mercoledì 25 novembre 2020

Visioni dal Torino Film Festival 2020 (parte 2)

Anche se ieri sono riuscita a vedere solo un film e un corto ho deciso di mantenere, almeno per questa volta, la struttura "in pillole", vuoi per mancanza di tempo, vuoi perché il film in questione mi ha lasciata un po' perplessa... ENJOY!


Lucky di Natasha Kermani (2020)

Un po' Auguri per la tua morte, un po' horror di denuncia sociale, un po' un casino, soprattutto verso la fine, Lucky è una bestia strana che all'inizio vi farà ridere e poi comincerà a sembrarvi uno scherzo un po' tirato per le lunghe risolto con un tragico spiegone sul pre-finale, spiegone subito cancellato per lasciare spazio alla locura più incredibile. La storia verte su un'autrice di manuali di autoaffermazione, quelle cose orribili che vanno tanto di moda negli USA, che una sera viene aggredita da un uomo in maschera, davanti, peraltro, allo sguardo annoiato del marito. Da qui in avanti non spoilero nulla ma in pratica la situazione della protagonista si fa sempre più surreale, tra mariti fuggitivi e persone ambigue o inutili, il tutto asservito (almeno da quanto ho capito io) a una metafora sulla fondamentale solitudine della donna in un mondo che non le risparmia mai violenze quotidiane, in nessun ambito, né critiche o giudizi superficiali, da cui il titolo originale del film. Secondo me a Lucky avrebbe giovato meno voglia di sperimentare e più coerenza in fase di scrittura, anche se le scenografie, i colori e un brevissimo momento musical, oltre alla faccia del marito della protagonista, potrebbero godere di momentanea memorabilità.


Regret di Santiago Menghini (2020)

In aggiunta a Lucky c'era questo corto imperniato sui sensi di colpa di un uomo davanti alla morte di un padre non proprio simpatico. In un quarto d'ora il corto cattura grazie ad angoscianti atmosfere à la Shining e a un paio di jump scare ben piazzati (diciamo che in uno ho urlato, anche perché il regista è talmente abile da sviare l'attenzione dello spettatore per poi fregarlo), oltre al make-up del "demone" che perseguita il protagonista. Peccato che l'attore che interpreta quest'ultimo sia un po' cane maledetto.



2 commenti:

  1. Visti ieri sera! Regret vale da solo il costo dello streaming! Angosciante come pochi e con un jump scare che è riuscito a far urlare anche me (hai sicuramente capito quale).
    Lucky aveva anche lui il suo perché, ma ammetto di aver abbassato le palpebre in più di un'occasione. Si, metafora della solitudine della donna, sottolineato anche da quei titoli dei libri che la protagonista scrive ("Do it yourself" o qualcosa del genere). "Lucky" evidenzia forse il motivo per cui quando a una donna riescono bene le cose si parla prima di fortuna e poi di abilità o professionalità...

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    Risposte
    1. Credo sia lo stesso che ha fatto urlare anche me :P
      Per Lucky, la metafora era chiara e l'idea molto buona, però alla fine non ha tenuto fede alle premesse.

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