venerdì 21 dicembre 2018

Escape from Cannibal Farm (2017)

Leggendo le perle di Novembre di Lucia mi sono convinta a recuperare Escape from Cannibal Farm, diretto e sceneggiato dal regista Charlie Steeds.


Trama: i membri di una famiglia si recano nella campagna inglese per una vacanza ma lì vengono aggrediti da un branco di autoctoni cannibali.



Sono passati più di quarant’anni dall’uscita di Non aprite quella porta ma nonostante questo il film di Tobe Hooper continua a fare proseliti e generare figliastri persino fuori dagli USA, come questo Escape from Cannibal Farm, trucidissimo horror inglese del semi esordiente Charlie Steeds . Che il regista sia in attività da poco anche come sceneggiatore si vede innanzitutto dall’entusiasmo debordante con cui sottopone i protagonisti del suo film alle peggiori cose e poi per come scimmiotta i maestri cercando comunque di aggiungerci del suo, spesso sbagliando e raggiungendo risultati abbastanza esilaranti. Personalmente, a fronte dell’ennesimo emulo di Non aprite quella porta, l’unica cosa che non ho proprio apprezzato del film sono gli intermezzi “poetici” in cui il villain (un vecchiaccio scionco che s’è visto brutalizzare il figlio e suicidare di conseguenza la moglie) lamenta la sua esistenza ingrata con chiunque lo stia a sentire e l’incoerenza temporale dell’intera vicenda, all’interno della quale non solo i cannibali ma persino i loro vicini di casa, nei flashback, paiono aver vissuto verso la fine dell’800. Per il resto, mi è piaciuta molto l’idea di rendere protagonista del film una famiglia i cui membri si detestano l’un con l’altro nemmeno tanto cordialmente, ma proprio a livelli di “se ti giri ti accoltello, anzi, ti pugnalo anche se mi stai di fronte”, e il paio di twist che conducono la pellicola verso una direzione leggermente diversa rispetto ai lidi di Hooperiana memoria. Niente per cui urlare al miracolo, ma se non altro ci ha provato.


Purtroppo ci hanno provato anche gli attori e qui tocchiamo il vero tasto dolente della pellicola, una stilettata al cuore persino per me che adoro gli inglesi. Di tutti gli interpreti se ne salvano giusto tre, la madre (protagonista di un monologo cazzutissimo), la figlia e l’odiosissimo patrigno, quest’ultimo vero mattatore della prima parte del film grazie agli insulti e agli attestati di disistima che regala generosamente a figli e generi, gli altri potrebbero tranquillamente essere relegati al rango di comparse dello spettacolo di Natale dell’ultima parrocchia dello Yorkshire e nessuno ne sentirebbe la mancanza, soprattutto del terrificante “meat eater”. Davvero, in confronto alla pochezza degli attori salvo persino le esilaranti mani che esplodono e il montaggio fatto coi piedi, che regala quella bella sensazione di nausea tanto cara agli horror grezzi e amatoriali (spoiler: prendiamo la scena del forno. Ma quanto caspita ci mette il tizio a riprendersi e a palesarsi a chi si trova fuori? Come minimo avrebbe dovuto bruciare dopo un paio di minuti, non avere tutto il tempo di risvegliarsi e fare persino due parole con gli astanti); addirittura, salvo il makeup imbarazzante di quella sorta di Morlock che si nascondono nel sottosuolo della fattoria ma non gli attori. Loro no. Purtroppo, però, un film è fatto soprattutto di attori ed è per questo che non mi sento di consigliarvi il recupero di Escape from Cannibal Farm, non con tutti i film simili e migliori che ci sono in giro!

Charlie Steeds è il regista e sceneggiatore della pellicola. Inglese, ha diretto film come The House of Violent Desire. Anche produttore, ha tre film in uscita.


La maggior parte degli attori presenti nel film hanno partecipato ad altre pellicole di Charlie Steeds, come The House of Violent Desire e Deadman Apocalypse. Ovviamente, se Escape from Cannibal Farm vi fosse piaciuto recuperate la saga di Non aprite quella porta. ENJOY!


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