Si torna a parlare di horror, dopo la lunga parentesi da Oscar. Avevo promesso a
Lucia, la quale si immola spesso per evitarci ciofeche, che stavolta mi sarei offerta io di provare
The Scary of Sixty-First, presente sulla piattaforma
Shudder, diretto e co-sceneggiato nel 2021 dalla regista
Dasha Nekrasova, e mi sono pentita dell'offerta...
Trama: due ragazze vanno a vivere assieme in un appartamento di proprietà di Jeffrey Epstein e lì cominciano a succedere cose strane...
The Scary of Sixty-First ha vinto un premio all'ultimo festival del Cinema di Berlino per la migliore opera prima. E' evidente, dunque, che io non capisca nulla di cinema visto che non consiglierei questo film al mio peggior nemico a meno che quest'ultimo non si sia pesantemente drogato prima, cosa che probabilmente hanno fatto la regista e gli attori durante la realizzazione di quest'opera (esiste un bluray costosissimo, pare, e nel commento audio si evince che molte cose siano state realizzate, fatte, aggiunte "alla Boris"). Ma andiamo con ordine, cerchiamo di non essere antipatici fin da subito. Per capire meglio che caspita sia
The Scary of Sixty-First forse bisogna conoscere prima qualcosa sulla regista,
Dasha Nekrasova. Costei è diventata famosa negli USA per un podcast di estrema sinistra, definita nello specifico "dirtbag left", ovvero quel tipo di sinistra che pratica un uso estensivo di umorismo particolarmente gretto e volgare per esprimere le proprie opinioni spesso populiste, in soldoni sono la versione speculare dei Trumpiani. Non ho mai ascoltato il podcast
Red Scare, non ho particolare desiderio di farlo, ma mi pare di aver capito che i temi principali siano la critica al capitalismo, al femminismo e al liberalismo, in generale alla sinistra troppo "molla" e fighetta. Ciò in effetti spiegherebbe perché buona parte di
The Scary of Sixty-First preveda lunghi dialoghi imperniati su temi politici, cospirazioni di poteri forti e controlli mentali da parte della CIA tra una tizia senza nome (interpretata dalla stessa
Dasha Nekrasova) e Noelle, quest'ultima ritrovatasi ad abitare in un lussuoso appartamento Newyorchese appartenuto a Jeffrey Epstein. Se non sapete chi era costui, Epstein era un magnate della finanza arrestato per uno scandalo sessuale a sfondo pedofilo (in cui è finito coinvolto anche l'ex Duca di York, Andrea, sul quale poi torneremo) che, qualche anno fa, si è apparentemente impiccato in cella, cosa che ovviamente ha scatenato il solito coro di "noncielodicono" di chi sospetta che, in realtà, Epstein o sia stato ucciso oppure abbia solo inscenato la propria morte.
The Scary of Sixty-First imbastisce dunque la sua trama horror su questa figura deprecabile, con le due protagoniste, Noelle e Addie, che vanno a vivere in uno degli appartamenti di proprietà di Epstein e lì trovano parecchi indizi che dovrebbero portarle a scappare fin da subito, senza guardarsi indietro. L'idea alla base di tutto sarebbe di una banalità sconcertante ma anche capace di dare comunque vita ad un ottimo film: Epstein non era solo un pedofilo ma era anche impelagato con culti satanici e Noelle ed Addie diventano le vittime designate di una maledizione terribile, schiacciate da un'atmosfera di claustrofobica paranoia che aumenta nel momento in cui una ragazza senza nome si introduce in casa loro per indagare sui mille misteri di Epstein, "stuzzicando" ancora di più le forze del male. Purtroppo, il modo in cui la vicenda viene trattata è confuso, raffazzonato, apparentemente noiosissimo all'inizio e terribilmente trash da un certo punto in poi, quando la "possessione" demoniaca (?) di Addie si traduce in un florilegio di masturbazioni sulle effigi di Andrea di York e pugni in faccia alle foto di Sarah Ferguson, durante i quali ho riso più del dovuto. Leggendo qualche recensione qui e là ho visto scomodare nomi importanti come quelli di
Polanski e Kubrick (il biglietto che si vede alla fine è identico a quello che trova
Tom Cruise alla fine di
Eyes Wide Shut), io se volete ci aggiungo anche
Fulci o
Argento, ma non vuol dire nulla: anche io ogni tanto mi ispiro allo stile dei mangaka giapponesi per disegnare, ma il risultato è comunque una merda e lo stesso vale per
The Scary of Sixty-First.
Dasha Nekrasova non è totalmente interdetta, per carità. Ha occhio per l'atmosfera vintage, azzecca alcune sequenze suggestive, sa come sfruttare un atmosfera squallida e trucida per trasformare New York nell'antitesi del glamour, popolata da gente deprimente e instabile di mente, e prova persino, sul finale, a giocare la carta del satanismo sanguinolento e del thriller psicologico facendo sicuramente riferimento a quei grandi nomi di cui sopra. Purtroppo il risultato è imbarazzante a più livelli, sia perché la
Nekrasova mette troppa carne al fuoco ricoprendola di una quantità spropositata di dialoghi orribili e messi in bocca a gente in botta da speed (davvero a volte sembra di ascoltare il podcast delirante di due fulminate), sia perché i personaggi del film sono delle macchiette ridicole, dei cliché ambulanti, i residuati bellici di quelle orribili pellicole indie ed underground degli anni '80/'90; per dirne una, non si capisce perché Addie e Noelle siano andate a vivere insieme visto che si disprezzano, né perché, posseduta da Epstein (??) Addie si trasformi in una bambina vogliosa di scopare (ma ti pare? Una ragazzina vittima di Epstein perché dovrebbe avere voglia di sbattersi un vecchio o di masturbarsi sulle iniziali del maniaco che l'ha seviziata? Ma che orrore!), ma l'elenco di cretinate senza capo né coda potrebbe continuare per ore. Come se tutto ciò non bastasse, gli attori sembrano usciti dritti dritti da
The Room e non lo dico perché
The Room è il film più brutto della storia (ho visto di peggio), ma perché sia il ragazzo che interpreta Greg, sia l'attrice che intepreta Noelle, hanno la stessa impostazione lamentosa del famigerato "I did nAAAt" di
Tommy Wiseau e i loro litigi sono talmente cringe da farmi rivalutare quelli tra Johnny e Lisa.
Shudder, santo cielo, ma come hai potuto distribuire 'sta roba?
Dasha Nekrasova (vero nome Daria Dmitrievna Nekrasova) è la regista e sceneggiatrice del film, inoltre interpreta "la ragazza". Bielorussa, è al suo primo e finora unico lavoro come regista mentre come attrice ha partecipato a serie quali Mr. Robot e Succession. Ha 31 anni.
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