Un altro film del catalogo Shudder che mi incuriosiva era questo Brooklyn 45, diretto e sceneggiato nel 2022 dal regista Ted Geoghegan.
Trama: un anno dopo la fine della seconda guerra mondiale, alcuni ex commilitoni si ritrovano e sono costretti ad affrontare eventi imprevedibili e sensi di colpa indesiderati...
Di solito non sono particolarmente tranchant con i giudizi sui film, a meno che non mi trovi davanti delle nefandezze o dei capolavori totali. Soprattutto in questi ultimi anni, tendo ad essere abbastanza equilibrata ed obiettiva con pregi e difetti, e riesco sempre a capire se un film mi è piaciuto o meno e, di conseguenza, se è il caso di consigliarlo. Ecco, con Brooklyn 45 mi trovo abbastanza in difficoltà. Il film è un "dramma da camera" con sfumature sovrannaturali e horror, ambientato all'interno di una stanza chiusa a chiave dove cinque persone si confrontano relativamente a un dilemma morale che non vi sto a rivelare. I protagonisti sono tre militari, un'esperta di interrogatori e il marito di lei (costantemente bersagliato di lazzi dai primi tre in quanto semplice impiegato del Pentagono che non ha vissuto sulla pelle gli orrori della Seconda Guerra Mondiale); la serata scorre più o meno tranquilla, tra una bevuta e uno scambio di ricordi, finché il Tenente Hockstatter, da poco rimasto vedovo, non chiede aiuto per contattare la moglie defunta attraverso una seduta spiritica. Ciò che segue la seduta andrà ad incrinare non solo le convinzioni "spirituali" dei presenti, ma si trasformerà nella miccia in grado di innescare tante piccole bombe fatte di risentimento, diffidenza, sensi di colpa, disgusto e paura, tutti sentimenti faticosamente tenuti a bada da parole altisonanti come patriottismo e dovere, concetti spacciati per adamantini, ma spesso usati per giustificare le azioni peggiori. "La guerra è finita" "E chi lo dice?" è uno scambio di frasi che ricorre spesso in Brooklyn 45, e rappresenta tutta la tristezza di chi, per vivere, ha bisogno di qualcuno da odiare e combattere, al punto di arrivare persino a travisare la realtà o a rimanere legato da un'assurda lealtà anche verso chi ha dimostrato di valere ben poco.
La natura quasi teatrale del film è uno dei suoi aspetti migliori, soprattutto perché gli attori coinvolti sono molto bravi; ammetto di avere visto il film solo per la presenza di Larry Fessenden, autore che, col tempo, ha perso un po' della sua follia weird e si è "raffinato", come il buon vino, ma i suoi colleghi, che non conoscevo, mi hanno particolarmente stupita. Vero, i dialoghi forse sono un po' ripetitivi, ma riproducono alla perfezione il tormento interiore, il legame tra i personaggi e la tensione crescente, come se i protagonisti si trovassero all'interno di una pentola a pressione pronta ad esplodere, per di più fomentata da continui, piccoli eventi destabilizzanti, quindi anche da questo lato non posso lamentarmi. Ciò detto, sul finale mi è mancato qualcosa e mi sono ritrovata a fissare lo schermo pensando "sì, d'accordo, ma quindi?". Probabilmente non era volontà di Ted Geoghegan privare d'incertezza il dilemma morale che funge da spina dorsale del film, anche perché è ciò che rende tutto (personaggi e storia) più triste e gratuito, però, detto questo, ho ritenuto superfluo e deludente l'elemento sovrannaturale, che sembra messo lì giusto per dare colore e non è riuscito a trasmettermi né paura né, tantomeno, quell'inquietudine derivante da un universo altro pronto ad inghiottirci e giudicarci per la nostra piccineria. Non nego che una sequenza in particolare sia disgustosa e piacevolmente artigianale e nel complesso non mi sembra di avere perso tempo guardando il film, ma temo che questo Brooklyn 45, almeno per quanto mi riguarda, abbia funzionato poco. Magari chi dovesse leggere questo post troverà invece pane per i suoi denti e deciderà di dargli una chance, chissà! Nel caso, mi piacerebbe discutere del film nei commenti.
Del regista e sceneggiatore Ted Geoghegan ho già parlato QUI. Larry Fessenden, che interpreta il Tenente Colonnello Clive Hockstatter, lo trovate invece QUA.
Anne Ramsay interpreta Greta. Americana, ha partecipato a film come Ragazze vincenti, Critters 4, Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie, Bombshell - La voce dello scandalo e serie quali Dharma & Greg, CSI - Scena del crimine, Senza traccia, Six Feet Under, Dr. House, Ghost Whisperer, Dexter e Innamorati pazzi. Anche sceneggiatrice, ha 63 anni.
Ezra Buzzington interpreta il Maggiore Paul DiFranco. Americano, ha partecipato a film come Fight Club, Magnolia, The Million Dollar Hotel, Io me & Irene, Ghost World, Le colline hanno gli occhi, The Prestige, Halloween - The Beginning, Riflessi di paura, The Artist, Trash Fire, Nightmare Cinema, The Fabelmans e serie quali Sabrina vita da strega, Buffy l'ammazzavampiri, How I Met Your Mother, Criminal Minds, Bones e American Horror Story. Anche produttore, regista, sceneggiatore e scenografo, ha 66 anni e tre film in uscita.
Kristina Klebe interpreta Hildegard Baumann. Americana, ha partecipato a film come Halloween - The Beginning, Tales of Halloween, Hellboy, Lucky e serie quali Criminal Minds e CSI: Miami. Come doppiatrice, ha lavorato in American Dad!. Anche produttrice, regista e sceneggiatrice, ha 44 anni e un film in uscita.
Il film era anche qui a Sitges. Perfettamente d'accordo con te, grande prova di attori, ma al di fuori di questo resta ben poco, superfluo l'elemento soprannaturale, messo forse solo per raggiungere un pubblico più grande. In qualche momento mi ha fatto scattare l'abbiocco, tenuto a bada a fatica!
RispondiEliminaIn diretta da Sitges per il commento, è un onore!! Purtroppo, credo che questi film nei festival rendano ancora meno, visto il sovraccarico di visioni che, inevitabilmente, penalizza le pellicole meno d'impatto.
EliminaCommento sopra postato da Roberto E. D'Onofrio 🙂
RispondiEliminaHai ragione ma secondo me Fessenden se ne frega altamente e si diverte!
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