martedì 11 ottobre 2016

Antibirth (2016)

In questi giorni in cui si fa tanto parlare di Fertility Day, sarebbe giusto guardare film come Antibirth, scritto e diretto dal regista Danny Perez.


Trama: dopo una notte "brava" passata tra alcool e droga, Lou scopre di essere molto probabilmente incinta. Tuttavia, la gravidanza non procede proprio come previsto...


Quest'anno è già il secondo horror a tema gravidanza che vedo e nessuno dei due film ha dipinto l'"evento più importante nella vita di una donna" come felice, anzi. In Hellions la protagonista adolescente viveva la sua condizione come un incubo surreale all'interno del quale il bambino non ancora nato era già in grado di condizionare la sua esistenza in modi terrificanti, in Antibirth il punto di vista è differente ma non per questo più lieto. Diciamo che Lou è altrettanto sconcertata all'idea di essere incinta, tuttavia sceglie di non cambiare la sua esistenza di una virgola, anzi: disoccupata, ai margini della società e probabilmente ultratrentenne, Lou continua imperterrita a spaccarsi di crack, alcool e fumo, alla faccia di chiunque (o di qualunque cosa) abbia deciso di risiedere nel suo utero. Il punto di forza di Antibirth, non a caso, non è l'aspetto body horror che permea l'intera vicenda ma il modo in cui il regista e sceneggiatore dipinge una donna che tale non è, un uomo mancato in piena crisi autodistruttiva affiancato dall'intera società di tristissimi reietti che vivono nelle periferie di un'America squallida e fredda. Non esistono né spirito di solidarietà né amicizia in Antibirth, se non quelli incarnati da una pazza che, apparentemente, ha vissuto le stesse confuse esperienze di Lou, mentre invece gli amici di quest'ultima si guardano bene dal recarle consigli o parole di conforto, quando addirittura non sono implicati negli oscuri avvenimenti che le hanno causato la gravidanza. Lou è l'espressione vivente di un corpo malato che rigetta la vita (ad un certo punto si scopre che la ragazza aveva già subito un aborto spontaneo), specchio di una società che, allo stesso modo, cova dentro di sé tutto il marciume generato da una povertà fatta di dolore ed ignoranza, alimentato da chi non ha altro interesse se non fare soldi sulla pelle dei reietti.


Personalmente, ho apprezzato Antibirth proprio per questo suo aspetto "sociale", la parte horror mi ha invece un po' tediata. Sapete bene che non amo molto l'horror contaminato dalla fantascienza e purtroppo, nonostante un paio di sequenze d'impatto adatte giusto agli stomaci forti, Antibirth patisce la presenza di entità aliene e deliri paranoici da cospirazione militare che lo afflosciano senza possibilità di recupero, soprattutto sul finale. D'altra parte, la condizione perennemente strafatta di Lou consente al regista di girare un paio di sequenze allucinanti capaci di essere squallide, trash ed inquietanti allo stesso tempo, il tentativo malato della mente della ragazza di recuperare i ricordi della "fatidica notte", popolato, tra le altre cose, da coloratissimi e pelosi pupazzi. Natasha Lyonne, dal canto suo, da vita ad un personaggio disgustoso, per il quale è praticamente impossibile provare un minimo di pietà: la voce arrochita dall'alcool, il trucco pesante, una tutina a rete che la fa sembrare più un volgarissimo insaccato che una donna, la grazia di un portuale a completare il tutto, fanno di Lou la perfetta figlia di un ambiente squallido e poverissimo, un'antieroina ancora più fastidiosa per la palese mancanza di coraggio e la rassegnazione con la quale sceglie di non modificare minimamente la sua vita. I comprimari sono altrettanto fastidiosi ed inquietanti, a partire da una Chloë Sevigny scazzata ed inespressiva (non è una critica, eh. Per il personaggio di Sadie è perfetta) per arrivare ad una Meg Tilly sfatta e completamente folle, schiacciata dal peso dei suoi quasi 60 anni al punto da dimostrarne 70. In definitiva, Antibirth non è un film per tutti i gusti e personalmente mi sarei aspettata qualcosina di più ma la materia prima c'è e sono sicura che Danny Perez avrà ancora molto da dire nel futuro.


Di Chloë Sevigny, che interpreta Sadie, ho già parlato QUI mentre Mark Webber, che interpreta Gabriel, lo trovate QUA.

Danny Perez è il regista e sceneggiatore della pellicola. Probabilmente canadese o americano, è al suo primo lungometraggio.


Natasha Lyonne interpreta Lou. Americana, la ricordo per film come Dennis la minaccia, American Pie, Scary Movie 2, American Pie 2, American Pie: Ancora insieme e Yoga Hosers, inoltre ha partecipato a serie come Will & Grace, Weeds, Orange is the New Black e doppiato un episodio de I Simpson. Anche produttrice, ha 37 anni e tre film in uscita.


Meg Tilly interpreta Lorna. Americana, ha partecipato a film come Saranno famosi, Psycho II, Il grande freddo, Valmont, Ultracorpi - L'invasione continua e Il tuo amico nel mio letto. Anche sceneggiatrice, ha 56 anni e un film in uscita.


Se Antibirth vi fosse piaciuto recuperate Hellions e Brood - La covata malefica. ENJOY!

10 commenti:

  1. L'abbiamo guardato solo perchè c'era Nikki di OITNB,ma secondo me se ne poteva fare un bel corto piuttosto che questo brodo allungato ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, quel fastidioso senso di "riempitura forzata" l'ho percepito anche io :)

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    3. L'ha percepito pure la protagonista mi sa XD

      Elimina
  2. Risposte
    1. Obiettivamente, non mi sembra il tipo di film che potrebbe piacerti :)

      Elimina
  3. Già i frame mi trasmettono molto disagio :/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il disagio è la sola cosa che non manca ad Antibirth :P

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...