Nonostante ne abbiano parlato cani e porci, ho deciso di scrivere anche io due (stupide e spoilerose, vi avverto) righe su Non aprite quella porta (Texas Chainsaw Massacre), diretto dal regista David Blue Garcia e disponibile su Netflix.
Trama: i giovanissimi investitori che hanno acquistato una cittadina del Texas per trasformarla in un paradiso commerciale si ritroveranno a dover affrontare un problema tanto imprevisto quanto mortale, ovvero Leatherface.
Non aprite quella porta, frutto della collaborazione tra
David Blue Garcia, Fede Alvarez e la Romania, è probabilmente il film "horror" più divertente che vi capiterà di vedere quest'anno, ma vi avviso: per approfittare come si deve dei suoi mille aspetti esilaranti, dovrete essere un po' brilli, altrimenti vi gireranno solo le palle. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Dal mero punto di vista dello splatter,
Non aprite quella porta 2022 ve ne regalerà litri, così come abbondanza di morti violente particolarmente atroci, quasi tutte inflitte ai danni di persone non granché simpatiche, se non addirittura detestabili, e un'altro punto di forza del film è che è talmente breve e veloce nel suo andare subito al punto, che non avrete modo di annoiarvi. Se da un horror chiedete solo questo, non sarò assolutamente io a dissuadervi dal guardarlo, e potrei anche dirvi che
Non aprite quella porta è perfetto per quanto possa esserlo qualsiasi altro dimenticabile horror realizzato in esclusiva per
Netflix. Purtroppo, anche sotto l'effetto di Riesling e Don Zoilo, non sono proprio riuscita ad evitare di venire schiaffeggiata da quelle due o tre belinate in guisa di eclatanti esempi di pigrizia in fase di sceneggiatura, oltre che dalla smaccata voglia di scimmiottare (o magari volevano cavalcarne il successo? Non si capisce)
il recente reboot di Halloween, tanto che spesso mi è parso di guardare quei "bei" film horror di serie Z zeppi di dialoghi imbecilli e cretinate assortite che tanto mi divertivo a recensire armata di blocchetto per gli appunti, oppure uno
Sharknado. Da qui in poi sono
SPOILER come se piovessero, io vi avverto!
Non aprite quella porta 2022 parte dall'idea di essere un
reboot ma anche un sequel, e non lo dico io che della saga ho visto giusto un paio di film, ma proprio la sceneggiatura, che ambienta le vicende in un universo dove Sally, l'unica sopravvissuta alla mattanza anni '70, ha passato tutta la sua vita (come Laurie Strode! *wink wink*) a cercare Leatherface per accopparlo. Peccato che Leatherface, tutt'altro che interdetto, abbia pensato bene, per non farsi beccare, di rifugiarsi in un orfanotrofio e mescolarsi ai pargoli dell'istituto nonostante fosse un omone di, a spanne, direi almeno 20 anni oltre che 190 cm, facendola fessa per lunghi decenni pur abitando nella stessa città. Se già questo non vi pare un assunto idiota, parliamo di come gli sceneggiatori hanno scelto di spedire giovani vittime da Leatherface. Nell'anno del Signore 2022, un branco di fighètti della grande città (non se ne salva uno. Né il ragazzo di colore, né la ragazzetta traumatizzata da una sparatoria che si convince di essere predestinata alla morte, nemmeno avesse sbagliato film) decide di acquistare proprio "quella" cittadina del Texas per trasformarla in rinomato centro di shopping, divertimenti, raffinatezza, vita migliore. E per quali eventuali clienti, di grazia? Per lo zotico panzone che sta alla pompa di benzina e non vede il sapone da decenni o per lo zotico che si presenta come un celodurista di prim'ordine, tutto fucili automatici,
The South Gonna Rise Again e cazzimma, e poi soccombe appena Leatherface gli tira un buffetto? Giustamente è troppo anche per Leatherface, che di fronte all'idea di avere sotto casa ristoranti poké, negozi bio e monopattini, sbrocca male come un vecchio improvvisamente privato dei cantieri.
Quanto a Sally, la povera Sally. Sally cammina per la strada senza nemmeno guardare per terra, e si vede belin, sono decenni che hai Leatherface attaccato alle chiappe e manco te accorgi. Però chi se ne frega, direte voi. Sally è una vecchia incazzata, pure lei non se lo fa menare, ha un fucile e lunghi capelli bianchi, la carogna sulle spalle allevata a odio e rancore, sai che bello scontro fra titani ne uscirà fuori? Invece no. Nell'anticlimax più grosso della storia del cinema recente, Old Man Leatherface (cit.) se la trova davanti e la guarda con ancora meno interesse di quanto ne avrei io per l'ultima trasmissione della D'Urso e giuro che lei avrebbe ogni possibilità di fare spallucce e andarsene. Purtroppo, la poveraccia non solo viene dileggiata dalla sua ragione di vita, ma anche vilipesa dagli sceneggiatori mostrando di valere, ai fini della trama e dell'eventuale salvezza di un paio di personaggi, quanto il due di coppe a briscola, con buona pace di chi sperava in qualcosa di più di una semplice, triste lista di citazioni. La raffinatezza del "saluto" finale di Leatherface allo spettatore e alla gentrificazione è l'ennesimo, esilarante chiodo nella bara di un film che probabilmente voleva anche essere un serio e rispettoso omaggio aggiornato al gusto odierno di un film che, ancora oggi, è mirabile esempio di terrore e disagio privo o quasi di sangue, ma che si è invece trasformato nella pellicola più esilarante dell'anno. D'altronde, l'immagine che segue poteva darci un'idea di quali "stimoli" avrebbe indotto la visione.
Di
Olwen Fouéré, che interpreta Sally Hardesty, ho già parlato
QUI mentre
Alice Krige, che interpreta Mrs. Mc, la trovate
QUA.
David Blue Garcia è il regista della pellicola, al suo secondo lungometraggio. Americano, lavora principalmente come direttore della fotografia ma è anche sceneggiatore, produttore e attore.
Elsie Fisher interpreta Lila. Americana, ha partecipato a serie quali
Medium e
Castle Rock; come doppiatrice, ha lavorato in
Cattivissimo me,
Masha e Orso,
Cattivissimo me 2 e
La famiglia Addams. Ha 19 anni e due film in uscita.
Non sono particolarmente esperta di
Non aprite quella porta ma, a ragion di logica, questo dovrebbe essere un sequel diretto del primo film; se siete amanti della completezza avete da recuperare però anche
Non aprite quella porta - Parte 2 , Non aprite quella porta - Parte 3, Non aprite quella porta IV (1994),
Non aprite quella porta 3D (che dovrebbe essere un sequel-reboot del primo) e
Leatherface, ai quali potete aggiungere il remake del 2003
Non aprite quella porta e il suo prequel
Non aprite quella porta: L'inizio (2006). ENJOY!
Non conoscevo nemmeno l'esistenza di questo film, ma posso dirti che "Non aprite quella porta" del 2003 è uno dei miei film horror preferiti.
RispondiEliminaNon ho mai visto l'originale del '74, però, quindi non escludo che sia tecnicamente migliore.
Quanto a questo, l'hai demolito in un modo così divertente, che ho trattenuto a stento le risate.
Non ho Netflix, e dunque non corro il rischio di poterlo vedere, ma lo consiglierò a mio fratello che è abbonato e adora il genere horror (come me).
Sarà il mio scherzo di Carnevale. :)))
Io sono quasi sicura di avere visto al cinema quello del 2003 ma purtroppo non lo ricordo per nulla, sono passati troppi anni. Quello del '74 invece l'ho rivisto spesso e ogni volta mi angoscia come se fosse la prima.
EliminaAttendo di sapere la reazione di tuo fratello allo scherzo, allora :PP
Un film divertente, che lo sia volontariamente o meno, ci va proprio, in questo periodo.
RispondiEliminaSe poi lo devo guardare da brillo, sono pronto al sacrificio. :)
Eh ma devi essere ben ben brillo!!
EliminaIo possiedo in DVD sia l'originale di Robe Hooper che il remake del 2003. Entrambi hanno dei pregi eanche se l'originale rimane sempre il mio preferito. Del resto della saga ho visto qualcosina, quindi non saprei giudicarla. Non so se vedrò il reboot-sequel, forse più che del Riesling però per farlo avrei bisogno del Teroldego o del Bordeaux. 😉
RispondiEliminaIo il remake del 2003 non lo ricordo proprio ma mi state facendo venire voglia di rivederlo.
EliminaE tu ci vai giù di rossi importanti, bravissimo!!
Visto l'originale, il remake, il prequel e pure quell’obrobrio di Leatherface. Appena ho visto il trailer di questo nuovo ho avuto la sensazione che sarebbe stato tremendo. E avevo ragione. Nonostante lo splatter mi sono annoiata per la maggior parte del tempo.
RispondiEliminaPer fortuna, per quanto mi riguarda niente noia ma solo risate a profusione!
Elimina