mercoledì 11 novembre 2020

The Dark Red (2018)

Non ricordo neppure come sono arrivata a guardare The Dark Red, diretto e co-sceneggiato nel 2018 dal regista Dan Bush.

Trama: una ragazza dai poteri psichici viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico quando dichiara che una setta ha rapito il suo bambino appena nato...

Con un titolo come The Dark Red ero convinta che il film di Dan Bush avrebbe parlato di possessioni demoniache e simili ma non avrei potuto essere più in errore. In realtà, The Dark Red racconta di una donna con poteri psichici finita in un ospedale psichiatrico perché considerata paranoica e vittima di allucinazioni. Attraverso delle sedute con una dottoressa, arriviamo a scoprire che Sybil è stata rinchiusa dopo che una misteriosa setta le ha rapito il bambino appena nato così da tenerlo come scorta costante di sangue e ottenere gli stessi poteri psichici della donna, o almeno così crede lei; i dottori sono infatti convinti che Sybil soffra di manie di persecuzione, oltre che di allucinazioni, e che in realtà il bambino sia morto durante il parto. Per metà della sua durata, The Dark Red gioca dunque sulla natura inaffidabile della protagonista e tiene lo spettatore in sospeso su quale sia la verità raccontando la vita di Sybil attraverso vari flashback intervallati dai colloqui con la sua terapista, dopodiché l'incertezza (se mai ci fosse stata) viene lasciata da parte per instradare la pellicola sui sentieri del revenge movie con qualche sprazzo di sovrannaturale legato appunto ai poteri della protagonista.

Di per sé The Dark Red non sarebbe nemmeno male. La trama è un po' diversa da quella dei soliti horror e il tentativo di tenerla in sospeso tra realtà e allucinazione è interessante, purtroppo la messa in scena è loffia che più non si può. Non c'è nulla di interessante né nelle immagini né nel montaggio del film, appena superiori a quelli di un medio prodotto di stampo televisivo, e questo piattume si ripercuote sul ritmo generale, lento di una lentezza che non stimola né l'interesse né la riflessione, quanto piuttosto l'abbiocco. L'unico vero pregio di The Dark Red è la presenza di April Billingsley, attrice dal fascino magnetico che, da sola, porta avanti tutta la baracca, non solo nei momenti in cui Sybil deve confrontarsi con durezza con la terapeuta oppure in quelli "alla John Wick" che avrebbero meritato un approccio più gore, ma anche durante gli imbarazzanti intermezzi di passato amore felice, ai quali nonostante tutto l'attrice riesce a dare un minimo di dignità. La colpa di tutto ciò, comunque, è della mia memoria farlocca. Avessi ricollegato il nome di Dan Bush al mediocre The Vault probabilmente non avrei nemmeno cominciato a guardare The Dark Red, altro film non bruttissimo ma nemmeno bello, che lascia il tempo che trova portando via ore che potrebbero venire meglio impiegate altrimenti. 

Del regista e co-sceneggiatore Dan Bush ho già parlato QUI.


4 commenti:

  1. Peccato la premessa mi aveva convinto. Penso che opterò per Thelma o come si chiama, anche Fury di De Palma magari.

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    1. Thelma è molto bello, invece sai che Fury non l'ho mai visto?

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  2. Ottimo film. Unico nel suo genere.

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    1. Contenta che ti sia piaciuto. Io non ne sono rimasta granché entusiasta, invece!

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