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martedì 7 aprile 2020

VFW (2019)

Per la serie #restateacasa , cosa c'è di meglio di un home invasion, anzi, di un bar invasion? VFW, diretto da Joe Begos, potrebbe darvi un mucchio di soddisfazioni.


Trama: un gruppo di anziani veterani di guerra viene attaccato da un branco di drogati in astinenza, tutti pronti a uccidere per recuperare la partita di droga rubata da una ragazza.


VFW, guarda un po' l'ignoranza che avevo prima di guardare il film di Begos, sta per Veterans of Foreign Wars ed è un acronimo utilizzato anche per l'equivalente delle nostre società degli alpini, ovviamente in versione più yankee e spaccaculi. Nel caso specifico, è una "società", per l'appunto, gestita da Fred, veterano che palesemente non ha più uno scopo nella vita e passa le giornate a testimoniare, impotente, il degrado del tessuto sociale della sua città, ormai in mano a bande di delinquenti e hypers, gente dipendente da una potentissima droga. Normalmente, Fred tenderebbe a farsi i fatti suoi, se non fosse che il destino infingardo gli si infila nel locale sotto forma di ragazzina vendicativa (la fanciulla ha rubato al boss del quartiere l'ultima partita di droga per riscattare la morte della sorella, avvenuta per mano del suddetto boss) proprio la sera del suo compleanno, che vede riuniti al bancone i vecchi commilitoni di un tempo con l'aggiunta di un giovane soldato di ritorno dalla guerra. La serata che avrebbe dovuto concludersi in un locale di spogliarelliste vedrà gli arzilli vegliardi a combattere per le loro vite contro orde di drogati in violentissima crisi d'astinenza, che spuntano letteralmente dalle fottute pareti, e se l'idea di un simile scenario non vi scalda il cuore nemmeno un po', signori miei siete delle persone male. Tra atmosfere carpenteriane, una battuta badass e l'altra, momenti di malinconica riflessione sulla vecchiaia e puro celodurismo, VFW si sviluppa in quello che potrei definire un onesto e sanguinosissimo Expendables di noti caratteristi da film action, con l'indubbio pregio di non dover per forza piacere a tutti, in quanto produzione "di nicchia" e quindi libera di venire orchestrata secondo la volontà di regista e sceneggiatori per il divertimento di spettatori e attori.


Dovessi proprio fare le pulci a VFW e trovargli un difetto è la fotografia scurissima che spesso non aiuta a comprendere che diamine stia succedendo sullo schermo, il che è un peccato: Begos immerge i contendenti in un tripudio di ambienti malati, all'interno dei quali la fanno da padrone fioche luci rosse e blu, tuttavia l'abbondanza di sangue spillata da asce, machete e seghe circolari si perde nelle ombre privandosi così di tutta la forza gore che potrebbe avere. E' un peccato, anche perché i "vecchietti" non la mandano a dire e si profondono in mattanze violentissime, arrivando persino a spappolare teste a suon di calci ben dati, con tutto l'entusiasmo che potrebbero avere dei veterani di guerra che non vedono l'ora di poter tornare a menar le mani. E se i ragazzetti, o meglio, i "giovani punk" che hanno la sventura di incrociarli sembrano usciti dritti da un film di Miller, i VFW non riescono a dissimulare la cazzutaggine nemmeno sotto gli abiti dimessi da working class heroes o i più rassicuranti completi da venditori di auto usate: Stephen Lang mi mette soggezione da quando l'ho visto in Man in the Dark, Fred Williamson sembra non essere mai uscito dal Titty Twister (e sono passati 24 anni!!), Martin Kove è sempre una meravigliosa faccia di merda e, al limite, l'unico che poverello si è imbolsito a bestia è William Sadler, ma a lui viene offerta l'arma migliore di tutto il film quindi cosa stiamo a lamentarci? Ce ne fossero di film come questo!

Cosa stiamo a lamentarci?
Del regista Joe Begos ho già parlato QUI. Stephen Lang (Fred Parras), William Sadler (Walter Reed), Fred Williamson (Abe Hawkins), Martin Kove (Lou Clayton) e David Patrick Kelly (Doug McCarthy) li trovate invece ai rispettivi link.

Sierra McCormick interpreta Lizard. Americana, ha partecipato a film come L'odio che uccide e a serie come Supernatural, Criminal Minds, Hannah Montana, Medium e CSI - Scena del crimine. Anche produttrice, ha 23 anni e due film in uscita.


Dora Madison, che interpreta Gutter, era la protagonista di Bliss, sempre di Joe Begos. ENJOY!

martedì 22 marzo 2011

Mash (1970)

Esistono dei film molto particolari, che non possono rientrare semplicemente in una sola categoria. M.A.S.H., diretto nel 1970 dal regista Robert Altman, è un esempio calzante di questa mia affermazione. La pellicola, che ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale (tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Richard Hooker, pubblicato nel 1968), può sicuramente essere definita una commedia, ma anche un film di guerra a tutti gli effetti.


Trama: durante la guerra di Corea, due abili chirurghi, Hawkeye (Falco, in italiano) e Duke, vengono trasferiti in un ospedale da campo militare. Lì si scontrano con il bigotto ed incapace maggiore Burns, si alleano con il chirurgo McIntyre, e cercano di superare gli orrori della guerra con umorismo, alcool e soprattutto donne.


Se dovessi definire con un termine MASH, mi verrebbe in mente commedia nera. E’ innegabile che il film faccia ridere, però sono risate che si mescolano alla vista di serissimi e continui interventi chirurgici, che ci ricordano sempre dove si trovano i personaggi. Altman non gira una commedia demenziale alla Animal House, per intenderci, anche se i temi trattati (ribellione alle autorità, donne, alcool, problemi sessuali, sfide da vincere contro spocchiosi nemici ecc. ecc.) sono per lo più gli stessi: il regista vuole immergerci nella realtà della guerra, e mostrarci come dei competentissimi chirurghi possano riuscire a non diventare pazzi e a sopravvivere, continuando a svolgere un lavoro che hanno scelto in un contesto che sicuramente avrebbero voluto evitare. La competenza, quindi, va di pari passo con l’indisponenza, con la mancanza di rispetto, con la palese infrazione delle regole, che nel film vengono incarnate non già dal povero e debole colonnello Blake, il cui unico obiettivo è vivere tranquillo e tormentare il povero Radar, ma dal Maggiore Burns e dal Maggiore Houlinan, alias Bollore: il primo è un bigotto ed un chirurgo incompetente, capace solo di fomentare panico e dispensare vergogna, mentre la seconda è una fanatica della disciplina militare, tanto bella quanto fredda e “maschile”, in un certo senso, e per questo vittima dei pesanti scherzi di Hawkeye e compagni.


Sì, perché le donne sono allo stesso tempo necessarie e subordinate all’interno del film. La figura dell’infermiera è indispensabile al lavoro dei chirurghi ma anche al buonumore dei soldati, che non perdono occasione per portarsene a letto qualcuna, in barba a mogli e fidanzate lontane. Questa doppia valenza della donna si può vedere nel primo dei quattro episodi in cui è idealmente diviso il film: nel primo Bollore viene apprezzata come infermiera, ma assolutamente messa in ridicolo come donna, tanto da beccarsi il poco simpatico soprannome e perdere ogni autorità davanti ai compagni e ai superiori, finché negli ultimi due episodi non la vediamo accettare il suo ruolo di trastullo sessuale ed ochetta, solo per essere accettata. Nel secondo episodio, invece, si vede come “dovrebbe” essere la donna ideale del gruppo: disponibile ad aiutare in ogni modo, con buona pace del povero Cassiodoro che pensava già di essere diventato un gay impotente nonostante gli attributi fuori dal comune. E proprio in questo secondo episodio viene ripresa l’amaramente ironica ballata iniziale (scritta peraltro dal figlio quattordicenne del regista, Mike): “Suicide is Painless/ it brings on many changes/ and you can take or leave it if you please”; quasi tutti i personaggi scelgono di affrontare la vita evitando la soluzione facile e meno dolorosa, ovvero il suicidio, il dentista Cassiodoro (alias Painless, appunto, in originale) sceglierebbe invece di smettere di combattere, sopraffatto dalla perdita della virilità, ad aggiungersi a tutte le brutture della guerra.


Passando ad aspetti più tecnici, la pellicola è ovviamente molto ben diretta, e anche ben recitata. Traspaiono purtroppo la maretta che doveva esserci sul set e la tensione tra regista e produttori, elementi che si mescolano a parecchia improvvisazione: il risultato, quindi, è ibrido come il film, ovvero una sensazione di generale “diffidenza” e di rigidità che si mescola a scene ottimamente riuscite e naturalissime. Tra i quattro episodi, il terzo è quello dove viene mostrata meglio quella dicotomia di cui parlavo all’inizio, con i due chirurghi che fanno il bello e il cattivo tempo all’interno di un ospedale militare approfittando della loro bravura, mentre i primi due episodi sono sicuramente i più divertenti; nel secondo, soprattutto, Altman si sbizzarrisce con immagini decisamente artistiche, mostrandoci l’Ultima Cena di Cassiodoro con una tavolata di personaggi messi nelle stesse posizioni immortalate da Leonardo nel suo capolavoro, ed una scena molto “disneyana”, con una principessa che risveglia il bello addormentato in un modo un po’ poco ortodosso. Particolarissima anche la colonna sonora, zeppa di “storici” pezzi americani cantati in giapponese ed inframmezzata da improbabili annunci con l’altoparlante, un rumore di sottofondo costante che ci accompagna fino agli intelligenti titoli di coda, dove viene presentato il film della serata… ovvero MASH, appunto. In definitiva, come film MASH mi piace e lo consiglio. Molto probabilmente non è facile da apprezzare come un Animal House o un Blues Brothers, ma a mio avviso è un importante pezzo di storia cinematografica, specchio di un’epoca neanche troppo lontana.


Di Donald Sutherland, che interpreta Hawkeye Pierce, ho già parlato qui.

Robert Altman è il regista della pellicola. Grandissimo “vecchio” del cinema americano, lo ricordo per splendidi film come Nashville, America oggi, Gosford Park e Radio America, la sua ultima opera. Inoltre, si è fatto le ossa con serie televisive come Alfred Hitchcock presenta e Bonanza. Altman è morto di leucemia nel 2006, all’età di 81 anni.


Robert Duvall interpreta il maggiore Frank Burns. Uno dei più grandi attori americani viventi, i fan lo ameranno innanzitutto per il ruolo di Tom Hagen nella trilogia de Il Padrino, io l’ho semplicemente adorato nei panni del Colonnello Kilgore in Apocalypse Now, ma ha partecipato a molti altri film come Il buio oltre la siepe, Quinto potere, Terrore dallo spazio profondo, Colors – Colori di guerra, Giorni di tuono, Un giorno di ordinaria follia, Qualcosa di cui… sparlare, La lettera scarlatta, Phenomenon e A Civil Action, che gli ha fatto vincere l’Oscar come miglior attore non protagonista. Ha inoltre partecipato a serie come Alfred Hitchcock presenta, Ai confini della realtà e The Outer Limits. Ha 80 anni e un film in uscita.


Elliott Gould interpreta John McIntyre. Americano, i più lo ricorderanno per avere interpretato il papà di Monica e Ross in Friends; io lo ricordo anche per una trashata nazionale come I miei primi quarant’anni (per chi se lo fosse scordato è un orrendo biopic che racconta la vita di Marina Ripa di Meana, come se a qualcuno ne fosse fregato qualcosa…), lo Shining televisivo, American History X, Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco, Ocean’s Twelve e Ocean’s Thirteen. In TV ha lavorato per telefilm come Ai confini della realtà, La signora in giallo, Avvocati a Los Angeles, Masters of Horror, Law & Order e CSI e prestato la voce per serie come American Dad! e Kim Possible. Ha 73 anni e quattro film in uscita.


tn-500_19Tom Skerritt interpreta Duke Forrest. Americano, tra i suoi film ricordo il bellissimo Harold e Maude, Alien, La zona morta, Top Gun, Poltergeist III: ci risiamo, Fiori d’acciaio, Orchidea selvaggia 2, l’inguardabile La mia peggiore amica e Desperation, mentre per le serie a cui ha partecipato citerei Bonanza, Ai confini della realtà, Will & Grace, West Wing, Law & Order e La zona morta. Ha 78 anni e un film in uscita.


Fred Williamson interpreta “Spearchucker” Jones. Nonostante compaia pochissimo e praticamente solo verso il finale, mi sento in dovere di parlare quest’attore, visto che la sua faccia particolarissima e la sua verve hanno contribuito a rendere ancora più divertente un film che io adoro, Dal tramonto all’alba. Tra le sue altre pellicole ricordo Quel maledetto treno blindato (da cui Tarantino ha preso spunto per Inglorious Basterds), Gli adoratori del male e Starsky & Hutch; ha inoltre partecipato a serie come  Star Trek, Chips, Fantasilandia e Renegade. Americano, ha 73 anni e cinque film in uscita.


E ora, un paio di curiosità. Dal film e dal libro è stata tratta una serie televisiva dal titolo omonimo, andata in onda dal 1972 al 1983, che contava nel cast solo tre degli attori presenti nella pellicola: Gary Burghoff e G. Wood hanno mantenuto rispettivamente i ruoli di Radar e del Generale Hammond, mentre Timothy Brown, che nel film interpretava il Caporale Judson, nella serie ha preso il ruolo di Spearchucker. Esistono inoltre altri tre spin – off, uno dedicato completamente a McIntyre, uno che racconta i destini dei personaggi dopo la guerra di Corea e uno che racconta le peripezie di Radar all’interno della polizia. Se vi fosse piaciuto MASH, io vi consiglio di recuperare un altro classico contro la guerra: Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick. Un capolavoro. E ora vi lascio con il trailer di MASH... ENJOY!

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