domenica 6 marzo 2016

Indiana Jones e l'ultima crociata (1989)

All'urlo di "è tornaaatooo!" rifaceva capolino nel 1989 il personaggio Indiana Jones con Indiana Jones e l'ultima crociata (Indiana Jones and the Last Crusade), diretto dal regista Stephen Spielberg.


Trama: il padre di Indiana Jones, lo studioso Henry, è scomparso mentre stava cercando il Sacro Graal e al figlio non resta che andare al salvataggio, tra nazisti bramosi di potere e antichissimi templari...



Dopo l'immensa passione messa nel post dedicato a Indiana Jones e il tempio maledetto, mi tocca ammettere quanta fatica faccia ogni volta a guardare invece Indiana Jones e l'ultima crociata, un film che, a differenza di Sean Connery che acquista fascino con la vecchiaia, si porta addosso e male tutto il peso dei decenni passati. Per riprendersi dal diludendo (solo loro, tra l'altro) del "tempio maledetto", Lucas e Spielberg ci hanno messo cinque anni, un periodo di tempo durante il quale hanno cercato di rimediare creando un film meno cupo e più ironico; Lucas avrebbe voluto qualcosa di "esoterico" e ambientato in castelli scozzesi zeppi di fantasmi, Spielberg lo ha giustamente mandato a dar via l'organo in quanto uscito da poco dall'esperienza Poltergeist ed ecco che è subentrato lo spirito più tangibile e piacione di 007 a completare quello avventuroso de I predatori dell'arca perduta. E infatti, diciamoci la verità, prima che compaia Sean Connery Indiana Jones e l'ultima crociata è di una noia mortale, tanto che se qualcuno dovesse chiedermi cosa succede prima dell'arrivo del Professor Henry Jones non saprei cosa rispondere: ogni volta che guardo questo film è sempre la stessa storia, per la prima mezz'ora fatico a rimanere sveglia. Non mi entusiasmano, con tutto il rispetto per River Phoenix, né l'introduzione/flashback che mostra un Indiana Jones scout alle prese con quella che sarebbe diventata la sua figura di riferimento (i fan saranno felici di sapere dove Indy ha preso ispirazione per cappello e frusta e da dov'è nata la sua fobia dei serpenti...) né la caccia al tesoro iniziale, durante la quale Jones è sì affiancato da un simpaticissimo Marcus Brody ma anche dalla Indy-girl più sciapa e molla dell'intera saga, la bionda Elsa. Fortunatamente questa camurrìa dura appena una mezz'oretta, poi subentra un'atmosfera in pieno stile Ian Fleming che ci catapulta in un mondo zeppo di spie, doppiogiochisti e complotti, il tutto sotto lo sguardo sornione e ironico del Prof. Henry Jones, capace di rubare spesso e volentieri la scena al figlio con la sua flemma, le pose da anziano gentiluomo, lo scazzo da padre menefreghista e, perché no, un pizzico di rincoglionimento senile.


Indubbiamente, senza Sean Connery il film potrebbe anche non esistere: la cosa più convincente e memorabile di Indiana Jones e l'ultima crociata sono infatti i duetti tra Ford e Connery, le continue punzecchiature tra padre e figlio e l'accostamento di due stili diversi, non solo per quel che riguarda la concezione di "archeologo" (il prof. Henry Jones inorridisce di fronte ad armi, azione e violenza, Indy ci sguazza!) ma anche di vita e famiglia. L'interazione tra i due attori, ai quali si aggiunge peraltro un favoloso Denholm Elliott, arricchisce e completa le pur valide scene d'azione e le sequenze avventurose messe in piedi da Spielberg, che si dividono tra omaggi zeppi di rimandi ai film precedenti e virtuosismi tecnici sempre più complicati (i topi con inondazione annessa per esempio, ma anche l'inseguimento con le moto e il tesissimo scontro sui carri armati meritano parecchio!), con l'aggiunta di alcuni elementi inquietanti verso il finale, durante il quale l'atmosfera diventa molto simile a quella del tanto vituperato Indiana Jones e il tempio maledetto. Molto curata, come sempre, anche la parte scenografica, assieme al reparto effetti speciali, che si esprimono in tutto il loro trionfo all'interno del tempio ad Hatay, dove Indy deve ricorrere a tutto il suo ingegno per superare trappole ed enigmi, ma le mie sequenze preferite rimangono probabilmente quelle dell'incendio nel castello (adoro i passaggi segreti!), quella in cui viene rappresentato un raduno di SS anche troppo realistico, con tanto di rogo di libri ed incontro con un inquietantissimo Fuhrer e infine, manco a dirlo, il defenestramento del nazista dal dirigibile. Che dire, all'epoca pensavamo che Indiana Jones non sarebbe mai più tornato e che questa sarebbe stata davvero la sua ultima crociata ma non sapevamo, ingenui mocciosetti romantici, che la smania del revival avrebbe raggiunto anche la frusta ed il cappello di Indy... quindi ci risentiamo al prossimo post per parlare di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo!


Del regista Steven Spielberg ho già parlato QUIHarrison Ford (Indiana Jones), Sean Connery (Professor Henry Jones) e John Rhys-Davies (Sallah) li trovate invece ai relativi link.

Denholm Elliott interpreta Marcus Brody. Inglese, ha partecipato a film come Robin e Marian, I predatori dell'arca perduta, Una poltrona per due, Camera con vista e a serie come Alfred Hitchcock presenta. E' morto nel 1992 all'età di 70 anni.


Julian Glover interpreta Walter Donovan. Inglese, ha partecipato a film come L'impero colpisce ancora, Solo per i tuoi occhi, Vatel, Harry Potter e la camera dei segreti (era la voce originale del ragno Aragog), Riflessi di paura e a serie come Doctor Who, Magnum P.I. e Il trono di spade. Ha 81 anni e due film in uscita.


River Phoenix (vero nome River Jude Bottom) interpreta il giovane Indy. Americano, lo ricordo per film come Explorers, Stand By Me - Ricordo di un'estate, Nikita spie senza volto e Belli e dannati; inoltre, ha partecipato a serie come Casa Keaton. E' morto nel 1993 all'età di 23 anni.


Il prologo ambientato durante l'adolescenza del protagonista ha dato l'idea a George Lucas per creare nel 1992 la serie Le avventure del giovane Indiana Jones; il ruolo del protagonista era stato proposto a River Phoenix, che aveva però rifiutato perché non voleva tornare in televisione. Chris Columbus aveva scritto un paio di bozze scartate della sceneggiatura, che prevedevano innanzitutto un'ambientazione africana e un nemico chiamato "Re delle scimmie", con l'aggiunta di parecchi elementi sovrannaturali quali fantasmi e zombi, ma Steven Spielberg ha rifiutato di girare un film troppo surreale. Per quel che riguarda gli attori, Laurence Olivier era stato considerato per il ruolo dell'anziano cavaliere ma purtroppo era già troppo malato per accettare la parte; anche il povero Denholm Elliott, al quale era stato diagnosticato l'AIDS poco prima dell'inizio delle riprese, è stato seriamente male per buona parte delle stesse. Detto questo, se vi è piaciuto Indiana Jones e l'ultima crociata recuperate Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta, Indiana Jones e il tempio maledetto Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. ENJOY!

11 commenti:

  1. episodio mitico, non c'è niente da dire, un abbraccio bollicina ^_^

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  2. Bellissima la scena finale del calice, mi sono sempre domandato come si fa a essere così idioti...l'immagine horror poi è davvero inquietante, forse il mio preferito in assoluto ma non è facile, anche dopo 20 anni, decidere quale sia ;)

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    1. Eh, io patisco un po' (tanto) l'inizio quindi tre i tre è quello che mi piace meno!

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  3. Questo film lo ricorderò per due cose:
    - Sean Connery;
    - La scena con Hitler.... quanto ho riso!

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    1. A me tutto il momento Hitler ha messo abbastanza angoscia, mi sono riconosciuta nell'odio di Sean Connery!

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  4. Questo all'epoca mi era piaciuto tantissimo, come dici tu però, si ricorda soprattutto il magistrale Connery.

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    1. Connery E' il film! Altro che tornare alle atmosfere allegre, molto meglio la cupezza del Tempio maledetto :)

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  5. Lo vidi al cinema, e mi piacque parecchio.
    La cosa strana è che non lo rivedo da allora, ma è come fosse marchiato a fuoco tra i miei ricordi insieme a tutti quei film che vidi al cinema in quel periodo.

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    1. Evidentemente era un periodo "giusto" in cui vedere film, è successo anche a me per alcuni :)

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