Bolla Loves Bruno atipico quello di oggi, perché parliamo de I protagonisti (The Player), diretto nel 1992 dal regista Robert Altman, dove Bruccino compare per 1 minuto o poco più.
Trama: il produttore hollywoodiano Griffin Mill si ritrova ad essere oggetto di misteriose minacce. Nel tentativo di fare chiarezza, la sua vita si ingarbuglia ancora di più...
Non avendo mai visto I protagonisti, ho dovuto rischiare. Immaginavo che Bruce avrebbe avuto giusto una particina, visto che interpretava se stesso, ma nel caso non fosse stato così mi sarei sentita punta nella mia pignoleria. E' andata comunque bene, perché I protagonisti è la satira graffiante e tristemente attuale di un sistema che ha rifiutato i grandi Autori degli anni '70 preferendo un cinema di consumo e privo di coraggio, dove le cose che contano di più sono happy ending (anche paradossali), divi strapagati e tutto ciò che possa attirare lo spettatore medio, che ovviamente va fidelizzato. Altman si mette al servizio dello sceneggiatore Michael Tolkin e riporta su schermo tutto il suo disgusto verso il sistema delle grandi case di produzione, da cui il regista era stato tenuto lontano per anni, trasmettendo allo spettatore la sensazione di un "anti-sogno", di un freddo e caotico business dove uomini d'affari in giacca e cravatta plasmano e guidano i gusti del pubblico puramente in base a un'idea di profitto. Lo splendido piano sequenza iniziale, in tal senso, è lapalissiano: dieci minuti durante i quali miriadi di idee nascono e muoiono nel giro di una telefonata o una rapida conversazione, con gli studios brulicanti di formiche umane in cerca di una briciola di torta, i loro destini appesi a un filo anche nel caso di personaggi influenti, come nel caso di Griffin Mill. Quest'ultimo, il protagonista del film, è un giovane produttore che rischia di venire messo da parte in favore di un collega e che, come se non bastasse, continua a ricevere minacciose cartoline da parte di uno sceneggiatore scartato. Questo è l'aspetto del film che può risultare gradevole anche per chi non è appassionato di cinema, in quanto I protagonisti ha l'ossatura di un thriller non privo di colpi di scena, all'interno del quale le indagini di Mill prendono una piega sinistra e sempre più pericolosa; la cinepresa di Altman, coadiuvata dall'ottimo montaggio di Geraldine Peroni, circonda Mill di presagi funesti nascosti in locandine e cartoline, lo rende oggetto di sguardi da parte di figure sempre un po' defilate e accresce così il ritmo e la suspance del film.
So che la rubrica dovrebbe parlare di Bruce Willis (il quale, negli anni '90, poteva già permettersi di parodiare se stesso in una breve sequenza che è la summa di tutti i suoi personaggi, ironici e badass fino al midollo) ma il cuore nero de I protagonisti, stavolta, è Tim Robbins. Mill non è un personaggio gradevole, per nulla; fin dall'inizio viene connotato come uno squalo dai gusti snob, un uomo pavido consapevole dei suoi modi sbagliati, praticamente il "fratello" del protagonista di un altro film con Bruce Willis, Il falò delle vanità. Anche in questo caso, una sceneggiatura amaramente ironica sottolinea come, in una società dove l'unica cosa a contare sono fama e soldi, gente come Mill avrà sempre vita facile, non necessariamente per i "capricci" di uno sceneggiatore, ma è comunque difficile non lasciarsi coinvolgere, per buona parte del film, dalle vicende del protagonista e non tifare per lui, visto che tutto è filtrato dalla sua percezione personale. Tim Robbins è stata una scelta di casting fondamentale, con quella sua faccina da bimbo e gli occhi di un freddo blu che, da sempre, gli conferiscono un'aura ambigua, mentre l'altro colpo di genio è stato affiancargli co-protagonisti ancora più sgradevoli di lui e dotarlo di un antagonista, di uno stalker e persino di un affascinante love interest, tutti subdoli cliché che impediscono allo spettatore di odiarlo come meriterebbe. L'importante, guardando I protagonisti, è non lasciarsi sviare dalla marea di attori famosi che appaiono anche solo per un istante a gettarci fumo negli occhi (e deliziarci con battute improvvisate), facendoci girare la testa con la testarda illusione che, una volta arrivati a Hollywood, si possa inciampare in stelle del cinema e venire annaffiati di champagne, ma il gioco del who's who appassiona e regala momenti epici come quello del monologo dell'adoratissimo Richard E. Grant e la spassosa sequenza dell'interrogatorio con riconoscimento annesso, durante i quali credevo di strozzarmi dalle risate ad ogni espressione di Whoopi Goldberg. Come avrete capito, se non avete mai visto I protagonisti vi siete persi una gran cosa che consiglio senza remore... e pazienza per Bruno, al quale dò un amorevole appuntamento per il prossimo film!
Non si nomina Bruno! |
Del regista Robert Altman ho già parlato QUI. Tim Robbins (Griffin Mill), Whoopi Goldberg (Detective Avery), Peter Gallagher (Larry Levy), Brion James (Joel Levison), Vincent D'Onofrio (David Kahane), Dean Stockwell (Andy Civella), Richard E. Grant (Tom Oakley), Jeremy Piven (Steve Reeves), Karen Black, Michael Bowen, Gary Busey, Robert Carradine, Cher, James Coburn, John Cusack, Peter Falk, Louise Fletcher, Teri Garr, Jeff Goldblum, Elliott Gould, Anjelica Huston, Jack Lemmon, Andie MacDowell, Malcom McDowell, Nick Nolte, Julia Roberts, Mimi Rogers, Alan Rudolph, Susan Sarandon, Rod Steiger, Robert Wagner e Bruce Willis li trovate invece ai rispettivi link.
Greta Scacchi interpreta June Gudmundsdottir. Nata a Milano, ha partecipato a film come Presunto innocente, Jefferson in Paris, Emma, Il morso del coniglio e a serie quali The Terror. Ha 63 anni e un film in uscita.
Fred Ward interpreta Walter Stuckel. Americano, indimenticabile Earl Bassett della saga Tremors, ha partecipato ad altri film come America oggi, Una pallottola spuntata 33 1/3 - L'insulto finale, Reazione a catena, e a serie quali L'incredibile Hulk, Grey's Anatomy, E.R. Medici in prima linea e True Detective. Anche produttore, è morto l'anno scorso, a 80 anni.
Nella miriade di guest star presenti nel film e non ancora "coperte" da un post sul Bollalmanacco segnalo il regista Sydney Pollack nei panni di Dick Mellen, Gina Gershon (Whitney Gersh) e, come se stessi, Richard Anderson, Harry Belafonte, Brad Davis, Dennis Franz, Scott Glenn, Sally Kellerman, Marlee Matlin, Burt Reynolds e Lily Tomlin, mentre le scene con Jeff Daniels e Patrick Swayze sono invece state tagliate. Nel 1997 era stato realizzato un pilot televisivo mai mandato in onda, con Patrick Dempsey nel ruolo di Mill. ENJOY!
"C'era un casino di traffico".
RispondiEliminaE' proprio da lui! :D
Elimina