Trama: Nancy vive nella fiabesca cittadina di Holland assieme al marito Fred e al figlioletto Harry. La sua è una vita da sogno, almeno finché, cercando un orecchino scomparso, la donna non comincia a sospettare che Fred le nasconda qualcosa...
Galeotto fu un orecchino. Un piccolissimo oggetto è tutto ciò che serve a Nancy per rimettere in discussione la sua vita. Ma diciamo che l'orecchino è la goccia che fa traboccare il vaso, l'incarnazione tangibile di un sassolino nella scarpa che Nancy magari non avverte coscientemente, ma che la porta ad avere tremendi incubi la notte, visioni di un'oscurità claustrofobica, di acque che la inghiottono trascinandola a fondo. Nancy è la tipica moglie di Stepford (è un caso che abbiano scelto la Kidman per il ruolo della protagonista? Io penso di no) e vive in una deliziosa cittadina dove tutti sono amici, i pochissimi outsider sono tenuti saldamente a bada, ogni cosa richiama le immagini da cartolina di un'Olanda che non esiste ma che viene celebrata da festival, tradizioni e ricette. Nancy è apparentemente molto grata della vita che ha. DEVE essere grata, in effetti, perché qualcosa nel suo passato, che non verrà mai rivelato precisamente al pubblico, ha fatto sì che toccasse a Fred salvarla e darle un posto dove stare, degli obiettivi... un ruolo. Eppure, come ho scritto prima, il sassolino c'è, e di solito le mogli di Stepford cominciano il loro percorso di liberazione "giocando" a fare le detective, fondamentalmente per vincere la noia (taciuta, mi raccomando!) di una vita perfetta e sempre uguale. Se poi a dare una mano nell'eccitante indagine ci si mette anche un collega carino, outsider a sua volta poiché proveniente nientemeno che da un posto esotico come il Messico, alla smania da investigatrice si aggiunge il "pensiero stupendo" di una scappatella, perché forse nemmeno la vita sessuale matrimoniale è idilliaca come ci si è costretti a credere. Ma questa, se vogliamo, è la parte meno interessante di un film che diventa prevedibile in ogni suo plot twist, poiché attinge a piene mani da una tradizione consolidata e che, a un certo punto, diventa quasi la fotocopia del racconto Un bel matrimonio di Stephen King. Ciò che avrei voluto maggiormente indagato, e che invece diventa la coda di un finale aperto un po' pasticciato, è il dramma psicologico della protagonista, "bloccata" anche nel momento della liberazione dalla "programmazione" impartitale non solo da Fred, ma dall'intero sistema sociale di Holland. Nonostante tutto, Nancy decide di continuare a fare finta di niente, dopo essersi cullata per settimane nei sogni infantili di un principe azzurro sexy intervenuto a salvarla da un marito fedifrago. Questo perché Fred è qualcosa di peggiore, e non è tanto il desiderio di preservare il figlioletto da un orribile trauma a spingerla, quanto la speranza di tornare alla sua vita da sogno, a un innegabile agio economico, a una routine che annebbia la mente e non fa pensare. Sicuramente meglio venire compatita perché cornuta, che vedersi togliere tutto perché il marito è un serial killer.
Holland, dunque, pecca in ciò che l'avrebbe reso ben più interessante, nell'approfondimento dei personaggi. Non solo di Nancy, scelta già di per sé un po' criminale, ma anche del collega Dave, a sua volta uomo dal passato misterioso e, probabilmente, introdotto a Holland come "quota" integrativa, per sottolineare la natura buona ed inclusiva degli abitanti, MA con parsimonia (d'altronde, basta sentire odore di alcool per mettere al bando un altro membro della comunità). Anzi, Dave è proprio uno degli aspetti del film che ho apprezzato meno, perché mi è sembrato che la sceneggiatura non sapesse come gestirlo; sul finale, addirittura, il personaggio viene utilizzato come veicolo di un dubbio quantomeno scorretto, arrivati a quel punto, e gli viene appioppata una natura da stalker pericoloso che solo spettatori al loro primo thriller si sarebbero potuti bere. A parte questi aspetti, che potrebbero avere dato fastidio solo alla sottoscritta, Holland è un film molto curato, soprattutto esteticamente. Mimi Cave, come già in Fresh, accompagna a concetti sgradevoli delle immagini patinate, che rendono il tutto ancora più grottesco. Holland è un posto plasticoso, colorato e finto quanto l'importante diorama che Fred costruisce nel capannone assieme al figlio, nonché un luogo fuori dal tempo (non ho capito se il film è ambientato nei primi anni dell'attuale millennio o se è solo la cittadina ad essere rimasta volutamente indietro); la regia ricorre spesso ad angoli di ripresa che distorcono le fattezze di persone e ambienti, mentre la fotografia aumenta l'effetto straniante dipingendo tutto con colori e luci palesemente posticce. Anche a livello di colonna sonora, scenografie e costumi è stato fatto un ottimo lavoro, perché in ogni sequenza c'è qualche dettaglio strano in grado di colpire lo spettatore e sviarne le percezioni, mettendolo ancora più in dubbio. Ora magari peccherò di bodyshaming ma uno di questi dettagli strani è proprio il viso di Nicole Kidman, sempre più finto, perennemente atteggiato a un'espressione di stupore, con quei lineamenti da bambolotta e la pelle lucida per i continui ritocchi estetici. Sarà la mia percezione, ma mi è sembrato che anche la sua recitazione fosse "finta", troppo caricata. All'inizio poteva anche essere una scelta vincente, visto che Nancy è fondamentalmente costretta a recitare e zittire tutto ciò che la rende umana ed imperfetta, ma anche verso il finale rimane una leziosità di fondo, una teatralità, una fissità a mio avviso indegna della grande attrice di un tempo. Preso per quel che è, Holland non è un brutto film, ma è l'ennesimo thriller usa e getta da "cestone" streaming, che, come molti suoi simili, lascia il tempo che trova. Da vedere una sera senza troppe aspettative, però, va più che bene.
Della regista Mimi Cave ho già parlato QUI. Nicole Kidman (Nancy Vandergroot), Gael García Bernal (Dave Delgado) e Matthew Macfadyen (Fred Vandergroot) li trovate invece ai rispettivi link.
Rachel Sennott interpreta Candy Deboer. Americana, la ricordo per film come Shiva Baby e Bodies, Bodies, Bodies. Anche produttrice e sceneggiatrice, ha 30 anni.
Se Holland vi fosse piaciuto recuperate La donna perfetta, Don't Worry Darling e A Good Marriage. ENJOY!
Non posso esprimermi sulla mia ex, la signora Nicoletta Ragazzino, per non ritrovarmi i paparazzi sotto casa, però sì, veramente una roba da cestone, il tuo paragone con King mi è piaciuto davvero molto, molto a fuoco. Cheers!
RispondiEliminaNon riuscivo a smettere di pensare a A Good Marriage, per me se lo sono riletto bene prima di realizzare Holland.
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