martedì 11 febbraio 2020

Harriet (2019)

Ormai les jeux sont faites ma di film visti in previsione dell'Oscar ce ne sono ancora un po'. Oggi parliamo di Harriet, diretto e co-sceneggiato nel 2019 dalla regista Kasi Lemmons e candidato a due premi: Miglior Attrice Protagonista e Miglior Canzone Originale. 



Trama: dopo essere fuggita ai suoi padroni, la schiava Minty si unisce a un gruppo di antischiavisti, prendendo il nome Harriet ed impegnandosi a a liberare altri sfortunati come lei.



Il bello dei recuperi "da Oscar" è spesso quello di venire a conoscenza di storie reali di cui non avevo nozione alcuna, come quella di Harriet Tubman, che nella seconda metà dell'ottocento è diventata la prima attivista donna di colore, contribuendo con i suoi sforzi a liberare moltissimi schiavi e condurli dapprima verso gli stati del Nord, poi in Canada, superando pericoli di ogni genere. Alla vera storia di Harriet Tubman, il cui motto era "Ci sono due cose a cui ho diritto: la libertà o la morte; se non posso avere l'una, avrò l'altra", la sceneggiatura unisce anche un elemento sovrannaturale che ha un fondamento biografico. La Tubman, nata Araminta Ross, aveva avuto un grave incidente con conseguente commozione cerebrale, che l'aveva lasciata soggetta ad attacchi di epilessia che sfociavano, talvolta, in "visioni" divine; nel film, questo ausilio divino è importante e rende Harriet una sorta di supereroina capace di prevedere persino il futuro ed evitare quindi trappole ed eventuali imboscate degli schiavisti. Normalmente, una cosa simile renderebbe la pellicola una pacchianata, in realtà Kasi Lemmons è molto abile a non calcare mai la mano e a mescolare con naturalezza realtà biografica e finzione sovrannaturale, rendendo quest'ultima molto verosimile senza abusarne, quasi a sottolineare effettivamente il miracolo dell'esistenza di una persona come Harriet, la prima donna ad essersi impegnata non solo per i diritti degli schiavi ma anche per il suffragio femminile, questione di cui tuttavia nel film non si parla. Il risultato è una pellicola di sicuro interessante e distante dai soliti pipponi biografici "da Oscar" soprattutto grazie alla presenza di un personaggio forte e ben caratterizzato, costretto ad affrontare nemici odiosi nel corso delle sue fughe rocambolesche, elemento che rende il film movimentato e vario.


Detto questo, ho guardato Harriet principalmente per la nomination di Cynthia Erivo nella rosa delle migliori attrici, e onestamente ritengo sia la solita candidatura appioppata per accontentare le quote di colore, visto che la sua interpretazione non spicca particolarmente né regge il confronto con le altre candidate (la Johansson ha fatto molto meglio e la Zellweger ha dalla sua il trasformismo, quindi secondo me c'è poca gara); la Erivo mi aveva fatto un'impressione molto migliore in un film che, peraltro, mi aveva detto ben poco, ovvero 7 sconosciuti a El Royale, ma mi rendo conto che, data la caratura di Harriet Tubman e l'importanza all'interno della storia americana, questo è più materiale da Oscar. Ottima però l'idea della Lemmons di sfruttare le indubbie note canore della Erivo rendendo le poche, intense canzoni all'interno del film un escamotage indispensabile ai fini della trama, l'unico modo per gli schiavi di comunicare senza che i "massa" bianchi possano capire i loro intenti e, non a caso, Harriet è candidato all'Oscar anche per la Miglior Canzone Originale (ma le mie preferite sono I'm Gonna Love Me Again da Rocketman e Into the Unknown da Frozen 2, perdonate i miei gusti cheap e commerciali). In definitiva, Harriet non è affatto un brutto film e sono contenta di averlo recuperato nel corso della forsennata caccia all'Oscar, viceversa probabilmente non lo avrei guardato e non avrei idea dell'esistenza di Harriet Tubman, tuttavia c'è da dire che non è nemmeno una pellicola memorabile e non stupisce che la distribuzione italiana, già cieca con film più meritevoli, abbia deciso di lasciarlo al palo nonostante le nomination. Vi invito a recuperarlo, anche solo per mera curiosità, se non altro perché le sue due ore di durata passano molto veloci.

Kasi Lemmons è la regista e co-sceneggiatrice della pellicola. Americana, ha diretto film come La baia di Eva e un episodio della serie Luke Cage. Anche attrice e produttrice, ha 59 anni.


Cynthia Erivo interpreta Harriet/Minty. Inglese, la ricordo per film come Widows: Eredità criminale e 7 sconosciuti a El Royale, inoltre ha partecipato a serie quali The Outsider. Anche cantante, ha 34 anni e due film in uscita.


Janelle Monáe interpreta Marie Buchanon. Cantante americana, la ricordo per film come Moonlight e Il diritto di contare. Anche compositrice, ha 35 anni e un film in uscita, Antebellum.


Vondie Curtis-Hall interpreta il reverendo Green. Americano, ha partecipato a film come Il principe cerca moglie, Black Rain - Pioggia sporca, 58 minuti per morire, Un giorno di ordinaria follia, Nome in codice: Broken Arrow, Romeo + Giulietta di William Shakespeare, Gridlock'd - Istinti criminali, La baia di Eva e a serie quali Nightmare Café, E.R. Medici in prima linea, I Soprano, Medium, Criminal Minds e Daredevil. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 70 anni e un film in uscita.


Vanessa Bell Calloway, che interpreta la madre di Harriet, era la futura moglie "abbaiante" di Eddie Murphy ne Il principe cerca moglie. ENJOY!


6 commenti:

  1. Potrei saltarlo, dura pure tanto.
    Lei però bravissima, anche nella serie tratta da The Outsider!

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    1. Lei è davvero brava, sì.
      The Outsider l'ho un attimo bloccata alla seconda puntata, tanto so già come va a finire e ammetto che non mi prende granché. Devo dare la precedenza a Locke & Key e Sabrina :)

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  2. Condivido il bello dei recuperi "da Oscar", lo faccio anch'io anche per questo motivo ;)

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    1. Eh, per i prossimi giorni romperò ancora un po' le scatole, portate pazienza!

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  3. A me 7 sconosciuti a El Royale era piaciuto molto e lì avevo apprezzato la Erivo. Poi l'ho vista anche in Widows e non si è comportata male nemmeno lì. Però sti film qua, non lo so... per quanto ritenga fondamentale raccontare determinate figure anche e forse soprattutto al cinema, spesso non mi piace come viene fatto.

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    1. A me 7 sconosciuti non ha fatto impazzire ma lei era davvero brava.
      Film come questi, lo ammetto, li recupero giusto per gli Oscar (un po' come Un amico immaginario) ma quando trattano di figure che non conosco, come in questo caso, mi ritrovo ad essere contenta di averli guardati.

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