martedì 24 gennaio 2023

The Pale Blue Eye - I delitti di West Point (2022)

Dopo Antlers, ero molto curiosa di vedere l'ultimo film diretto e sceneggiato da Scott Cooper a partire dal romanzo omonimo di Louis Bayard, The Pale Blue Eye - I delitti di West Point (The Pale Blue Eye), disponibile su Netflix da qualche giorno.


Trama: un investigatore viene ingaggiato per scoprire il colpevole di un efferato delitto commesso all'interno di un'accademia militare. Ad aiutarlo nell'ardua impresa ci penserà un giovane Edgar Allan Poe...



The Pale Blue Eye rientra senza troppi problemi in quel genere di film "solidi", dalla regia classica e sicura, la cui efficacia posa più sulle spalle degli interpreti che della trama e che, probabilmente, in futuro ricorderò per la bellezza delle ambientazioni, perfette per la stagione invernale in quanto fatte di foreste innevate, paesaggi brulli e cimiteri imbiancati. Sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più horror, invece dopo l'ottimo e inquietante Antlers il regista Scott Cooper è tornato a tirare il freno e ha scelto di raccontare una detective story dai dettagli macabri e dai vaghi risvolti sovrannaturali, dove i defunti (e la paura della morte) giocano un ruolo fondamentale nel destino dei vivi, facendo sentire la loro influenza anche dall'aldilà. Non a caso, accanto a un anziano (??? Belin ma Christian Bale ha solo 48 anni, nel film ne parlano come se fosse decrepito!!) e ormai disilluso detective spunta, nel ruolo di assistente d'eccezione, un Edgar Allan Poe ancora solo cadetto dell'accademia militare, a mo' di nume tutelare di una trama che mescola generi assai cari allo scrittore di Boston. Tutto nasce da un apparente suicidio che, senza fare troppi spoiler, si rivelerà essere un omicidio con caratteristiche ascrivibili a qualche rituale satanico, e che minaccia di essere solo il primo commesso all'interno di un'accademia militare; l'austera atmosfera dell'istituzione, mantenuta da colonnelli e superiori, fa ovviamente a pugni con la personalità dimessa e "scapestrata" del detective Landor, il quale nel giovane Poe, altrettanto fuori posto, troverà uno spirito affine e un alleato. La trama è dunque un dipanarsi delle investigazioni dei due, che tuttavia si distaccano da quelle dei gialli tornati di moda negli ultimi tempi, perché l'attenzione dello spettatore viene sviata spesso dalle vicende personali dei protagonisti e da altri misteri apparentemente slegati dall'indagine. Inoltre, Landor è dotato di una personalità schiva e cupa e lo spettatore viene tenuto ben distante dalle sue elucubrazioni private, quindi tocca a un'inedito e ciarliero Poe fare la parte dell'entusiasta investigatore che offre dovizia di spiegazioni, mantenendo desta l'attenzione nemmeno si avesse a che fare con un giovane Sherlock Holmes.


Proprio per questo motivo succede una cosa inusuale, ovvero che a Christian Bale venga rubata spesso e volentieri la scena dall'ex Dudley Dursley Harry Melling. Quest'ultimo, con i suoi occhioni giganteschi (ma non sono i pale blue eye del titolo) e l'aspetto dinoccolato e stralunato, interpreta un ottimo Edgar Allan Poe, passando dalla superficiale eccentricità dell'inizio a qualcosa di ben più profondo e sfaccettato, quindi è naturale che spicchi. Bale è, come al solito, molto bravo, purtroppo è il suo personaggio ad essere un po' banale, passatemi il termine, in quanto trattasi dell'ennesimo detective ubriacone dal passato tragico e dalla mente brillante di cui cinema e letteratura sono pieni. Anzi, ad essere onesti tutto l'impianto di The Pale Blue Eye potrebbe rientrare sotto la definizione di "banale" (e gli aspetti esoterici della faccenda sembrano quasi inseriti a forza), non fosse per un piccolo particolare che riesce a cambiare completamente le carte in tavola e a lasciare molto soddisfatti. E poi, come ho scritto sopra, il film gode non solo di un ottimo cast di caratteristi di lusso, ma anche e soprattutto di una regia molto bella, che presta moltissima attenzione agli ambienti, sia interni che esterni. La natura selvaggia che circonda ed isola i protagonisti, con tutte le conseguenze del caso, e gli interni bui, illuminati soltanto da candele e zeppi di ombre inquietanti che sembrano sempre incombere sugli astanti, sono elementi importantissimi del racconto e, in qualche modo, ne accentuano l'atmosfera luttuosa e plumbea. Insomma, The Pale Blue Eye è uno di quei film dal sapore un po' antico, non solo perché è in costume, ma proprio per la deliberata scelta di puntare più sulla raffinatezza della ricostruzione e dell'immagine e sulle atmosfere più che sull'effettiva azione; alcuni potranno non sopportare la natura slow burn dell'opera, a me invece non è affatto dispiaciuta. 


Del regista e co-sceneggiatore Scott Cooper ho già parlato QUI. Christian Bale (Augustus Landor), Harry Melling (Cadetto Edgar Allan Poe), Simon McBurney (Capitano Hitchcock), Timothy Spall (Sovrintedente Thayer), Toby Jones (Dr. Daniel Marquis), Charlotte Gainsbourg (Patsy), Lucy Boynton (Lea Marquis) e Robert Duvall (Jean Pepe) li trovate invece ai rispettivi link.

Gillian Anderson interpreta Mrs. Julia Marquis. Indimenticabile Agente Scully della serie X-Files, la ricordo anche per film come X-Files - Il film, Scherzi del cuore, X-Files - Voglio crederci e altre serie quali Hannibal, American Gods e The Crown; come doppiatrice, ha lavorato in I Simpson, Robot Chicken, Principessa Mononoke e La collina dei papaveri. Americana, anche produttrice, regista, sceneggiatrice e compositrice, ha 55 anni e un film in uscita. 


Se The Pale Blue Eye vi fosse piaciuto recuperate Il nome della rosa, Il mistero di Sleepy Hollow e From Hell - La vera storia di Jack lo squartatore. ENJOY!

14 commenti:

  1. Ma sì, bastava mezz'oretta in meno. Non capisco perché, da qualche anno a questa parte, soffrono tutti di elefantiasi da durata XD

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  2. Beh a parte che Bale così barbuto mostra più dei suoi anni, a quei tempi l'aspettativa di vita non era certamente centenaria 😊

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    1. Beh, io sono di parte, addoro Bale, l'ho sempre trovato un bell'omino. A parte tutto, non serve andare indietro "a quei tempi": leggendo i primi libri di King vengono date delle descrizioni impietose di trentenni, soprattutto donne, e i suoi quarantenni hanno praticamente un piede nella fossa e uno sulla saponetta!

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  3. Potrebbe anche essere l'effetto piattaforma che non ti obbliga a tenere le due ore canoniche come nelle sale per fare incastrare gli orari degli spettacoli. Difatti film come l'ultimo Avatar o The Fabelmans scombinano sempre tutto 😁

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  4. O meglio i 90 minuti canonici, scusa, poiché questo le due ore le sfora di poco

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  5. Mah, oddio, ormai anche al cinema sbulaccano alla grande. L'ultimo di Chazelle (che, per inciso, è splendido) supera a sua volta le tre ore e ormai sono davvero pochi i film che rientrano nei 90 minuti canonici, in qualunque medium.

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  6. Sarò ridondante forse... ma se da una parte mi è piaciuto, pur con tutti i suoi limiti, dall'altra ho trovato il twist finale immorale...

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    1. Addirittura immorale? Ma no, perché? Per me ha reso il film molto più interessante!

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    2. Diciamo che elogiare la giustizia privata... anche no.

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    3. Contestualizzando all'epoca del film in realtà ci starebbe, ma direi che nessuno la elogia, anzi. Non a caso lui si punisce sul finale e Poe se ne va col cuore spezzato.

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    4. Sai che non l'ho proprio colto in quel senso? 😅

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    5. Oh, questa è la mia interpretazione, eh! Il bello del cinema è che ognuno vive le cose secondo la propria sensibilità. Magari poi hai ragione tu :)

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  7. Mi trovi abbastanza d'accordo con le tue parole: l'ho visto quasi appena uscito e mi è sembrato un film classico, fatto bene e abbastanza coinvolgente. Si può sempre fare meglio è vero, ma anche peggio!

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    1. Assolutamente! E comunque Cooper si riconferma un signor regista, quindi considerata la media dei prodotti Netflix questo svetta e merita di essere visto!

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