venerdì 12 maggio 2023

To Leslie (2022)

La nomination come migliore attrice protagonista ad Andrea Riseborough mi ha portata ovviamente a recuperare anche To Leslie, diretto nel 2022 dal regista Michael Morris.


Trama: dopo aver vinto la lotteria e sperperato tutti i soldi, l'alcolista Leslie si ritrova a vivere di espedienti...


Non ho seguito granché tutta la bagarre derivante dalla nomination alla Riseborough ma, per amor di completezza, il succo del discorso è che la sua performance in To Leslie è stata candidata senza nessun premio pregresso ad avvalorarla e, soprattutto, dopo una campagna di "raccomandazioni" da parte di grandissimi nomi del mondo dello spettacolo (due su tutti: Gwyneth Paltrow ed Edward Norton) durata appena un mesetto, che ha destato sospetti soprattutto nelle attrici di colore che si sono viste snobbare in favore dell'ennesima bianca privilegiata. A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, tuttavia non essendo un'addetta ai lavori mi limito a fare spallucce e ad offrirvi soltanto il mio personalissimo giudizio sul film e sull'interpretazione di Andrea Riseborough. Innanzitutto, To Leslie è un film molto "classico", di quel sapore anni '70 richiamato dallo sguardo spietato e naturalistico col quale indaga sulla protagonista, Leslie, appunto; quest'ultima è una donna allo sbando che ha sbattuto letteralmente la porta in faccia alla fortuna presentatasi in forma di enorme vincita alla lotteria, riuscendo a dilapidare 190 mila dollari in droghe, alcool e divertimenti e a finire per strada, abbandonata da figlio, genitori e amici. Non è un bel personaggio, quello di Leslie, perché ogni sua azione è spinta da una dipendenza dagli alcolici che è alimentata da un senso di colpa infinito, per qualcosa che verrà chiarito verso la fine del film, quindi per buona parte della durata To Leslie segue una protagonista che non intende redimersi e che morde la mano di chiunque cerchi di aiutarla, con somma frustrazione dello spettatore. Per estensione, To Leslie diventa non solo lo studio di un'ubriacona all'ultimo stadio, ma di tutta la squallida società di derelitti che la circonda, di un Texas fatto di locali fatiscenti, motel dimenticati da Dio e speranze perdute, dove a farla da padrone è un tristissimo rancore misto a menefreghismo egoista, e le poche persone altruiste fanno la figura dei minchioni. Per quanto mi riguarda, sono ambienti che mi repellono abbastanza e che poco mi affascinano, tuttavia ho trovato la sceneggiatura interessante, nonostante la sua natura leggermente derivativa, il che forse rischia di inficiare il mio giudizio sull'attrice protagonista.


Sulla Riseborough, per carità, non ho nulla da dire. Regge da sola l'intero film rendendo gli altri (salvo forse Allison Janney, fredda e cattivissima ex amica dalla lingua tagliente) praticamente invisibili ed interpretando un personaggio scomodo non solo dal punto di vista psicologico, ma anche "brutto" fisicamente, sporco a livello di igiene personale. Di solito queste trasformazioni sono molto gradite all'Academy e anche agli spettatori, tuttavia a me è parso che Leslie, come personaggio, avesse poco da dire e da "insegnare"; la sua lenta risalita non deriva da chissà quale forza d'animo, quanto da un unico, difficile gesto di pietà probabilmente legato al senso di colpa, come se la fortuna volesse sfidarla a girarle le spalle una seconda volta, e, in particolare, il finale è talmente facilone da fare a pugni con lo spietato realismo utilizzato nel resto del film. Per quanto mi riguarda trovo quindi che la candidatura della Riseborough sia un po' deboluccia, ma non avendo assistito alle performance delle grandi escluse, Viola Davis in primis, non posso fare confronti e mi limito a concludere dicendo che To Leslie è un film abbastanza "medio", di cui probabilmente mi dimenticherò nelle prossime settimane, e che si poteva scegliere una pellicola indipendente un po' più originale e coraggiosa per rappresentare la categoria agli Oscar. 


Di Andrea Riseborough (Leslie), Allison Janney (Nancy), Stephen Root (Dutch) e Owen Teague (James) ho già parlato ai rispettivi link.

Michael Morris è il regista della pellicola. Inglese, al suo primo lungometraggio, ha diretto episodi di serie come House of Cards, Preacher, Locke and Key e Better Call Saul. Anche produttore, ha 49 anni. 


Marc Maron interpreta Sweeney. Comico americano, ha partecipato a film come Sharknado 3: Attacco alla casa bianca e Joker; come doppiatore, ha lavorato in I Simpson. Anche sceneggiatore, produttore, compositore e regista, ha 60 anni.



2 commenti:

  1. A me To Leslie è piacito ma meno di quanto mi aspettassi; condivido il tuo giudizio: è un film discreto ma un po' facile e a cui manca quella sincera sensibilità (alla Sean Baker tanto per citare un grande autore indipendente) proprio perché ammicca troppo allo spettatore (e la bella colonna sonora in questo aiuta).
    Non entro in argomento ma il politically correct aveva impedito a Scarlett Johansson (tanto per fare un esempio) di interpretare il ruolo di un boss transgender in Rub & Tug perché - lei - cisgender. Con un doppio autogol della comunità trans che aveva alzato gli scudi: primo, quello di privare un film con soggetto trans di una delle migliori attrici in circolazione; secondo, ridurre di conseguenza i ruoli disponibili per attori e attrici trans (immagino valga anche il contrario: se solo intrepreti trans per ruoli trans niente interpreti trans per ruoli cis). Quando De Niro girò Toro Scatenato si dovette preoccupare solo di prendere su chili non certo di smarcarsi dalle proteste della WBA, e per un semplice motivo: a De Niro si riconosceva la sola qualità indispensabile per stare davanti all’obiettivo - saper recitare. Dovrebbe valere ancora così.

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    1. La storia della Johansson non la sapevo, ma concordo con te. Se un attore è bravo non bisognerebbe fare distinzioni, ma purtroppo oggi si fanno polemiche su tutto, vedi il caso montato su Brendan Fraser e la sua fat suit. Ciò detto, To Leslie è ben fatto ma non convince e, come predetto, me lo sto già dimenticando!

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