mercoledì 4 ottobre 2023

The Creator (2023)

Incoraggiata dalle molte critiche positive d'oltreoceano, domenica sono andata a vedere The Creator, diretto e co-sceneggiato dal regista Gareth Edwards.


Trama: dopo lo scoppio di un ordigno nucleare a Los Angeles, gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra alle A.I, che hanno trovato rifugio nella Nuova Asia. Un ex militare americano viene richiamato in servizio e incaricato di ritrovare e distruggere l'arma definitiva prodotta da Nirmata, il creatore di ogni A.I...


The Creator è un film di fantascienza "come una volta", che affronta però un tema attuale come quello della A.I. e del rischio che quest'ultima, prima o poi, finisca fuori controllo. La mia definizione di "come una volta", deriva dal fatto che The Creator ha una trama molto derivativa, legata a doppio filo alla classica indagine sulla natura e sviluppo dell'Intelligenza Artificiale e sulla possibilità che esseri artificiali dalle sembianze umane arrivino a provare anche più sentimenti di noi, sviluppando una coscienza propria. Anche i personaggi coinvolti sono degli archetipi, a partire dal protagonista Joshua: vittima della più tipica "controindicazione" da doppiogioco, il nostro viene condannato a perdere tutto ciò che ha di più importante nella vita e poi richiamato all'ordine da un governo che l'ha usato e gettato via come uno straccio, solo per aprire gli occhi sugli errori passati e passare dalla parte del "nemico". E per quanto riguarda il nemico, anche qui, nulla di nuovo. In contrasto col militarismo rozzo e crudele degli USA, basta cambiare un attimo prospettiva per capire che nemici non ne esistono, e che l'unico motore della guerra è la paura, l'istinto di autoconservazione, il desiderio di essere liberi e venire capiti. Non a caso, l'arma finale destinata (forse) a distruggere l'umanità è la cosa più innocente a cui si possa pensare, una creatura pura ma già vittima di un immenso dolore, davanti alla quale potrebbe rimanere indifferente giusto un sasso. E infatti, a discapito di tutto il condivisibile astio dei veri cultori del genere fantascientifico verso The Creator, io due pianti me li sono fatti con gioia, soprattutto sul finale, perché l'ultima fatica di Gareth Edwards, con tutti i suoi twist prevedibili dal minuto uno, è la "solita" bella storia che conosciamo fin da bambini e funge proprio da coperta di Linus per rilassarsi e passare una serata al cinema in totale sicurezza, in una comunione universale con gli spettatori senza pretese che cercano solo una pellicola gradevole.


D'altra parte, Edwards comunque non è un cretino. Visto al cinema, The Creator è uno spettacolo. Tanto per cominciare è un film che definirei "arioso" per via degli ampi movimenti di macchina e delle incredibili panoramiche di paesaggi incontaminati. Certo, su questi ultimi incombono armi di distruzione gigantesche che mettono angoscia solo a pensarle e che sembrano quasi reali, in virtù di una CGI per nulla posticcia e perfettamente integrata con gli sfondi ripresi dal vero; a tal proposito, un altro aggettivo che mi viene in mente per The Creator è "abbondante", perché la caratteristica principale di molte sequenze è quella di mostrare dei personaggi inghiottiti all'interno di ambienti giganteschi, che si estendono a perdita d'occhio. Anche il contrasto tra l'artificialità ostentata e i paesaggi naturali è importante, così come lo è l'umanizzazione dei robot non antropomorfi, a volte con risultati eccellenti (le bombe sacrificabili mi hanno magonata), altri meno (davanti ai robot/bonzi con tanto di rosario ho avuto delle perplessità), e soprattutto c'è Madeleine Yuna Voyles che, con quel musetto, mi farebbe passare dalla parte dell'A.I. senza pensarci un secondo. Di sicuro, mi rimarrà più impressa la sua deliziosa faccetta rispetto all'espressione un po' monocorde di Baby Denzel, il quale avrà di sicuro il phisique du role ma soprattutto, purtroppo, dispone della gamma emotiva di un comodino basito. Questa è una delle mancanze di un film al quale imputo l'unico, reale difetto di lasciare cadere nel dimenticatoio un paio di sottotrame/spunti tecnologici che avrebbero potuto essere sfruttati molto meglio ma che vengono gettati via solo per far proseguire la storia da A a B. Ciò, sicuramente, relegherà The Creator nel novero dei film che dimenticherò nel giro di un mese (anche se ricorderò la bellissima colonna sonora che usa splendidamente i Radiohead e omaggia Evangelion), ed è un peccato perché visivamente è un'opera perfetta da godersi in sala!


Del regista e co-sceneggiatore Gareth Edwards ho già parlato QUI. John David Washington (Joshua), Gemma Chan (Maya), Allison Janney (Colonnello Howell), Ken Watanabe (Harun) e Ralph Ineson (Generale Andrews) li trovate invece ai rispettivi link.

Marc Menchaca interpreta McBride. Americano, lo ricordo per film come Alone e Sick, inoltre ha partecipato a serie quali CSI: NY, CSI - Scena del crimine, The Outsider. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 48 anni. 


Benedict Wong era stato scelto per il ruolo di Harun ma ha dovuto abbandonare il progetto per impegni pregressi. Se The Creator vi fosse piaciuto recuperate Blade Runner, Blade Runner 2049, Ex Machina e A.I. Intellingenza Artificiale. ENJOY!

4 commenti:

  1. Uhm, speravo mi convincessi di più dopo la bocciatura di Cassidy, ma direi che nonostante le scene imponenti non vale il mio biglietto al momento.
    Il comodino basito non aiuta ad aumentare l'appeal :)

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    1. Con tutto quello che esce, inevitabilmente questo passa in secondo piano, ma appena uscirà in streaming un'occhiata la darei!

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  2. Qualcuno ha chiosato "la sceneggiatura sembra scritta con ChatGPT"... :) e in effetti è il grosso punto debole di un film che tuttavia non riesco a bocciare, per impegno, argomento e temi che mi sono parsi genuini. E di questi tempi un film che critica l'America imperialista non è roba da poco!

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    1. Onestamente la cosa della mancanza di originalità mi ha toccata poco. Se la AI riesce a intrattenere, mi accontento anche di lei, sono di bocca buona :)

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