venerdì 13 ottobre 2023

Saw III - L'enigma senza fine (2006)

Continua, inaspettatamente, il recupero dei vari Saw. Oggi tocca a Saw III - L'enigma senza fine (Saw III), diretto nel 2006 dal regista Darren Lynn Bousman.


Trama: ormai divorato dal cancro e desideroso di portare a termine il suo ultimo "gioco", Jigsaw rapisce una dottoressa con l'aiuto dell'assistente Amanda.  


Correva l'anno 2006 ed ero quasi alla fine dei miei 9 mesi di permanenza lavorativa in Australia. Ricordo ancora, come fosse oggi, la richiesta all'amico Toto: "Dai, mi accompagni a vedere Saw III?" e, soprattutto la sua risposta: "Te sei scema, non ci penso neppure". Così, sola come un gambo di sedano italiano, mi ero accinta a sedermi in sala, consapevole che non avrei capito una mazzafionda dei dialoghi ma pronta a inorridire di sommo disgusto davanti alle nuove torture concertate da Whannell, Bousman e compagnia. Probabilmente ero tornata a casa correndo per timore di venire rapita da qualche aborigeno con la maschera da maiale, non rammento, e neppure ricordo se avessi giurato di non guardare mai più un Saw, perché il terzo capitolo ha segnato la fine della mia esperienza con la saga, almeno fino ad oggi. Potrebbe essere, in quanto durante il rewatch ho messo spesso il film in pausa per andare a farmi un giro e smaltire un po' la tachicardia e lo schifo. Saw III - L'enigma senza fine segna, infatti, l'inizio della definitiva deriva horror/torture porn della saga, con lunghe sequenze da voltastomaco realizzate con dovizia di dettagli e veicolate, per buona parte, dal personaggio di Amanda, "scheggia" impazzita priva del "fair play" di Jigsaw. Sul quale, al terzo film, è arrivato il momento di spendere due parole. John Kramer è uno dei personaggi moralmente più ambigui della storia del genere horror, in quanto gestito, fin dall'inizio, da autori che speravano di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Nel primo Saw le motivazioni "filantropiche" del nostro (punire chi non è in grado di apprezzare la vita sottoponendolo a ordalie inenarrabili con lo scopo di cambiarlo ed evitare che sprechi ancora il dono dell'esistenza) erano comunque subordinate a una sua connotazione molto negativa, mentre già nel secondo capitolo le vittime risultavano talmente sgradevoli da generare uno switch nella percezione dello spettatore e insinuare il germe del dubbio, della serie "e se avesse ragione lui?". Il terzo film la fa ancora più sporca, perché affianca a Jigsaw la psicopatica Amanda, rea di non giocare secondo le regole e di privare di una possibilità (per quanto minima) di salvezza gli involontari partecipanti ai test; della serie, se incontri Jigsaw e non sopravvivi cavoli tuoi, lui si impegna in ogni modo a farti capire la soluzione per salvarti, mentre se incontri Amanda fai prima a suicidarti da solo risparmiandoti la pena. In realtà, le azioni di John Kramer nel terzo film sono di un'ipocrisia e una cattiveria fuori scala (il finale fa venire il nervoso a più livelli) e l'unico sprazzo di lucidità viene proprio dalla stessa Amanda, nel momento in cui ribadisce l'impossibilità di cambiare vita dopo esperienze così traumatiche e livelli di stress così alti. Purtroppo, essendo Amanda connotata come la villain pazza del capitolo, il rischio è quello di far passare un messaggio completamente sbagliato, il che, in tempi di giustizieri vendicativi, mi fa forse più paura del film.


Tornando al quale, come ho detto su, è la sagra della gente che muore non male, peggio. Sono quasi convinta che Saw III - L'enigma senza fine abbia iniziato il trend che consisteva nel guardare i film della saga solo per scoprire a quali estremi sarebbero arrivate le torture di Jigsaw; in realtà, per quanto mi riguarda, la sequenza peggiore è quella dell'operazione a cranio aperto, davanti alla quale ho distolto spesso lo sguardo, ma l'apice dello schifo l'ho toccato in una scena priva di sangue ma zeppa di fluidi innominabili. Per appiccicare l'una all'altra le varie torture, Whannell imbastisce una trama che sfida più volte la suspension of disbelief e l'attenzione dello spettatore, con una serie di twist concatenati che lasciano basiti, flashback come se piovessero e parecchi dettagli ininfluenti per la situazione contingente ma indispensabili per apprezzare al meglio Saw IV. Detti dettagli, a onor del vero, rischiano di perdersi nella consueta regia isterica di Bousman (tra ralenti, accelerazioni improvvise, badilate di verde acido, diverse angolazioni di gente che urla trasformata in Giani quadrifronti e stacchi di montaggio sincopati c'è da diventare scemi), ma state tranquilli: il recap finale dove ogni scena importante del film viene condensata in un minuto di spezzoni rapidissimi intervallati da flash bianchi verrà in vostro soccorso come sempre, a salvarvi dall'eventuale incomprensione o a darvi il colpo finale dopo quasi due ore di urla e disperazione. Per quanto mi riguarda, l'idea è di aspettare qualche giorno prima di buttarmi sul quarto capitolo, a rischio di dimenticare elementi fondamentali della trama, perché ho bisogno di ripulirmi un po' il cervello da tanta ferocia travestita da thriller a incastro. Nei prossimi giorni scoprirete se sono arrivata al game over o se, per me, il gioco continua.  


Del regista Darren Lynn Bousman ho già parlato QUI. Tobin Bell (Jigsaw /John), Shawnee Smith (Amanda), Donnie Wahlberg (Eric Matthews), Dina Meyer (Kerry) e Leigh Whannell (anche sceneggiatore, interpreta Adam) li trovate invece ai rispettivi link. 


Se il film vi fosse piaciuto, ecco l'elenco delle altre pellicole della saga: Saw - L'enigmista, Saw II - La soluzione dell'enigma, Saw IV - Il gioco continua, Saw V - Non crederai ai tuoi occhi, Saw VI - Credi in lui, Saw 3D - Il capitolo finale, Saw: Legacy e lo spin-off Spiral - L'eredità di Saw. ENJOY!

2 commenti:

  1. Hai ragione, il personaggio di Jigsaw è stato travisato nei lavori successivi. Forse perché nella mente dei suoi creatori era impostato per quello di un solo film e chi è venuto dopo ha modifico l'essenza del personaggio, un po' come The Shape e Freddy tanto tempo fa. Amanda comunque ha avuto un'evoluzione naturale, per quel minimo che poteva avere.

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    1. Questo sicuramente, hanno dovuto creare un boogeyman. Purtroppo, con tutte le esagerazioni e interpretazioni stiracchiate che ne sono seguite.

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