venerdì 6 novembre 2020

Visioni dal Trieste Science + Fiction Film Festival (Parte IV)

Il Trieste Science + Fiction Film Festival è finito quindi finiscono anche le mie brevissime e poco interessanti recensioni, che vi consigliano un paio di film da tenere d'occhio e uno che... vabbé. ENJOY!


Dune Drifter (Marc Price, 2020)

Fantascienza molto slow budget. Se vi siete mai chiesti cosa dovevano provare in Star Wars tutti i piloti che venivano colpiti dai raggi delle altre navicelle, ora avrete la risposta, con urla a profusione di puro dolore da ustioni, corrosione, terrore e quanto di più bello potrete trovare nello spazio. Il punto di forza di Dune Drifter è che, salvo l'introduzione noiosetta, più che altro limitata alle stesse tre/quattro inquadrature ripetute, quando ingrana non dà un attimo di tregua e l'intrattenimento ansiogeno che offre è abbastanza per sorvolare su quegli orrendi corpo a corpo su sfondo islandese, che sembrano presi pari pari da una puntata (brutta) dei Power Rangers. C'è persino l'omino con la tuta di gomma e la donnina con la divisina rossa, porca miseria, e dai!  


Meander (Mathieu Turi, 2020)

Non so se ricordate Mathieu Turi e il suo Hostiles, distribuito qualche tempo fa sul mercato dell'home video da Midnight Factory, ma il francese è tornato con un altro horror (più virato sulla fantascienza) avente per protagonista una donna sola in un ambiente ostile e molto ristretto. In questo caso abbiamo Lisa (interpretata dalla bellissima e brava Gaia Weiss), intrappolata in una sorta di The Cube zeppo di trappole mortali e di qualcosa di ancora più inquietante, tra creature deformi (altra costante di Turi, a quanto pare) e spiriti inquietanti. Meander l'ho trovato molto meglio di Hostiles a livello di trama, privo di inutili orpelli almeno fino al finale, inutilmente ambiguo, e zeppo di momenti ansiogeni che potrebbero causarvi parecchi problemi se soffrite di claustrofobia, soprattutto grazie a una scenografia essenziale ma azzeccata. Sicuramente merita una visione.


Come True (Anthony Scott Burns, 2020)

A dimostrazione di quanto non me ne capisca di film, questo è la Menzione Speciale del Premio Asteroide e io l'ho invece trovato pretenzioso e noiosissimo, la tipica pellicola realizzata da autori indie che amano mettere il pubblico nella condizione di non capire una mazza pensando di veicolare chissà quali significati profondi. Della storia di Sarah, ragazzina affetta da problemi del sonno, salvo solo la bellezza dell'attrice principale e uno splendido uso della colonna sonora, per il resto ci sono minuti interi di nulla/scene buie o filtrate da una luce bluastra, incubi ripetitivi fatti di ombre scure e la pretenziosissima divisione in capitoli di un film che avrebbe dovuto durare almeno mezz'ora in meno. Finale molto carino ma in alcuni punti pare davvero attaccato con lo sputo e realizzato giusto per fare discutere gli spettatori. 




2 commenti:

  1. Tra tutti e tre quello che m'incuriosisce di più è il low budget Dune Drifter, sarà che mi sono sempre chiesto come sarebbe stato uno Star Wars versione "brutti sporchi e cattivi".
    Ciao.

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    1. Spero di non averti fuorviato, sono io che all'inizio ho avuto questo pensiero "stupendo" ma è ben lontano da Star Wars XD

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