Anche quest'anno, complici problemi di malasanità italiana (ho un day hospital in programma, l'anestesista mi ha visitata il 30 settembre, tutti a dirmi "vedrai che la settimana prossima ti chiameranno", è più di un mese ormai che aspetto...), sono stata costretta a saltare il ToHorror Film Festival e, per non cadere definitivamente sotto i colpi di una depressione ormai quasi ingestibile, ho pensato di tirarmi un po' su con la versione on line di un altro festival che l'anno scorso mi aveva dato delle soddisfazioni, il Trieste Science + Fiction Film Festival. Purtroppo i film migliori, ovvero gli attesissimi Lamb e In the Earth, sono stati riservati all'edizione fisica e, ad essere sincera, quest'anno non ho visto pellicole particolarmente degne di nota a meno di non segnalare il bellissimo Jakob's Wife, che avevo però già visionato nei mesi scorsi, quindi diciamo che non sono rimasta granché soddisfatta ma magari voi potete trovare qualcosa di interessante nelle mini recensioni che seguono... ENJOY!
Il primo film visto al festival è un'opera distopica che vede un futuro dove i minorenni vengono strappati alle famiglie per inserirli in eserciti di stampo fascista dopo un lavaggio del cervello. Il fulcro della trama è il rapporto tra una madre e una figlia, indigene, che cercano di sopravvivere in un mondo devastato dalla guerra, mentre il governo tenta di eliminare deboli ed indesiderati avvelenando cibo e acqua; nonostante la trama interessante, che sfrutta la natura indigena delle protagoniste per sottolineare ancora di più la loro natura di reiette e il razzismo/classismo imperanti nel mondo in cui vivono, e la bravura delle due attrici protagoniste (alle quali si affianca la sempre gradita Amanda Plummer in un piccolo ruolo), a mio avviso il film manca un po' di ritmo e non è riuscito a trasmettermi la sensazione di claustrofobia, pericolo imminente e, soprattutto, rabbia che avrei sperato. Ho visto di peggio, ma ho visto anche di meglio, nel complesso l'ho trovato un film abbastanza insipido.
Complicatissimo film fatto di più strati sovrapposti, dalla mente di colui che già ci aveva deliziati con l'inquietante The Conspiracy. Purtroppo, sebbene molto affascinante, Flashback (o The Education of Fredrick Fitzell) non mette ansia neppure per un istante e, al limite, fa venire un po' di mal di testa per via di tutta la carne che mette al fuoco, soprattutto dopo la seconda metà: quello che parte come un thriller surreale ed allucinato, a un certo punto mantiene l'allucinazione e addenta il durissimo osso dei paradossi temporali o, meglio, della "contemporaneità" che nega l'esistenza del tempo stesso. Anche questo, per quanto difficile, è un concetto molto affascinante, così come il finale, paraculo, commovente e perplimente al tempo stesso. Se non fosse che Flashback dura 1h 37 che sembrano quindici lo riguarderei per capirlo meglio, ma anche no, almeno per ora.
Più nelle mie corde l'horror Rose, uno di quei film "dove non succede niente" e dove bisogna semplicemente lasciarsi trasportare dalle interpretazioni dei personaggi e dal modo in cui sono scritti, perché l'orrore arriva dopo un'ora e venti di sottilissime sensazioni inquietanti. Anzi, se devo trovare un difetto al film è proprio l'escamotage utilizzato per chiudere la vicenda di Rose e Sam, il cui già difficile "idillio" viene interrotto dall'arrivo di uno dei personaggi più inutilmente odiosi (e, se posso permettermi, mal scritti) della storia del cinema horror, che rende di conseguenza inverosimili anche i due protagonisti. A parte questo, l'ho trovato comunque uno dei film più interessanti del festival, almeno finora, quindi ne consiglierei il recupero.
Ne avevo già letto abbastanza bene su Letterboxd e, quando ho visto che era in programma al festival, ho pensato bene di non farmelo scappare. Gaia è un interessante horror a sfondo ecologista, ambientato nelle foreste del Sud Africa, là dove alcune leggende vogliono dimori per l'appunto la Dea della Terra, qui in guisa di fungo sotterraneo pronto a spargere spore in ogni dove, inghiottendo gli esseri umani rei di avere fatto ammalare il pianeta. L'idea è molto suggestiva e il film è davvero ben realizzato, impreziosito dalle interpretazioni di tre ottimi attori, inoltre gli effetti speciali e il makeup dei vari mostri che infestano la foresta fanno impressione. Avrei giusto sforbiciato qualcosina sul finale ma, a onor di Gaia, è l'unico dei quattro film che non mi ha fatto calare la palpebra nemmeno per un istante, pur avendolo guardato alle 2130 di sera. Anche in questo caso, consiglio un recupero, visto che la pellicola è facilmente reperibile un po' ovunque.
Let the Wrong One In (Conor McMahon, 2021)
Il Festival si è salvato in corner con l'ultimo film che sono riuscita a vedere prima che scadesse il tempo (vi prego, per l'anno prossimo potete pensare anche un po' a chi lavora e non può stare intere giornate a guardare film messi online per un massimo di due o tre giorni e tolti, tra l'altro, a orari da denuncia? Lo so, sono una rompipalle... Grazie!), ovvero questa horror comedy irlandese a base di vampiri. L'avevo puntata ovviamente per la presenza del sempre affascinante Anthony Head, qui di nuovo nei panni del "watcher" cacciatore di vampiri ma molto più sfigato, poveraccio, del Signor Giles, e mi sono ritrovata a guardare uno di quei film assurdi, esilaranti, fatti con due lire, senza alcuna pretesa di entrare nella storia del genere ma lo stesso genuini e spassosissimi. Sarà che ho un debole per l'accento OIrish, qui pesantissimo, o sarà che davvero il film di McMahon non cala di ritmo ed umorismo nemmeno un istante, ma l'ho trovato la visione più piacevole del Trieste Science + Fiction Film Festival e ve lo consiglio spassionatamente, soprattutto se, come me, siete giù di corda in questo periodo. Mi ringrazierete.
Coraggio Erica, su col morale! Fai molte più cose te con tutti i tuoi problemi (che spero, di cuore, si risolvano presto) piuttosto che io, cinquantenne imbolsito, svogliato e pigro... bella questa selezione che hai scelto, ho preso appunti :)
RispondiEliminaUn abbraccio grande!
Guarda, uno ci prova, ma è davvero difficile. E i miei sono anche problemi non gravi, ma grazie alla splendida sanità italiana cominciano a muovere il primo passo verso l'invalidante.
EliminaSe riesci recupera qualcosa; quest'anno non mi ha appassionato granché come festival, ma qualcosina ho trovato.
Un abbraccio enorme anche a te su con la vita!
È vero che il Trieste S+ F non ha vissuto la sua annata migliore, meno male che Gaia ha salvato un po' tutta la manifestazione.
RispondiEliminaP.s
Spero che tu risolva presto i tuoi problemi di salute.
Gaia è davvero molto interessante, ma io ho amato anche Let the wrong Come In.
EliminaSpero vivamente anche io, ma la vedo durissima, ahimé. grazie.