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venerdì 14 aprile 2023

Living with Chucky (2022)

E' da quando mi è capitata sotto gli occhi l'adorabile locandina che bramavo di vedere Living With Chucky, diretto e sceneggiato nel 2022 dalla regista Kyra Elise Gardner e finalmente, qualche giorno fa, è uscito su Shudder!


Come sapete, non guardo molti documentari, è un genere che mi appassionerebbe anche, ma che richiede tempo che non ho. Eppure, quando ho letto la trama di Living with Chucky, mi ha incuriosita il fatto che si parlasse delle famiglie di chi è cresciuto con la saga fin da bambino, perché lì per lì pensavo si parlasse di traumi infantili. In realtà, Living with Chucky è la disamina di una caratteristica decisamente inusuale per una saga horror (e mi correggeranno i veri appassionati del genere, in caso sbagliassi), ovvero quella di vantare la presenza ormai trentennale di un terzetto di persone che sono riuscite a detenere un controllo pressoché totale dell'opera e a far sì che essa si delineasse all'interno di un percorso assolutamente coerente, pur tra alti e bassi. A partire dal primo La bambola assassina, i vari film della saga dedicata a Chucky sono stati gestiti e seguiti passo per passo da Don Mancini (sceneggiatore di ogni pellicola della saga e regista di ogni lungometraggio a partire da Il figlio di Chucky), dal produttore David Kirschener e, ovviamente, dalla voce storica di Chucky, Brad Dourif; ad essi si è aggiunto, nel 2004, il tecnico degli effetti speciali Tony Gardner che, come si può evincere dal cognome, è il padre della regista Kyra Elise, la quale è letteralmente cresciuta sui set della saga e ha deciso di espandere il suo primo corto The Dollhouse, girato quando era ancora una studentessa di cinema, trasformandolo in un lungometraggio. La prima parte del documentario, che tratta ogni singolo film della saga parlandone attraverso interviste e stralci di backstage, serve allo spettatore per capire l'enorme fortuna avuta da Mancini nel trovare un produttore illuminato come Kirschener, che non solo gli ha dato fiducia fin dalla prima sceneggiatura, ma gli ha concesso di portare avanti un discorso personalissimo e ben poco convenzionale su Chucky e il suo universo, a prescindere dal successo sempre più in calo di una saga che ha avuto una rinascita clamorosa soltanto negli ultimi anni, dopo essere stata declassata a cretinata comica per ragazzini. Il punto di vista sentimentale ed entusiasta delle quattro figure chiave della saga riverbera nelle interviste di chi, o prima o dopo, ha fatto parte della realizzazione della serie (Jennifer Tilly, Alex Vincent, Fiona Dourif e Christine Elise, ovviamente, ma anche John Waters e Billy Boyd), mentre la parte più "razionale" del documentario è affidata a produttori ed esperti del settore, che analizzano il fenomeno Chucky anche dal punto di vista del successo commerciale, del fandom e dell'eredità lasciata al genere.


La seconda parte di Living with Chucky, invece, è concentrata sulla natura "familiare" dell'opera e su cosa significhi passare buona parte della propria esistenza assieme a persone con le quali non si hanno legami di sangue, spesso vivendo più con loro che con figli, mariti e mogli. Ovviamente, qui il punto di vista principale è quello di Kyra Elise, come si evince dalla particolare attenzione posta sul lavoro del tecnico degli effetti speciali e delle squadre di marionettisti che si avvicendano per dare vita a Chucky (attraverso un lavoro così complesso che ci sarebbe da vergognarsi a definire anche il "peggior" film della saga una cretinata). Quello della regista è, inevitabilmente, un punto di vista commovente, che non manca di confronti emozionanti, soprattutto quelli tra lei e il padre o fra i due Dourif, ma non è mai patetico, ingenuo o facilone, anzi; la difficoltà di conciliare le esigenze familiari "vere" con quelle della famiglia temporanea che si viene a creare durante la realizzazione di un film (per non parlare, come in questo caso, di una serie di pellicole) non viene sottovalutata né demonizzata, bensì trattata come qualsiasi lavoro lungo e difficile, che pretende forza d'animo e pazienza sia da chi lo esegue sia da coloro ai quali viene richiesto di stare accanto al "dipendente", con tutto quello che ne consegue in termini di gioie (tante) e dolori (purtroppo, tanti anche quelli). A tal proposito, sono preziose anche le testimonianze di professionisti quali Lin Shaye, Marlon Wayans Dan Povenmire (il co-creatore di Phineas e Ferb) i quali, pur non avendo mai avuto a che fare con l'universo di Chucky, sono stati comunque "inghiottiti" dal processo creativo di saghe infinite che portano a creare nuovi legami a rischio di sacrificare quelli esistenti, con l'aggravante di rischiare di ritrovarsi nuovamente da soli (quel "finito di girare poi non ci si vede più per anni" detto da Fiona Dourif è deprimente, e la tristezza un po' traspare dalle parole e dai volti di Alex Vincent e Christine Elise, nonostante la gioia di essere tornati in famiglia dopo decenni). Il documentario, purtroppo, non copre l'esperienza vissuta da Mancini, Kirschener e Gardner sul set della serie Chucky, con le nuove piccole aggiunte alla "Chucky Family", ma risulta uno strumento interessantissimo per capire l'importanza di un paio di dinamiche e temi ricorrenti nella serie, oltre che a far venire voglia di recuperare ogni film della saga, quindi consiglio la visione di Living with Chucky a tutti gli appassionati di cinema, non solo ai fan del bambolotto omicida più simpatico del globo. Per quanto mi riguarda, il mio sogno è di avere un giorno un capo come Don Mancini o come David Kirschner, ma so che non si avvererà mai, ahimé.



Kyra Elise Gardner è la regista e sceneggiatrice della pellicola. Americana, è al suo primo lungometraggio e lavora anche come produttrice e attrice. 


Assieme alle persone citate nel post, tra le varie testimonianze raccolte dalla regista ci sono anche quelle di Christine Elise (che ha interpretato Andy ne La bambola assassina 2, Il culto di Chucky e nelle due stagioni di Chucky) e Adam Hurtig (poliziotto in La maledizione di Chucky e paziente del manicomio ne Il culto di Chucky). Ovviamente, se Living with Chucky vi ha incuriosito e non conoscete l'argomento trattato recuperate La bambola assassina, La bambola assassina 2, La bambola assassina 3, La sposa di Chucky (li trovate tutti su Prime Video ma solo l'ultimo è compreso nell'abbonamento), Il figlio di Chucky (gratis su Infinity), La maledizione di Chucky (su Prime Video ma a pagamento), Il culto di Chucky (gratis su Infinity) e le due stagioni della serie Chucky (la prima stagione è disponibile abbonandosi a Infinity). ENJOY!




martedì 15 ottobre 2013

Curse of Chucky (2013)

So che avrei dovuto ricominciare dall’inizio e rinfrescarmi la memoria ma siccome in questi giorni si è fatto un gran parlare di Curse of Chucky, diretto dal regista Don Mancini, non ho resistito alla tentazione e ho guardato l’ultima delle pellicole dedicata appunto alle efferate gesta della cosiddetta Bambola assassina.


Trama: la vita già abbastanza difficile di una ragazza paraplegica viene sconvolta dalla morte della madre. Al funerale interviene la sorella con famiglia, babysitter e prete a carico… ma nessuno di loro immagina che il simpatico bambolotto di cui si è appropriata la piccola Alice nasconde in realtà un terribile segreto!


Se c’è un babau cinematografico di cui ho sempre avuto davvero paura, nonostante i film a lui dedicati siano diventati progressivamente più commedie che horror, è il maledetto bambolotto Chucky, posseduto dallo spirito del killer Charles Lee Ray. Non importa se la voce di Brad Dourif si profonde spesso e volentieri in un turpiloquio così gratuito da strappare il sorriso o se, col tempo, alla bambola assassina del titolo italiano si siano affiancati comprimari trash come la fidanzata oca Tiffany: la sola idea che una bambola, peraltro già orrenda di per sé, diventi semovente e dotata di istinti omicidi mi priva del sonno. Questo Curse of Chucky non ha fatto eccezione nonostante il restyling del villain e l'uso della CG almeno per quel che riguarda sue le espressioni facciali. Fin dall'inizio, infatti, Don Mancini tormenta i neofiti e gioca con i fan avvolgendo la sua creatura con un'aura di mistero ancora maggiore, muovendo subdolamente la macchina da presa così che la natura di Chucky non venga mai mostrata direttamente almeno fino al momento clou, ovvero verso metà pellicola, inserendo qua e là delle citazioni gradevolissime (non vi venga in mente di abbandonare la visione prima della fine dei titoli di coda!!) e regalando più di un colpo di scena.


L'operazione reboot, in questo caso, funziona alla grande perché Curse of Chucky è, a tutti gli effetti, un film della saga cominciata con Child's Play e si lega tranquillamente ai film precedenti offrendo la possibilità (forse) di girare altri sequel. In America la pellicola è stata distribuita solo sul mercato dell'home video ma non è affatto girata male, anzi: la trama, perfida e beffarda al punto giusto, funziona alla perfezione, è divertente e spaventosa in egual misura, gli effetti speciali sono sicuramente validi e il gore baracconesco non manca (la decisione di usare una protagonista che non può avvertire dolore dalla vita in giù è molto azzeccata...) inoltre il nuovo Chucky, nonostante metta appena meno paura, non fa rimpiangere quello vecchio anche grazie alla bravura del sempre pregevole Brad Dourif. Dovessi trovare un difetto alla pellicola direi che i personaggi secondari sono debolucci sia per caratterizzazione che per recitazione, cosa quest'ultima che vale soprattutto per la sorella e il cognato della protagonista, ma in un horror stai a guardare l'introspezione psicologica? Ma anche no, soprattutto se si parla di giocattoli. L'importante è che il dolce, tenerissimo Chucky, amico di tutti i piccini, sia tornato in gran forma: "Are you scared? You better fucking be!".


Di Brad Dourif, che interpreta Charles Lee Ray e presta la voce a Chucky, ho già parlato qui mentre Jennifer Tilly, che compare nei panni di Tiffany, la trovate qua.

Don Mancini è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, prima di Curse of Chucky ha diretto solo Il figlio di Chucky ma, in compenso, ha firmato la sceneggiatura di tutti i film della saga. Anche produttore, ha 50 anni.


Fiona Dourif interpreta Nica. Figlia di Brad Dourif, come si evince dal cognome, ha partecipato a film come The Master e a serie come True Blood. Americana, anche produttrice, ha 32 anni e tre film in uscita.


Tra gli altri interpreti, Danielle Bisutti (Barb) tornerà a brevissimo sugli schermi italiani con Oltre i confini del male - Insidious 2 mentre A Martinez (Padre Frank) lo ricordo dall'infanzia per aver partecipato alla soap Santa Barbara. Come ho già avuto modo di accennare nella recensione, Curse of Chucky è l'ultimo di una serie di film iniziata nel 1988 con La bambola assassina e proseguita con La bambola assassina 2, La bambola assassina 3, La sposa di Chucky e Il figlio di Chucky ed è il primo ad essere uscito straight to video; in Italia verrà distribuito in DVD (e non al cinema come erroneamente scritto, grazie a Myers82 per la segnalazione) il 20 novembre col titolo La maledizione di Chucky. Misteri della distribuzione nostrana. Ovviamente, se Curse of Chucky vi fosse piaciuto, recuperate le altre pellicole della saga e, se volete farvi del male, anche Puppet Master - Il burattinaio. ENJOY!

mercoledì 14 agosto 2013

Monsters & Co. (2001)

Nell'attesa che arrivino il 21 agosto e l'uscita italiana di Monsters University, qualche sera fa ho deciso di rinferscarmi la memoria e riguardare Monsters & Co. (Monsters, Inc.), diretto del 2001 dai registi Pete Docter, David Silverman e Lee Unkrich e vincitore di un Oscar per la miglior canzone originale (If I Didn't Have You).


Trama: Sulley e Mike lavorano alla Monsters & Co., fabbrica dove i mostri, spaventando i bimbi del mondo reale, riescono a ricavare energia dalle loro urla. I bambini vengono visti come esseri spaventosi e mortali e strettissime regole impediscono il passaggio tra i due mondi, ma un giorno nelle vite di Sulley e Mike piomba la piccola Boo... e i due devono riuscire a riportarla a casa senza essere scoperti. 


Rivedere Monsters & Co. è sempre un grandissimo piacere perché ad ogni visione il film si riconferma un piccolo capolavoro. Innanzitutto per la storia, una delle prime a sfruttare l'idea di mostrare il lato "normale" di esseri sovrannaturali o negativi, dando una motivazione alla loro presenza nel mondo umano, un cambiamento radicale di punto di vista sfruttatissimo nei decenni a venire e ormai quasi inflazionato. Non è questo il caso di Monsters & Co., che offre allo spettatore chicche geniali come il terrore dei bimbi trasformato in energia per la normalissima Mostropoli, le porte collegate agli armadi del mondo umano o mostri "storici" come lo Yeti, Nessie e Bigfoot esiliati nella nostra dimensione come punizione per i loro sbagli. Giocando con questi elementi fantastici e parodistici gli sceneggiatori hanno messo su il classico racconto di formazione disneyano, focalizzandolo sul protagonista Sulley e sulla piccola Boo; il primo è lo spaventatore per eccellenza, così preso dal suo lavoro e sviato dalle regole del proprio mondo da non accorgersi che il suo bene deriva dalla sofferenza di migliaia di bambini urlanti e traumatizzati, mentre la seconda è una dolcissima bimbetta di tre anni al massimo che, come tutti i suoi coetanei, dovrà superare le paure irrazionali dell'infanzia e diventare, a modo suo, forte e decisa per riuscire a crescere.


A fare da spalla a questi due personaggi ci sono ovviamente l'indispensabile spalla comica e il fondamentale villain. Il monocolo Mike Wazowsky è il migliore amico di Sulley nonché suo motivatore ed è forse il personaggio con cui maggiormente il pubblico può identificarsi: non particolarmente portato per il suo lavoro, sbadato, ingenuo, sfigato, buffo ma nonostante questo dotato di un grandissimo cuore è sicuramente il mostro più indimenticabile della pellicola e noi italiani avremo sempre da ringraziare il bravissimo Tonino Accolla per questo. Dall'altra parte della barricata c'è poi il terribile Randall che, invece, incarna tutto ciò che riesce a renderlo mostro anche tra i suoi stessi simili e rivela la propria natura abietta e insinuante attraverso il potere dell'invisibilità. I battibecchi tra questi due "estremi" richiamano quelli delle tipiche commedie americane ambientate negli ambienti lavorativi e sono resi ancora più esilaranti dalla presenza di personaggi apparentemente secondari come la burbera Roz, la frizzante Celia e tutto il codazzo di altri mostri, ognuno con una propria incredibile peculiarità. Non crediate però che in Monsters & Co. si rida e basta! L'ultimissima scena del film, basata interamente su un unico scambio di battute e sull'espressione di Sulley, è una delle più commoventi e belle che siano mai state girate e sfido chiunque a non sentirsi spezzare il cuore quando Boo fugge inorridita davanti al suo amicone peloso, vedendolo mostro per la prima e unica volta.


Se la storia e i personaggi sono praticamente degli evergreen, tecnicamente parlando si vede invece che Monsters & Co. soffre il passare del tempo. Il coloratissimo pelo di Sulley risulta ancora oggi incredibile e morbidissimo ma le espressioni dei vari personaggi sono a volte rigide e, soprattutto, il design degli esseri umani è irreale e spigoloso. A farne le spese è soprattutto Boo che, purtroppo, non appare più così carina e adorabile come un tempo (non a caso per metà film viene comunque infilata in un costumino da mostro, probabilmente più facile da animare), tuttavia il doppiaggio riesce in parte a frenare quest'impietoso avanzare del tempo: Monsters & Co. è infatti uno degli ultimi film che ho deciso di guardare esclusivamente in italiano nonostante il fior fior di attori che prestano le loro voci nella versione originale perché la nostra è incredibilmente piacevole da ascoltare e non solo per il grande Tonino Accolla ma anche per l'abilità di Marina Massironi, Loretta Goggi e della piccola (tre anni appena!!) doppiatrice di Boo. Insomma, avrete capito che Monsters & Co. mi è piaciuto davvero molto e per questo temo un confronto impari con l'imminente Monsters University (che tra l'altro parte da un presupposto sbagliato visto che in questo film Mike dice di essere il miglior amico di Sulley dalla terza elementare!). Recuperatelo in tempo, se riuscite, e ovviamente non sognatevi di perdere gli esilaranti titoli di coda con le "papere" dal set e la realizzazione del finto musical che Sulley e Mike usano come scusa per ingannare i colleghi perché sono l'ennesima dimostrazione di quanto la Pixar abbia curato fin nei minimi dettagli questo suo piccolo capolavoro.


Del co-regista Lee Unkrich ho già parlato qui. John Goodman (James P. "Sulley" Sullivan), Billy Crystal (Mike Wazowski), Steve Buscemi (Randall Boggs), Frank Oz (Fungus) e Bonnie Hunt (Flint) li trovate invece ai rispettivi link.

Pete Docter è regista e cosceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto anche La nuova macchina di Mike e Up. Anche doppiatore, produttore e animatore, ha 45 anni e un film in uscita.


David Silverman è il co-regista della pellicola. Marito di Nancy Cartwright, la doppiatrice originale di Bart Simpson, ha diretto I Simpson - Il film, il corto The Longest Daycare e alcuni episodi della serie animata. Americano, anche produttore, animatore e doppiatore, ha 56 anni.


James Coburn (vero nome James Harrison Coburn Jr.) presta la voce a Henry J. Waternoose. Americano, ha partecipato a film come I magnifici sette, La grande fuga, Giù la testa, Pat Garret e Billy the Kid, Hudson Hawk - Il mago del furto, Sister Act 2 - Più svitata che mai, Il professore matto, Affliction (che gli è valso l'Oscar come miglior attore non protagonista) e a serie come Alfred Hitchcock presenta, Perry Mason, Ai confini della realtà e La signora in giallo, inoltre ha lavorato come doppiatore per Capitan Planet e i Planeteers. Anche sceneggiatore, produttore e regista, è morto nel 2002 all'età di 74 anni.


Jennifer Tilly (vero nome Jennifer Elizabeth Chan) presta la voce a Celia. Americana, come doppiatrice ha lavorato anche in Stewart Little - Un topolino in gamba, Mucche alla riscossa e I Griffin, inoltre la ricordo per film come High Spirits - Fantasmi da legare, Bound - Torbido inganno, Bugiardo bugiardo, La sposa di Chucky, La casa dei fantasmi e Il figlio di Chucky. Ha partecipato anche alle serie Moonlighting e CSI - Scena del crimine. Anche sceneggiatrice, ha 55 anni e due film in uscita. 


Bill Murray era stato preso in considerazione per doppiare Sulley ma siccome i realizzatori non sono riusciti a mettersi in contatto con lui alla fine non se n'è fatto nulla... in compenso la parte di Mike è andata a Billy Crystal, che aveva rifiutato di doppiare Buzz Lightyear ai tempi del primo Toy Story e a cui la Pixar aveva promesso la possibilità di cimentarsi in un personaggio più adatto a lui. Doppiatori a parte, ci sono voluti diversi tentativi per arrivare al Monsters & Co. e soprattutto al Sulley che conosciamo: il protagonista del film all'inizio avrebbe dovuto essere il mostro che viene costantemente rapato dagli agenti del CDA, Sulley sarebbe stato invece un banalissimo lavoratore dal pelo marrone, Mike l'assistente del terribile Randal e Boo una bambina di sei anni. Infine, nell'attesa che esca il prequel Monsters University, sappiate che esiste anche un corto, nato come scena eliminata e poi inserito nella collectors edition di Monsters & Co., intitolato La nuova macchina di Mike... e ovviamente, se il film vi fosse piaciuto, non perdetevi la trilogia di Toy Story, Monster House, Shrek, A Bug's Life e The Nightmare Before Christmas. ENJOY!!

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