Era nel mio radar da qualche tempo, poi la settimana scorsa è uscito su Disney + e ne hanno parlato bene più o meno tutti i miei amici cinefili su Facebook, quindi, appena ho avuto una sera libera, mi sono buttata su Nessuno ti salverà (No One Will Save You), diretto e sceneggiato dal regista Brian Duffield.
Trama: Brynn vive da sola in una casetta ai margini del paese, dove passa il tempo a costruire modellini di case, confezionare abiti e scrivere lettere, almeno finché, una notte, la sua abitazione non viene invasa dagli alieni...
Una cosa che dimentico spesso è quanto mi facciano paura i film con gli alieni, mai capito il perché. Se vedo spuntare un'astronave, o se le intelligenze aliene vengono utilizzate come escamotage narrativo letterario (Hi, Stephen, I'm talking to you) impazzisco e smetto di considerare seriamente l'opera, ma datemi un home invasion con uno o più alieni e mi vedrete nascondermi tra i cuscini del divano. E' un terrore ancora più insensato di quello verso bambole, clown e demonio, eppure ce l'ho e tendo a dimenticarlo perché gli alieni (intesi come i generici "grigi", lo xenomorfo non mi fa né caldo né freddo) non vengono utilizzati così spesso nel cinema horror; ciò mi ha fatto vivere buona parte di Nessuno ti salverà preda di una paura fotonica che mi ha lasciata davanti allo schermo in religioso silenzio, immobile come una statua, e me ne sono accorta perché stamattina ho mal di testa da occhi e bocca impietriti. Brian Duffield, tra l'altro, non fa sconti a chi è pavido come la sottoscritta. Cinque minuti di prologo, quanto basta per inquadrare la protagonista come il paria della cittadina a causa di un tremendo evento che verrà dolorosamente rivelato in toto verso la fine del film, e l'invasione del piccolo mondo di Brynn comincia, mantenendosi ineluttabile e martellante per tutta la durata di Nessuno ti salverà. Titolo, tra l'altro, che non si riferisce solo all'impossibilità di fuggire ad un'invasione aliena su vasta scala, ma soprattutto al dolore che la protagonista è costretta ad affrontare in solitudine ogni giorno della sua esistenza. Un solo, terribile errore commesso da ragazzina, ha condannato Brynn a una vita di rimorsi e pentimento, alimentati da una cittadina che ha fatto fronte comune per isolarla e negarle anche solo la speranza del perdono, tra sguardi disgustati, dispetti crudeli e gesti di puro disprezzo di persone che non si rendono conto di come la punizione più grande Brynn se la infligga già da sola. La consapevolezza indotta di non meritare di vivere si scontra con la volontà di farlo comunque, soprattutto quando compare una minaccia tangibile davanti alla quale Brynn lotterà con le unghie e con i denti per non farsi privare di quel poco che le è rimasto.
L'intelligenza di Brian Duffield, davanti a un personaggio così particolare e schivo, fuori dal tempo e dalla realtà, è stata quella di aver realizzato un film praticamente privo di dialoghi; ciò serve non solo a sottolineare la natura aliena degli invasori, che comunicano tra loro in una serie di versi e suoni incomprensibili, ma anche l'isolamento totale di Brynn, tristemente abituata a non poter dare voce a ciò che le pesa sul cuore da anni. Non a caso, le uniche parole pronunciate da Brynn durante il film sono in qualche modo risolutive, e sono le uniche che la ragazza sente di dover dire davvero. Kaitlyn Dever (attrice che non conoscevo affatto) si carica sulle spalle il peso emotivo di un film che rischiava di essere un banalissimo home/alien invasion, e lo fa sfruttando essenzialmente la mimica facciale e uno sguardo addolorato e malinconico che non l'abbandona neppure nei momenti apparentemente più "tranquilli" del film. Inoltre, i confronti fisici con gli alieni e la cazzimma che dimostra nella maggior parte delle sequenze la catapultano di diritto nel novero delle future, giovani scream queen da tenere d'occhio. In realtà, l'unica cosa che non ho granché apprezzato di Nessuno ti salverà è la resa degli alieni. E' bello che il loro design sia quello classico dei "grigi", in virtù del fatto che Brynn si sia creata un mondo retrò tutto suo (scenografie, costumi e colonna sonora sono uno spettacolo), e gli alieni piccolini sono davvero inquietanti, ma quelli giganteschi evidenziano qualche limite di budget a livello di CGI e, almeno a me, sono sembrati alquanto posticci. Nulla che possa inficiare la qualità di un film che è riuscito sia a mettermi ansia che a commuovermi, una sorpresa inaspettata nel mare magnum di scadenti produzioni esclusive per lo streaming, che vi consiglio di recuperare appena possibile!
Del regista e sceneggiatore Brian Duffield ho già parlato QUI.
Kaitlyn Dever interpreta Brynn. Americana, ha partecipato a film come Bad Teacher - Una cattiva maestra, J. Edgar, Detroit, Beautiful Boy, La rivincita delle sfigate e a serie quali Monsterland. Anche produttrice e regista, ha 27 anni.
Se Nessuno ti salverà vi fosse piaciuto recuperate Signs, Altered - Paura dallo spazio profondo e Oscure presenze - Dark Skies. ENJOY!
Conobbi, diciamo così, Kaitlyn Dever durante la pandemia quando scovai su Netflix la stupenda e misconosciuta serie Unbelievable (perché Netflix è così, come le ceste dell’usato che vedi al mercato di Porta Portese: le cose migliori le trovi solo rovistandone il fondo dove nessuno mai vi cerca). Unbelievable è la storia vera di una denuncia di stupro e sua ritrattazione (causa superficialità della polizia) portata all’attenzione del grande pubblico grazie al lavoro di due giornalisti che l’hanno resa di ampio dominio (e col quale hanno vinto il Pulitzer). La Dever è la bravissima protagonista di Unbelievable (in realtà c’è una teoria di bravissime attrici in Unbelievable: da Toni Colette a Merritt Wever, da Dale Dickey a Danielle Macdonald). Perché questa premessa? Forse perché memore del tema della serie e dell’interpretazione della Dever da allora considero questa giovane donna una delle attrici dotate di più dolcezza e forza al contempo e per il cui ruolo in No One Will Save You era, quindi, perfetta (credo che ne sia anche produttrice). L’altro giorno mi ricordavo della Thomasin McKenzie in apertura di Ultima Notte a Soho quando ci lascia credere, circondata dagli oggetti e dall’atmosfera che ha ricreato, di vivere ancora negli anni Sessanta; la stessa scelta che fa la Dever in No One Will Save You: solo che se il mondo che si è costruito Ellie è una fantasia che rincorre per raggiungere un periodo storico che non ha vissuto e idealizza per Brynn questa fuga nel passato si è fatta grigio rifugio (a dispetto della fotografia), gabbia in ferro battuto e senza (apparente) via d’uscita per rinchiudersi e scontare la pena per la colpa di un grave errore - errore del quale non riesce a perdonarsi - commesso durante l’adolescenza. Di questo mancato perdono, aggiungo, è la stessa ipocrita comunità del posto a farsi complice perché l’ha allontanata ed emarginata (a proposito, chi sono le vere minacce? Le forme di vita extraterrestri - distanti e aliene - o i nostri vicini, prossimi ma indifferenti se non ostili?). Guardando No One Will Save You ho fatto un paio di salti sulla sedia ma soprattutto mi sono commosso: Kaitlyn Dever regge tutto il film da sola con la sua malinconia e il suo dolore ma anche con la determinazione e il coraggio di andare avanti e non arrendersi. Più di venti anni fa, quando le piattaforme tv giravano sul satellite e non su internet, vidi un film con Billy Bob Thorton (Levity di tal Ed Solomon) affrontava gli stessi temi di No One Will Save You: il peso della colpa e la mancanza di quella leggerezza (per dirla con Calvino) necessaria per concedersi il perdono. Era un film bellissimo ma, ancora una volta, il cinema di genere ci dimostra, con i suoi stilemi e topoi, che sa toccarci nel profondo come nessun altro sa fare.
RispondiEliminaSegno Unbeliavable, anche se purtroppo alle serie non riesco a stare mai dietro per motivi di tempo, perché la Dever è un'attrice da tenere d'occhio. E la vera minaccia, per quanto mi riguarda è l'incomunicabilità, per volontà (dei compaesani di Brynn) o per paura (degli alieni), che porta ad isolamento, rabbia e incomprensione.
EliminaÈ un punto di vista molto interessante, quello dell'incomunicabilità. Chissà se si ama il cinema anche per questo: un linguaggio che riesce a parlare a tutti, e che ci avvicina. E poi ci permette di vivere emozioni forti, ma in ambiente controllato.
EliminaQuesto è uno dei motivi per cui amo il cinema, sì. Oltre a quello di confrontarmi e imparare da chi ne sa più di me!
EliminaLei è davvero meravigliosa, una scoperta gradevolissima!
RispondiEliminaDopo parecchio tempo, spinto dai giudizi visti in giro, ho recuperato il film. Veramente interessante anche se io ci ho visto una tematica particolare.
RispondiElimina[SPOILER!! SPOILER!!]
Chi è estraneo, escluso, outsider, cosa fa quando esiste una minaccia esterna? In guerra, spesso finisce con il collaborare con il nemico. In questa vicenda Brynn si batte ma alla fine, quando gli alieni (compassionevoli?) la lasciano vivere nella società che hanno impiantato sulla Terra, e lei sembra più felice, per quanto a mio parere si tratta di una felicità disperata, nella consapevolezza che quel mondo in cui tutti le sorridono è falso come quello in cui viveva prima.
A mio parere molto interessante, un pozzo di possibili riflessioni. Quando ce la farò, bloggherò su questo film (adesso mi sto tormentando con Dario Argento).
Sì, probabilmente la protagonista esasperata ha scelto la via meno peggiore. Tuttavia, se fosse così poteva tranquillamente "vivere" nell'illusione che la sua amica fosse ancora viva, invece è fuggita con forza da quella falsa consolazione. E' un film parecchio stratificato, su cui si può discutere parecchio, ce ne fossero!
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