venerdì 21 ottobre 2016

Inferno (2016)

Nonostante la camurrìa provocatami sia dal libro che dai due film precedenti, mercoledì sono andata a vedere Inferno, diretto dal regista Ron Howard e liberamente tratto dal romanzo omonimo di Dan Brown.


Trama: Robert Langdon si sveglia ferito e privo di memoria in un ospedale di Firenze. Aiutato dalla dottoressa Sienna Brooks dovrà recuperare i ricordi mancanti e cercare di impedire che un terribile virus venga liberato nel mondo...



Non so esattamente perché, dopo due film mediocri, abbia deciso di ridare una chance alla premiata ditta Hanks/Howard/Brown. Probabilmente è l'ennesimo esempio di come l'essere umano si rassegni facilmente alla routine della grigia quotidianità, tipo "E' uscito un altro film tratto da Dan Brown, che palle, mi tocca andarlo a vedere", un po' come timbrare il cartellino alle 8.30 dal lunedì al venerdì; e infatti, quando torni a casa e ti chiedono "com'è andata oggi al lavoro?" tu rispondi "MEH", che è un po' la stessa risposta data al buon Toto quando mi ha chiesto "com'era il film?". MEH. Cos'altro vuoi dire di Inferno? La pellicola non è né bella né brutta, sta lì come la maschera mortuaria di Dante a fissarti col suo sguardo vacuo incastonato nei lineamenti perfettamente riprodotti, fredda come la sequenza di cartoline da Firenze, Venezia ed Istanbul spedite agli spettatori da un Ron Howard che in verità un (altro) sequel non lo avrebbe mai girato. Ora, io sono arrivata a metà del romanzo e non mi ritengo una fine ed esperta conoscitrice di letteratura ma persino una come me capisce che Inferno è un'opera debole, zeppa di personaggi stereotipati e di momenti WTF che vive della gloria riflessa dei precedenti scritti di Dan Brown, il quale non si sbatte neppure più a creare quegli arguti enigmi che tanto mi avevano intrigata leggendo Il codice Da Vinci o Angeli e demoni. Immaginate quindi quanto ancora più piatta e facilona sia la sceneggiatura del film, semplificata per venire incontro al pubblico bove e interamente modificata nel finale onde non mostrare personaggi troppo ambigui e sfaccettati o, Dio non voglia assolutamente!!, una chiusura incerta e preoccupante della vicenda: come l'orologio di Topolino portato al polso da Langdon, Inferno procede placidamente verso l'obiettivo prefissato, senza scossoni né grandi momenti di suspance, tra dialoghi sciapi (mirabili nonché ridondanti le battute pronunciate da Langdon nei sotterranei di Venezia, aiutando Sienna: "Ti do una mano ... ti prendo un piede..." ti tocco il culo no?), le solite frecciatine razziste nei confronti degli italiani (lasciamo stare l'infelice "Ah, non è il mio lavoro migliore ma per ingannare la polizia italiana basta e avanza", vogliamo parlare dello scherzone finale di Langdon ai danni delle guardie di Palazzo Vecchio? Sembrava la fiera della commedia napoletana recitata male) e momenti romantici talmente statici e privi di pathos che al confronto quelli di una qualsiasi telenovela sudamericana sono esempi di altissima scrittura.


Se vogliamo continuare a sparare sulla Croce Rossa si può tranquillamente passare a decantare la bolsaggine di Tom Hanks, il quale riesce ad essere attore pregevolissimo in buona parte dei film che lo vedono protagonista (mi vengono in mente, tra gli ultimi, Il ponte delle spie e Saving Mr. Banks, nei quali l'ho adorato senza riserve) tranne quando interpreta Robert Langdon. Spaesato, tristemente ironico, improbabile seduttore di vecchie fredde come il marmo, Hanks non viene aiutato nell'interpretazione dalla co-protagonista femminile, Felicity Jones, con la quale forma una coppia talmente male assortita da fare invidia agli Estranei di Pechino Express. La Jones, fondamentalmente, ha due espressioni: quella con la quale cazzia Langdon e quella con la quale prende il mondo in gran dispitto, entrambe sospettosamente simili. E' vero che Sienna Brooks, almeno nel film, ha lo spessore di una mappa dell'Armenia, ma un minimo di impegno in più poteva anche mettercelo. L'unico attore che verrà da me ricordato, almeno per il tempo di una settimana, è Irrfan Khan, interprete di un "direttore del Consorzio" particolarmente raffinato e caustico, sempre all'interno degli ovvi limiti di un personaggio monodimensionale. Per quel che riguarda l'aspetto visivo del film, le uniche sequenze che mi sono piaciute sono quelle legate alle visioni infernali di Langdon, non tanto per la regia quanto per gli effetti speciali e il make up impiegati e lo stesso vale per quei brevissimi momenti in cui Ron Howard si è impegnato a riportare in vita La battaglia di Marciano del Vasari. Posso inoltre magnificare anche l'incredibile bellezza delle immagini girate all'interno della Cisterna Basilica di Instanbul, peccato che l'unica qualità delle sequenze in oggetto sia il trionfo delle luci e dei colori, visto che lo showdown finale è degno dei peggiori action con Steven Seagal. Con tutta questa cacca che ho shpalmato non voglio fare la snob che apprezza solo i film "non commerciali", per carità. Sapete benissimo che saltello felice davanti ad ogni cretinata prodotta dalla Marvel ma perlomeno lì ci sono dei personaggi di cui mi importa qualcosa, solitamente c'è una trama che mi avvince e mi mette la voglia di vedere altri film simili: con Dan Brown, purtroppo, rimane solo il forte desiderio che si dedichi ad altro, per esempio la compilazione di guide turistiche, così che a nessuno più venga in mente di usare i suoi romanzi come basi per scrivere delle sceneggiature.


Del regista Ron Howard ho già parlato QUI. Felicity Jones (Sienna Brooks), Tom Hanks (Robert Langdon), Ben Foster (Bertrand Zobrist), Irrfan Khan (Harry Sims) e Omar Sy (Christoph Bouchard) li trovate invece ai rispettivi link.

Alla fine così.
Inferno è il quarto libro scritto da Dan Brown avente per protagonista Robert Langdon, il terzo sarebbe Il simbolo perduto ma ai produttori è piaciuto di più Inferno. Non temete, prima o poi gireranno anche un adattamento de Il simbolo perduto e, se non ne avete abbastanza, sappiate che Brown è pronto a fare uscire nel 2017 l'ennesima avventura di Langdon quindi, nell'attesa, recuperate Il codice Da Vinci e Angeli e demoni. ENJOY!

14 commenti:

  1. Guardarlo lo guarderemo,vedo di girare il manopolone dell'hype a -10 e via ;)

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  2. Sarà che li ho visti una decina d'anni fa, a occhio e croce, ma gli altri due - di cui, al tempo, ho letto anche i romanzi - li ricordavo superiori. Questo faceva impallidire le fiction Mediaset, e che pessimo Hanks. Fortunatamente, la Jones è sempre piacevole da guardare, anche se qui dev'esserle morto il parrucchiere di fiducia. Bruttino, tanto: mantenere il finale più cattivo del romanzo - c'è mio padre che me l'ha spoilerato - avrebbe giovato un po'. ;)

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    1. Io i primi due li ricordo a malapena, come ho scritto sono praticamente come i film Marvel: tutti uguali e dimenticabili dopo una settimana. Però questo non diverte nemmeno mentre lo guardi e tra Hanks e la Jones non so chi sia peggio. Il libro lo sto finendo: già è facilone lui, la sceneggiatura è riuscita renderlo anche più dummy XD

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  3. Già non mi ispirava, dopo la tua recensione lo salto decisamente.

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    1. Potrei rititolare il blog chiamandolo "Il Bollalmanacco DEmotivazionale"! XD

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  4. Questo post rappresenta tutto quello che penso sul film. Se un giorno ci farò un post, mi limiterò a linkare questo post ahah

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  5. Già a suo tempo ho evitato di guardare i primi due e visto che sono riuscito a vivere bene lo stesso, credo che manterrò la tradizione ed eviterò di vedere anche questo.

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    1. Decisamente questo non è il migliore dei tre quindi vivi sereno!

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  6. Il film non l'ho visto, me ne sono guardato bene. Tom Hanks poi ha imboccato ormai una parabola discendente che è una garanzia. Non so come e quando è successo di preciso, ma ha inanellato una serie di insuccessi e prove indifferenti che lo hanno fatto decisamente uscire dal giro dei primi in classifica. O forse è solo invecchiato...

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    1. Potrebbe effettivamente essere la vecchiaia, comunque gli ultimi film che ho visto aventi Hanks come protagonista non mi sono dispiaciuti. Per la serie, De Niro ha fatto ben di peggio...

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  7. QUindi sono l'unico a cui un minimo è piaciuto a quanto pare...

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