Questa settimana la horror challenge proponeva di guardare un film in lingua non inglese. Ho dunque scelto il film danese Il guardiano di notte (Nattevagten), diretto e sceneggiato nel 1994 dal regista Ole Bornedal.
Trama: Martin, giovane studente di giurisprudenza, va a lavorare come guardiano di notte di un ospedale. Nei dintorni si aggira però un misterioso assassino di donne...
De Il guardiano di notte avevo visto solo il remake americano con Ewan McGregor, di cui non ricordo neppure un fotogramma, solo le parole della mia amica Nora che, ridendo dopo che ero tornata dalla pausa tra un tempo e l'altro con un minuto di ritardo, mi ha detto "Bolla, nel minuto che sei stata via è successo di tutto". E' quindi in stato di semi-ignoranza che ho guardato Il guardiano di notte, memore giusto di un paio di punti fermi, ovvero il lavoro del protagonista e il fatto che, a un certo punto, i cadaveri dell'ospedale assumevano un'importanza preponderante. Non ricordavo, invece (probabilmente perché nel remake non ci sono? Chissà) le sfide tra Martin e l'amico Jens, quest'ultimo insofferente all'idea di una vita "normale" e già tracciata, fatta di studio, lavoro, matrimonio, figli. In tutta onestà, alla fine del film non ho capito a cosa servissero questi inserti, che a me sono sembrati avulsi dalla struttura thriller-horror de Il guardiano di notte, ma potrebbero rappresentare una sorta di riflessione su come vita e morte vadano costantemente a braccetto, e la speranza di scuotere la quotidianità con dei colpi di testa atti a "rovinarla" sia solo un modo per evitare di pensare che, alla fine, ciò che ci aspetta è solo la morte. In realtà, una delle sfide, che coinvolge una prostituta, serve a Martin per capire di essere nelle mire di un serial killer, ma mentirei se non dicessi di avere trovato molto pesanti le interazioni tra il protagonista e l'insopportabile Jens. Assai diverso, invece, il clima che si "respira" all'interno dell'ospedale, e che consegna in toto un thriller come Il guardiano di notte alla sfera dell'horror. L'ospedale dove lavora Martin è l'equivalente di un tunnel degli orrori, un luogo claustrofobico di cui, ogni notte, il protagonista è costretto a percorrere i corridoi, trovando in ogni stanza e sala qualcosa di terrificante, che dà voce alle paure più ataviche dell'uomo. Le cose, ovviamente, peggiorano ulteriormente quando il serial killer comincerà a giocare con Martin, portando sia lui che il personale dell'ospedale a mettere in dubbio la sua sanità mentale.
Anche la regia de Il guardiano di notte richiama più l'horror che il thriller. Bornedal non lesina immagini scioccanti come quelle dei cadaveri della morgue, sia nascosti da un pietoso lenzuolo sia insanguinati o profanati da una mano sconosciuta, e le sequenze in cui Martin, da solo, si ritrova ad aver a che fare con ombre misteriose, luci che non si accendono, file di cadaveri tra cui passare in mezzo, morti che si muovono e resti umani messi in formaldeide, mettono un'angoscia terribile. Le paure di Martin sono un eco delle nostre e non è difficile immaginarsi nella stessa situazione, né partire per la tangente e pensare a qualcosa di sovrannaturale pronto a trascinare il poveretto nelle ombre o peggio. Non che la sequenza in cui Kalinka si trova a pochi passi dal serial killer sia una passeggiata di salute. Lì subentra anche un intelligente montaggio, che per un attimo ci convince che Kalinka farà un'inevitabile brutta fine, e un interessante uso della colonna sonora (utilizzata alla perfezione anche in tutto il resto del film, comunque), mutuato da un caposaldo del cinema di genere come M - Il mostro di Düsseldorf. Per i fan di Jaime Lannister, vedere un Nikolaj Coster-Waldau agli esordi, decisamente più implume e dall'immagine meno costruita rispetto a quella a cui siamo abituati oggi, potrebbe essere scioccante, ma l'attore è molto bravo ad interpretare Martin; probabilmente perché giovanissimo a sua volta, l'attore conferisce al personaggio una sfumatura sbruffona e ingenua, del bravo ragazzo di buona famiglia che vorrebbe fingersi più duro di quello che è, e fa quasi tenerezza vederlo coinvolto in una situazione terribile come quella descritta nel film. Se vi piacciono i thriller che vanno a stretto braccetto con l'horror, Il guardiano di notte è un ottimo film da recuperare, a patto di non lasciarvi scoraggiare dalla confezione un po' fredda e poco patinata, tipica delle produzioni danesi.
Ole Bornedal è il regista e sceneggiatore del film. Danese, ha diretto film come Nightwatch - Il guardiano di notte, The possession e Nightwatch - Demons are forever. Anche produttore e attore, ha 66 anni.
Sofie Gråbøl, che interpreta Kalinka, era la madre della protagonista in Attachment. Kim Bodnia, che interpreta Jens, e Ulf Pilgaard, che interpreta Wormer, compaiono anche nel sequel Nightwatch - Demons are forever, che devo ancora vedere ma che vi consiglio di recuperare, se il film vi fosse piaciuto, assieme al remake Nightwatch - Il guardiano di notte. ENJOY!
Nessun commento:
Posta un commento