Esistono dei film molto particolari, che non possono rientrare semplicemente in una sola categoria.
M.A.S.H., diretto nel 1970 dal regista
Robert Altman, è un esempio calzante di questa mia affermazione. La pellicola, che ha vinto l’
Oscar per la migliore sceneggiatura non originale (tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore
Richard Hooker, pubblicato nel 1968), può sicuramente essere definita una commedia, ma anche un film di guerra a tutti gli effetti.
Trama:
durante la guerra di Corea, due abili chirurghi, Hawkeye (Falco, in italiano) e Duke, vengono trasferiti in un ospedale da campo militare. Lì si scontrano con il bigotto ed incapace maggiore Burns, si alleano con il chirurgo McIntyre, e cercano di superare gli orrori della guerra con umorismo, alcool e soprattutto donne.
Se dovessi definire con un termine
MASH, mi verrebbe in mente commedia nera. E’ innegabile che il film faccia ridere, però sono risate che si mescolano alla vista di serissimi e continui interventi chirurgici, che ci ricordano sempre dove si trovano i personaggi. Altman non gira una commedia demenziale alla
Animal House, per intenderci, anche se i temi trattati (ribellione alle autorità, donne, alcool, problemi sessuali, sfide da vincere contro spocchiosi nemici ecc. ecc.) sono per lo più gli stessi: il regista vuole immergerci nella realtà della guerra, e mostrarci come dei competentissimi chirurghi possano riuscire a non diventare pazzi e a sopravvivere, continuando a svolgere un lavoro che hanno scelto in un contesto che sicuramente avrebbero voluto evitare. La competenza, quindi, va di pari passo con l’indisponenza, con la mancanza di rispetto, con la palese infrazione delle regole, che nel film vengono incarnate non già dal povero e debole colonnello Blake, il cui unico obiettivo è vivere tranquillo e tormentare il povero Radar, ma dal Maggiore Burns e dal Maggiore Houlinan, alias Bollore: il primo è un bigotto ed un chirurgo incompetente, capace solo di fomentare panico e dispensare vergogna, mentre la seconda è una fanatica della disciplina militare, tanto bella quanto fredda e “maschile”, in un certo senso, e per questo vittima dei pesanti scherzi di Hawkeye e compagni.

Sì, perché le donne sono allo stesso tempo necessarie e subordinate all’interno del film. La figura dell’infermiera è indispensabile al lavoro dei chirurghi ma anche al buonumore dei soldati, che non perdono occasione per portarsene a letto qualcuna, in barba a mogli e fidanzate lontane. Questa doppia valenza della donna si può vedere nel primo dei quattro episodi in cui è idealmente diviso il film: nel primo Bollore viene apprezzata come infermiera, ma assolutamente messa in ridicolo come donna, tanto da beccarsi il poco simpatico soprannome e perdere ogni autorità davanti ai compagni e ai superiori, finché negli ultimi due episodi non la vediamo accettare il suo ruolo di trastullo sessuale ed ochetta, solo per essere accettata. Nel secondo episodio, invece, si vede come “dovrebbe” essere la donna ideale del gruppo: disponibile ad aiutare in ogni modo, con buona pace del povero Cassiodoro che pensava già di essere diventato un gay impotente nonostante gli attributi fuori dal comune. E proprio in questo secondo episodio viene ripresa l’amaramente ironica ballata iniziale (scritta peraltro dal figlio quattordicenne del regista, Mike): “
Suicide is Painless/ it brings on many changes/ and you can take or leave it if you please”; quasi tutti i personaggi scelgono di affrontare la vita evitando la soluzione facile e meno dolorosa, ovvero il suicidio, il dentista Cassiodoro (alias Painless, appunto, in originale) sceglierebbe invece di smettere di combattere, sopraffatto dalla perdita della virilità, ad aggiungersi a tutte le brutture della guerra.

Passando ad aspetti più tecnici, la pellicola è ovviamente molto ben diretta, e anche ben recitata. Traspaiono purtroppo la maretta che doveva esserci sul set e la tensione tra regista e produttori, elementi che si mescolano a parecchia improvvisazione: il risultato, quindi, è ibrido come il film, ovvero una sensazione di generale “diffidenza” e di rigidità che si mescola a scene ottimamente riuscite e naturalissime. Tra i quattro episodi, il terzo è quello dove viene mostrata meglio quella dicotomia di cui parlavo all’inizio, con i due chirurghi che fanno il bello e il cattivo tempo all’interno di un ospedale militare approfittando della loro bravura, mentre i primi due episodi sono sicuramente i più divertenti; nel secondo, soprattutto,
Altman si sbizzarrisce con immagini decisamente artistiche, mostrandoci l’Ultima Cena di Cassiodoro con una tavolata di personaggi messi nelle stesse posizioni immortalate da Leonardo nel suo capolavoro, ed una scena molto “disneyana”, con una principessa che risveglia il bello addormentato in un modo un po’ poco ortodosso. Particolarissima anche la colonna sonora, zeppa di “storici” pezzi americani cantati in giapponese ed inframmezzata da improbabili annunci con l’altoparlante, un rumore di sottofondo costante che ci accompagna fino agli intelligenti titoli di coda, dove viene presentato il film della serata… ovvero
MASH, appunto. In definitiva, come film
MASH mi piace e lo consiglio. Molto probabilmente non è facile da apprezzare come un
Animal House o un
Blues Brothers, ma a mio avviso è un importante pezzo di storia cinematografica, specchio di un’epoca neanche troppo lontana.
Di
Donald Sutherland, che interpreta Hawkeye Pierce, ho già parlato
qui.
Robert Altman è il regista della pellicola. Grandissimo “vecchio” del cinema americano, lo ricordo per splendidi film come
Nashville, America oggi, Gosford Park e
Radio America, la sua ultima opera. Inoltre, si è fatto le ossa con serie televisive come
Alfred Hitchcock presenta e
Bonanza.
Altman è morto di leucemia nel 2006, all’età di 81 anni.
Robert Duvall interpreta il maggiore Frank Burns. Uno dei più grandi attori americani viventi, i fan lo ameranno innanzitutto per il ruolo di Tom Hagen nella trilogia de
Il Padrino, io l’ho semplicemente adorato nei panni del Colonnello Kilgore in
Apocalypse Now, ma ha partecipato a molti altri film come
Il buio oltre la siepe, Quinto potere, Terrore dallo spazio profondo, Colors – Colori di guerra, Giorni di tuono, Un giorno di ordinaria follia, Qualcosa di cui… sparlare, La lettera scarlatta, Phenomenon e
A Civil Action, che gli ha fatto vincere l’
Oscar come miglior attore non protagonista. Ha inoltre partecipato a serie come
Alfred Hitchcock presenta, Ai confini della realtà e
The Outer Limits. Ha 80 anni e un film in uscita.
Elliott Gould interpreta John McIntyre. Americano, i più lo ricorderanno per avere interpretato il papà di Monica e Ross in
Friends; io lo ricordo anche per una trashata nazionale come
I miei primi quarant’anni (per chi se lo fosse scordato è un orrendo biopic che racconta la vita di
Marina Ripa di Meana, come se a qualcuno ne fosse fregato qualcosa…), lo
Shining televisivo,
American History X, Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco, Ocean’s Twelve e
Ocean’s Thirteen. In TV ha lavorato per telefilm come
Ai confini della realtà, La signora in giallo, Avvocati a Los Angeles, Masters of Horror, Law & Order e
CSI e prestato la voce per serie come
American Dad! e
Kim Possible. Ha 73 anni e quattro film in uscita.
Tom Skerritt interpreta Duke Forrest. Americano, tra i suoi film ricordo il bellissimo
Harold e Maude, Alien, La zona morta, Top Gun, Poltergeist III: ci risiamo, Fiori d’acciaio, Orchidea selvaggia 2, l’inguardabile
La mia peggiore amica e
Desperation, mentre per le serie a cui ha partecipato citerei
Bonanza, Ai confini della realtà, Will & Grace, West Wing, Law & Order e
La zona morta. Ha 78 anni e un film in uscita.
Fred Williamson interpreta “Spearchucker” Jones. Nonostante compaia pochissimo e praticamente solo verso il finale, mi sento in dovere di parlare quest’attore, visto che la sua faccia particolarissima e la sua verve hanno contribuito a rendere ancora più divertente un film che io adoro,
Dal tramonto all’alba. Tra le sue altre pellicole ricordo
Quel maledetto treno blindato (da cui
Tarantino ha preso spunto per
Inglorious Basterds),
Gli adoratori del male e Starsky & Hutch; ha inoltre partecipato a serie come
Star Trek, Chips, Fantasilandia e
Renegade. Americano, ha 73 anni e cinque film in uscita.
E ora, un paio di curiosità. Dal film e dal libro è stata tratta una serie televisiva dal titolo omonimo, andata in onda dal 1972 al 1983, che contava nel cast solo tre degli attori presenti nella pellicola:
Gary Burghoff e
G. Wood hanno mantenuto rispettivamente i ruoli di Radar e del Generale Hammond, mentre
Timothy Brown, che nel film interpretava il Caporale Judson, nella serie ha preso il ruolo di Spearchucker. Esistono inoltre altri tre spin – off, uno dedicato completamente a McIntyre, uno che racconta i destini dei personaggi dopo la guerra di Corea e uno che racconta le peripezie di Radar all’interno della polizia. Se vi fosse piaciuto
MASH, io vi consiglio di recuperare un altro classico contro la guerra:
Il Dottor Stranamore di
Stanley Kubrick. Un capolavoro. E ora vi lascio con il trailer di
MASH... ENJOY!