuperate The Wolf of Wall Street e La grande scommessa. ENJOY!

4 commenti:

  1. E loro due se la ridono come matti per averti fatto perdere due ore su Netflix.
    Qui sopra devo vedere piuttosto I Am Not Ok With This di cui me ne hanno parlato molto bene.
    Chi la vede prima ne parla, ok?

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    1. Credo proprio ne parlerai prima tu visto che io sono ancora bloccata con tre serie che non ho tempo di finire.

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  2. Pensa che io, pur condividendo il tuo giudizio (un film "carino" ma non certo entusiasmante, come in molti avevano scritto a Venezia) sono arrivato a conclusioni diametralmente opposte! :D ovvero, a mio avviso non dice niente che già non si sapesse... però la tua recensione mi fa capire che, parlando di film e di critica in generale, non bisogna mai dare niente per scontato: quello che per me è chiaro (forse perchè più "addentro" a queste cose, dovendo masticare - mio malgrado - un po' di finanza a causa del mio lavoro) può non esserlo per altri. Quindi la tua recensione mi è stata utile. Concordo comunque che questo lieve "divertissment" di Soderbergh, dove tutto resta in superficie e non graffia mai come dovrebbe, è lontano un miglio dalla feroce ironia di un McKay. E' un buffetto, niente più.

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    1. Eh, io purtroppo in queste cose sono ignorante come una Capra sgarbiana. Infatti sono contenta di avere un fidanzato esperto, ci arricchiamo a vicenda :D

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