Dopo qualche settimana di assenza dalle sale è giunto il momento di fare doppietta. Nel weekend spero di riuscire a parlare di Machete Kills mentre oggi vi beccate qualche pensiero sparso su Prisoners, diretto dal regista Denis Villeneuve.
Trama: il giorno del ringraziamento Anna ed Eliza, due bimbette di sei e sette anni, scompaiono, presumibilmente rapite. Il primo ed unico indiziato è Alex, un ragazzo con palesi problemi psichici. Incapace di rispondere alle domande della polizia il ragazzo viene rilasciato per mancanza di prove ma Keller, padre di Anna, non crede alla sua innocenza e lo rinchiude in un edificio abbandonato per estorcergli una confessione..
Questo 2013 cinematografico sta regalando un sacco di sorprese positive. Nonostante fosse privo di un battage pubblicitario che, molto probabilmente, avrebbe accompagnato l'opera di qualsiasi altro regista di "genere" ben più famoso, Prisoners rischia infatti di vincere il primo premio come miglior thriller dell'anno, forse perché la pellicola di Denis Villeneuve, ironicamente, non può venire "imprigionata" in una semplice definizione. Sotto la superficie dell'angosciante, spesso frustrante ricerca del rapitore di due bambine, delle indagini del detective Loki, della violenza di un padre disperato ai danni di un presunto colpevole c'è un'umanità tristissima e fatta di Prigionieri non solo fisici, sbatacchiati qua e là da una realtà orribile e, purtroppo, mai chiaramente definibile né facile da comprendere. Keller, padre disperato, è prigioniero delle proprie cieche convinzioni e delle aspettative della moglie, di un passato di alcoolista e di un'infanzia orribile; il detective Loki è prigioniero del suo terrore di fallire e causare conseguentemente dolore alle famiglie delle vittime, cosa che lo costringe ad innalzare un muro tra lui e loro; tutti gli altri personaggi sono prigionieri del dolore, della pazzia, di ferite talmente profonde da condizionare la loro esistenza e alimentare un circolo vizioso potenzialmente infinito dal quale nessuno potrà uscire vincitore e dove il confine tra bene e male cessa di esistere.
Prisoners è un film angosciante che supera nettamente molti altri thriller anche e soprattutto per la mancanza di quella fede salda ed incrollabile, tipicamente americana, verso la mentalità da vigilantes o di un'apologia del padre di famiglia che, attraverso il dolore, diventa eroe. Qui non esiste redenzione, non esiste catarsi, non esiste neppure un personaggio dotato di qualità fuori dal comune perché all'inizio, vedendo il modo in cui un Hugh Jackman fuori di sé si approccia al detective Jake Gyllenhaal, mi è venuto da pensare che mio padre reagirebbe allo stesso modo: sopraffatto dal dolore, incapace di ragionare o di capire la mentalità poliziesca continuerebbe comunque a dire "mia figlia è stata rapita, è stato lui, lo so che è stato lui e quindi perché lo avete rilasciato? No, non ci siamo capiti, non me ne frega niente se non ha parlato. Le ho detto che è stato lui quindi è così e basta." Allo stesso modo, il detective è un'altra figura assolutamente realistica perché, se ci fate caso, dalla sua ha sì una testardaggine incredibile, ma è indisciplinato, bizzoso e violento e tutto quello che scopre, alla fin fine, lo scopre più per fortuna che per abilità. Il che è un po' paradossale perché, nonostante vari twist della trama, gli indizi ci sono e non sono difficili da seguire o da comprendere per lo spettatore comodamente seduto in poltrona. Ma, come ho detto, l'elemento thriller è solo una scusante per indagare l'animo umano e, in questo, Prisoners da veramente il meglio.
Merito, ovviamente, di un gruppetto di attori fantastici, sui quali spiccano Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal, due grandissimi professionisti che si palleggiano il premio per la migliore interpretazione nel corso dell'intera durata del film ma ci sono anche le prove misurate ed efficaci di Viola Davis e Terrence Howard, quella convincentissima di Melissa Leo e la rivelazione dell'inquietantissimo, pietoso Paul Dano, in grado di provocare nello spettatore una miriade di sensazioni contrastanti. Per quanto riguarda la regia, Villeneuve utilizza un punto di vista distaccato ma limitato, nel senso che lo spettatore non viene portato a conoscenza di nessun dettaglio in più rispetto ai protagonisti, i quali spesso vengono ripresi dall'interno di un auto come se il regista volesse mostrarceli senza venire coinvolto nella vicenda, offrendoci così la possibilità di osservare con occhio imparziale e oggettivo. A dire il vero, per impostazione tecnica Prisoners mi ha ricordato tantissimo Mystic River, che viene spesso richiamato anche per quanto riguarda i temi trattati; siccome adoro quel particolare film di Clint Eastwood, non posso fare altro quindi che consigliare la pellicola di Villeneuve a tutti gli amanti del buon cinema. Astenersi genitori ansiosi, ovviamente.
Di Hugh Jackman (Keller Dover), Jake Gyllenhaal (Detective Loki), Viola Davis (Nancy Birch), Maria Bello (Grace Dover), Terrence Howard (Franklin Birch), Melissa Leo (Holly Jones) e Len Cariou (Padre Patrick Dunn) ho già parlato ai rispettivi link.
Denis Villeneuve è il regista della pellicola. Canadese, ha diretto film come Polytechnique e La donna che canta. Anche sceneggiatore e attore, ha 46 anni.
Paul Dano interpreta Alex Jones. Americano, ha partecipato a film come Identità violate, Little Miss Sunshine, Cowboys & Aliens, Ruby Sparks, Looper – In fuga dal passato e alla serie I Soprano. Anche produttore, ha 29 anni e due film in uscita.
Hugh Jackman (che, ironia della sorte, era stato chiamato ad interpretare il ruolo di padre disperato anche per Amabili resti) è tornato all’ovile dopo aver abbandonato il progetto, quando a dirigerlo avrebbe dovuto ancora essere Antoine Fuqua. Anche Bryan Singer è stato tra i registi papabili e sotto di lui avrebbero dovuto recitare Mark Wahlberg e Christian Bale nei ruoli principali, ma anche questo progetto è venuto meno. Dopo queste curiosità, i soliti consigli: se Prisoners vi è piaciuto procuratevi Il silenzio degli innocenti e il già citato Amabili resti. ENJOY!
Davvero un gran film.
RispondiEliminaCome Mystic river, si può dire che ci troviamo di fronte ad un "modern classic".
E infatti ieri sera cosa davano in TV? Mystic River :P
EliminaBellissima recensione per un bellissimo film.
RispondiEliminaGrande film che sovverte le regole del genere (thriller) da dentro con una regia quasi metafisica...
RispondiEliminaWow, addirittura metafisica? Comunque, grandissimo film!
EliminaCe lo vedro'.Anche se poi vomitero' bile di ansia e orrori vari....
RispondiEliminaNo dai, so che puoi farcela :)
Eliminasplendido e come già sai apprezzatissimo anche dalle mie parti.
RispondiEliminaadesso vado a picchiare un po' paul dano, visto che in questo film non gliene hanno date già abbastanza ahah :)
Sì, mi è sembrato ancora un po' poco sfigurato, vai e continua a corcarlo di mazzate XD
EliminaBella recensione e d'accordo su ogni tua parola: dramma travestito da thriller e miglior thriller dell'anno (sembrerebbe una contraddizione ma è così, visto il mix di generi sempre presente in quasi tutti i film:)
RispondiEliminaSe un mix è fatto bene diventa la somma delle parti, quindi ancora più bello di un banale thriller o dramma :)
EliminaBellissimo film, in sala mi sentivo anch'io prigioniera e non ho mai staccato gli occhi dallo schermo. Non sapevo che Hugh Jackman fosse stato chiamato per "Amabili resti", ottima chicca.
RispondiEliminaNon lo sapevo nemmeno io ma è per questo che mi diverto a cercare queste news :)
Eliminagran fil, un riusicitissimo thriller drammatico sulla natura bestiale dell'uomo con interpreti strepitosi
RispondiEliminaD'accordissimo su tutto!
EliminaRecensioni praticamente unanimi (compresa la mia) per uno dei titoli più belli della stagione. Quasi tutti lo abbiamo accostato a 'Mystic River', e il paragone ci sta tutto. E' un grande sollievo constatare che ci sono ancora registi che si trasferiscono a Hollywood senza restarne schiacciati... almeno per ora!
RispondiEliminaIo purtroppo non conoscevo Villeneuve ma mi sono già stati consigliati un paio di titoli che rimedierò al più presto!
Eliminaanche a me è piaciuto, un film con una STORIA... se ne vedono talemnte pochi ormai :-). paul dano straordinario!
RispondiEliminaEffettivamente, si discuteva ancora venerdì sul fatto che ormai i film sono videogames, tutti digitali, pieni di colpi di scena, senza mordente.. e invece Prisoners gode di questa bella impronta solida e classica che fa grande un film!
EliminaAnalisi perfetta Babol, dalle tematiche, alle sensazioni, agli attori, alla regia, all'atmosfera, complimenti.
RispondiEliminaMi sa che ormai siamo un coro a dire che è il miglior thriller dell'anno.
Solo dell'anno?
Grazie :)
EliminaIo lo candido a thriller dell'anno, perché della vita ce ne sono tanti altri prima... :P
Davvero un bel film. Non grido al miracolo, ma è una visione che mi ha lasciato davvero soddisfatto.
RispondiEliminaE di questi tempi, con roba come Smiley e The Canyons, come fai a NON gridare al miracolo?
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