Trama: Nancy è la figlia del proprietario di una tavola calda, che da poco l'ha promossa al ruolo di manager. Per questo motivo, la ragazza si ritrova da sola a fare il turno di notte, perfetto bersaglio di un gruppo di assassini mascherati...
Last Straw è un film stra-low budget, diretto da un regista al suo primo lungometraggio, dopo una carriera come direttore del casting. L'esperienza, in tal senso, si vede, perché il film pullula di "belle" facce che restituiscono l'idea di un'America squallida, dove le persone si lasciano vivere senza intravvedere un futuro, perdendosi in "non luoghi" quali strade senza fine, costeggiate da sterpaglia, e i famigerati diner. Proprio un diner è l'ambiente dove si svolge buona parte dell'azione del film, in quanto scomoda "eredità" della giovanissima Nancy, che ha appena scoperto di essere incinta. A Nancy gira il belino a nastro, comprensibilmente. Suo padre è il proprietario di un diner con più debiti che clienti, l'ha promossa da poco a responsabile e la prima fregatura derivante dall'incarico è quella di farsi il turno di notte assieme a Jake, il cuoco del locale, che Nancy non ha granché in simpatia. Se a tutto ciò si aggiungono nausee impreviste, una macchina in panne e un gruppo di ragazzotti che decide di fare casino nel diner, arrivando persino a minacciare Nancy, si capisce perché la ragazza a un certo punto esplode, rimettendo a posto l'incauto Jake (pronto ad ergersi a maschio alfa della situazione sminuendo ogni tentativo di Nancy di affrontare i teppisti) e licenziandolo senza possibilità di appello. La protagonista rimane quindi da sola, ma la serata che si preannunciava una noia mortale diventa invece una mortale trappola, quando un gruppo di persone mascherate comincia a prendere di mira Nancy, esasperandola prima e terrorizzandola poi. Questa è la parte di Last Straw che prende a modello classici come The Gas Stop, di cui ho parlato proprio in questa rubrica qualche settimana fa, e il più recente The Strangers di Bertino; il film segue tutti gli efficaci cliché di un invasion movie, e il diner diventa così un inferno pieno di ombre in cui potrebbero nascondersi i potenziali killer di Nancy, muti e mascherati, quindi ancora più terrificanti. Lo spettatore investe tutte le proprie energie mentali sulla protagonista e sulla sua lotta per la sopravvivenza, ed è qui che Last Straw piazza il twist che lo trasforma in qualcos'altro, un cambio di registro sul quale non ricamerò troppo per non fare spoiler.
Se, fino a quel momento, il fulcro del film era Nancy, Last Straw cambia prospettiva e ci costringe a mettere in pausa lo stato di tensione, raccontandoci un'altra brutta giornata di un altro personaggio non particolarmente simpatico. Come ho scritto all'inizio, è molto importante l'ambientazione del film; la "bolla" di Nancy, appena diplomata e già incinta di non si sa chi, è leggermente più controllata, nonostante persino lei non abbia una visione positiva del proprio futuro, ma fuori da questa "bolla" c'è la deboscia più nera di esistenze perse nell'alcool e nella droga, talmente precarie che l'unica certezza è quella di poter perdere tempo a bighellonare con gli "amici", nell'attesa di venire triturati dallo spietato sistema sociale americano. Di fronte a tanto squallore, il pensiero che l'unica isola felice sia un diner bisunto dal poetico nome di "Culo Grasso" fa quasi sperare che, prima o poi, arrivino dei delinquenti mascherati a liberarci dall'orrore di dover vivere e, in effetti, il finale di Last Straw lascia in bocca un sapore amarissimo. Forse ho ricamato troppo su quello che, in fin dei conti, altro non è che un thriller un po' più sanguinoso di altri? Può darsi, ma la china che sta prendendo l'America mi porta a queste riflessioni "filosofiche". Preso per quel che è, Last Straw è un ottimo prodotto, teso e disperato, gestito da un regista alla sua prima esperienza ma già in grado di mantenere la tensione per tutta la durata della pellicola. Jessica Belkin, inoltre, è una protagonista carismatica e dotata della cazzimma sufficiente a sorvolare sul carattere ben poco accomodante di una ragazza che potrebbe anche trattare meglio i dipendenti meno molesti. Se vi piacciono i film i cui personaggi non sono proprio bianchi o neri, ma sono dipinti con abbondanti pennellate di grigio, un'occhiata a Last Straw la darei. Mentre sto scrivendo il post, è disponibile gratis su Rai Play, magari lo terranno ancora qualche settimana!
Alan Scott Neal è il regista della pellicola. Americano, conosciuto principalmente come direttore del casting, è al suo primo e finora unico lungometraggio. Ha lavorato anche come attore, produttore e sceneggiatore.
Jessica Belkin, che interpreta Nancy, faceva parte della cricca di vampirelli di American Horror Story Hotel. Se Last Straw vi fosse piaciuto recuperate il già citato The Strangers e aggiungete Open 24 Hours. ENJOY!
Mi piacciono tantissimo i film ambientati nei diner o nelle stazioni di servizio crocevia di un'umanità e di storie che si incontrano per non ritrovarsi più; ancora, un piccolo mondo dove sono confinate e imprigionate vite che sembrano non avere possibilità (una vita fa negli Stati Uniti facemmo sosta in una stazione di servizio letteralmente in mezzo al nulla ma ancora oggi mi chiedo che vita facciano queste persone che le tengono in vita). Già, perché sono una terra di frontiera che però ha bisogno delle sue sentinelle e guardiani - che immagino prigioniere e senza futuro come pesci in un acquario o bestie in uno zoo - lì solo per offrire ristoro e carburante ad avventori, viaggiatori, rappresentanti e che non potrebbero essere tali senza di loro; sembrano - ai nostri occhi - persone che esistono solo per fare vivere noi. Sotto questo aspetto Nancy è la cosa più riuscita del film, un personaggio semplice tanto quanto vero con piccoli grandi sogni come tutti noi. Se anche a te piacciono queste ambientazioni ti giro due titoli (se non li hai visti) ambientati in un diner, The Last Stop in Yuma County di Galluppi (film molto Coeniano ma al cui paragone coi fratelli giuro non sfigura) e The Passenger (2023, qui si dà molto più spazio ai personaggi, piccoli folli e fragili).
RispondiEliminaSì, i Diner sono posti molto suggestivi, quasi liminali, e il film ambientati lì mi sconfinferano. Grazie mille per le segnalazioni, metto in lista!!
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